Televisione
Squid Game 3: il finale aperto della seconda stagione e il rischio di un giocattolo ormai rotto
Con un finale che promette una terza stagione già girata, Squid Game 2 delude le aspettative, tra critiche feroci, crolli di borsa e un sapore di già visto. Riuscirà la serie a ritrovare il suo fascino o il fenomeno globale si spegnerà definitivamente?

Con la seconda stagione di Squid Game, Netflix ha acceso grandi aspettative per poi lasciarne molte in sospeso. Se non avete ancora completato la maratona natalizia su Netflix, sappiate che questo articolo è un concentrato di spoiler, quindi abbandonate la lettura e tornate più tardi. Per chi è rimasto: benvenuti nel mondo post-finale di Squid Game 2.
Dopo il successo travolgente della prima stagione, che ha catturato l’umanità nella sua miseria più profonda e nel sadismo di chi si arricchisce sulle disgrazie altrui, il creatore Hwang Dong-hyuk ha deciso di alzare la posta con una seconda stagione che punta tutto sulla vendetta del Giocatore 456, alias Seong Gi-hun (Lee Jung-jae). Sopravvissuto al gioco mortale, Gi-hun torna sull’isola con una missione: porre fine a quel massacro una volta per tutte.
La stagione culmina in una rivolta contro gli organizzatori del gioco, in un crescendo di tensione che vede Gi-hun e i suoi alleati sfruttare il caos di un “gioco speciale” per ribellarsi. Nonostante la determinazione del protagonista, il gruppo si perde nei meandri della struttura multicolore dell’isola, in un labirinto di corridoi e trappole mortali. La situazione precipita quando Front Man, ancora ambiguamente schierato, spezza ogni speranza uccidendo il migliore amico di Gi-hun davanti ai suoi occhi. Il grido disperato del protagonista chiude una stagione che si limita a preparare il terreno per l’annunciata terza e ultima parte, prevista per dicembre 2025.
Ma c’è un problema evidente: la seconda stagione non ha soddisfatto le aspettative di pubblico e critica. Nonostante un impianto visivo ancora affascinante e un ritmo narrativo che cerca di mantenere alta la tensione, la serie non riesce a offrire un reale avanzamento rispetto alla prima stagione. La trama sa di già visto, e le dinamiche psicologiche che avevano conquistato il pubblico appaiono meno incisive e più meccaniche.
Le reazioni non si sono fatte attendere. La stampa internazionale ha stroncato la seconda stagione, definendola prevedibile e incapace di replicare la carica innovativa della prima. Le recensioni negative hanno avuto ripercussioni anche fuori dallo schermo: le azioni delle aziende legate alla produzione sono crollate. La Artist United, controllata dal protagonista Lee Jung-jae, ha perso quasi il 30%, mentre il Dexter Studios, partner coreano di Netflix, ha visto un calo del 24%.
Il problema, forse, è proprio quello di voler replicare un miracolo irripetibile. Squid Game ha colpito nel segno con la sua prima stagione perché è riuscita a catturare lo spirito del tempo, raccontando disperazione e avidità in un modo nuovo e brutale. Ma battere il ferro finché è caldo non sempre paga, e questa seconda stagione rischia di essere più un’operazione commerciale che un atto creativo.
Ora, con la terza stagione già completata, la sfida è enorme: salvare un franchise che ha visto la sua aura di perfezione incrinarsi. Sarà necessario più di un finale spettacolare per riportare Squid Game ai vertici del fenomeno globale che è stato. Perché, se c’è una lezione che questa stagione ci lascia, è che i miracoli si avverano una volta sola, e cercare di ripeterli può trasformare una leggenda in un ricordo sbiadito.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Televisione
Il Mostro di Firenze arriva su Netflix: la serie di Stefano Sollima che divide tra fascino e disorientamento
Dopo il passaggio a Venezia, Il Mostro approda su Netflix e spiazza: Sollima e Fasoli ricostruiscono gli albori dell’inchiesta in un’Italia contadina e patriarcale, dove il male si annida nella paura e nei silenzi. Nessun colpevole certo, solo un Paese che continua a interrogarsi.

Non è un true crime come gli altri. Con Il Mostro, Stefano Sollima riscrive le regole del genere portando su Netflix un racconto che non vuole scioccare, ma scavare. Quattro episodi lenti, tesi, immersi in un’Italia rurale e superstiziosa, dove la violenza non è spettacolo ma abitudine. Insieme a Leonardo Fasoli, già partner di Gomorra e Suburra, Sollima affronta la “pista sarda”, la prima e più controversa ipotesi investigativa del caso del Mostro di Firenze.
Siamo nel 1968, tra le campagne toscane. Una coppia viene uccisa con una Beretta calibro 22: è il primo tassello di una lunga scia di sangue che durerà quasi vent’anni. La serie ricostruisce l’ambiente che circondò gli indagati di allora — Stefano e Giovanni Mele, Francesco e Salvatore Vinci — uomini segnati da povertà, religiosità primitiva e misoginia. Non ci sono detective eroi né serial killer cinematografici, ma un Paese impaurito che cerca un colpevole per non guardarsi dentro.
Sollima rinuncia ai colpi di scena e sceglie una messa in scena asciutta, quasi documentaria. La macchina da presa osserva, non giudica. I delitti avvengono fuori campo, mentre la tensione cresce nei silenzi, nei volti segnati, nei dialoghi sospesi. La Toscana contadina diventa un microcosmo di sospetto e superstizione: un luogo dove il patriarcato è norma e la violenza domestica, più che reato, consuetudine.
Il rigore storico è garantito dal consulente Francesco Cappelletti: fascicoli giudiziari, dialetti, costumi e perfino le divise d’epoca vengono riprodotti con precisione maniacale. Ma la fedeltà ai fatti è solo il punto di partenza. Sollima costruisce un racconto che è anche una riflessione sulla natura del male e sulla fragilità delle verità processuali. Ogni episodio offre un nuovo punto di vista, e ogni certezza si dissolve.
«Il mostro potrebbe essere chiunque», ha dichiarato il regista. E in effetti la serie non cerca un colpevole, ma un senso. Il finale lascia aperta la porta a una seconda stagione: un’inquadratura fugace mostra Pietro Pacciani, preludio alla fase più nota del caso.
L’operazione divide. I critici esaltano la fotografia livida e la scrittura densa; parte del pubblico fatica ad accettare il ritmo ipnotico e l’assenza di emozioni forti. Ma Il Mostro non vuole intrattenere: vuole inquietare. E ci riesce, trasformando un fatto di cronaca in una parabola sul bisogno collettivo di trovare un colpevole — anche quando il vero mostro, forse, è lo sguardo con cui continuiamo a cercarlo.
Televisione
Carlo Conti pensa al colpo grosso per Sanremo 2026: Samira Lui in pole per affiancarlo sul palco dell’Ariston
Secondo le indiscrezioni di Santo Pirrotta, Conti starebbe puntando su Samira Lui per portare freschezza e glamour a Sanremo 2026. Un ritorno in grande stile, dopo l’esperienza di Tale e Quale Show. Intanto circolano i primi nomi dei Big in gara.

Carlo Conti è pronto a sparigliare le carte per Sanremo 2026. Dopo aver annunciato che sarà di nuovo al timone del Festival, il conduttore starebbe lavorando a una co-conduzione che promette di far parlare. Il nome che circola con insistenza è quello di Samira Lui, protagonista de La Ruota della Fortuna al fianco di Gerry Scotti, oggi uno dei volti più amati della nuova televisione pop.
A lanciare l’indiscrezione è il giornalista Santo Pirrotta, che su Vanity Fair ha parlato di un “fan d’eccezione” per la showgirl: «Si sussurra che il lungimirante Carlo Conti punti al colpo grosso: averla accanto sul palco del Festival di Sanremo 2026». Secondo Pirrotta, tra i due ci sarebbe già un ottimo rapporto. Samira, infatti, ha partecipato nel 2022 a Tale e Quale Show, conquistando pubblico e giuria con le sue doti canore e di ballo.
Classe 1998, friulana con origini senegalesi, Samira Lui è diventata in pochi anni un volto simbolo della nuova generazione televisiva italiana: eleganza, ironia e una naturale capacità di stare davanti alle telecamere. Il suo approdo sul palco dell’Ariston sarebbe un passo decisivo per consacrarla come una delle nuove icone dello spettacolo italiano.
Intanto, Conti continua a lavorare in gran segreto sul cast dei Big in gara. Le voci si moltiplicano: tra i nomi più chiacchierati ci sono Emma, reduce dal successo della hit Brutta storia, Angelina Mango, Tiziano Ferro in un inedito duetto con Madame, e ancora Arisa, Malika Ayane, Serena Brancale e Chiara Galiazzo. Non mancano le sorprese: si parla anche di un possibile ritorno di Fedez, stavolta al fianco di Marco Masini, e dell’ingresso in gara di Tommy Cash, artista rivelazione dell’anno.
Tra i veterani, invece, circolano i nomi di Michele Zarrillo, Fausto Leali, Enrico Ruggeri, Donatella Rettore e Patty Pravo, pronta — si dice — a un nuovo colpo di teatro.
Sul fronte ufficiale, Carlo Conti mantiene il riserbo ma ha ammesso che la selezione dei Big lo sta facendo “perdere il sonno”. Se le indiscrezioni su Samira Lui fossero confermate, la prossima edizione del Festival potrebbe unire tradizione e modernità con una coppia destinata a riscrivere la storia di Sanremo.
Televisione
Angelina Mango, i Pooh e Amadeus per Lorella Cuccarini: tutti gli ospiti della nuova puntata di This Is Me
La seconda puntata del programma va in onda stasera su Canale 5. Con Lorella Cuccarini ci saranno Angelina Mango, i ragazzi di Amici, i Pooh, Amadeus, Marco Columbro e tante sorprese dedicate al pubblico.

La seconda puntata del programma va in onda mercoledì 22 ottobre su Canale 5. Con Lorella Cuccarini ci saranno Angelina Mango, i ragazzi di Amici, i Pooh, Amadeus, Marco Columbro e tante sorprese dedicate al pubblico.
-
Gossip2 anni fa
Elisabetta Canalis, che Sex bomb! è suo il primo topless del 2024 (GALLERY SENZA CENSURA!)
-
Sex and La City1 anno fa
Dick Rating: che voto mi dai se te lo posto?
-
Cronaca Nera1 anno fa
Bossetti è innocente? Ecco tutti i lati deboli dell’accusa
-
Speciale Grande Fratello1 anno fa
Helena Prestes, chi è la concorrente vip del Grande Fratello? Età, carriera, vita privata e curiosità
-
Speciale Olimpiadi 20241 anno fa
Fact checking su Imane Khelif, la pugile al centro delle polemiche. Davvero è trans?
-
Speciale Grande Fratello1 anno fa
Shaila del Grande Fratello: balzi da “Gatta” nei programmi Mediaset
-
Gossip1 anno fa
La De Filippi beccata con lui: la strana coppia a cavallo si rilassa in vacanza
-
Gossip1 anno fa
È crisi tra Stefano Rosso e Francesca Chillemi? Colpa di Can?