Cucina
Caterina Balivo contro la sardenaira: la Liguria insorge per difendere il suo piatto tipico
Un commento della conduttrice su un piatto tipico di Sanremo scatena la reazione della Regione Liguria e del senatore Berrino: “La sardenaira è un patrimonio culturale da rispettare”. Tra inviti ufficiali e polemiche social, il piatto diventa un caso nazionale.

Quando si parla di cibo in Italia, le parole possono diventare più taglienti di una lama affilata, soprattutto se si toccano le tradizioni gastronomiche regionali. È esattamente ciò che è accaduto durante una recente puntata de La volta buona, il programma condotto da Caterina Balivo, dove qualche battuta di troppo sulla sardenaira ha scatenato un vero e proprio “caso di Stato” regionale.
La sardenaira, focaccia tipica di Sanremo e del Ponente ligure, è un orgoglio della Liguria. Condita con pomodoro, acciughe, olive taggiasche, capperi, aglio e a volte cipolla, rappresenta un pezzo di storia culinaria di questa terra. Non è solo cibo: è cultura, identità, tradizione. Ma basta una battuta azzardata per trasformare una tranquilla serata televisiva in una tempesta mediatica.
Cosa è successo a “La volta buona”?
Tutto è iniziato quando Aldo Vitali, direttore di TV Sorrisi e Canzoni, in collegamento da Sanremo, ha descritto la sardenaira come “una pizza tipica con un macello di aglio”. Non proprio il complimento che la Liguria si aspettava. A peggiorare la situazione, la reazione di Caterina Balivo: facce poco convinte, espressioni di disgusto e una frase che non è passata inosservata: “Ci credo che Fedez non si è presentato! Bravo Federico Lucia, che non sei andato. Pensa che puzza!”
Un commento che, per i liguri, è stato peggio di un affronto personale. Se c’è una cosa che accomuna gli italiani, è l’amore per le proprie ricette tipiche, spesso difese con la stessa passione che si riserva a una finale di Champions League.
La risposta della Liguria
Non si è fatta attendere la difesa ufficiale della Regione Liguria, che ha pubblicato un comunicato intitolato, senza mezzi termini, “Caso sardenaira”. L’assessore al turismo Luca Lombardi ha colto l’occasione per invitare pubblicamente Caterina Balivo a Sanremo:
“Il servizio pubblico televisivo dovrebbe contribuire a valorizzare le tipicità locali, che sono parte integrante del patrimonio culturale e turistico del nostro Paese. Invito Caterina Balivo ad assaggiare la sardenaira: sono certo che apprezzerà la sua bontà e delicatezza.”
Ma non è finita qui. Anche il senatore Gianni Berrino ha deciso di difendere la focaccia sanremese con un post su Instagram:
“La Sardenaira non è piena d’aglio, sulla Sardenaira c’è anche l’aglio. Spiego per un amico.”
E sebbene la grammatica del messaggio possa lasciare qualche dubbio, il sentimento dietro queste parole è chiaro: la sardenaira è un tesoro da proteggere.
Un invito a scoprire la sardenaira
Al di là delle polemiche, è importante ricordare che la sardenaira è molto più di una focaccia: è il risultato di una tradizione secolare. Originaria del Ponente ligure, deve il suo nome all’ingrediente che originariamente la caratterizzava, le sardine, poi sostituite dalle acciughe.
E se avete voglia di mettervi alla prova e provare questa delizia, ecco ingredienti e ricetta per preparare una vera sardenaira a casa.
Ricetta della sardenaira
Ingredienti per l’impasto:
- 500 g di farina 00
- 25 g di lievito di birra fresco (o 7 g di quello secco)
- 250 ml di acqua tiepida
- 50 ml di olio extravergine di oliva
- 10 g di sale
Ingredienti per il condimento:
- 300 g di pomodori pelati
- 10 filetti di acciughe sotto sale (o sott’olio)
- 10 olive taggiasche
- 1 cucchiaio di capperi dissalati
- 2 spicchi d’aglio
- Olio extravergine di oliva q.b.
- Origano e sale q.b.
Preparazione:
- Sciogliete il lievito di birra in poca acqua tiepida. Disponete la farina a fontana, unite l’acqua con il lievito, l’olio e il sale. Impastate fino a ottenere un composto liscio ed elastico. Lasciate lievitare per almeno 2 ore, coperto da un panno.
- Nel frattempo, preparate il condimento: schiacciate i pomodori pelati, unite un filo d’olio, un pizzico di sale e origano.
- Stendete l’impasto in una teglia unta d’olio, lasciatelo lievitare per altri 30 minuti. Distribuite il pomodoro sull’impasto e aggiungete acciughe, capperi, olive e fettine di aglio.
- Cuocete in forno statico preriscaldato a 220°C per circa 20-25 minuti, fino a quando la sardenaira non sarà ben dorata.
Che Caterina Balivo accetti o meno l’invito a Sanremo, una cosa è certa: la sardenaira continuerà a essere un simbolo della cucina ligure, amata e difesa dai suoi fedelissimi. Perché in Italia, le ricette tradizionali non sono solo cibo: sono parte dell’anima del territorio.
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Cucina
Autunno in tavola: la parmigiana di zucca cremosa e irresistibile
Con la sua dolcezza naturale e la consistenza vellutata, la zucca diventa la protagonista di una versione autunnale della classica parmigiana. Una ricetta facile, gustosa e perfetta per scaldare le giornate più fredde.

L’autunno porta con sé profumi di casa, forno acceso e piatti che scaldano il cuore. Tra le ricette più amate di questa stagione, la parmigiana di zucca conquista per la sua semplicità e la capacità di mettere tutti d’accordo a tavola. Ispirata alla tradizionale parmigiana di melanzane, questa variante è più delicata, leggera e cremosa, perfetta come secondo piatto o piatto unico da servire con una fresca insalata di contorno.
La protagonista, naturalmente, è la zucca, ortaggio simbolo dei mesi freddi. Dolce, colorata e versatile, si presta a innumerevoli preparazioni: dai risotti alle vellutate, dalle torte salate ai contorni. Nella parmigiana, la sua polpa morbida si trasforma in una base saporita che si sposa con mozzarella filante, salsa di pomodoro e Parmigiano Reggiano.
Una ricetta semplice e genuina
Preparare la parmigiana di zucca è un’operazione alla portata di tutti. Servono pochi ingredienti, ma di buona qualità:
- 1 zucca butternut o delica, dal sapore dolce e poco acquoso
- 150 g di mozzarella, da tagliare e scolare per eliminare il siero
- 200 ml di salsa di pomodoro
- 50 g di Parmigiano Reggiano grattugiato
- farina bianca, olio di semi per friggere, pangrattato e timo fresco per profumare
Si inizia lavando e affettando la zucca a fette sottili, dopo aver rimosso semi e filamenti. Le fette si infarinano leggermente e si friggono in abbondante olio caldo fino a doratura. Una volta pronte, si lasciano asciugare su carta assorbente.
In una teglia da forno si compone la parmigiana alternando strati di salsa di pomodoro, zucca fritta, mozzarella, Parmigiano e timo, fino a terminare gli ingredienti. L’ultimo strato deve essere generoso, con formaggio e mozzarella in superficie per garantire la gratinatura perfetta.
La cottura è a 180°C per 40 minuti, con gli ultimi 5 minuti in modalità grill per una crosticina dorata e irresistibile. Dopo la cottura, è consigliabile lasciarla riposare 10 minuti prima di servirla: in questo modo si compatta e diventa ancora più gustosa.
Le varianti: con besciamella, al forno o a crudo
Una delle qualità più amate di questa ricetta è la sua versatilità. Si può preparare in versione bianca, senza pomodoro, sostituendo la salsa con un velo di besciamella e un mix di formaggi come scamorza o fontina. Per chi cerca una variante più leggera, è possibile cuocere la zucca al forno o alla griglia, evitando la frittura.
Gli amanti dei sapori decisi possono arricchire gli strati con prosciutto cotto, speck o salsiccia sbriciolata, mentre chi segue un’alimentazione vegetariana può optare per una combinazione di erbe aromatiche e formaggi a pasta filata.
Benefici e conservazione
Oltre a essere buonissima, la zucca è un alimento sano e leggero. Ricca di fibre, sali minerali e betacarotene, ha solo 26 calorie ogni 100 grammi. La sua dolcezza naturale permette di ridurre l’uso di condimenti, rendendo la parmigiana un piatto equilibrato anche per chi è attento alla linea.
La parmigiana di zucca può essere conservata in frigorifero fino a tre giorni, ben coperta con pellicola o in un contenitore ermetico. Per gustarla al meglio, basta riscaldarla in forno a 150°C per 10 minuti. In alternativa, può essere congelata e consumata entro tre mesi, anche se la mozzarella perderà parte della sua filantezza originale.
Il piatto che celebra l’autunno
La parmigiana di zucca è la ricetta perfetta per portare in tavola i colori e i sapori dell’autunno. Cremosa, profumata e avvolgente, è un piatto che racconta la tradizione italiana con un tocco di originalità. Che sia per un pranzo domenicale o una cena tra amici, conquisterà tutti con la sua bontà semplice e genuina.
Cucina
Cassoeula, il piatto che profuma d’inverno: la leggenda, la storia e la ricetta del simbolo più verace della cucina lombarda
Nata tra la fame contadina e l’arte di non sprecare nulla, la cassoeula è il trionfo del maiale e delle verze dopo la prima gelata. Da secoli accompagna osterie e tavole familiari, unendo povertà e abbondanza nello stesso tegame. Ecco la sua storia — e la ricetta originale per rifarla a casa.

La cassoeula non è solo un piatto: è un profumo che torna ogni inverno, quando Milano si copre di nebbia e nelle case si riaccendono i fornelli. È la pietanza che unisce due simboli della cucina lombarda — il maiale e la verza — in un abbraccio grasso e saporito, figlio della povertà e del freddo.
La leggenda vuole che sia nata ai tempi della dominazione spagnola, quando un soldato innamorato insegnò a una cuoca brianzola come mescolare gli “scarti” del maiale con le verze appassite dal gelo. Un piatto povero, ma ricco di ingegno e di calore. Da lì la cassoeula — o cazzoeula, come la chiamano i milanesi doc — si diffuse tra cascine e osterie, fino a diventare la regina della tavola d’inverno.
La tradizione vuole che si cucini dopo la prima gelata, perché solo allora le verze perdono l’amaro e diventano dolci e tenere. Il resto lo fanno il tempo e la pazienza: la cassoeula non si improvvisa, si lascia sobbollire per ore, finché la carne non diventa morbida e la verza si impregna di tutto il suo sapore.
Ogni provincia lombarda ha la sua versione. A Milano regnano le costine e le cotenne; a Como e Varese si aggiungono piedini e testina; nel Pavese qualcuno osa con una spruzzata di vino rosso. Ma ovunque la si assaggi, resta un piatto che sa di famiglia, di fatica e di festa: il conforto che arriva a tavola quando fuori il termometro scende sotto zero.
RICETTA TRADIZIONALE DELLA CASSOEULA MILANESE
Ingredienti per 6 persone:
1 kg di verze (meglio se già gelate), 800 g tra costine, cotenne e piedini di maiale, 2 cipolle, 2 carote, 1 gambo di sedano, 1 bicchiere di vino bianco secco, 2 cucchiai di concentrato di pomodoro, brodo di carne, olio extravergine d’oliva, sale e pepe.
Preparazione:
Scottare in acqua bollente per pochi minuti le cotenne e i piedini, poi tagliarli a pezzi. In una casseruola capiente rosolare cipolla, sedano e carota tritati, aggiungere la carne e sfumare con il vino bianco. Unire il concentrato di pomodoro, coprire con il brodo e cuocere a fuoco lento per un’ora. Aggiungere le verze tagliate grossolanamente e continuare la cottura per almeno altre due ore, finché tutto non diventa morbido e profumato.
Servire bollente, con polenta gialla fumante e — come dicono in Lombardia — “un bicér de vin bon, per butarla giò”.
Cucina
Gnocchi di zucca, la dolce carezza d’autunno: il piatto che trasforma il freddo in comfort food
Dalla Mantova rinascimentale alle cucine moderne, la zucca è il simbolo della stagione che sa di legna e di foglie secche. Gli gnocchi, che uniscono dolcezza e morbidezza, si sposano con burro e salvia, ma anche con gorgonzola, amaretti o speck croccante. Ecco la ricetta tradizionale e qualche idea per reinventarla.

Tra le mille sfumature dell’autunno, c’è un profumo che basta da solo a riscaldare la casa: quello degli gnocchi di zucca appena scolati. Piatto povero e poetico, nasce dalle cucine contadine della pianura padana, dove la zucca — economica, dolce e facile da conservare — diventava la base perfetta per dare corpo a impasti teneri e rassicuranti.
I primi gnocchi di zucca compaiono nelle cucine mantovane e veronesi tra Seicento e Settecento, quando la zucca inizia a sostituire la patata in alcune preparazioni popolari. La ricetta si afferma come comfort food ante litteram: un piatto morbido, che riempie e consola.
Oggi gli gnocchi di zucca sono sinonimo di autunno, di tavolate domenicali, di profumi che sanno di burro e noce moscata. Si preparano in mille modi, ma la regola d’oro resta una: scegliere una zucca asciutta e compatta, come la Delica o la Mantovana, capace di regalare un impasto dolce ma non acquoso.
L’abbinamento classico è con burro fuso e salvia, un condimento che ne esalta la delicatezza. Ma chi ama i contrasti può spingersi oltre: il gorgonzola dolce crea una crema vellutata e leggermente piccante; la granella di amaretti aggiunge un tocco di nostalgia lombarda; lo speck croccante regala una nota affumicata irresistibile. Per chi vuole osare, anche una fonduta leggera di parmigiano o un velo di crema di castagne possono diventare alleati perfetti.
RICETTA DEGLI GNOCCHI DI ZUCCA (PER 4 PERSONE)
Ingredienti:
700 g di zucca (meglio Delica), 150 g di farina, 1 uovo, 50 g di parmigiano grattugiato, sale, pepe, noce moscata.
Preparazione:
Tagliare la zucca a fette e cuocerla in forno a 180° per 30-40 minuti, finché non diventa tenera. Eliminarne la buccia e schiacciarne la polpa con una forchetta. Lasciare intiepidire, poi aggiungere l’uovo, il parmigiano, un pizzico di sale, pepe e noce moscata. Incorporare la farina poca alla volta, fino a ottenere un impasto morbido ma non appiccicoso.
Dividere l’impasto in filoncini, tagliarli a tocchetti e farli scivolare sui rebbi di una forchetta per dare la classica rigatura. Cuocerli in abbondante acqua salata e scolarli non appena salgono a galla.
Condimento classico: burro fuso e salvia, con una spolverata di parmigiano.
Varianti: gorgonzola e noci, crema di taleggio e speck croccante, o semplicemente un filo d’olio e amaretti sbriciolati per chi ama la dolcezza più rustica.
Un piatto che sa di casa, di calma e di tempo lento — come un tramonto d’ottobre nel piatto.
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