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Altro che fantascienza: i robot sono fra noi e ci assomigliano, forse troppo…
Il protoclone è una delle creazioni più inquietanti della bioingegneria moderna. Si tratta di un essere generato artificialmente con un DNA quasi identico a quello umano, capace di replicarne non solo l’aspetto fisico, ma anche alcune funzioni cognitive ed emotive. Questa somiglianza estrema con l’uomo solleva interrogativi profondi: cosa ci rende davvero unici?
Osservarlo muoversi, parlare e interagire come farebbe un essere umano genera una sensazione di ansia e disagio. Il protoclone è così simile a noi che il cervello fatica a distinguerlo, creando quello che gli psicologi chiamano “uncanny valley”: una reazione di inquietudine verso qualcosa che sembra umano ma non lo è completamente.
La sua esistenza apre scenari che fino a pochi anni fa appartenevano alla fantascienza. Se un protoclone può pensare e provare emozioni, possiamo ancora considerarlo una semplice macchina? E se sviluppasse una propria coscienza? Questi interrogativi rendono il protoclone un tema centrale nei dibattiti sull’etica e sulla tecnologia, con implicazioni che vanno dalla robotica avanzata fino alle future applicazioni dell’intelligenza artificiale.
L’umanità è davvero pronta a convivere con esseri che la imitano alla perfezione? Il protoclone potrebbe essere la nostra più grande invenzione… o il nostro peggior incubo.
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La pole position del… Gran Premio di Città del Vaticano!

Poteva l’AI esimersi di citare il Conclave attualmente in atto? Certo che no! E allora… benvenuti al primo, storico, e assolutamente improbabile Gran Premio di Formula 1 di Città del Vaticano! Un evento così sacro che anche le gomme fanno il segno della croce prima dello start.
La griglia di partenza è un misto tra un conclave e un box Ferrari, con i cardinali pronti a darsi battaglia… a colpi di incenso e derapate mistiche. In pole position, Sua Velocità Eminentissima il Cardinale Verstapapa, che ha già ricevuto tre benedizioni e una penalità per eccesso di fede nei tornanti. A fianco, il Cardinale Hamiltonicus, con un’aureola aerodinamica e il rosario appeso al volante come amuleto anti-sbandata.
L’ipotetico percorso
Un circuito che immaginiamo snodarsi tra la Cappella Sistina e i Giardini Vaticani, con la variante San Pietro che miete più vittime di una sessione di confessioni domenicali. Dove le curve sono strette come le interpretazioni del catechismo, i pit stop prevedono cambio gomme e preghiera in latino.
E venne un uomo di rosso vestito
Il pubblico? Un mix di suore urlanti, guardie svizzere con bandiere a scacchi e folle di devoti osannanti. Un Gran Premio che resterà nella leggenda… o almeno nel calendario liturgico! Di sicuro, come purtroppo per ora non accade nella realtà, i tifosi della Ferrari potranno esultare, visto che un uomo vestito di rosso verrà eletto!
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Tommy Cash: ma a parte l’italico espresso?!?

Lui rappresenta l’enfant terrible dell’Estonia, con il look di un ladro d’auto creato da uno stilista milanese. Pure i bambini canticchiano il suo brano, in pochissimo tempo è diventato il nuovo nome sulla bocca di tutti. Ma non certo per meriti artistici, tipo “scrittura ispirata” o “profondità emotiva”… No, il suo successo lo deve a Espresso Macchiato, una canzonetta che possiede lo stesso spessore di un bicchierino di plastica dimenticato su un termosifone.
All’assalto dell’Europa canzonettara
Con un testo che sembra scritto durante un attacco di fame davanti a una caffetteria hipster, il baffetto ha deciso di conquistare l’Europa a colpi di caffeina e nonsense. Perché parlare d’amore o crisi esistenziali quando puoi urlare “Espresso Macchiaaato!” come un barista in preda a un esaurimento nervoso?
Occhio al rischio dimenticatoio
L’Eurovision, si sa, è terreno fertile per le meteore: uno scintillio, un outfit improponibile, un tormentone e subito dopo… il nulla. E Tommy, con la sua energia da spot pubblicitario degli anni ’90, pare già in fila per diventare il nuovo testimonial dell’effimero pop europeo. Certo, oggi è viralissimo. Ma domani? Forse si sveglierà in un bar vuoto, con il jingle in sottofondo e un barista che gli chiede di consumare o di alzare i tacchi!
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Emma e Topo Gigio: che accoppiata!

Emma ha colpito ancora! Stavolta sui social si è mostrata con una maglietta di Topo Gigio — sì, proprio lui, l’icona tenerona della TV — mentre in sottofondo suonava Volevo essere un duro di Lucio Corsi. Ironia? Autocitazione? Manifesto pop? Forse tutto insieme.
Ma la verità è solo una: Emma dura lo è già, eccome! Col suo carattere deciso, il coraggio da leonessa e quella lingua affilata quanto basta, non ha certo bisogno di travestirsi da rocker per dimostrare chi è. E mentre Topo Gigio ammicca con dolcezza, lei ribalta gli stereotipi e ci ricorda che si può essere forti anche con un cuore grande.
Il video è diventato subito virale, perché quando Emma Marrone posta qualcosa, i fan (e pure i curiosi) accorrono in massa. È il mix perfetto tra ironia, stile e musica: la cantante salentina continua a sorprendere, unendo mondi solo all’apparenza lontani. D’altronde, chi ha detto che una vera dura non può amare il dolcissimo topastro creato da Maria Perego?
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