Connect with us

Musica

Quando una chitarra significa riscatto: il dono dei detenuti di Santa Bona a Jovanotti

Gli ospiti del carcere di Santa Bona, a Treviso, hanno realizzato una chitarra per Jovanotti come simbolo di riscatto e speranza. Un gesto carico di significato che sottolinea il valore della riabilitazione all’interno del sistema carcerario.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Un gesto semplice ma ricco di significato: i detenuti del carcere di Santa Bona, a Treviso, hanno realizzato una chitarra elettrica per Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. Un atto simbolico che racchiude un messaggio potente: il carcere non cancella gli errori del passato, ma può rappresentare un punto di ripartenza.

    Ispirata all’iconica Telecaster

    Questa chitarra speciale, ispirata nella forma alla celebre Fender Telecaster – la chitarra preferita da Bruce Springsteen, tanto per fare un nome illustre – si distingue per un mix di colori dominato dal verde e un manico probabilmente in legno d’acero. Ma ciò che la rende davvero unica è il suo valore emotivo e simbolico.

    La lettera dei detenuti: un messaggio di speranza

    Il regalo è stato accompagnato da una lettera scritta dai detenuti, nella quale emerge un forte desiderio di riscatto e una nuova prospettiva sulla loro condizione. Il messaggio si avvicina alle parole dello scrittore Luis Sepùlveda: “Alle spalle dobbiamo avere solo la chitarra e i ricordi”. Jovanotti ha interpretato queste parole come un segno di speranza e di consapevolezza del fatto che la pena non deve essere solo punizione, ma anche opportunità di rinascita.

    Il carcere di treviso e il valore della rieducazione

    Nonostante il carcere di Treviso sia spesso citato per il problema del sovraffollamento, questa iniziativa dimostra come, anche in condizioni difficili, si possano sviluppare progetti di recupero e reinserimento sociale. Il laboratorio di liuteria e falegnameria rappresenta un’opportunità per i detenuti di imparare un mestiere e, al tempo stesso, esprimere se stessi attraverso la musica e l’artigianato.

    L’importanza della musica

    Jovanotti ha accolto con entusiasmo il dono, lasciando aperta la possibilità di portarlo con sé nei prossimi tour, amplificando così il messaggio di speranza e rieducazione. “Uno strumento musicale può creare gioia, emozione, leggerezza e liberare energia positiva. Suonerò questa chitarra pensando che il carcere possa essere un nuovo inizio, che non cancella il male fatto, ma offre una possibilità di recupero e non nega mai la dignità della persona. Accetto volentieri questo regalo e ringrazio di cuore”, ha dichiarato il cantautore.

    Simbolo di rinascita

    Questo gesto va oltre la musica e diventa un simbolo di una seconda occasione. Non si tratta solo di una chitarra, ma di un’opportunità di riscatto e di un futuro che, pur segnato dagli errori del passato, può essere riscritto con nuove note e nuove speranze.

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Musica

      Lucio Corsi sotto attacco per una vecchia intervista: le frasi su Sanremo ed Elettra Lamborghini riemergono e scatenano i social

      L’artista toscano finisce nella tempesta per alcune dichiarazioni rilasciate quattro anni fa a Lifegate: citava Paolo Conte ed Elettra Lamborghini come esempi di generi distanti, ma il web insorge. Tra accuse feroci, fraintendimenti e qualche voce che lo difende, il caso diventa virale alla vigilia di Sanremo.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        Basta una frase riemersa dal passato per trasformare un musicista in un caso social. È ciò che è successo a Lucio Corsi, che si è ritrovato travolto da commenti e accuse per un’intervista del 2020, rilasciata a Lifegate, tornata improvvisamente virale. All’epoca, senza particolari toni polemici, l’artista aveva espresso un pensiero piuttosto lineare: «Il Festival di Sanremo e la grande canzone oggi sono su due pianeti diversi… Ascolto Paolo Conte, non Elettra Lamborghini. Direi che è una cosa completamente differente, non ci dovrebbe essere un’unione tra le cose, sono pianeti diversi».

        Parole pronunciate quattro anni fa, in un contesto completamente diverso, ma che nel 2025 sono state reinterpretate con un fervore tipicamente da social. Nel giro di poche ore X e Instagram si sono riempiti di commenti al vetriolo: «Eccolo il classico finto umile che invece è il peggiore degli snob», scrive qualcuno. «Che tristezza sminuire così una collega», accusano altri.

        Il dettaglio più surreale? Molti utenti non si sono nemmeno accorti che l’intervista fosse del 2020. «Pensa voler cercare un po’ di visibilità adesso che lei è nel cast del Festival di Sanremo», ha commentato un utente, convinto che Corsi avesse parlato ieri e non durante un’altra epoca musicale, pre-pandemia e pre-rivoluzione social. Un cortocircuito perfetto per alimentare il tormentone del giorno.

        Tra insulti e giudizi affrettati, è arrivata anche l’accusa più inflazionata dell’ecosistema digitale: misoginia. «Ora è diventato misogino secondo Twitter perché anni fa ha osato dire che Paolo Conte ed Elettra Lamborghini artisticamente non sono allo stesso livello», replica un utente in sua difesa, ricordando l’ovvio: stava parlando di generi e linguaggi musicali, non di persone.

        E in effetti una piccola pattuglia di fan lo difende: «Ha solo detto il suo parere e voi siete ossessionati». Ma la dinamica è quella classica. Un estratto fuori contesto, una miccia accesa nel momento giusto — Sanremo alle porte, Elettra Lamborghini che torna sul palco, il clima infuocato del preselezioni — e il web si trasforma in tribunale.

        Corsi, da parte sua, non ha risposto. Scelta comprensibile: spesso il silenzio è l’unico modo per non alimentare un meccanismo che non cerca chiarimenti, ma bersagli. E così una vecchia intervista, nata per raccontare gusti e riferimenti artistici, diventa l’ennesima tempesta in un bicchiere digitale, con i ruoli assegnati prima ancora che inizi la discussione.

        Il resto lo farà la timeline, che già domani avrà un nuovo colpevole su cui esercitarsi. Nel frattempo, la frase di Corsi resta lì: un’opinione sulla musica. Nulla di più, nulla di meno.

          Continua a leggere

          Musica

          Anna Pepe, la ragazza che ha ribaltato il rap e i conti: tour sold out, 4 milioni di copie e una società che macina milioni

          Dai sold out in tutta Italia ai 6 miliardi di streaming, passando per una Baddie srl capace di generare oltre 2 milioni in pochi mesi: Anna Pepe è il nuovo fenomeno dell’industria musicale, con numeri che mettono in fila nomi come Annalisa, Elodie e Giorgia.

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            Negli ultimi quindici giorni ha riempito i palazzetti di mezza Italia. Mantova il 16 novembre, poi Milano, Bologna, Firenze, Napoli, Roma e infine Padova e Torino. Un tour fulmineo, tutto sold out, che certifica quello che ormai è evidente a chiunque osservi anche distrattamente il panorama musicale italiano: Anna Pepe è la star assoluta della Generazione Z, la voce femminile rap più ascoltata della penisola e un fenomeno industriale che non accenna a rallentare.

            A 21 anni, con oltre 4 milioni di copie vendute e 6 miliardi di ascolti complessivi, Anna ha già conquistato 8 dischi d’oro e 39 platino, numeri che fino a pochi anni fa sarebbero sembrati fantascienza per un’artista così giovane. Ma il dato più sorprendente non riguarda solo la musica: è il modo in cui Anna ha trasformato il suo percorso artistico in un’impresa che macina utili e batte in efficienza nomi ben più navigati.

            Il 14 febbraio 2024, mentre l’Italia festeggiava San Valentino, la rapper registrava alla Camera di commercio di Milano la sua società: Baddie srl. Da quella scatola operativa, il 28 giugno, è uscito il primo album registrato in studio, Vero Baddie, lo stesso titolo del tour che sta portando migliaia di ragazzi sotto un palco. Risultato? In dieci mesi la società ha incassato 2,172 milioni di euro. Una performance che sfiora il fatturato di Annalisa nello stesso anno (2,79 milioni), supera di slancio quello di Elodie (1,386 milioni) e doppi quello di Giorgia (893mila euro). Ma soprattutto: Anna ha generato 717.237 euro di utile netto. Un abisso rispetto ai 163mila di Elodie e ai 107mila di Giorgia.

            Una parte del merito va anche all’assetto societario. L’80% della Baddie srl è suo. Il restante è equamente diviso tra i genitori: Cristian Pepe, ex centrocampista dello Spezia poi diventato DJ, e Stella Sanvitale, artista poliedrica attiva tra pittura, illustrazione, scultura e fotografia. Una famiglia che ha saputo trasformare un talento naturale in un progetto strutturato, solido e già molto più redditizio di molte realtà consolidate dell’industria musicale italiana.

            A colpire non è solo la rapidità della scalata, ma la sicurezza con cui Anna si muove in un mercato che di solito divora i giovani talenti. Lei, invece, sembra aver trovato il modo di tenere insieme numeri, credibilità e un immaginario che parla perfettamente ai ragazzi. Il futuro, a questo punto, è già iniziato. E corre veloce quanto i suoi beat.

              Continua a leggere

              Musica

              Annalisa sulla chirurgia estetica: «Non ho ancora fatto niente, perché ho paura»

              In un’intervista a Vanity Fair, Annalisa si racconta: dai quarant’anni alla paura del tempo che passa, dal matrimonio “ramingo” con Francesco Muglia al desiderio, forse non biologico, di maternità. Parla anche di chirurgia estetica, gelosia e presente musicale che non vuole fermarsi.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

              Annalisa

                Non ci sono pause nella carriera di Annalisa: dopo l’uscita di Ma io sono fuoco e il successo del singolo di lancio “Maschio” si torna a parlare di concerti.

                Il progetto già registra attese elevate: alcune date nei palazzetti sono già sold out, tra cui quelle milanesi e la prima tappa a Jesolo. Quando le chiedono degli stadi, la risposta è netta ma prudente: «Non sarebbe stata una tappa bruciata: non sono una ragazzina, sto sulle scene da 15 anni. Gli stadi sono per me una strategia da pianificare con serietà, un bel traguardo a cui non smettere di guardare».

                Quarant’anni, tempo e paura

                Compiuti i 40 anni, Annalisa ammette che il passaggio dell’età le pesa. «Alla fine sono uscita a cena con i miei genitori e mio marito per togliermi il pensiero del compleanno», racconta, senza grandi festeggiamenti perché l’idea stessa di celebrare le creava “ansia da prestazione”.

                Sul fronte dell’aspetto esteriore, dichiara di non aver mai fatto ricorso alla chirurgia estetica: «Non ho ancora fatto niente, perché ho paura. Però sono favorevole». Spiega che le dispiace quando vede ragazze bellissime che “già da giovani cambiano i connotati”, sebbene sottolinei che non sono “cazzi suoi”.

                Un matrimonio “ramingo” e la casa che è più un punto di ritorno

                Casata tra Genova (dove lavora Francesco), Milano (dove lavora lei) e Carcare (il suo luogo d’origine), la routine della coppia è definita “raminga”. «Lì mi scarico e ricarico. Sono “Annalisa e basta”: la gente non mi ferma per strada».

                Tra le mura domestiche, cucina, pulizie e quotidianità fanno parte del suo mondo. Dice che le arepas — piatto sudamericano simile alla piadina — sono tra le sue specialità, assaporate anche durante l’adattamento alla dieta per la celiachia.

                Riguardo alla gelosia reciproca, la cantautrice ammette che entrambi sono “un pochino gelosi”, ma che si tengono a un equilibrio: «Siamo pari».

                La maternità: non un obbligo, una scelta

                Annuncia con decisione che non sente pressione di dover diventare mamma solo perché sposata. Tuttavia, le voci su una sua possibile gravidanza sono state spesso al centro del gossip, tanto che lei ha dovuto smentire con ironia più di una volta. «Ho finito per parlarne più di quanto avrei voluto».

                Quando le viene chiesto se adotterebbe, risponde con convinzione: «Sarebbe una decisione importantissima, che prenderei volentieri con tutto il cuore e tutta la mente».

                Secondo lei, serve tanto tatto quando si parla di maternità, perché “spesso le donne stesse sono troppo leggere” nell’affrontare un tema così delicato.

                Musica, aspettative e progetto creativo

                Ma io sono fuoco contiene 11 tracce e include collaborazioni significative, come quella con Marco Mengoni nel brano Piazza San Marco, uscito come secondo singolo il 5 settembre 2025.
                Il singolo Maschio, rilasciato l’8 maggio 2025, è invece il primo estratto del progetto: un pezzo che gioca con l’identità e la rottura degli stereotipi di genere.

                Il tour “Capitolo I”, che è partito il 15 novembre da Jesolo, e attraverserà i principali palasport italiani fino a dicembre. Alcune date risultano già sold out.

                Intervistata, Annalisa ammette che l’ansia da palco è parte del gioco: «Più impegni ho, più l’ansia scende».

                Con Ma io sono fuoco, Annalisa propone qualcosa di più di un nuovo disco: un affondo emotivo nel sé che cambia. Tra fragilità e battiti, il progetto diventa manifesto di chi vuole restare attiva anche quando tutto sembra scricchiolare.

                Il desiderio di maternità, la paura del tempo, il desiderio di indipendenza artistica e la voglia di non rinunciare ai propri spazi si intrecciano in un racconto che è quotidiano e universale. Il palcoscenico – sia esso palazzetto o sogno stadio — è il luogo in cui Annalisa vuole continuare a raccontarsi, con fuoco.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù