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Cronaca

Padre Pio, 25 anni di santità e misteri del santo più amato dagli italiani

Beato nel 1999 e santo dal 2002, Padre Pio era nato come Francesco Forgione il 25 maggio del 1887 e ha vissuto una vita segnata da straordinari eventi spirituali e fenomeni inspiegabili.

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    La vita e le vicende di Padre Pio sono un mix di fede, mistero e controversia che hanno affascinato e diviso la Chiesa e il mondo per decenni. Infatti ogni volta che ci si mette a scrivere qualcosa sulla sua figura, si va in crisi. Una crisi permanente che ci affligge, e perseguita da oltre 25 anni. Beato nel 1999 e santo dal 2002, Padre Pio era nato come Francesco Forgione il 25 maggio del 1887 e ha vissuto una vita segnata da straordinari eventi spirituali e fenomeni inspiegabili.

    Una infanzia contadina a lottare contro il Male

    Da bambino non aveva potuto seguire studi regolari perché lavorava la terra dei genitori a Pietrelcina, sulle colline del beneventano. Siamo alla fine dell’Ottocento, e già allora – ha raccontato lui stesso diverse volte – si sentiva in lotta con il Male. Una lotta dolorosa sostenuta per decenni da una fede granitica e arcigna. Per i suoi detrattori arcaica o antimoderna. Costellata da stimmate e bilocazioni, “guarigioni inspiegabili e precognizioni, profumo di gigli o di rose e febbre a 48 gradi, dialetto e mistero“.

    Padre Pio

    Resta sempre il santo più amato d’Italia

    Le stimmate che sono apparse sul suo corpo nel 1918 sono solo uno degli elementi che hanno contribuito a costruire la sua fama di santità. Tuttavia, insieme alla devozione dei fedeli, Padre Pio ha anche attirato l’attenzione delle autorità ecclesiastiche, che hanno spesso guardato con sospetto ai suoi doni mistici. Per esempio?

    Sotto inchiesta del Sant’Uffizio

    Per cinque volte Padre Pio venne messo sotto inchiesta dal Sant’Uffizio. Subì intercettazioni e interrogatori. E inoltre restrizioni e divieti di celebrare messa in pubblico. Pio XI e Giovanni XXIII lo consideravano con sospetto. Come fu scritto: “Un falso mistico, una colossale truffa”. Così diceva nel 1961 il domenicano francese Paul-Pierre Philippe, poi vescovo e cardinale, inviato da Papa Roncalli a interrogare il vecchio frate settantaquattrenne. Il francese addirittura considerava Pio “un disgraziato sacerdote che approfitta della sua reputazione di santo per ingannare le sue vittime“, fino a scrivere nella relazione al Sant’Uffizio che si trattava della “più colossale truffa nella storia della Chiesa”. Nientemeno.

    Purtroppo le indagini del Sant’Uffizio e le perquisizioni hanno segnato la vita di Padre Pio, accusato di pratiche non ortodosse e addirittura di frode. Tuttavia, molti fedeli continuavano a credere nella sua santità e a ricorrere alla sua intercessione per miracoli e guarigioni.

    Seguito da milioni di fedeli

    Beatificazione e canonizzazione non placarono mai le dispute tra chi gli era fedele e i nemici di una certa chiesa. La figura di Padre Pio continua ancora oggi a suscitare dibattiti e controversie. Tuttavia, per molti, la sua eredità spirituale è evidente nel profondo impatto che ha avuto sulle vite di coloro che lo hanno incontrato e sui milioni di fedeli che continuano a venerarlo in tutto il mondo. La sua vita è stata segnata da una dedizione totale alla preghiera, alla confessione e alla consolazione dei sofferenti, qualità che molti considerano testimonianza della sua santità autentica.

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      Mondo

      “Trump è morto”: l’hashtag impazza sui social, il presidente risponde con cappellino Maga e golf in Virginia

      Il presidente ha spento le fantasie dei social facendosi fotografare alla Casa Bianca con la nipote. Ma la psicosi è sintomatica: dopo anni di dichiarazioni continue, basta un’assenza di 48 ore perché esploda il panico digitale.

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        Sono bastate quarantotto ore di silenzio per trasformare il presidente degli Stati Uniti in un cadavere virtuale. “Trump è morto”, “Where is Trump?”: due hashtag diventati virali su X, la piattaforma che un tempo si chiamava Twitter, hanno alimentato per giorni teorie complottiste e commenti sarcastici.

        Alle 9.15 di sabato, “#whereistrump” era già il sesto argomento di tendenza negli Usa. Secondo i dati della stessa piattaforma, erano stati pubblicati circa 158.000 post con la frase “Trump è morto” e oltre 42.000 con “Trump morto”. L’eco era impressionante: più di 1,3 milioni di interazioni. E tutto per due giorni in cui il tycoon non aveva concesso alcuna apparizione pubblica.

        Il problema, se così lo si può chiamare, è che Donald Trump ha abituato gli americani a un flusso costante di dichiarazioni, tweet, bordate, provocazioni. Una macchina che non si ferma mai. Bastano 24 ore senza la sua voce a intasare i social per generare sospetti di malattia o addirittura di decesso.

        A riportare la situazione con i piedi per terra è stato lo stesso presidente, con la solita teatralità. Polo bianca, pantaloni neri, cappellino rosso Maga calato sulla testa: Trump si è fatto fotografare mentre saliva su un veicolo sul prato sud della Casa Bianca, accanto alla nipote Kai. Poi la destinazione di sempre, il campo da golf in Virginia. Una risposta muta ma eloquente ai necrologi prematuri che circolavano online.

        «Mi sveglio e vedo gente che si spaventa temendo che Trump sia malato o morto», ha scritto Reagan Reese, corrispondente del Daily Caller. «Ieri pomeriggio ero con lui, l’ho intervistato per un’ora». Una smentita netta, ma che non ha fermato l’onda di ironie.

        A incuriosire, più che le voci di morte, sono stati alcuni scatti in cui il presidente mostra lividi sulle mani, subito trasformati in indizi dai complottisti. È la prova di un malanno? Di una caduta? O solo l’ennesima fantasia da tastiera?

        La realtà è che Trump, come spesso accade, riesce a dominare la scena anche restando fermo. Due giorni di assenza bastano per scatenare l’isteria digitale, confermando che il vero carburante della sua immagine non sono i comizi o i decreti, ma la costante esposizione. Stavolta gli è bastato un drive sul green per risorgere, letteralmente, dalle voci di morte.

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          Italia

          Umido e caldo: ecco l’invasione delle vipere in Piemonte

          E’ una vera e propria invasione. Mai come quest’anno sono già stati segnalati decine di episodi che hanno coinvolto turisti alle prese con morsi o attacchi da parte di vipere sempre più temerarie.

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            E’ proprio una invasione. Mai come quest’anno sono già stati segnalati decine di episodi che hanno coinvolto turisti alle prese con morsi o attacchi da parte di vipere sempre più temerarie. Un recente episodio ha interessato il Comune di Pont Canavese, in provincia di Torino che ha affisso un annuncio che avverte la popolazione sulla presenza di numerose vipere a causa della stagione particolarmente piovosa. Le autorità raccomandano di indossare calzini spessi e scarpe alte, specialmente nei sentieri, vicino ai corsi d’acqua o sulle sponde dei fiumi. E noi aggiungiamo tra le cataste di legna e le rocce esposte al sole. L’annuncio del Comune, in effetti, potrebbe essere più completo includendo informazioni su come comportarsi in caso di incontro con una vipera.

            Vipera aspis la specie più comune

            Certo che andare in giro tra prati e boschi con le infradito o dei sandali leggeri lasciando scoperto il piede, denota solo poca intelligenza e e buon senso. In Italia abbiamo a che fare con oltre 20 specie di serpenti diversi, ma solo 5 sono potenzialmente pericolose per l’uomo. E guarda caso tutte appartengono alla famiglia delle vipere. La Vipera aspis, nota come vipera comune, è la specie più diffusa.

            Come distinguere una vipera da una comune biscia

            Iniziamo dalla testa. Quella della vipera è triangolare, piatta e ben distinta dal collo, coperta da piccole placchette disordinate (a differenza della testa affusolata delle bisce).
            La pupilla della vipera è ellittica e verticale mentre quella delle bisce è tonda.
            La diversità del corpo è un elemento più facilmente individuabile rispetto a testa e pupilla. Quello delle vipere è breve e tozzo mentre il copro delle bisce è lungo e affusolato.
            Sarebbe meglio accorgersene prima ma anche il morso è diverso. Quanto una vipera morde con le sue lunghe zanne lascia due grossi punti a circa un centimetro di distanza l’uno dall’altro mentre nei colubridi spesso non ci sono questi segni.

            Ma sono aggressive?

            Le vipere non sono aggressive e mordono solo se disturbate o calpestate. In caso di morso, è essenziale mantenere la calma, chiamare subito i soccorsi e immobilizzare la persona ferita per rallentare la diffusione del veleno. Si può bendare la parte colpita con una fascia 10-20 cm sopra il morso, senza stringere troppo. Un avvertenza per chi possiede dei cani. Il siero antivipera per i cani purtroppo è poco efficace. Bisogna subito portarlo dal veterinario o in un pronto soccorso veterinario.

            Qualche prevenzione ne abbiamo?

            Il miglior comportamento è sempre preventivo. E’ consigliabile quindi indossare calzature idonee, ispezionare il terreno con un bastone, fare rumore e mantenere una distanza di almeno un metro dal serpente per evitare pericoli. Non cercare di schiacciare una vipera con i piedi, o prenderla a sassate o utilizzare un bastone, provocherebbe una reazione difensiva. da parte dell’animale.

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              Italia

              Prezzo case: cala in Italia, ma a Milano e Roma continua a salire

              Nonostante un calo nelle compravendite, i prezzi medi di vendita delle case hanno registrato un aumento del 4,1% in media in tutte le principali città esaminate (Milano, Torino, Roma, Palermo, Firenze, Napoli, Bologna e Genova) rispetto al 2022.

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                Comprare casa in Italia oggi costa meno, grazie alla continua riduzione delle compravendite. Un cambiamento di tendenza che forse segue l’andamento economico generale. Ma un’analisi del Centro Studi Sarpi Immobiliare evidenzia che nelle principali metropoli come Milano e Roma i prezzi continuano a crescere, in controtendenza rispetto al resto del Paese.

                Classe energetica legata all’aumento dei prezzi

                Non siamo certo di fronte a una novità. Uno dei fattori chiave che influenzano il prezzo degli immobili è la classe energetica di appartenenza. In città come in provincia. L’analisi del Centro Studi ha esaminato l’impatto della classe energetica sul prezzo degli immobili a Milano. Per un immobile medio con un costo di 5.000 euro al mq, le variazioni del prezzo sono notevoli.

                Classe A+: 5.775 euro/mq (+15,5%)

                Classe G: 4.830 euro/mq (-4,4%)

                E’ la dimostrazione di quanto gli immobili con una classe energetica più alta (A+) sono valutati notevolmente di più rispetto rispetto a quelli con una classe energetica inferiore (G).

                Ma non esiste solo Milano…

                Nelle aree centrali di Milano, gli edifici con classificazioni energetiche più alte, spesso di costruzione recente, mostrano un incremento dei prezzi davvero fuori dal mondo. Al contrario, immobili con classificazioni energetiche inferiori subiscono una diminuzione del loro valore. Questa tendenza si fa particolarmente evidente se si prendono come esempio capoluoghi come a Milano e Firenze, dove i prezzi sono aumentati rispettivamente del 7,9% e 5,8%.

                In altre città come Bologna, per esempio, l’aumento è stato minimo (0,6%). Mentre la media generale di tutte le principali città esaminate (Milano, Torino, Roma, Palermo, Firenze, Napoli, Bologna e Genova) ha visto un incremento del 4,1% rispetto al 2022. Una percentuale che porta a un valore medio di 4.919 euro al mq.

                Salgono i prezzi ma calano le compravendite

                Nonostante l’aumento dei prezzi, si vendono meno case. Il numero delle compravendite continua a calare. I dati dell’Agenzia delle Entrate mostrano una decrescita del 3,3% nell’ultimo trimestre del 2024 (settembre-dicembre), in linea con i trimestri precedenti. Questo andamento solleva una domanda: quanto possano resistere ancora i prezzi delle abitazioni nelle principali città italiane a questa costante diminuzione delle transazioni?

                La classe energetica ha un peso anche sui risparmi a lungo termine

                La contrazione delle compravendite attualmente colpisce tutto il mercato nazionale. Un fenomeno che non sembra creare impatti significativi sui prezzi al mq delle città metropolitane di Milano e Roma. Capoluoghi che resistono al calo dei prezzi grazie alla loro resilienza e alla crescente domanda per immobili ad alta efficienza energetica. Per gli acquirenti, quindi, in questo momento, investire in immobili con una classe energetica superiore può comportare certamente un costo iniziale più elevato. Ma allo stesso tempo promette risparmi a lungo termine e una maggiore valorizzazione dell’immobile.

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