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La casa (troppo) smart: quando Alexa ti spia, il frigo ti giudica e la bilancia ti umilia

Le case intelligenti dovevano semplificarci la vita. Invece ci ascoltano, ci misurano, ci ricordano quante calorie ingeriamo e ci segnalano che siamo ingrassati. E poi si chiedono perché sogniamo le caverne.

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    Benvenuti nella casa del futuro. Quella dove le luci si accendono da sole, il frigo ti suggerisce la dieta (senza pietà), la bilancia si collega al cloud per condividere i tuoi fallimenti e lo spazzolino ti segnala quando hai saltato un molare. Un sogno? No, un incubo domotico.

    L’idea era semplice: rendere la vita più facile. Alexa, accendi la luce. Hey Google, metti la playlist triste da lunedì mattina. E all’inizio sembrava tutto bellissimo. Ma come ogni relazione, anche quella con la smart home ha preso una piega inquietante.

    Perché Alexa non solo accende la luce: ascolta tutto. E se le capita di mandare per sbaglio una registrazione ai server centrali di Seattle, ti tocca anche ringraziarla. Il frigo connesso, quello che doveva aiutarti a non comprare l’ennesimo barattolo di senape, ora ti avverte che hai preso troppo spesso la cioccolata, e lo fa con quel tono passivo-aggressivo che ricorda tua suocera.

    La bilancia smart? Geniale: misura grasso, massa muscolare, idratazione e autostima. E ogni lunedì ti manda una notifica: “C’è stato un lieve aumento”. In pratica ti bullizza. Ma nel cloud. Dove resta tutto, per sempre.

    E poi ci sono le telecamere. Una volta servivano per la sicurezza, ora controllano se hai chiuso davvero il forno. Ma mentre sei fuori a cena con amici, ti arriva la notifica: “Movimento rilevato in soggiorno”. Panico. Era il gatto. Che vive peggio di te, perché il distributore automatico di croccantini si inceppa e lo punisce con l’intermittente: oggi sì, domani no.

    In questo paradiso algoritmico, ci si muove a condizione di piacere al sistema. Hai alzato troppo la voce con Siri? Lei non risponde più. Hai dimenticato la password del Wi-Fi? Addio controllo luci, termostato e tapparelle. Il blackout, oggi, non è quando salta la corrente. È quando ti dimentichi di aggiornare il firmware.

    E allora sì, sogniamo la caverna. O almeno un bagno con interruttore analogico e specchio che non ci dica quanti anni sembriamo oggi.

    Perché una cosa è certa: l’unica “intelligenza” che non si spegne con un clic è quella di chi ha capito che smart non sempre vuol dire felice.

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      Altro che tormentone da spiaggia: quest’estate il pezzo lo scrive l’intelligenza artificiale (e magari anche tu)

      Dalle app che generano beat virali in pochi secondi ai software che ti fanno cantare come se fossi Elodie o Blanco, l’era dei tormentoni estivi creati dall’intelligenza artificiale è ufficialmente cominciata. E no, non servono studi, tastiere o microfoni costosi: bastano uno smartphone e un po’ di fantasia.

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        Dimenticatevi produttori discografici, studi da mezzo milione di euro e autori in cerca dell’inciso perfetto: il tormentone dell’estate 2025 potresti scriverlo tu, nel tragitto casa-lavoro, mentre aspetti l’autobus o tra una birra e l’altra al lido. Con chi? Con l’intelligenza artificiale, naturalmente. L’IA generativa sta rivoluzionando anche la musica pop, e il fenomeno non si limita più ai deepfake vocali su TikTok. È una questione seria, anzi serissima: oggi le piattaforme più usate per creare canzoni con l’IA sono già milioni. E la cosa impressiona non è solo la quantità, ma la qualità.

        Vuoi un beat reggaeton con contaminazioni trap e testo bilingue italiano-spagnolo? Puoi farlo. Cerchi una base house con voce femminile vagamente sensuale? Fatto. Ti serve un pezzo demenziale per l’addio al celibato con testo in rima su misura? Facile. E c’è chi si è già fatto da solo l’inno del proprio matrimonio. Il tormentone dell’estate? Si scrive in un pomeriggio — con tre app gratuite, un microfono da smartphone e tanta voglia di divertirsi. O di diventare virali.

        Le app da provare per creare il tuo tormentone

        1. Suno.ai
        È tra le più usate in assoluto: digiti un prompt tipo “canzone dance in stile anni ’90 con voce maschile” e in pochi secondi ti restituisce due tracce complete, strofa-ritornello inclusi. Puoi scegliere lo stile vocale, il mood, l’arrangiamento. E il bello è che puoi riscriverla all’infinito finché non trovi la hit perfetta.

        2. Udio
        La nuova star del momento. Interfaccia semplice, altissima qualità audio, una libreria vocale ampissima e la possibilità di generare pezzi in inglese, italiano, spagnolo. Bastano pochi input testuali e voilà, il tuo tormentone urban-pop è pronto per Spotify. I più smanettoni usano Udio anche per remixare canzoni famose in versioni “alternative”.

        3. Boomy
        Pensata per chi non sa nulla di musica. Ti guida passo dopo passo: scegli il genere, il ritmo, il tipo di voce e ti propone subito una base. Puoi cantare tu sopra, oppure lasciare che la voce venga generata artificialmente. E puoi caricare il brano su piattaforme come Apple Music e YouTube direttamente dall’app.

        4. Soundraw.io
        Qui siamo su un livello più tecnico: serve per costruire colonne sonore personalizzate, ma se vuoi fare un tormentone cinematografico stile Summer Sadness o Bailando con le lacrime, è perfetta. Ottima per chi vuole un suono più maturo.

        5. Splash
        Amatissima dai creator su TikTok, è l’app “giocattolo” che fa hit da ballare in 30 secondi netti. Perfetta per meme, balletti, reel. Non ci farai Sanremo, ma qualche migliaio di like sì.

        E se la cantassimo noi?

        Il bello dell’IA musicale è che puoi anche metterci la voce. O meglio: una voce. Che non deve essere tua. Puoi far cantare il tuo pezzo a un clone vocale di un artista famoso (non sempre legalissimo) oppure usare generatori vocali neutrali con diverse opzioni di genere, accento e intensità. E c’è chi sta già creando duetti con se stesso, oppure si fa fare i cori. Una specie di band personale sempre disponibile, che non litiga mai.

        Il problema del copyright

        Naturalmente non è tutto rose e fiori: se usi la voce di un cantante vero o prendi ispirazione da una canzone esistente, potresti ricevere una bella diffida. Per questo molte app hanno creato le cosiddette “voci proprietarie”, cioè generi vocali originali che non imitano nessuno. Ma la zona grigia esiste, eccome, e i tribunali del futuro avranno parecchio lavoro.

        E se diventasse davvero un successo?

        C’è già chi lo ha fatto. Alcuni brani generati con IA sono entrati nelle classifiche Spotify. Altri sono diventati virali su TikTok e Instagram, con milioni di visualizzazioni. Certo, non è detto che basti un click per fare una hit. Ma se un tempo servivano i Blue Jeans, il falsetto, il tormento d’amore e lo scoglio su cui gridare “sei nell’anima”, oggi basta un prompt e una buona idea. E magari, chissà, un ritornello tipo: “Dimmi che mi ami o ti cancello il WiFi”.

        E allora vai: questa estate, invece di ballare il solito tormentone altrui, fanne uno tuo. Anche brutto, anche surreale. Ma tuo. Con l’IA che accompagna. E la voce che ti pare. Anche quella di tua zia. Tanto poi ci pensa l’autotune.

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          L’epidermide sintetica indossata per ripararsi dalle zanzare

          L’introduzione di una pelle geneticamente modificata che respinge le zanzare rappresenta un passo avanti significativo nella prevenzione delle malattie trasmesse da questi insetti, offrendo una protezione prolungata e riducendo la necessità di repellenti chimici.

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            Un gruppo di ricercatori dell’Università della California ha sviluppato una pelle umana geneticamente modificata in grado di respingere le zanzare fino a 11 giorni. E dopo?

            Un’innovazione rivoluzionaria

            Questo studio, pubblicato su PNAS Nexus, rappresenta un significativo progresso nella lotta contro le malattie trasmesse dalle zanzare.

            Modifica genetica come difesa contro alcune malattie

            Purtroppo questa specie in molte circostanze può trasmettere malattie mortali come malaria, virus del Nilo occidentale, Dengue, febbre gialla e Zika. Le femmine, alla ricerca di sangue, sono attratte dagli odori rilasciati dai microbi sulla pelle umana. I ricercatori californiani quindi hanno pensato di modificare geneticamente i batteri comuni della pelle umana, Staphylococcus epidermidis e Corynebacterium amycolatum, riducendo la produzione di acido lattico. Esattamente ciò che attira di più le zanzare. Nei test, i microbi modificati hanno attratto significativamente meno rispetto ai batteri non modificati. Touché!

            I risultati positivi dei test hanno galvanizzato i ricercatori

            Gli esperimenti hanno mostrato che la Staphylococcus epidermidis modificata ha ridotto l’attrazione delle Aedes aegypti e Anopheles gambiae di circa la metà e del 22% il tipo Culex quinquefasciatus. Nei test sui topi, la copertura con S. epidermidis modificato ha ridotto l’attrazione del 64,4% per 11 giorni. Secondo gli autori della ricerca, questi risultati suggeriscono la possibilità di sviluppare un repellente per zanzare duraturo basato sul microbioma ingegnerizzato.

            Una barriera biologica contro le infezioni

            Secondo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’ospedale Galeazzi di Milano, ha sottolineato l’importanza di questa scoperta come alternativa ai repellenti tradizionali, che possono causare reazioni avverse. La pelle geneticamente modificata non solo respinge le zanzare, ma funge anche da barriera biologica contro le infezioni. In un momento in cui le zanzare rappresentano una crescente minaccia in diverse situazioni, l’introduzione di questa tecnologia è particolarmente rilevante. Il direttore sanitario ha evidenziato che in Italia, la zanzara tigre, pur non essendo il vettore ideale per i virus Zika e Dengue, può comunque diventare un pericoloso mezzo di contagio, come dimostrato dai recenti eventi.

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              Non riempite il vostro smartphone di cose inutili…

              Se avete del tempo da buttare, qualche suggerimento: scaricate queste app sul vostro telefonino. Con la certezza che, a breve, poi butterete via tutto!

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                Sappiate che per il vostro fedele smartphone ormai esiste un’app per tutto, anche per le attività più buffe e davvero inutili. E’ pure vero che la memoria del vostro apparecchio non è illimitata… e spesso la tentazione di scaricare app che puoi non vengono praticamente mai usate è fortissima, a volte irrefrenabile. Se siete dei fautori dell’inutilità, eccovi qualche suggerimento assolutamente non serio per contribuire ad occupare un po’ di spazio in più sui vostri device! Si tratta di app totalmente futili, buone solo da mostrare all’amico di turno in un momento di assoluto “dolce far niente”…

                Nothing

                Si tratta di una delle app per Android più strane mai viste che, coerentemente col suo nome… non fa assolutamente nulla! Quando si avvia, appare una schermata grigia vuota con scritto sopra Nothing al centro… e nient’altro. Anche se non serve a niente e non fa niente, è stata scaricata ben 90000 volte con un punteggio di 4.2 nelle recensioni entusiastiche! Bah…

                Ghost Sensor

                Pensata per iPhone, rileva la presenza dei fantasmi. Si presenta con un radar e, se c’è un fantasma nelle vicinanze, mostrerà una foto del fantasma per consentire al fantasma di parlarci. Sì, certamente…

                iShaver Pro

                App che serve a tagliarsi i capelli col telefono. Per iniziare a radere, tenendo premuto il pulsante cadranno capelli e peli sullo schermo. Si può anche scegliere il colore e la lunghezza dei capelli e abilitare la vibrazione, in moda ottenere un effetto più realistico.

                Milk The Cow

                Disponibile sia per Android che per iPhone, permette di mungere una mucca virtualmente.

                Toilet Time

                Si tratta del gioco ideale da fare quando si sta seduti sul water ad aspettare. Contiene diversi mini giochi a “tema” come quello dove prendere la mira o dove tossire al momento giusto per coprire certi rumori…

                Pimple Popper

                E’ l’app per spremere brufoli virtuali, di tutti i tipi, per chi coltiva questa insana passione…

                Die With Me

                Una chat specialissima, in cui si può chattare con altre persone a caso nel mondo, tutte contraddistinte da una caratteristica comune: la batteria del telefono sta al 5% di carica, quindi quasi per spegnersi. La chat si può quindi usare soltanto col 5% di carica.

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