Musica
Sangiovanni riaccende le “Luci allo Xeno”: altro che blackout!
Dopo mesi lontano dalle scene e un addio (temporaneo) ai live, il cantautore torna con un nuovo singolo e un sorriso che sembra finalmente autentico. E ai fan dice: “La mia presenza nel vostro cuore è come se non se ne fosse mai andata”.

Nel 2024 Sangiovanni aveva premuto il tasto pausa. Lo aveva fatto in silenzio, con sincerità e un pizzico di coraggio, ammettendo di non sentirsi più felice sotto i riflettori. Niente tour, niente dischi. Solo il bisogno di ritrovare se stesso lontano dal rumore. Oggi, però, tutto cambia: il cantautore torna con Luci allo Xeno, un brano che racconta proprio il buio attraversato – e la luce ritrovata
Cuore in modalità “on”
“Esce un nuovo pezzo che racconta di come mi sono sentito in questi mesi”, scrive sui social, “e di quanto sia stato importante tornare a vedere la luce”. Una metafora potente, quella dei fari allo xeno, che illuminano forte, chiaro, anche quando intorno tutto sembra spento. Il brano non è solo una canzone, ma un piccolo manifesto di rinascita, un diario in musica di emozioni vere e fragilità condivise.
Il ritorno del sorriso: “Mi sento meglio, pieno di energie”
Nei suoi ultimi post, Sangiovanni appare più sereno, quasi riconciliato con la propria musica: “Mi è tornato il sorriso e la voglia di condividere le mie emozioni con voi”, scrive ai fan. E aggiunge una frase che colpisce: “La cosa che più mi ha colpito è che la mia presenza nel vostro cuore è come se non se ne fosse mai andata”. Non serve un palco per sentirsi visti: basta un legame autentico.
Fan in delirio, lui in gratitudine: “Questo è solo il primo passo”
Il nuovo inizio parte dal basso, senza frenesia ma con una direzione chiara: “Questo è solo il primo passo”, dice Sangiovanni, “ma io sono felicissimo perché già poter condividere la mia musica in maniera serena è una grande soddisfazione”. Parole semplici ma piene di significato, soprattutto in un mondo che corre senza sosta.
Il legame col suo pubblico
“Vi voglio bene, vi aspetto qui nei commenti per sapere se vi piace il pezzo e se state bene”. Nessuna distanza tra palco e platea, solo un ragazzo che torna a raccontarsi, più autentico di prima. Il suo legame con il pubblico è il vero carburante per ricominciare. E se il passato recente è stato buio, adesso è tempo di luci. Allo xeno, sì, ma soprattutto dentro.
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Musica
Adolfo Durante: la voce – e tanto di barba – che celebra e reinventa il mito di Mina
Con l’uscita del nuovo EP “Suprema – Ultimo Atto”, Adolfo Durante conquista il pubblico reinterpretando Mina con una sensibilità unica e sorprendente. Una carriera in ascesa, tra riconoscimenti, collaborazioni prestigiose e uno stile inconfondibile che fonde passione, tecnica e identità artistica.

Fino a maggio 2025, il suo era conosciuto solo agli appassionati della musica d’autore. È stato il nuovo talent show di Amadeus, Like a Star, a far emergere tutto il suo potenziale. La sua interpretazione intensa e credibile del repertorio di Mina ha lasciato pubblico e giuria senza parole, garantendogli la vittoria nella prima puntata e un posto nella finale.
Un omaggio tra innovazione e rispetto
Il nuovo EP Suprema – Ultimo Atto segna una tappa fondamentale nella carriera del cantante mantovano. La raccolta propone cover di Mina dagli anni Ottanta a oggi, affiancate dal brano inedito Solo la pioggia, firmato da Graziano Accinni e Alessandro Hellmann. Una ballata intrisa di nostalgia e ironia, resa ancora più intensa dalla produzione curata da Alberto Lombardi, con cui Durante ha stretto un profondo sodalizio artistico.
Una carriera costruita con passione e coerenza
Durante debutta nei primi anni Duemila, distinguendosi per la sua versatilità tra jazz, rock e musica d’autore. Il suo primo album “Libertà” (2015), prodotto da Enrico Andreini, contiene brani importanti come Per quanto bella sei, firmato da Oscar Avogadro. Con il brano Libertà vince il premio Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty, dando il via a una collaborazione con Amnesty International che prosegue negli anni.
Impegno civile e sperimentazione musicale
Dal 2017, l’incontro con Lombardi e Hellmann inaugura un nuovo corso artistico. Singoli come È questa la notte e Stella affrontano temi come l’immigrazione e le spose bambine, ottenendo riconoscimenti nei festival musicali e spazio nei cinema. Il progetto Nell’attesa di un bacio (2019) e il raffinato Questione di corde (2020) testimoniano la continua evoluzione di Durante, che riesce a fondere impegno sociale e qualità interpretativa.
“Giorni sospesi” e l’evoluzione rock
Nel 2022 arriva “Giorni sospesi”, un EP più energico che affronta il tema della pandemia con lucidità e forza espressiva. Tra i brani spicca L’alieno, interpretato con Gabriele Morini e selezionato per la 25ª edizione di Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty.
Tra arte e performance: la poetica di Adolfo Durante
Nel 2022 e 2023 pubblica i singoli Quanto amore c’è e La vita che va, con videoclip ricercati e narrativi. In particolare, nel video de La vita che va, la drag queen Peperita interpreta il tempo in una chiave poetica e felliniana, sottolineando il forte legame tra musica e performance teatrale nella visione artistica di Durante.
Adolfo Durante reinventa Mina: l’incontro tra rispetto e originalità
Il suo è molto più di un semplice tributo: è un atto d’amore artistico, un’operazione rischiosa e affascinante. Adolfo Durante riesce nell’impresa di rendere omaggio a Mina senza imitarla, reinterpretandola con una voce potente, calda e personale. Il risultato è un EP che unisce fedeltà e innovazione, capace di emozionare anche i più scettici.
Una voce destinata a lasciare il segno
Dalla vittoria televisiva alla pubblicazione di Suprema – Ultimo Atto, Durante si conferma come uno degli artisti più originali e coraggiosi del panorama musicale italiano. Con una voce che sfida le etichette e una visione artistica ben definita, il “cantante con la barba che canta Mina meglio di Mina” è oggi molto più di una rivelazione: è una certezza.
Musica
Il femminismo pop a cuccia: il nuovo album di Sabrina Carpenter è un pugno alla militanza ipocrita (video)
Un prodotto che fa gridare allo scandalo: chi cerca indignazione prêt-à-porter, è meglio che scorra oltre. La copertina del nuovo album di Sabrina – “Man’s Best Friend” – non è solo una provocazione estetica, è un dito medio in guanti di raso all’ipocrisia femminista da influencer e al pop moralista da manuale IKEA. Così è… se vi pare.

L’immagine è quella che tutti abbiamo visto ormai dappertutto: lei inginocchiata, lui in completo total black – molto macho – che le tiene i capelli come un guinzaglio. Il sottotesto per una foto del genere? Neanche tanto sotto… ed è proprio qui che scatta il consueto teatrino dell’indignazione. L’album uscirà a fine agosto ma le pasionarie digitali gridano già da ora al patriarcato, al sessismo, alla solita mercificazione del corpo femminile. Peccato che, a ben guardare, siano le stesse che, alcune storie prima su Instagram, posano con linguacce e seni in primo piano sponsorizzando integratori detox…

La copertina in questione
Chi urla allo scandalo… ti promuove!
Sabrina è un prodotto Disney e, in quanto tale, conosce bene i meccanismi del mercato dell’indignazione. Ti spogli, magari simuli pure una fellatio sul palco e voilà: le femministe più accese entrano in modalità surriscaldamento, regalandoti esattamente il tipo di visibilità virale che ogni popstar sogna.
Seguendo il topic del momento
Il titolo del disco, Man’s Best Friend, è una provocazione a più strati. In apparenza un’auto-umiliazione mascherata da erotismo canino, in realtà una nitida fotografia del rapporto malsano che molte artiste (e militanti) intrattengono con l’immagine della donna. Oscillante in equilibrio precario tra vittima e carnefice, tra dea e oggetto, a seconda del trend del momento.
Scandalo e business, rapporto stretto
Mentre le benpensanti si accapigliano su X, la Carpenter mette in scena un femminismo molto più lucido e spietato: quello consapevole di giocare con gli stereotipi senza pretendere di abolirli. Lei è la pin-up che ti sussurra oscenità in falsetto, la vendicatrice glitterata che scrive “Manchild” come frecciatina all’ex (si tratterebbe di Barry Keoghan, secondo le malelingue) e intanto si costruisce, passo dopo passo, un’immagine micidiale. Non più l’ex stellina della Disney Productions ma un’arma pop programmata per scandalizzare i giusti e vendere ai colpevoli.
Marketing sottile ma efficacissimo
A ben guardare, il punto della questione non è che una donna si inginocchia davanti a un uomo – succede anche fuori dagli shooting fotografici – ma che lo faccia con un sorriso e senza scusarsi. E in quel caso le teoriche del gender vanno in totale cortocircuito. Come osi, Sabrina, non chiedere il permesso? Come osi piacerti nel ruolo che loro hanno dichiarato inaccettabile. Può piacere o meno… ma questa è la nuova era della provocazione pop. Quella dove il guinzaglio lo tiene chi sa cosa sta facendo. E – attenzione – non è detto che sia l’uomo…
Musica
Mina dispettosa con Iva Zanicchi? Un motivo di vanto per l’Aquila di Ligonchio!
La Zanicchi torna in pista con un singolo afro-house e un’intervista che sa di bilancio (e di stoccate). Mina le faceva i dispetti? «È gratificante che mi considerasse un pericolo». De Gregori le mandò un cesto di rose dopo “Zingara”. E poi, il dolore per la perdita di Fausto Pinna: «Sarei impazzita senza la musica». A cuore aperto e con consueta lingua affilata.

L’Aquila di Ligonchio è tornata. Non solo in musica — con Dolce far niente, nuovo brano dalle sonorità afro-house realizzato con i producer A-Clark & VINNY — ma anche nei rotocalchi, dove non risparmia nessuno. In una lunga intervista concessa al settimanale Oggi, Iva Zanicchi sfodera l’intero arsenale: dolore, grinta, gratitudine e veleno. Tutto con la classe (e il tono) di chi ha fatto la storia.
Mina era invidiosa? Bene, grazie!”
La frase che ha fatto impazzire i social è una:
“I dispetti di Mina? È gratificante che la più grande cantante di ogni tempo mi considerasse un pericolo”.
Un commento che rappresenta, al contempo, un colpo basso e un auto-incensamento, ma con ironia vintage e consapevolezza scenica. Il tempo delle rivalità è passato? Forse. Ma una frecciatina ben piazzata, anche a distanza di decenni, non si nega a nessuno.
Zingara, De Gregori e il cesto di rose post-lite legale
Nel suo amarcord musicale, Iva rievoca anche l’annosa querelle legale con Francesco De Gregori per Zingara, celeberrimo brano del 1969. Una disputa che, fortunatamente, si è conclusa con eleganza:
“Capì che io non c’entravo nulla e mi mandò un cesto di rose”.
L’amore perduto e la musica come ancora di salvezza
Dietro la voce potente e la personalità dirompente, c’è però una donna che ha vissuto dolori profondi, come la perdita del marito:
“Il nostro è stato un amore grande. Forse troppo. Non augurerei a nessuno di provare un sentimento del genere. Adesso sento un vuoto incolmabile. Sarei impazzita, senza la musica.”
Una dichiarazione che racconta tutto: la forza, la fragilità e la straordinaria resilienza di una delle icone italiane più longeve e autentiche.
Estate 2025 da tormentone? Iva ci prova
Tra passato e presente, Zanicchi guarda avanti con la grinta che l’ha sempre contraddistinta. Dolce far niente potrebbe sembrare un titolo in contrasto con la sua carriera instancabile. Ma sotto le sonorità afro-house, c’è la voce inconfondibile e la voglia di stare ancora una volta sotto i riflettori. E lei lo dice chiaramente:
“Spero diventi il tormentone dell’estate”.
Conoscendola, non c’è da escluderlo.
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