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Il Blasco in salsa africana: un ponte che unisce mondi apparentemente lontani

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    E’ l’ennesimo video social che conquista il cuore del web: un gruppo di ragazzini africani danza con energia contagiosa su una canzone di Vasco Rossi. Niente effetti speciali, solo una polverosa strada di villaggio, sorrisi autentici e una coreografia collettiva che mescola ritmo tribale e libertà espressiva. I piccoli ballerini, scalzi e affiatati, trasformano la musica del rocker italiano in un inno universale alla gioia di vivere, dimostrando come il linguaggio del corpo superi confini geografici e culturali.

    Le canzoni uniscono le diversità, basta usarle nel modo giusto

    La canzone scelta, Manifesto futurista della nuova umanità – carica di grinta e significato – si fonde perfettamente con il battito primordiale dei tamburi immaginari e delle mani che battono a tempo. Un momento di pura vitalità, che dimostra come la musica sia in grado di unire mondi lontani, creando un ponte tra l’anima rock di Vasco e lo spirito ancestrale di una danza tribale. Un piccolo grande spettacolo che vale più di mille parole.

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      I gatti alla conquista del mondo: ecco perché comandano loro!

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        Qualcuno sostiene che i gatti domineranno il mondo, e forse non è solo un’esagerazione. Con la loro eleganza indolente, l’aria saggia e lo sguardo che pare scrutare dentro l’anima, i gatti sembrano già i veri padroni delle nostre case. Jean Cocteau affermava: “I gatti sono l’opera d’arte della natura” — e come contraddirlo? I felini non ci obbediscono, ci tollerano; non si addestrano, si conquistano. Sono creature che hanno scelto di stare con noi, non per servire, ma per farsi servire.

        Mark Twain, grande amante dei gatti, scriveva: “Se l’uomo potesse essere incrociato con il gatto, migliorerebbe l’uomo, ma peggiorerebbe il gatto”. Non c’è da stupirsi, quindi, se in rete impazzano video di mici regali e impassibili, veri imperatori del digitale. E che vita sarebbe senza di loro? Più silenziosa, certo, ma anche più vuota. Perché, come disse Ernest Hemingway: “Un gatto conduce alla calma assoluta, perché si sa che nulla può costringerlo a fare qualcosa che non vuole”. Forse un giorno il mondo sarà davvero loro… ma noi saremo felici sudditi.

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          Qualcuno dica alla Malgi che Olly è rimasto a Genova…

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            Le vecchie zie, si sa, per definizione o per luogo comune, tendono a essere un po’ svampite: confondono i nomi dei nipoti, regalano maglioni fuori stagione e credono ancora che la TV si accenda col “primo tasto rosso”. E in questo colorito club non poteva mancare Cristiano Malgioglio, la più laccata delle zie dello spettacolo italiano.

            Piccolo dettaglio

            Alla domanda di un giornalista su chi sia il suo favorito all’Eurovision 2025, Malgioglio ha risposto con sicurezza: “Il vincitore di Sanremo, ovviamente!” Peccato solo che Olly, l’artista ligure recente trionfatore all’Ariston, abbia gentilmente declinato l’invito a rappresentare l’Italia. Dettaglio che, pare, sia sfuggito al buon Cristiano…

            Tifo mal riposto

            Ora, si può anche essere eccentrici, teatrali e pitonati come solo lui sa essere, ma forse su certe cose che riguardano il proprio mestiere conviene restare un po’ più sul pezzo. Del resto, una zia può pure dimenticare l’onomastico del nipote, ma non chi rappresenta l’Italia in Europa. Anche perché, con quella memoria lì, rischia di tifare per Albano e Romina…

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              Lucio, ti posso offrire un… espresso macchiato?!?

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                Proviamo a lavorare con la fantasia, immaginandoci la scena: bar del palasport di Basilea, il destino fa incrociare Tommy Cash e Lucio Corsi, due pianeti diversi della galassia musicale che sta animando questo Eurofestival.

                Tommy Cash, estone dalle guance d’alabastro e le sopracciglia da performance art, si presenta come se dovesse girare un videoclip apocalittico ogni tre minuti. Pantaloni che sfidano la legge di gravità, sguardo da cyborg in vacanza, ordina un cocktail fluorescente chiamato “Cyberpunk Spritz”. Dall’altra parte del bancone c’è Lucio Corsi, versione maremmano-glam di Bowie, giacca leopardata e sguardo romantico, chiede un Negroni con accento toscano e nostalgia agricola.

                Si scrutano come due animali rari: Tommy parla di avatar, metaverso e cavalli bionici; Lucio gli risponde con storie di gufi parlanti e balere lunari. L’incontro è un esperimento di alchimia pop: l’uno cerca glitch digitali, l’altro visioni bucoliche. Sembrano incompatibili, ma trovano un terreno comune nel disprezzo per la normalità. Alla fine, brindano con un espresso macchiato: la Maremma incontra Tallinn. Nel bagno del palasport, pare abbiano scritto insieme un pezzo intitolato “Cinghiali nel Cyberspazio”. E forse il mondo non sarà più lo stesso…

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