Mondo
Partite per Ibiza? E’ invasa dai serpenti: rettili giganti anche in mare, turisti terrorizzati
L’isola delle Baleari è alle prese con un’invasione di serpenti non autoctoni che minacciano la fauna locale e spaventano i bagnanti.

Ibiza la conoscono tutti. Famosa per le sue spiagge da sogno e la movida sfrenata, sta vivendo un’emergenza insolita e inquietante. Tra abitanti e turisti increduli si sta assistendo a una vera e propria invasione di serpenti, che ormai non si limitano più a parchi naturali e giardini, ma hanno raggiunto case private e perfino il mare. Il fenomeno, che ha iniziato a manifestarsi circa vent’anni fa, è legato all’importazione di olivi dalla Spagna peninsulare, che hanno accidentalmente trasportato uova e piccoli rettili sull’isola. Ma negli ultimi anni la situazione è peggiorata drasticamente, con un aumento esponenziale della popolazione di serpenti. Ma non solo. C’è un dettaglio che sta lasciando gli esperti senza parole: molti esemplari sono più grandi del normale, grazie all’abbondanza di cibo disponibile sull’isola.
Troppo cibo a Ibiza per i serpenti
Tra le specie più diffuse c’è il colubro ferro di cavallo (Hemorrhois hippocrepis), un serpente non velenoso, ma altamente predatore, che sta mettendo in serio pericolo la lucertola delle Pitiuse (Podarcis pityusensis), simbolo delle Baleari. La pressione predatoria di questi rettili sta portando la popolazione di lucertole a un drastico declino, con conseguenze sull’ecosistema locale. Ma il problema non riguarda solo la biodiversità. La presenza di serpenti ha iniziato a spaventare i turisti, soprattutto dopo gli avvistamenti in mare. Alcuni visitatori britannici hanno raccontato di avere paura a nuotare, temendo incontri ravvicinati con questi rettili, che sono in grado di spostarsi tra le isole a nuoto. Il tabloid Mirror ha riportato la testimonianza di una coppia che si è trovata faccia a faccia con un serpente lungo 1,8 metri mentre era su un gommone vicino a Portinatx, nel nord dell’isola.
Trappole per turisti e residenti
Le autorità locali sono consapevoli della situazione e stanno cercando soluzioni per contenere l’invasione. Due settimane fa, il comune di Ibiza ha distribuito 200 trappole ai cittadini, da piazzare in punti strategici per catturare i serpenti non desiderati. Secondo il governo delle Baleari, nel 2024 sono stati catturati 3.072 serpenti, un numero in crescita rispetto ai 2.007 del 2023. Nonostante gli sforzi, il problema sembra tutt’altro che risolto. Gli esperti avvertono che, senza interventi più incisivi, l’invasione potrebbe continuare a minacciare la fauna locale e il turismo, trasformando Ibiza da paradiso delle vacanze a terra dei serpenti. Chi ha paura di fare il bagno ora ha un motivo in più per pensarci due volte.
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Mondo
Il rifugio dei miracoli, 100.000 animali salvati, la storia straordinaria di Lynea Lattanzio
In California, Lynea ha trasformato la sua casa e la sua intera esistenza in un rifugio per migliaia di gatti. Oggi vive in una roulotte per lasciare spazio ai suoi amici a quattro zampe.

In un tranquillo angolo della California centrale, lungo le rive del fiume Kings, sorge un luogo che sembra uscito da una fiaba: si chiama The Cat House on the Kings ed è il più grande rifugio no-kill e senza gabbie degli Stati Uniti. Qui, tra alberi, prati e casette di legno, vivono oltre 700 gatti, una manciata di cani, e persino dei pavoni in libertà. Ma tutto è cominciato con una donna e una scatola piena di gattini.
Lynea Lattanzio, ex consulente immobiliare, decise di cambiare vita dopo un divorzio difficile. Nel 1983 acquistò una grande casa su sei acri di terreno nella cittadina di Parlier, sognando pace e natura. Nove anni dopo, una richiesta del padre – cercare due gatti Manx – la portò a un rifugio dove trovò, invece, 15 cuccioli abbandonati. Li adottò tutti. Da quel momento, non si è più fermata.
Nel primo anno salvò 96 gatti, nel giro di pochi anni diventò tecnico veterinario, vendette la sua Mercedes d’epoca e l’anello di nozze per far fronte alle spese veterinarie. Nel 2002 arrivò lo status di organizzazione non profit, e nel 2004 il rifugio superava già le 500 presenze feline.
Grazie a una donazione testamentaria, Lynea poté acquistare altri 6 acri e costruire una recinzione lungo i 12 acri totali della proprietà. Oggi il rifugio comprende una clinica veterinaria, un’area per gatti FIV positivi, reparti di terapia intensiva e quarantena, e si sostiene solo tramite donazioni.
In 33 anni, The Cat House on the Kings ha salvato oltre 53.800 gatti e quasi 8.000 cani, senza contare i più di 98.000 animali sterilizzati. Non ci sono gabbie, non ci sono abbattimenti. Solo libertà, cure e una dedizione assoluta.
Lynea oggi vive in una roulotte nel giardino, lasciando l’intera casa ai suoi ospiti a quattro zampe. “Ho trovato la mia missione,” dice, “e non la cambierei per nulla al mondo.”
Mondo
Torna di moda il ciuccio… per adulti: boom in Cina tra sonno, stress e polemiche
Sempre più adulti in Cina utilizzano ciucci per rilassarsi o dormire meglio. Il prodotto, virale sui social, fa discutere medici ed esperti.

In Cina, il nuovo oggetto del desiderio per molti adulti non è uno smartphone di ultima generazione né un accessorio tecnologico: si tratta di un ciuccio, ma pensato per i grandi. A sorpresa, questo prodotto sta conquistando sempre più utenti, al punto che alcuni negozi online segnalano vendite superiori alle 2.000 unità mensili.
A renderlo virale è stato un video che ha scatenato un’ondata di commenti: chi li usa sostiene che aiutino a ridurre lo stress, favorire il sonno, combattere l’ansia e persino a smettere di fumare. Il ciuccio per adulti ha una struttura simile a quello per neonati, ma con dimensioni maggiori. Il prezzo varia dai 10 ai 500 yuan (circa 1,40-70 euro), e le varianti cromatiche del supporto soddisfano ogni gusto.
“Mi rilassa dopo una giornata difficile”, racconta un utente in una recensione. Un altro scrive: “Da quando lo uso, ho meno voglia di fumare”.
Tuttavia, la comunità medica lancia l’allarme. Zhang Mo, psicologa a Chengdu, avverte: “L’uso del ciuccio può indicare bisogni emotivi non soddisfatti. Meglio affrontare le difficoltà piuttosto che rifugiarsi in comportamenti regressivi”.
Tang Caomin, dentista della stessa città, evidenzia i possibili danni fisici: “Un uso prolungato può provocare dolori mandibolari, difficoltà nella masticazione e spostamento dei denti. Dopo un anno di utilizzo quotidiano, per più di tre ore al giorno, la dentatura può risultarne compromessa”.
Un ulteriore rischio, secondo il medico, è che alcune componenti possano essere inalate durante il sonno, con conseguenze potenzialmente gravi.
Nonostante i pericoli, l’hashtag associato a questi dispositivi ha superato i 60 milioni di visualizzazioni su alcune piattaforme cinesi, dividendo gli utenti tra sostenitori e scettici. “È una follia collettiva”, scrive un commentatore. “Una tassa sulla stupidità”, ironizza un altro.
Intanto, i ciucci per adulti continuano a vendere. E a quanto pare, succhiare un ciuccio da grandi non è più (solo) un gesto infantile, ma una controversa tendenza da milioni di click.
Mondo
Medvedev gioca con la Mano morta, Trump risponde con due sottomarini: bentornati nella Guerra Fredda
Dmitry Medvedev tira fuori la Mano morta sovietica come una carta da film horror, e Donald Trump, per non essere da meno, spedisce due sottomarini nucleari verso la Russia. La nuova Guerra Fredda è fatta di like, minacce e scacchiere atomiche.

Bastano quattordici parole su Telegram per far rivivere l’incubo nucleare. Dmitry Medvedev, ex presidente russo e oggi vice del Consiglio di Sicurezza, ha premuto invio e il mondo si è ritrovato catapultato agli anni Ottanta. Nel suo post evoca la leggendaria Mano morta, il sistema di rappresaglia automatica sovietico capace di lanciare missili nucleari anche senza un comando umano. Una frase, e la Guerra Fredda torna a battere col suo cuore gelido.
Donald Trump non poteva ignorarlo. Ha risposto a modo suo, trasformando la diplomazia in un reality. Prima ha scherzato in diretta su Newsmax: «Quando sento la parola “nucleare”, i miei occhi si illuminano». Poi il colpo di teatro: due sottomarini nucleari statunitensi spostati più vicino alle acque russe. «Voglio solo assicurarmi che siano parole, non fatti», ha detto, con quel mezzo sorriso che suona più come una minaccia che come una battuta.
Dietro al nome da film di zombie, la Mano morta è tutt’altro che fantasia. Nome in codice Perimeter, nasce nel 1985 per assicurare alla Russia la “mutua distruzione garantita”. Monitora radiazioni, vibrazioni sismiche e silenzi sospetti da Mosca: se rileva un attacco nucleare e il comando centrale non risponde, un razzo di comando sorvola la Russia dando l’ordine di lanciare tutto il suo arsenale. Anche se il Cremlino fosse ridotto in polvere, la vendetta partirebbe comunque.
Per anni è stata un mito da romanzo post-apocalittico, poi la conferma ufficiale del generale Karakaev: «Garantisce la distruzione degli Stati Uniti in 30 minuti». Ogni volta che la Russia la nomina, mezzo mondo sente un brivido sulla schiena. E questa volta Trump ha scelto di rispondere sullo stesso terreno, mescolando arroganza e calcolo politico. L’amico di Putin si è trasformato all’improvviso in un Reagan con smartphone: “Vuoi giocare alla Guerra Fredda? Giochiamo”.
Il risultato è una scena che sembra scritta a Hollywood: Medvedev che fa la Mano morta a Trump, Trump che muove sottomarini come fossero pedine di poker nucleare. Nessuna diplomazia, solo muscoli e vanità in mondovisione. E il mondo, spettatore obbligato, riscopre che la storia non insegna mai abbastanza: la Guerra Fredda non è mai finita, ha solo cambiato piattaforma.
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