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Personaggi e interviste

Un legame speciale fra mamma e figlia: quello di Antonella Clerici e la sua Maelle

In una recente intervista, Antonella Clerici racconta il suo rapporto con la figlia Maelle, sottolineando l’importanza del suo ruolo di madre e non di “amica”. Tra orgoglio, senso di responsabilità e consapevolezza, la conduttrice si apre come mai prima, rivelando anche una frase che la giovane Maelle le ripete spesso, specchio di un legame profondo e sincero.

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    Antonella Clerici, volto amatissimo della televisione italiana con quasi quarant’anni di carriera in Rai, si è raccontata in una recente intervista a Vanity Fair, condividendo aspetti intimi della sua vita privata, in particolare il rapporto con la figlia Maelle, nata nel 2009 dalla relazione con l’ex compagno Eddy Martens. Un legame forte, profondo, ma costruito con responsabilità e fermezza. Antonellina è oggi una donna realizzata, una madre consapevole e una professionista rispettata. Il rapporto con Maelle rappresenta un esempio positivo di maternità moderna, basata su amore, rigore e rispetto. La frase della figlia – “Mi dai la carica” – è il riconoscimento più bello per una madre che ha saputo essere una guida, senza mai smettere di essere se stessa.

    Amica? No, educatrice

    La conduttrice ha spiegato chiaramente: “Io non sono l’amica di mia figlia, sono un genitore: ho il dovere di educarla”. Una posizione netta e controcorrente rispetto a una tendenza sempre più diffusa che vede i genitori trasformarsi in “compagni di giochi” dei figli. Antonella, invece, rivendica il suo ruolo educativo e sottolinea quanto sia importante stabilire dei limiti, specie in un’epoca in cui i giovani sono sempre più fragili.

    L’orgoglio di Maelle e il tatuaggio simbolico

    Nonostante gli impegni lavorativi e i sensi di colpa che possono accompagnare una madre molto presente sul lavoro, Clerici è riuscita a costruire con Maelle un legame autentico. “Maelle mi dice sempre: ‘Sono abituata che lavori da quando sono nata, è un bell’esempio, mi dà la carica’”, ha raccontato con orgoglio. Una frase che racchiude stima, consapevolezza e ammirazione. Il loro legame si riflette anche in un gesto simbolico: madre e figlia hanno lo stesso tatuaggio, un piccolo segno indelebile che racchiude un significato profondo e personale, testimonianza visibile di un rapporto unico.

    Una vita semplice, lontana dai riflettori

    Antonella Clerici ha confessato di condurre una vita riservata: “Non frequento gli ambienti dello spettacolo, alle undici vado a dormire”, ha detto, ironizzando sul fatto che, lavorando tanto, bisogna scegliere tra la salute e la trasgressione. E lei ha sempre scelto la prima. Anche per questo è un modello positivo per Maelle, che pur rimanendo lontana dai riflettori, riconosce il valore dell’impegno e della coerenza della madre.

    Il coraggio di una donna popolare

    Non solo madre e conduttrice: Antonella Clerici è anche una figura che ha saputo rompere stereotipi. “Mi dicono che so di sugo, che sono troppo popolare”, ha raccontato, riferendosi ai pregiudizi ricevuti nel corso della carriera. Eppure, grazie a programmi come La prova del cuoco, è riuscita a trattare temi delicati come la menopausa, la transizione di genere e l’educazione sentimentale. Un modo per unire intrattenimento e messaggi sociali, dimostrando che anche la “televisione popolare” può avere un grande impatto culturale.

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      Selvaggia Lucarelli, la più ricca di tutti: con “Vale Tutto” guadagna più di Mentana e Vespa (e fa rosicare mezza Italia)

      La sua newsletter “Vale Tutto” è diventata un piccolo impero editoriale digitale: articoli, podcast, video e inchieste firmate da lei e dal compagno Lorenzo Biagiarelli. I colleghi la criticano, ma intanto lei incassa più di Mentana, Vespa e Feltri messi insieme.

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        C’è una cosa che agli uomini — non tutti, ma molti — sta sulle balle più di qualsiasi altra: una donna che guadagna più di loro. Che non solo riesce, ma lo fa meglio, prima, con più testa e meno scuse. Io, invece, quando vedo che una donna ce la fa, provo una soddisfazione bastarda. E nel caso di Selvaggia Lucarelli, la soddisfazione è doppia: perché non solo è brava, ma sta facendo soldi veri, quelli che i giornalisti sognano di notte e fingono di disprezzare di giorno.

        La sua newsletter “Vale Tutto”, ospitata su Substack, è oggi la più seguita in Italia e una delle più lette al mondo nella categoria “Culture”. Ha superato 183 mila iscritti, cifra che — per il microcosmo dell’informazione digitale — equivale a un giornale di medio calibro. Ma qui non ci sono direttori, editori o redazioni da mantenere. C’è lei. Con il suo laptop, la sua ironia, la sua ferocia e la libertà di scrivere esattamente ciò che le pare.

        Substack è una piattaforma che permette di pubblicare contenuti — testi, audio, video, podcast — e farli pagare con un abbonamento. La formula è semplice: 7 euro al mese o 70 all’anno, 10 e 90 se ci si abbona via app. Una percentuale va alla piattaforma (14%), il resto finisce dritto al creatore. In questo caso, a Selvaggia. E da qualche mese la voce è diventata certezza: Lucarelli è la giornalista italiana più pagata di tutte.

        Per capire il fenomeno bisogna guardare oltre confine. In America, la giornalista Bari Weiss, dopo essere uscita dal New York Times per divergenze politiche, ha fondato The Free Press proprio su Substack, poi diventato un quotidiano digitale venduto per 150 milioni di dollari alla Cbs. In Italia, nessuno è arrivato a tanto, ma Selvaggia è quella che più si avvicina.

        Dentro “Vale Tutto” c’è di tutto: articoli di attualità, diari di viaggio, inchieste, audioarticoli, video podcast e persino un documentario. È una micro testata indipendente gestita da Boutade srl, la società che Lucarelli ha fondato con il compagno Lorenzo Biagiarelli, cuoco, autore e braccio destro creativo. In pratica, una redazione di due persone e qualche collaboratore.

        Quanto guadagna davvero? Secondo la rivista inglese Press Gazette, a febbraio 2025 “Vale Tutto” incassava circa 600 mila euro all’anno. Da allora gli iscritti sono aumentati, e Substack ha rivelato che le 50 newsletter top al mondo superano il milione di dollari di ricavi annuali. Tutto fa pensare che Selvaggia sia tra quelle cinquanta.

        Facendo due conti — ipotizzando che solo il 10% dei suoi iscritti sia pagante — parliamo di oltre 1,9 milioni di euro lordi, a cui vanno tolte le commissioni e le spese di produzione. Ma non è un segreto che Lucarelli guadagni più di due milioni netti all’anno, rendendola non solo la più seguita ma anche la più redditizia firma giornalistica del Paese.

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          Serena Grandi: “Non mangio a pranzo, al massimo un gelato”. Il nuovo look dopo la malattia e il dolore per la madre

          Dietro il dimagrimento, però, c’è anche la fatica di anni difficili: la morte della madre e il tumore al seno. «Ero gonfia di farmaci e stress. Il male al seno sinistro, vicino al cuore, è arrivato dopo un dolore grandissimo».

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            Serena Grandi è tornata in tv più leggera — nel corpo, ma anche nello sguardo. Ospite di Caterina Balivo a “La Volta Buona”, l’attrice 67enne è apparsa visibilmente dimagrita. «È in forma smagliante», ha detto la conduttrice. Ma dietro quei venti chili in meno c’è una storia di dolore, disciplina e rinascita.

            «Da un annetto sono vegetariana», ha raccontato Serena, spiegando di aver abbandonato carne rossa e pesce ma non del tutto i salumi: «Il prosciutto lo mangio, la pizza e i fritti invece no, da anni. Non mangio a pranzo, al massimo un gelato. Ma se alle quattro ho fame, mi faccio un panino vuoto».

            Una dieta che più che “a zona” sembra “a istinto”, e che non tutti i nutrizionisti approverebbero. Ma lei sorride, fiera del risultato: una silhouette ritrovata dopo un periodo segnato da malattia e lutto.

            Nel 2019 l’attrice era stata operata per un tumore al seno sinistro. «Ero gonfia di farmaci e stress — ha ricordato —. Mi hanno detto che quando il tumore colpisce da quella parte, vicino al cuore, è perché hai vissuto un grande dolore. Ed era vero. Avevo appena perso mia madre Marina, morta d’infarto. È stato come se il mio corpo avesse reagito a quel vuoto».

            Dopo la paura e la sofferenza, Serena ha scelto di cambiare. Alimentazione più leggera, stop alle abitudini disordinate e un nuovo rapporto con sé stessa. «Non mi interessa più la perfezione — ha confidato — ma stare bene. La mia bellezza oggi è la serenità».

            Oggi, a distanza di anni, l’icona di “Miranda” ha smesso di rincorrere il mito di sé stessa. Ha trovato un equilibrio fragile ma vero: tra salute e fragilità, tra leggerezza e consapevolezza.

            E se qualcuno le fa notare che saltare il pranzo non è proprio da manuale, lei risponde con il sorriso che l’ha resa famosa: «Lo so, ma a me funziona. E poi, un gelato non ha mai fatto male a nessuno».

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              Roberta Bruzzone: la criminologa torna su Rai 2 con Nella mente di Narciso e svela i segreti della manipolazione

              Ogni martedì e giovedì in seconda serata su Rai 2 e in streaming su RaiPlay, Roberta Bruzzone guida gli spettatori in un viaggio nella psiche del narcisista. La criminologa parla del suo percorso, dei motivi che l’hanno portata a lasciare Ballando con le stelle e dei suoi due matrimoni.

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                Rigorosa, diretta, mai banale: Roberta Bruzzone torna in tv con la nuova stagione di Nella mente di Narciso, in onda su Rai 2 ogni martedì alle 23.30 e il giovedì alle 24.30, e disponibile anche su RaiPlay. La criminologa e psicologa forense accompagna il pubblico in un viaggio dentro uno dei disturbi più pervasivi e meno compresi della contemporaneità: il narcisismo patologico. Un male silenzioso, ma spesso devastante, che nelle sue forme più estreme può portare fino al delitto.

                Il primo episodio è dedicato al caso di Giulia Cecchettin, la giovane uccisa nel 2023 dall’ex fidanzato Filippo Turetta. Seguiranno le puntate su Veronica Panarello, Andrea Pizzocolo, Antonio De Marco e Mario Perrotta, ognuno dei quali rappresenta un tassello di una mappa più ampia: quella della mente del narcisista. «L’obiettivo – spiega Bruzzone – è aiutare le persone a riconoscere i segnali di manipolazione e a difendersi prima che sia troppo tardi».

                Dietro la criminologa televisiva c’è però una studiosa solida. Laureata in Psicologia clinica e in Scienze dell’investigazione, con un dottorato in Psicopatologia forense, Bruzzone è oggi una delle esperte più ascoltate nelle aule di tribunale e nei talk show di cronaca nera. Ha fondato una scuola di formazione per criminologi e collabora da anni con la Polizia giudiziaria.

                Non tutti sanno che nel 2019 ha lasciato Ballando con le stelle, dove era ospite fissa, per dedicarsi interamente alla divulgazione e alle sue indagini. «A un certo punto ho sentito che la mia immagine rischiava di essere confusa con quella di un personaggio da salotto – raccontò –. Io sono una professionista, non una showgirl». Una scelta che le ha restituito, a suo dire, libertà e credibilità.

                Nella vita privata, Bruzzone è stata sposata due volte: prima con l’imprenditore svizzero Massimiliano Cristiano e poi con il fotografo e sub Simone Bongiovanni, con cui condivide la passione per i viaggi e il mare. Della sua vita sentimentale parla poco, ma ammette che anche lei ha conosciuto da vicino personalità manipolatrici: «È per questo che capisco bene le vittime».

                Nel programma, la criminologa rivela sei segreti per riconoscere i “narcisi” quotidiani: l’egocentrismo spinto, la manipolazione affettiva, la gelosia mascherata da protezione, la svalutazione progressiva, la totale mancanza di empatia e, infine, la distruzione dell’autostima dell’altro. «Il narcisista – spiega – non vuole un partner, ma uno specchio. Quando smetti di rifletterlo, ti cancella».

                Con Nella mente di Narciso, Roberta Bruzzone conferma la sua capacità di unire rigore scientifico e sensibilità umana. E se la cronaca continua purtroppo a offrire nuovi casi di amori malati, la criminologa sembra avere un obiettivo preciso: insegnare al pubblico che riconoscere il male è il primo passo per difendersi da esso.

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