Calcio
Cristiano Ronaldo rinnova con l’Al Nassr: 200 milioni all’anno fino al 2027 per restare in Arabia Saudita
Il fuoriclasse portoghese prolunga il contratto con l’Al Nassr: resterà fino ai 42 anni. Un accordo faraonico da 200 milioni a stagione, più 60 milioni dai diritti d’immagine. “La storia continua”, dice lui.

Cristiano Ronaldo non lascia, anzi raddoppia. Dopo settimane di indiscrezioni su un possibile addio, arriva l’ufficialità: CR7 ha rinnovato con l’Al Nassr fino al 2027, prolungando il proprio impegno in Arabia Saudita per altre tre stagioni. “Al Nassr forever”, il messaggio breve ma inequivocabile pubblicato dal club sui social, accompagnato da un video del portoghese con il pollice in su.
Classe 1985, 40 anni da poco compiuti, Ronaldo si prepara così ad affrontare la parte finale della sua carriera con la maglia del club saudita. Un finale dorato, nel senso più letterale del termine: secondo il quotidiano spagnolo Marca, il nuovo contratto gli garantirà circa 200 milioni di euro l’anno, cifra a cui si aggiungerebbero altri 60 milioni derivanti dai diritti d’immagine. Nessuna conferma ufficiale, ma le cifre non sorprendono: da quando è sbarcato in Arabia, CR7 è diventato il volto globale della Saudi Pro League.
Ronaldo era arrivato all’Al Nassr nel gennaio 2023, dopo la burrascosa separazione dal Manchester United. In due stagioni e mezza, ha collezionato 111 presenze, segnando 99 gol e servendo 19 assist. Numeri da urlo, che confermano il suo impatto anche fuori dall’Europa.
“Comincia un nuovo capitolo. Stessa passione, stesso sogno. Facciamo la storia insieme”, ha scritto Ronaldo su Instagram, lasciando intendere che questa potrebbe davvero essere l’ultima maglia della sua carriera. Dopo le esperienze leggendarie con Sporting Lisbona, Manchester United, Real Madrid e Juventus, il campione portoghese sembra voler chiudere in grande stile, con un contratto che lo porterà fino a 42 anni.
Per l’Al Nassr è un colpo doppio: tenere Ronaldo significa mantenere visibilità globale, continuare ad attrarre sponsor, e consolidare il ruolo della Saudi Pro League nel calcio mondiale. Per CR7, invece, è l’occasione di continuare a segnare, guadagnare e dettare i tempi di un ritiro che, ancora oggi, non sembra affatto dietro l’angolo.
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Calcio
Wanda piazza la stoccata in tribunale: Mauro Icardi perde la villa e finisce tra i “morosi”
Il tribunale civile di Buenos Aires ha disposto il sequestro delle quote societarie e della villa del calciatore. L’ex Inter è stato iscritto nel Registro dei Debitori degli alimenti: se rimetterà piede in Argentina, non potrà espatriare.

La storia infinita tra Wanda Nara e Mauro Icardi non conosce tregua. Questa volta è la giustizia argentina a cambiare le carte in tavola e a infliggere un colpo durissimo all’attaccante, già alle prese con un presente calcistico incerto.
Il 106° Tribunale civile di Buenos Aires, guidato dal giudice Adrián Hagopian, ha accolto l’istanza presentata dai legali della showgirl e ha ordinato il sequestro di una quota di Icardi nella società Asociación Civil La Isla SA. L’importo non è da poco: 110.000 dollari a titolo di alimenti, oltre a un’ulteriore somma di 3.500 dollari per interessi e spese.
Non basta. L’ex capitano dell’Inter è stato iscritto d’ufficio nel Registro dei Debitori Morosi, una “lista nera” che complica qualsiasi operazione finanziaria e mina l’immagine pubblica del giocatore. E come se non fosse già abbastanza, è arrivato anche il via libera al sequestro della villa di Buenos Aires, la stessa che Icardi aveva acquistato come “casa dei sogni” e dove aveva vissuto con l’attrice China Suarez prima del rientro in Turchia.
Il provvedimento, firmato il 19 agosto 2025, porta la firma del giudice Hagopian ed è inserito nel fascicolo 88891/2024. Nella motivazione, il tribunale sottolinea l’assenza di prove sui pagamenti previsti dall’accordo di mantenimento. Il team difensivo di Icardi aveva tentato di opporsi, chiedendo l’annullamento del patto, ma il giudice ha respinto il ricorso e ha deciso per una cifra totale di 122.443,08 dollari.
C’è di più. La sentenza stabilisce che, nel caso in cui Maurito torni in Argentina, non potrà lasciare il Paese senza prima aver sistemato le sue pendenze. Una misura che rischia di pesare anche sulla sua carriera sportiva, visto che milita in Turchia e i viaggi internazionali sono parte integrante del mestiere.
Un finale che fotografa perfettamente il momento: Wanda segna un altro punto a suo favore, mentre Icardi si ritrova ancora una volta a rincorrere, ma non su un campo da calcio.
Calcio
L’Uefa valuta la sospensione di Israele: a rischio Mondiali ed Europa League, in bilico anche la sfida di Udine contro l’Italia
Se confermata, la sospensione impedirebbe alla nazionale israeliana di partecipare alle qualificazioni per i Mondiali e porterebbe all’esclusione del Maccabi Tel Aviv dall’Europa League. Il governo israeliano annuncia contromosse, mentre cresce la tensione politica attorno alla partita del 14 ottobre contro l’Italia.

Un terremoto si prepara a scuotere il calcio europeo. Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico Times, l’Uefa starebbe valutando la sospensione di Israele da tutte le competizioni internazionali. Una decisione potrebbe arrivare già la prossima settimana e, stando alle indiscrezioni, la maggioranza dei membri dell’organizzazione sarebbe favorevole.
Le conseguenze sarebbero immediate. Israele verrebbe esclusa dalle qualificazioni ai prossimi Mondiali, restando fuori dalla corsa verso la fase finale del torneo. Allo stesso tempo, i club israeliani non potrebbero più partecipare alle coppe europee: il Maccabi Tel Aviv, oggi impegnato in Europa League, sarebbe costretto a lasciare la competizione.
Il ministro dello sport israeliano, Miki Zohar, ha reagito con fermezza. “Sono al lavoro con il premier Benyamin Netanyahu per impedire questa mossa”, ha dichiarato ai media, sottolineando che il calcio non dovrebbe diventare terreno di scontro politico. Ma la pressione sui vertici Uefa rimane alta e il contesto internazionale non aiuta.
La nazionale israeliana è inoltre attesa il 14 ottobre a Udine, dove dovrebbe affrontare l’Italia in una gara valida per la qualificazione al Mondiale. Un appuntamento già segnato da polemiche, con richieste di annullamento o di proteste simboliche legate al conflitto in corso a Gaza. Un’eventuale sospensione renderebbe la partita impossibile da disputare, aprendo un caso anche per la regolarità del girone.
Non sarebbe la prima volta che l’Uefa ricorre a provvedimenti simili: basti pensare all’esclusione della Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Ogni volta, la decisione ha avuto un valore che andava oltre il calcio, toccando corde politiche e diplomatiche.
Per Israele, una sospensione significherebbe non solo la fine della partecipazione alle competizioni sportive, ma anche un colpo all’immagine internazionale. Per l’Uefa, invece, rappresenterebbe una scelta storica e controversa, destinata a lasciare un segno profondo nel rapporto tra politica e sport.
Calcio
Il “Viperetta” è sempre nel pallone: la Ternana ha un nuovo presidente, la 25enne Claudia Rizzo. Ma il vero burattinaio è ancora lui
Le nuove linee guida Enac rivoluzionano il trasporto degli animali: pettorina, museruola e sedile vicino al finestrino. Obiettivo: sicurezza, comfort e regole chiare per tutti.

Doveva essere la giornata di Claudia Rizzo, 25 anni, giovane e prima presidente donna del calcio professionistico italiano. Ma alla Ternana la ribalta non è durata più di qualche minuto: appena Massimo Ferrero ha preso parola, la scena è diventata la sua. Il “Viperetta”, ex patron della Sampdoria, si è presentato alla conferenza stampa con il solito arsenale di battute, gesti teatrali e interruzioni continue. Risultato: la Rizzo relegata a figurante, Ferrero mattatore assoluto.
Ufficialmente non compare da nessuna parte: il suo nome non c’è nell’organigramma, eppure tutti hanno visto chi tirava i fili. A ogni esitazione della Rizzo, Ferrero interveniva come un gobbo di teatro, suggerendo, correggendo, riempiendo silenzi. Un copione già scritto: la nuova presidente come volto fresco e spendibile, lui come regista occulto del progetto che, guarda caso, ruota attorno a un business enorme, quello dello stadio-clinica da 400 milioni.
La scena, più che istituzionale, sembrava un cabaret. Eppure, dietro le risate forzate e i sorrisi imbarazzati, il messaggio era chiaro: a Terni comanda ancora Ferrero, pagato da Stefano Bandecchi come speaker della sua radio e oggi uomo chiave della nuova era rossoverde.
Un déjà-vu per chi conosce il personaggio: anche alla Sampdoria aveva alternato eccessi da showman a decisioni spiazzanti. Con un dettaglio che oggi, col senno di poi, fa sorridere amaro i tifosi blucerchiati: nel confronto con lo sfacelo arrivato dopo la sua gestione, c’è chi addirittura lo rimpiange. Tra un default finanziario e l’incubo delle categorie minori, il caos di Ferrero appare a Genova quasi come un ordine perduto.
A Terni invece i tifosi restano divisi. Da una parte la curiosità per un presidente “ombra” capace di catalizzare l’attenzione come pochi, dall’altra la sensazione che la giovane Rizzo sia stata messa lì come paravento, senza reale potere. La prima donna presidente del calcio italiano meritava un palcoscenico, non una regia ingombrante. Ma con il Viperetta in mezzo, lo spazio per gli altri, si sa, è sempre pochissimo.
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