Reali
Harry contro Andrea: rissa reale o fake news? A Buckingham è bufera
Una biografia sul Duca di York racconta di un pugno sferrato da Harry allo zio Andrea. Lui nega, ma le rivelazioni sul clima teso tra le “pecore nere” dei Windsor scatenano il gossip internazionale.

Sangue blu, nervi tesi e… forse pure sangue vero. Secondo un nuovo libro dedicato al Duca di York, il principe Harry avrebbe perso la calma e colpito lo zio Andrea con un pugno in pieno volto durante una lite furibonda a palazzo. Un colpo così forte da fargli sanguinare il naso. A lanciare la bomba è lo scrittore Andrew Lownie con The Rise and Fall of the House of York, di cui il Daily Mail ha pubblicato un estratto destinato a far tremare Buckingham Palace.
Secondo l’autore, la scintilla sarebbe stata Meghan Markle, da sempre al centro dei pettegolezzi più velenosi della famiglia reale. Andrea avrebbe parlato alle spalle del nipote definendo il suo matrimonio “destinato a durare un mese” e la Duchessa del Sussex “un’opportunista troppo vecchia, il più grande errore di Harry”. Commenti che il principe non avrebbe digerito, trasformando il confronto verbale in uno scontro fisico.
Immediate le smentite ufficiali. “Non c’è mai stato alcuno scontro fisico tra Harry e suo zio – ha dichiarato un portavoce – e il principe Andrea non ha mai pronunciato quelle frasi sulla Duchessa del Sussex”. I duchi di Sussex hanno inviato una lettera legale al Daily Mail, parlando di “gravi inesattezze, commenti dannosi e diffamatori”.
Intanto la biografia non risparmia neppure altri retroscena sui rapporti tra Andrea e i nipoti, descritti come “problematici” anche per atteggiamenti poco graditi nei confronti di Kate Middleton, ora principessa del Galles. Il Duca di York, già travolto dallo scandalo Epstein nel 2019 e privato dei titoli reali e militari nel 2021, vive oggi alla Royal Lodge nel Windsor Great Park con l’ex moglie Sarah Ferguson. Re Carlo ha già tagliato la sua indennità annuale, e secondo alcune fonti William starebbe pensando addirittura a sfrattarlo.
Che la rissa sia vera o solo l’ennesima leggenda di corte, una cosa è certa: le “pecore nere” della monarchia continuano a tenere banco tra scandali, biografie esplosive e lettere degli avvocati.
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Reali
Crisi a corte: Carlo e Camilla, matrimonio al capolinea. Il re solitario al funerale della duchessa di Kent
Al funerale cattolico della duchessa di Kent, prima cerimonia di questo tipo per un membro della Royal Family, Carlo è apparso complice con Kate Middleton. Assente la regina Camilla, ufficialmente per una sinusite. Ma in Gran Bretagna insistono: “Vivono da separati in casa, il matrimonio è finito”.

Un funerale che si è trasformato in caso politico-dinastico. Nella cattedrale cattolica di Westminster la Royal Family ha reso omaggio alla duchessa di Kent, ma più delle esequie ha fatto discutere l’assenza di Camilla, regina consorte, ufficialmente bloccata da una sinusite. In realtà, secondo indiscrezioni sempre più insistenti nel Regno Unito, la ragione sarebbe un’altra: il matrimonio con Carlo III sarebbe ormai arrivato al capolinea.
Alla cerimonia hanno preso parte i principi di Galles William e Catherine, la principessa Anna, il duca di Edimburgo, il principe Andrea con Sarah Ferguson, la principessa Alexandra e i principi Michael di Kent. Presente anche il duca di Kent, vedovo amatissimo della duchessa. Tutti uniti attorno alla famiglia, mentre l’assenza di Camilla ha reso ancora più evidente un dettaglio che i cronisti hanno sottolineato: l’affiatamento tra Carlo e la nuora Kate Middleton.
Virale, sui social britannici, l’abbraccio del sovrano con la principessa di Galles, letta da molti come una conferma di quanto Carlo veda proprio in William e Catherine il futuro saldo della monarchia. Una vicinanza sottolineata anche dai tabloid, che hanno rimarcato come la regina Camilla fosse l’unica grande assente della giornata.
Il Daily Mail e il Sun parlano apertamente di “separazione di fatto” tra Carlo e Camilla, spiegando che i due vivrebbero ormai da tempo in residenze diverse, senza rendere pubblica la rottura per evitare scosse alla stabilità della Corona. “Marriage over”, titola oggi più di un giornale.
Le voci sulla crisi non sono nuove, ma stavolta coincidono con un passaggio delicatissimo per la monarchia. Il Regno Unito guarda a William e Kate come volto rassicurante e moderno, mentre Carlo, colpito da problemi di salute e da un consenso altalenante, appare sempre più legato alla coppia di Galles.
E così, quello che doveva essere un funerale storico – il primo cattolico celebrato per un membro della Royal Family – è diventato il teatro della notizia che scuote Buckingham Palace: l’era di Carlo e Camilla potrebbe davvero essere finita.
Reali
Re Carlo e il buen retiro in Transilvania: il rifugio segreto lontano da telefoni e wifi
Non a Balmoral né a Sandringham: il sovrano britannico trova pace tra le colline della Romania, dove da oltre 25 anni trascorre le sue vacanze in un borgo rurale senza tempo.

Altro che castelli scozzesi e tenute reali inglesi. Il vero rifugio di re Carlo III si trova a Zălanpatak, un piccolo villaggio nel cuore della Transilvania, Romania. Un luogo fuori dal tempo, dove la modernità sembra non essere mai arrivata: niente televisori, niente connessione internet, niente telefoni. Solo natura incontaminata, case color pastello e strade percorse da carri trainati da cavalli. È qui che il sovrano britannico, da oltre un quarto di secolo, si concede settimane di riposo immerso in un paesaggio che riflette la sua visione di sostenibilità e di vita a misura d’uomo.
La casa tra i prati fioriti
Per raggiungere la residenza di Carlo occorre percorrere una strada sterrata di cinque chilometri che attraversa prati in fiore e fattorie. L’abitazione, una pensione con sette stanze, è arredata con semplicità quasi monastica: un letto a castello in legno, una stufa del XVII secolo e un ritratto della regina Elisabetta II come unica concessione all’iconografia reale. Quando il re vi soggiorna, la struttura viene chiusa ai turisti e diventa un rifugio privato sorvegliato dal suo staff di sicurezza. Nei restanti mesi dell’anno, le camere vengono messe a disposizione dei visitatori, a circa 170 euro a notte, con la possibilità di aggiungere esperienze come gite in carrozza, escursioni per l’osservazione degli orsi o la preparazione di dolci tipici.
Natura e biodiversità come missione
Per Carlo la Romania non è solo un luogo di riposo, ma un laboratorio vivente che incarna i principi a cui ha dedicato gran parte della sua vita pubblica. «La Transilvania è parte della sua vita», ha spiegato il conte Tibor Kálnoky, amico e lontano parente del sovrano, intervistato dal Washington Post. Qui sopravvivono tradizioni agricole ormai scomparse altrove in Europa: coltivazioni di piccola scala, pastorizia e un equilibrio quasi intatto tra uomo e natura.
Il territorio ospita una straordinaria varietà di flora e fauna: circa 1.200 specie di piante censite solo in quest’area, oltre 200 specie di farfalle (contro le 40 presenti nel Regno Unito), e ancora lupi, linci e orsi bruni, animali ormai estinti da secoli nelle campagne britanniche. È un paesaggio che sembra dare corpo alle battaglie di Carlo per la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della biodiversità.
Le estati del re
Il periodo preferito da Carlo per soggiornare in Transilvania è tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, quando la natura è al culmine della sua fioritura. Per lui è l’occasione di riconnettersi con ritmi lenti e con quella vita semplice che spesso cita nei discorsi pubblici come antidoto all’alienazione del mondo moderno. «Ritrova molte delle cose in cui ha sempre creduto e che cerca di trasmettere», spiega ancora Kálnoky.
Un rifugio lontano dall’etichetta
La scelta di Carlo racconta anche la sua personalità. In Romania non ci sono cerimonie ufficiali né rigidi protocolli di corte. Ci sono invece silenzi, passeggiate nei boschi e il contatto diretto con le persone del posto. È un volto meno noto del re, ma che ben si sposa con il suo impegno ambientalista e con la ricerca di autenticità che ha guidato molte delle sue decisioni.
In un’epoca di iperconnessione, Carlo ha scelto come buen retiro un luogo senza wifi, dove l’unico lusso è la natura. Un messaggio che suona come manifesto: anche un sovrano trova la sua vera ricchezza nella semplicità.
Reali
Principe Harry, 41 anni tra missione in Ucraina e riflessioni personali: “Sono felice della mia vita”
Il duca di Sussex ha trascorso il compleanno a Kiev durante una visita segreta legata agli Invictus Games. Tra l’incontro con i veterani, la memoria di Lady Diana e un possibile colloquio con Zelensky, Harry parla anche del suo rapporto con il Regno Unito e con la famiglia reale.

Il principe ha infatti scelto di trascorrere questa ricorrenza in Ucraina, dove è arrivato venerdì scorso con una missione riservata. Subito dopo aver passato quattro giorni a Londra con re Carlo. A Kiev, accompagnato dal team della Fondazione Invictus, ha incontrato veterani e visitato luoghi simbolici del conflitto, trattenendo a fatica le lacrime davanti al memoriale delle vittime.
In un colloquio con The Guardian, Harry ha spiegato di sentirsi sereno con se stesso. «Ho la coscienza pulita e sono felice della vita che conduco. Quest’anno tornerò più spesso a casa, perché ho sempre amato il Regno Unito e lo amerò sempre». Parole che lasciano intravedere un clima di riavvicinamento alla famiglia reale dopo l’incontro privato di 54 minuti avuto con il padre a Londra.
La missione segreta a Kiev
La visita in Ucraina è rimasta sotto stretta riservatezza fino all’arrivo del principe. Immortalato dalle immagini diffuse dalle ferrovie ucraine mentre indossava la divisa degli Invictus Games. Il suo itinerario ha incluso il Museo di Storia nazionale, un incontro con circa 200 veterani e un colloquio con la premier Yulia Svyrydenko. Non è stata confermata né smentita invece un’eventuale stretta di mano con il presidente Volodymyr Zelensky. Grande sostenitore degli Invictus, ma fonti locali hanno lasciato intendere che un incontro possa essere avvenuto lontano dai riflettori.
Harry ha ribadito l’impegno della sua fondazione nel creare progetti di riabilitazione anche in Ucraina: «Non possiamo fermare la guerra, ma possiamo impedire che le persone diventino insensibili ai suoi effetti».
Il legame con Lady Diana e l’impegno umanitario
Il duca di Sussex ha rinnovato anche il legame con Halo Trust, la ong che si occupa di sminamento e che fu sostenuta dalla principessa Diana nel 1997 durante la storica visita in Angola. «All’inizio del conflitto Harry ha incontrato i nostri colleghi ucraini e ci ha dato un grande sostegno», ha ricordato il generale James Cowan, direttore dell’organizzazione. L’associazione ha disinnescato oltre 100mila mine dal 1994 e resta un simbolo della continuità tra l’impegno di Diana e quello del figlio.
Nei giorni precedenti alla trasferta ucraina, Harry aveva visitato a Londra l’Imperial College, dove vengono curati bambini feriti nei conflitti di Gaza e Ucraina, devolvendo una donazione di 500mila dollari.
Vita privata e sport come sfogo
Lontano dal solo ruolo istituzionale, Harry ha anche condiviso aspetti più personali. Ha raccontato di sfogarsi con la boxe, di non amare la bicicletta e di sentirsi appagato dalla vita accanto a Meghan Markle, smentendo così le voci di crisi. «Sono felice con me stesso, e questo per me è ciò che conta di più», ha sottolineato.
La missione a Kiev è nata anche da un incontro casuale a New York con Olga Rudnieva, direttrice del Superhumans Trauma Centre di Leopoli, che cura soldati amputati. «Mi ha detto che il gesto più utile sarebbe stato venire di persona. Ho parlato con Meghan e con il governo britannico, poi è arrivato l’invito ufficiale dell’Ucraina», ha spiegato.
Un compleanno dal significato simbolico
Il compleanno in terra di guerra conferma l’immagine di Harry come membro dei Windsor più legato all’azione sul campo, forte anche delle due missioni militari svolte in Afghanistan. Con il sostegno al popolo ucraino, il principe intende dare continuità alla memoria di sua madre e, al tempo stesso, mostrare un volto della monarchia che guarda all’impegno umanitario e alla solidarietà internazionale.
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