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William e Harry: il cognome che usavano prima del matrimonio

I figli di Re Carlo III, prima di ricevere i titoli nobiliari, avevano adottato un cognome che omaggiava il padre. Una tradizione reale poco nota che ha segnato la loro giovinezza e il loro servizio militare.

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    Non tutti sanno che, prima di diventare il duca di Cambridge e il duca di Sussex, William e Harry avevano un cognome differente. Essendo membri di alto rango della famiglia reale britannica, nei loro certificati di nascita non compare un cognome ufficiale, ma per gran parte della loro vita ne hanno utilizzato uno ispirato al titolo del padre, Re Carlo III.

    Nei primi anni 2000, durante il servizio militare, i due fratelli adottarono il cognome “Wales” (Galles), in omaggio a Carlo, all’epoca principe di Galles. Le immagini dell’epoca li ritraggono con le divise riportanti i nomi “William Wales” e “Harry Wales”, una pratica comune per i reali, che spesso assumevano il titolo del genitore come cognome in contesti ufficiali, come scuole e forze armate. Questo sistema permetteva loro di avere un’identità più semplice e gestibile nei contesti istituzionali, senza complicazioni dinastiche.

    Il cambio definitivo avvenne con il matrimonio. Nel 2011, quando William sposò Kate Middleton, ricevette il titolo di duca di Cambridge e iniziò a essere identificato come William Cambridge. Tuttavia, nel 2022, dopo la morte della regina Elisabetta II, gli è stato conferito il titolo di principe di Galles, e da allora ha ripreso a utilizzare il cognome “Wales”. I suoi tre figli – George, Charlotte e Louis – lo hanno seguito, adottando ufficialmente il cognome “Wales” per la scuola e altri contesti.

    Harry, invece, con il matrimonio del 2018 con Meghan Markle, divenne duca di Sussex e assunse il cognome “Sussex”, lo stesso che portano oggi i suoi figli, Archie e Lilibet. Inizialmente registrati come Mountbatten-Windsor, dopo l’ascesa al trono di Carlo III hanno assunto il titolo di principi di Sussex. Anche Meghan ha adottato il cognome, sottolineando pubblicamente quanto fosse importante per lei condividere il nome con il marito e i figli, rafforzando così il senso di unità familiare.

    Questo passaggio non è solo una formalità, ma un segno dell’evoluzione della monarchia britannica, in cui i titoli nobiliari definiscono non solo il ruolo pubblico, ma anche l’identità familiare di chi li porta.

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      Reali

      Meghan Markle e la marmellata che divide: successo commerciale ma disastro gastronomico. bocciato dalla critica

      Che Meghan Markle avesse intenzione di costruire un impero lifestyle dopo aver detto addio alla vita da royal non era un mistero. Ma che la sua marmellata potesse scatenare una tale bufera, forse sì. Parliamo della “As Ever”, una confettura artigianale all’albicocca lanciata in tiratura limitata e andata esaurita in poche ore. Un prodotto che ha fatto notizia non tanto per il gusto – che in pochi hanno potuto realmente provare – quanto per le critiche feroci che ha ricevuto da un’esperta del settore.

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        Donna Collins, figura di riferimento nel mondo delle conserve con il suo marchio Jelly Queens. Collins, senza mezzi termini, ha definito la marmellata “un fallimento”, mettendo in discussione sia la consistenza che la qualità degli ingredienti. E a quel punto, il barattolo si è rotto. Secondo l’esperta, quella di Meghan non sarebbe nemmeno tecnicamente una marmellata, ma una “spread”, termine usato per indicare una conserva troppo liquida per essere spalmata con orgoglio. “È quello che succede quando una marmellata non riesce,” ha sentenziato. A nulla servirebbe l’utilizzo di buoni ingredienti, se la consistenza non è quella giusta.

        Alla faccia dell’ambiente

        Collins ha poi insinuato che le albicocche fossero coltivate “in modo convenzionale”, ovvero trattate con pesticidi, e ha criticato l’uso (o l’abuso?) della pectina, il gelificante naturale che dovrebbe garantire la giusta solidità al prodotto. Risultato? Una marmellata che per alcuni è icona del nuovo corso di Meghan, ma per altri è solo un vasetto da collezione – meglio se chiuso.

        Comunque vada… è stato un successo

        Eppure, nonostante i giudizi impietosi, la “As Ever” è riuscita in qualcosa che molte conserve sognano: diventare virale. I vasetti, venduti a 9 o 14 dollari l’uno, sono finiti nel giro di ore. Alcuni sostengono che il merito vada al nome dietro l’etichetta, più che al contenuto. Altri parlano di un’efficace strategia basata sulla scarsità, con una produzione volutamente limitata per creare attesa e desiderio. L’effetto Markle, insomma, ha funzionato ancora una volta, anche se più come fenomeno pop che come successo gastronomico.

        La polemica infuria

        Il dibattito intorno alla marmellata rivela una tensione più profonda: quella tra immagine e sostanza. Meghan Markle si sta reinventando come imprenditrice lifestyle, e il suo marchio è pensato per incarnare valori come autenticità, qualità artigianale e cura del dettaglio. Ma basta un prodotto poco riuscito a far crollare la narrazione? Non necessariamente. In fondo, ogni brand ha bisogno di tempo per trovare la propria voce, e un barattolo andato male può servire più di mille slogan per capire cosa migliorare.

        Il peso del testimonial

        È però lecito domandarsi quanto ci sia di genuino dietro a prodotti che portano il nome di una celebrità. Collins è stata molto chiara: “Tutti sappiamo che non è Meghan a cucinare la marmellata.” Una frase semplice, ma pungente, che rimette in discussione l’intera operazione. La duchessa ha davvero messo le mani in pasta o ha solo firmato un’etichetta? Finché il confine tra branding e passione personale resta sfumato, sarà difficile distinguere il business dall’autenticità.

        In arrivo nuovi prodotti

        Con il suo marchio “American Riviera Orchard”, Meghan Markle ha annunciato l’arrivo di altri prodotti: si parla di chutney, tè, oli e persino un vino – già oggetto di nuove polemiche. Riuscirà a convincere il pubblico che dietro le sue conserve c’è più sostanza che strategia? Per ora, il dibattito resta aperto. Quel che è certo è che la marmellata dell’ex duchessa ha fatto esattamente ciò che ogni prodotto sogna: farsi notare. Nel bene o nel male, di “As Ever” si parla. E tanto basta, almeno per cominciare.

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          Reali

          La cicatrice magica del principe William: “Brilla come quella di Harry Potter”

          Colpito da una mazza da golf a 8 anni, William racconta con ironia l’aneddoto dietro il segno sopra l’occhio sinistro.

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            Durante una recente visita a Cardiff, il principe William ha svelato con il suo consueto umorismo l’origine della cicatrice che porta sopra l’occhio sinistro. Un piccolo segno ormai diventato parte del suo volto e della sua storia. “La mia cicatrice? È come quella di Harry Potter, a volte brilla”, ha raccontato scherzando con i presenti, lasciando tutti divertiti e incuriositi. Ma dietro quella battuta si nasconde un episodio tutt’altro che magico.

            Un colpo inferto da una mazza da golf

            Era il 1991 e William aveva appena otto anni quando, durante una partita a golf con alcuni amici alla Ludgrove School, fu colpito accidentalmente alla testa da una mazza. L’impatto fu violento e gli causò una frattura cranica, tanto da rendere necessario il ricovero in ospedale. Sua madre, la principessa Diana, rimase al suo fianco per tutta la notte, preoccupata ma presente come solo lei sapeva essere. Fortunatamente, il piccolo principe si riprese senza gravi conseguenze, ma con un segno ben visibile che ancora oggi porta con sé.

            Una cicatrice molto cool

            William non ha mai nascosto quella cicatrice, anzi, l’ha trasformata in un tratto distintivo. La paragona spesso alla celebre saetta sulla fronte del maghetto di Hogwarts, e racconta che, a seconda della luce, sembra davvero brillare. Un dettaglio che incuriosisce chi lo incontra e che lui stesso ama raccontare con autoironia. Nel tempo, quella cicatrice è diventata un simbolo di resilienza e spontaneità, un piccolo ricordo d’infanzia che il futuro re non ha mai voluto cancellare. E così, mentre il mondo lo osserva con occhi da futuro sovrano, William continua a portare con sé un frammento della sua infanzia.

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              Reali

              Harry tende la mano alla Royal Family: segnali di pace agli Invictus Games 2027

              Il duca di Sussex prova a ricucire i rapporti con Re Carlo e William: un invito ufficiale per l’evento a Birmingham potrebbe riaprire il dialogo.

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                Dopo anni di tensioni, dichiarazioni esplosive e distanze sempre più marcate, il principe Harry sembra pronto a fare un passo concreto verso la riconciliazione con la sua famiglia. Secondo quanto riportato dal Daily Mail, il duca di Sussex ha deciso di estendere un invito ufficiale a Re Carlo III e al principe William per partecipare agli Invictus Games 2027, che si terranno a Birmingham dal 12 al 17 luglio. L’invito, che dovrebbe essere formalizzato entro la fine di giugno, rappresenta molto più di un gesto formale. E’ un vero e proprio ramoscello d’ulivo, un tentativo di riaprire un dialogo familiare interrotto da tempo.

                Invictus Games un gesto di Harry a sostegno dei veterani

                Harry, che ha fondato gli Invictus Games nel 2014 per sostenere i veterani feriti, considera questo evento una delle sue più grandi realizzazioni personali. Coinvolgere la Royal Family in un progetto così significativo per lui è un modo per condividere ciò che ha costruito e, forse, per dimostrare che nonostante le divergenze, i legami familiari possono ancora essere recuperati.

                Carlo III e il perdono

                Secondo fonti vicine alla famiglia reale, Carlo III potrebbe prendere seriamente in considerazione l’invito. La biografa reale Ingrid Seward ha dichiarato che il sovrano potrebbe partecipare per mostrare il proprio sostegno alle forze armate e per riconoscere pubblicamente il contributo del figlio. Anche la commentatrice Katie Nicholl ha sottolineato che il re possiede una grande capacità di perdono e che, nonostante le ferite del passato, potrebbe cogliere l’occasione per un gesto di distensione.

                C’è una Camilla di mezzo

                Tuttavia, non mancano gli ostacoli. L’evento coincide con l’80° compleanno della regina Camilla, previsto proprio durante i giorni dei giochi, e questo potrebbe complicare la presenza del sovrano. Inoltre, resta da capire se Meghan Markle e i figli Archie e Lilibet accompagneranno Harry nel Regno Unito, un dettaglio che potrebbe influenzare la disponibilità della Royal Family a partecipare.

                Harry sceglie la pace

                Nonostante le incognite, l’invito agli Invictus Games rappresenta un momento chiave. È la prima volta che Harry si espone così apertamente per cercare un riavvicinamento, e lo fa attraverso un evento che incarna i valori di resilienza, servizio e comunità. Se accettato, potrebbe segnare l’inizio di una nuova fase nei rapporti tra il duca di Sussex e la sua famiglia. Se ignorato, rischia di diventare l’ennesima occasione mancata.

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