Spettacolo
La libidine è finita: Jerry Calà contro i giovani che preferiscono vodka e suv alle ragazze
Dal ricordo dei Gatti di Vicolo Miracoli alle vacanze con Mara Venier, dalle chiacchierate con Renzi alla cena con De Niro: l’attore racconta un’Italia che non c’è più e stronca il politicamente corretto.

Poltu Quatu, Costa Smeralda. Jerry Calà è circondato dai fan che gli chiedono selfie sotto l’ombrellone. Sorride, firma, posa. «È la trentesima foto di oggi, ma è la mia gioia. Grazie a Dio ancora me le chiedono». Una parentesi di mare grosso l’ha portato in spiaggia: lui, da sempre “gommonauta”, preferisce la libertà del largo.
L’estate è un continuo tour: Puglia, Marche, Toscana, Capri. Sul palco della Taverna Anema e Core canta con Gianluigi Lembo e incontra Matteo Renzi: «Lo conosco dai tempi della Capannina, quando era sindaco. Nel backstage passavano tutti, anche i politici». La politica, però, non l’ha mai cercata: «Io l’ho evitata. Qualcuno prova a collocarmi, ma non mi interessa». Fa eccezione Luca Zaia: «Un amico vero. Sono dispiaciuto che sia a fine corsa. Per lui sarei favorevole anche a un quarto mandato».
La vera polemica Jerry la riserva ai giovani. «Oggi la libidine non è più quella che intendevo io. I ragazzi hanno più desiderio per i tavoloni e le bottiglie che per le ragazze. Li vedi arrivare in suv enormi, ordinare vodka più alta di loro, poi uscire di casa a mezzanotte e tornare alle sei. Secondo voi, dopo, fanno l’amore?». Un quadro impietoso, lontano dalle estati leggere degli anni Settanta: «Allora bastava una Mehari, una torcia e tanta voglia di cazzeggiare. Le vacanze erano incontri, innamorarsi, non esibizioni».
Ricorda i tempi dei Gatti di Vicolo Miracoli: «Io, Smaila, Oppini e Salerno vivevamo insieme a Milano. Passavano Teocoli, Abatantuono, Graziani. Maurizio Costanzo ci aiutava a preparare gli spettacoli: ognuno sparava le sue cazzate, le migliori finivano nei copioni. Poi giù al bar: Costanzo e Smaila a gara a chi mangiava più krapfen».
Calà continua a lavorare: «Cento spettacoli l’anno, sto preparando un film per il 2026. Voglio fare satira sul politicamente corretto: limita la commedia e costringe a scrivere copioni di serie B. Certo, noi a volte esageravamo, ma oggi non ti farebbero più dire certe battute».
Il ricordo più surreale? Un infarto, nel 2023, durante un set a Napoli: «Mentre i chirurghi mi mettevano gli stent, mi chiesero: “Jerry, ci fa un Libidine?”. E giù a ridere tutti». Poi gli amori. Mara Venier, che definisce «il mio equilibrio». Con lei trasformò il divorzio in amicizia. Anche se, alla festa di nozze, spuntò già il primo “tradimento”: «Mara esagera, io e un’altra stavamo solo parlando fitti fitti. Lei ci sorprese nei bagni…».
E l’incontro con De Niro? «A Capalbio, anni Ottanta. A cena con Joe Pesci, non parlava con nessuno. La mattina dopo mi disse in italiano che andava a Roma per girare con Sergio Leone. Lo invitai a una mia serata. Quella sera un buttafuori mi avvisa: “C’è un vecchietto un po’ messo male che dice di essere invitato da lei”. Era De Niro, truccato da anziano per C’era una volta in America. Incredibile».
E oggi? «Il numero uno è Zalone. Fa un film ogni tanto e capisci che sta bene. Io vado avanti, e se mi chiedono ancora “Libidine”, vuol dire che qualcosa di buono l’ho lasciato».
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Televisione
Ballando con le polemiche: Rosa Chemical fa già discutere, Convertini annuncia la sua partecipazione e tira in ballo la mamma
Rosa Chemical porta con sé il bagaglio di vecchie foto hot riemerse dai social, mentre Beppe Convertini diventa virale per un video di presentazione che tira in ballo perfino la mamma. E la pista di “Ballando con le Stelle” si scalda ancor prima del debutto.

Ogni anno la stessa storia: “Ballando con le Stelle” di Milly Carlucci promette spettacolo, ma prima ancora di accendere le luci della pista riesce a innescare polemiche degne di una soap opera. Stavolta al centro del vortice c’è Rosa Chemical, il cantante che già a Sanremo aveva diviso l’opinione pubblica con le sue performance senza filtri.
Il suo nome era circolato tra i papabili concorrenti da settimane, ma ora che la sua presenza è ufficiale sono ricomparse vecchie fotografie bollenti che lui stesso, anni fa, aveva pubblicato sui social e poi rimosso. Scatti senza censure che oggi tornano a girare, rischiando di creare più di un imbarazzo in casa Rai. Non tanto per i fan, che lo seguono proprio per la sua carica provocatoria, quanto per chi ancora fatica a digerire la sua idea di spettacolo sopra le righe.
A fare il resto ci pensa Beppe Convertini. L’attore e conduttore non poteva limitarsi a un annuncio classico: ha pensato bene di postare un video per dire al pubblico che sarà in pista. Fin qui nulla di strano, se non fosse che nella clip tira in ballo anche la madre, citata con tono enfatico, generando un effetto più imbarazzante che emozionante. I social non gli hanno perdonato il siparietto, trasformando il filmato in materiale da meme.
Milly Carlucci, dal canto suo, osserva e sorride: abituata da anni alle premesse burrascose del suo show, sa che ogni polemica si traduce in curiosità e share. Ma la stagione 2025 di “Ballando” rischia di battere i record ancor prima del debutto. Un cast che mette insieme icone pop, volti televisivi e personaggi controversi è già di per sé garanzia di fuochi d’artificio.
E se i ballerini ancora non hanno messo piede in pista, la gara della visibilità sembra già cominciata. Rosa Chemical colpisce per le provocazioni passate, Convertini per l’eccesso di zelo. Il pubblico, nel frattempo, si prepara a sintonizzarsi: perché a “Ballando” non si va solo per ballare, ma per diventare parte del più grande reality della tv di Stato.
Personaggi e interviste
Ambra Angiolini: “Sul set della mia bulimia non reciterò. Ma di notte scrivo e mando tutto a Renga”
L’ultima puntata di Non è la Rai la girò in piena bulimia. Oggi Ambra Angiolini ne parla con lucidità e poesia. Sta scrivendo il film tratto dal suo libro InFame, ma senza recitarvi. “È una storia troppo mia. Preferisco affidarla a un’attrice che non sono io”

«All’ultima puntata di Non è la Rai ero nel pieno della bulimia», dice Ambra Angiolini con quella sua sincerità spiazzante, che da anni la rende una delle voci più autentiche dello spettacolo italiano. Oggi, a distanza di tempo, quella ferita è diventata parola, poi libro e ora film. Sì, perché InFame, il memoir con cui l’attrice ha raccontato senza pudore la sua malattia, diventerà una pellicola. Ma sullo schermo, stavolta, Ambra non ci sarà.
«Non reciterò nel film tratto da InFame. Ho deciso di scriverlo, ma non voglio interpretarlo. È una storia molto personale, una ferita che mi ha insegnato tanto», ha raccontato in un’intervista a la Repubblica. Nessuna voglia di rivivere da attrice quello che ha già vissuto nella carne. «Quando l’ho scritto, ho capito quanto fosse tragicomico, e a tratti pericoloso, ciò che avevo attraversato», ha aggiunto. Il film sarà quindi il racconto crudo ma poetico di un’adolescenza vissuta sotto i riflettori, tra disturbi alimentari e sorrisi forzati in diretta.
Ambra, che oggi ha 47 anni, continua però a scrivere. Di notte, soprattutto. E c’è qualcuno che riceve tutto, in anteprima. «A Francesco Renga mando ogni cosa che scrivo. Di notte, gli inoltro pagine, idee, pensieri. Abbiamo un bellissimo scambio. Forse è il nostro modo di volerci ancora bene». Parole che raccontano un’intimità che va oltre la fine di una relazione. Una complicità che resta, tra due persone che hanno condiviso la vita e oggi condividono la parola.
Il film è in fase di scrittura. Il cast ancora top secret, ma una cosa è certa: non sarà un biopic agiografico, né una lacrimosa parabola di redenzione. Ambra vuole raccontare la verità, con ironia e schiettezza. Quella verità che da adolescente non poteva permettersi, mentre tutti la guardavano danzare felice in TV, mentre dentro combatteva una battaglia silenziosa.
Un lavoro di memoria, certo. Ma anche di giustizia. Perché ogni ferita, se raccontata, può diventare bellezza. E magari, anche cura.
Televisione
Striscia la notizia cambia pelle: Berlusconi prepara il restyling del tg satirico più famoso d’Italia
Pier Silvio Berlusconi annuncia una rivoluzione “soft” per Striscia la notizia, il tg satirico in onda su Canale 5 dal 1988. Nessun taglio netto, ma un’operazione di aggiornamento pensata per adattarsi ai gusti del pubblico di oggi. Dallo studio alla grafica, dai ritmi al cast: tutto sarà rivisto, ma senza intaccare l’impronta inconfondibile di Antonio Ricci.

Dopo trentacinque anni di satira, inchieste, veline e tapiri d’oro, Striscia la notizia è pronta a cambiare volto. O quasi. La notizia è arrivata direttamente da Pier Silvio Berlusconi, che in conferenza stampa ha parlato di “evoluzione” e “rinnovamento” in totale sintonia con Antonio Ricci, padre e mente creativa del programma. Nessuna rottura con il passato, ma una trasformazione ragionata per traghettare Striscia nella contemporaneità.
Le novità? Per ora si sa solo che il ritorno in tv è previsto per novembre, e che la trasmissione subirà un restyling profondo. Si parla di nuova sigla, scenografie riviste, ritmi più serrati e — forse — anche di nuovi volti capaci di intercettare le giovani generazioni. Il tutto senza sacrificare lo stile inconfondibile che ha reso Striscia un’icona della televisione italiana.
Berlusconi, consapevole del peso simbolico del programma, ha scelto la via della prudenza: prima di mettere mano al format, Mediaset testerà il gradimento del pubblico attraverso il ritorno estivo di due show storici come La ruota della fortuna con Gerry Scotti e Sarabanda con Enrico Papi. Se il pubblico risponderà positivamente ai classici “rimodernati”, il nuovo corso di Striscia sarà pronto a decollare.
L’obiettivo è chiaro: rendere il programma più vicino alle abitudini di consumo del pubblico attuale, che si divide tra tv tradizionale e contenuti digitali. Ma senza rinunciare a quell’irriverenza che ha sempre contraddistinto Striscia, e che resta il cuore del progetto.
Il banco di prova sarà il ritorno in onda, previsto per il prossimo autunno. Solo allora si capirà se il restyling avrà centrato l’obiettivo: aggiornare senza snaturare. Perché Striscia, nonostante tutto, vuole restare se stessa. Solo un po’ più al passo coi tempi.
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