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Musica

Jake La Furia: «A 50 anni smetto con il rap. Non voglio diventare una macchietta»

Il giudice di X Factor torna a parlare a ruota libera: dalla politica alle droghe, da Musk agli aspirapolveri che insultano i padroni. «Mi piacerebbe fare country». Intanto, si gode la reunion dei Club Dogo e si prepara alla nuova edizione del talent.

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    Il rapper non ha mai avuto peli sulla lingua, e nemmeno stavolta si smentisce. Jake La Furia, reduce dal successo della reunion dei Club Dogo e con un nuovo progetto discografico in cantiere, racconta il suo presente: «Perché no? È stata una bella esperienza, faticosa, ma bella. È servita a tutti sotto parecchi punti di vista: visibilità, divertimento e anche economico. Per cui, perché no?».

    La musica però non è più quella di vent’anni fa. «Rispetto ad allora è tutto peggiorato: chi immaginava che saremmo tornati a parlare di guerra, armi e invasioni. E i fascismi sono molto meno mascherati, direi. Il problema è che ai ragazzi non gliene frega un cazzo. Sembrano gli anni ’80, quando tutti volevano dimenticare gli anni di piombo. C’è un totale disinteresse su tutto: la gente non legge, non guarda i film, non conosce le notizie». La soluzione? «Vado a vivere su Marte. Magari ci trovo Elon Musk, che più che pericoloso mi sembra un demente. Anche se qualcosa di buono l’ha fatto. Si vede che sono i tempi dell’intelletto al servizio del male».

    C’è spazio per la speranza? Pochino. «Sono ovviamente preoccupato per i miei due figli, infatti li ho mandati alla scuola inglese proprio perché siano pressoché madrelingua. Nel momento in cui vogliono fare la valigia e andare, vanno».

    Sul ritorno del rap è chiaro: «La trap, che è molto bistrattata, in realtà è un genere super dignitoso. Per un periodo ha fagocitato tutto, anche i singoli pop delle superstar. Io i trapper li capisco: fanno quello che gli viene istintivo. E comunque non sono tutti uguali: ci sono anche dei bravissimi, come Baby Gang, Tony Boy, Sfera Ebbasta».

    La qualità della musica si è abbassata? «Ovviamente sì. Ora tutti possono fare musica e condividerla subito. Prima c’era la gavetta, ora si esplode velocemente sia per le cose belle che per quelle brutte. Non c’è soluzione, la tecnologia spinge verso la velocità e possiamo solo peggiorare». E sull’intelligenza artificiale: «Mi viene in mente Skynet di Terminator. Io mi immagino aspirapolveri che insultano i padroni. È la morte della creatività: paghiamo un device per sostituire la fantasia».

    Poi l’ostentazione di ricchezza nei video trap: «Io sono orgogliosamente pieno di mitra e Lamborghini», ride. Ma aggiunge: «Sono gli underdog, quelli che hanno subìto, che sono stati bistrattati. La Lamborghini è il modo per far vedere che uno che non ha mai avuto nulla ce l’ha fatta. Giusto o sbagliato, questo è sempre stato il messaggio del rap».

    E le armi? «I ragazzi replicano quello che vedono. Questo tipo di musica si rifà molto al modello americano. Ma non siamo neanche lontanamente paragonabili a quello che succede in Francia. Per cui starei tranquillo: siamo ancora civilizzati».

    Sul rapporto con la droga è netto: «Drogarsi è stato divertente, creativo, e anche molto impegnativo. Ma la droga è una cosa per giovani. A un certo punto bisogna mollare il colpo, altrimenti diventi un demente».

    La politica? «Voto, certo, altrimenti mia madre mi ammazza. Non dico per chi, ma non è difficile capirlo. Però questa politica fatta da papponi mi sta facendo disamorare. Quando dal governo ti convincono che è inutile andare a votare, è proprio quello il momento in cui devi andarci».

    Sulle forze dell’ordine è tagliente: «Ne succedono di tutti i colori e io non ho mai visto collaborazione. Ho visto solo tentativi di insabbiare e aiutarsi fra di loro. Puoi andare in questura a fare il passaporto, ma legittimamente puoi anche non fidarti».

    E poi la bomba finale: «A 50 anni smetto con il rap. Non voglio diventare una macchietta col cappellino e il collanone. Uno può levarsi dai riflettori e restare nello spettacolo facendo altro. Mi piacerebbe fare country: parla alla gente ed è per quello che piace».

    Sul nuovo X Factor, si concede una battuta: «Non c’è più Manuel Agnelli, con cui mi trovavo benissimo, ed è arrivato Francesco Gabbani. Se Manuel era la notte, lui è il giorno. Ma Francesco si è inserito e adesso è parte dell’ingranaggio». E su Achille Lauro: «Lui è un personaggio. Ha capito che per stare in piedi devi costruirti un mondo. Che piaccia o meno è un altro discorso. Ma almeno ci mette la testa e non copia. Lo rispetto per questo».

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      Musica

      Lily Allen: “Volevo morire dopo il divorzio. Ma stavolta mi sono salvata da sola”

      Dopo mesi difficili, Lily Allen ritrova equilibrio e forza nella terapia e nella musica: “Mi sono fatta ricoverare per scelta. Ho capito che chiedere aiuto è un atto di coraggio, non di debolezza.”

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      Lily Allen

        A volte la rinascita comincia nel momento più buio. Lily Allen, 40 anni, lo sa bene. La cantante britannica, nota per brani come Smile e The Fear, ha deciso di raccontarsi senza filtri in un’intervista a British Vogue, rivelando quanto sia stato devastante il divorzio dall’attore David Harbour, star della serie Netflix Stranger Things.

        “Volevo morire”, confessa l’artista. “Stavo per perdermi di nuovo tra alcol e droghe. Dopo sei anni di sobrietà, il dolore della separazione stava per trascinarmi indietro.”

        Il crollo dopo la separazione

        Allen e Harbour si erano sposati nel 2020, in piena pandemia, con una cerimonia intima a Las Vegas. Dopo quattro anni insieme, il matrimonio è naufragato lo scorso dicembre. “David mi ha tradita per tre anni con una donna più giovane”, rivela la cantante, spiegando che l’infedeltà è stata “una ferita profonda, difficile da accettare”.

        Durante la crisi, Lily racconta di aver ricominciato a lottare contro un disturbo alimentare che l’aveva già accompagnata in passato. “La sofferenza mi ha fatto perdere il controllo. Mi sono accorta che cercavo di nuovo rifugio nelle vecchie abitudini autodistruttive: un bicchiere in più, un pensiero di troppo. È stato un periodo terribile.”

        La decisione di chiedere aiuto

        A salvarla, questa volta, è stato un atto di consapevolezza. “Mi sono resa conto che stavo crollando. Ho deciso io stessa di ricoverarmi in clinica. È stato un passo fondamentale: le altre volte l’avevano fatto contro la mia volontà, ma adesso sapevo di aver bisogno di fermarmi.”

        Allen descrive l’esperienza come “un percorso di lucidità”. “La forza non è fingere che vada tutto bene, ma riconoscere che non lo è. Mi sono detta: prenditi una pausa, non puoi continuare così.”

        Il ritorno alla musica

        Oggi, dopo mesi di terapia e meditazione, la cantante è tornata a lavorare al suo nuovo album, atteso entro il prossimo anno. “Scrivere mi ha aiutato a guarire”, ammette. “Nelle canzoni parlo di dolore, ma anche di accettazione. Ho messo in musica la confusione, la rabbia e la fragilità di quei mesi.”

        Allen, che ha due figlie adolescenti avute dal primo matrimonio con Sam Cooper, spiega di voler essere “un esempio di resilienza”. “Voglio che le mie figlie capiscano che si può sopravvivere anche quando tutto sembra crollare. Che si può chiedere aiuto e tornare a vivere.”

        “Adesso voglio capire me stessa”

        Nonostante le ferite, la cantante non rinnega il passato. “Con David non è stato tutto negativo”, racconta. “Abbiamo condiviso momenti belli. Provo compassione per lui: alla fine, soffriamo tutti.”

        Oggi il suo obiettivo è uno solo: ritrovare se stessa. “Ho 40 anni e le mie priorità sono cambiate. Voglio capire come sono arrivata fin qui, affrontando anche il rapporto complesso con mio padre. La terapia mi sta aiutando a sbrogliare la matassa.”

        Una rinascita consapevole

        Lily Allen appare più forte, determinata a non lasciarsi definire dalle cadute del passato. “Le droghe e l’alcol erano la mia fuga, ma ora so che non posso scappare da me stessa. La vera forza è restare e affrontare il dolore.”

        Il sorriso, quello della ragazza ribelle che negli anni Duemila scalava le classifiche britanniche, sembra tornato. Ma questa volta è diverso: è il sorriso di chi ha toccato il fondo e ha deciso di risalire, passo dopo passo, con la musica come ancora di salvezza.

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          Musica

          Clementino, tra musica, tv e rinascita personale: “Ho trovato il mio equilibrio”

          Mentre prepara due nuovi progetti televisivi accanto ad Antonella Clerici, Clementino guarda al futuro con serenità, grato per l’amore di Roberta e per una vita finalmente più consapevole.

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          Clementino

            Per Clementino questo è un periodo di svolta, sia sul piano personale che professionale. Il rapper napoletano, 42 anni, oggi si dice felice e in pace con se stesso. Accanto a lui c’è Roberta, la compagna con cui condivide sogni e progetti, tra cui quello di diventare padre. “Ho trovato il giusto equilibrio”, racconta, un equilibrio conquistato attraverso due nuove passioni che gli hanno cambiato la vita: la meditazione e la lettura.

            In un’intervista a Repubblica, Clementino non ha nascosto di aver attraversato momenti molto bui: “Ero tossicodipendente, sono stato in comunità. Ma si può uscire dalle dipendenze”, ha spiegato, con la sincerità che lo contraddistingue. Oggi, invece, si concentra sul presente e sulla crescita personale. Ha rivelato di aver iniziato a meditare nel 2023: una pratica che ora considera al pari della musica, al punto da dedicarle tre momenti quotidiani. “La meditazione mi ha insegnato a conoscermi meglio, a lasciare andare ciò che è superfluo e ad accettare il cambiamento”, ha confessato.

            Alla meditazione si affianca un altro amore scoperto di recente: i libri. Clementino legge tra i quaranta e i cinquanta volumi l’anno, trasformando la lettura in un appuntamento fisso delle sue giornate. “Ogni pagina mi aiuta a viaggiare e a riflettere”, dice, convinto che la cultura sia un’arma potente anche contro i momenti di fragilità.

            Se la vita privata procede serena, anche quella professionale non è da meno. Clementino sarà presto protagonista in televisione con due programmi al fianco di Antonella Clerici. Tornerà infatti come giudice di The Voice, talent che negli anni gli ha permesso di valorizzare giovani artisti emergenti, e sarà tra i volti principali di Suzuki Jukebox – La notte delle hit, evento musicale in cui vestirà i panni del “disturbatore”, un ruolo che richiama la sua esperienza da animatore nei villaggi turistici.

            Un sodalizio, quello con Antonella Clerici, che Clementino considera speciale: “Lei ha sempre creduto in me”, ripete con gratitudine. Ma precisa subito: la televisione non sostituirà mai la musica, che resta la sua casa naturale.

            Guardando al futuro, l’artista campano appare determinato a custodire ciò che ha conquistato con fatica: un amore stabile, una carriera in ascesa e, soprattutto, una nuova consapevolezza. “Oggi so che si può cambiare — conclude — e che anche dai periodi più difficili si può uscire più forti”.

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              Musica

              Britney Spears esplode contro il figlio e l’ex marito Kevin Federline: “Vi ho mantenuti per anni. Tuo padre non lavora da quindici”

              “Ho fatto quattro tour mondiali, giudicato a X Factor e vi ho dato tutto. Ma è difficile quando tuo padre fuma erba tutto il giorno e ti insegna che va bene così”. Un fiume di rabbia e amarezza per la cantante, che ora chiede solo di poter rivedere i suoi figli Sean e Jayden.

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                La saga Spears-Federline sembra non avere fine. Ogni settimana un nuovo colpo di scena, un nuovo capitolo di una guerra familiare che si combatte a colpi di interviste, post e confessioni pubbliche. Stavolta a rompere il silenzio è Britney Spears, furiosa dopo le dichiarazioni dell’ex marito Kevin Federline e dei figli Sean Preston e Jayden.

                Tutto è partito dal libro di memorie di Federline, You Thought You Knew, in cui l’ex ballerino racconta episodi privati del matrimonio con Britney. Lei, 42 anni, non l’ha presa bene. E sui social si è lasciata andare a un durissimo sfogo, diretto soprattutto al figlio più giovane: «Ho aiutato tuo padre che non ha un lavoro da quindici anni. Immagino che per voi sia più facile non avere qualcuno che vi controlli se fate i compiti. Gli standard di vostro padre, che fuma erba tutti i giorni, devono giovare alla vostra vita quotidiana. Molto “cool”, davvero».

                Poi la cantante si toglie altri sassolini dalle scarpe: «Sono felice di aver portato avanti quattro tour mondiali, di aver fatto il giudice a X Factor e molto altro ancora. Ho fatto tutto questo per te e per Sean Preston. È orribile vedere tuo padre essere un ipocrita e dire che i media sono orribili, e poi ti fa parlare con loro di cose personali!».

                La Spears punta anche sul tema economico, sempre spinoso: «Tu e tuo fratello volete che io migliori per continuare a dare a vostro padre 40mila dollari al mese? O vi siete allontanati perché tra due anni finiranno i pagamenti?». E infine, una nota più tenera: «Siete i miei bambini e lo sarete per sempre. Jayden, continua a suonare: hai un dono. Sono orgogliosa di voi».

                Ma la polemica non si ferma qui. Nel libro, Kevin racconta anche un presunto episodio del passato che ha già fatto discutere i fan: «Passando davanti a una stanza d’hotel, vidi Britney baciare appassionatamente la ballerina Teresa Espinosa». Una “nota lesbo”, come la definisce lui, che sembra fatta apposta per riaccendere il fuoco della curiosità morbosa.

                Tra rancori, memorie e accuse, la famiglia Spears sembra sempre più lontana dalla pace. E Britney, una volta regina del pop, oggi appare come una madre ferita, decisa a ricordare a tutti – figli compresi – che dietro la leggenda c’è ancora una donna che non vuole smettere di essere ascoltata.

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