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Cucina

Crostata Day 2025, il dolce che unisce generazioni: dalla frolla della nonna alle versioni di Bottura, Massari e De Riso

Dal forno delle nonne alle cucine stellate, la crostata è il dolce che attraversa i secoli: Bottura l’ha resa “sbagliata”, Massari l’ha elevata con la sua frolla Milano, De Riso le ha dato i profumi della Costiera. Una tradizione che si rinnova al Crostata Day.

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    Basta pronunciarne il nome per evocare calore, mani infarinate e ricordi di infanzia. La crostata, protagonista del Crostata Day 2025 celebrato il 9 settembre, non è soltanto un dolce, ma un rituale familiare che attraversa le generazioni. Simbolo di condivisione e affetto, servita rigorosamente a fette, continua a rappresentare uno dei legami più forti tra cucina casalinga e alta pasticceria.

    La sua storia è antica. Già Marco Gavio Apicio, gastronomo dell’epoca romana, ne descriveva una versione con confettura di zucca nel suo De re coquinaria. Nel Trecento appare nel manoscritto francese Le Viandier, mentre nel Cinquecento Bartolomeo Scappi, cuoco segreto di papa Pio IV, le dedicò un intero capitolo. Pellegrino Artusi, secoli dopo, mise la pasta frolla al centro delle sue ricette, intuendo che la vera anima della crostata non è nella farcitura ma nella base: burrosa, friabile, profumata.

    Oggi la crostata vive una doppia anima. Da un lato resta il dolce delle case italiane, preparata dalle nonne e dalle zie con confetture di stagione. Dall’altro, è diventata una tela bianca su cui i grandi maestri di pasticceria hanno disegnato le proprie creazioni. La più celebre resta quella di Massimo Bottura: “Oops! Mi è caduta la crostatina al limone”, nata da un errore in cucina trasformato in icona mondiale. Una tartelletta speziata, zabaione al limone e gelato al lemongrass che ha fatto scuola, dimostrando che la perfezione può nascondersi nell’imperfezione.

    C’è poi Iginio Massari, con la sua frolla Milano che è diventata modello per intere generazioni di pasticceri. E Sal De Riso, che ha portato la crostata in televisione con le sue versioni alla costiera amalfitana: agli agrumi o in formato strudel, capaci di raccontare il legame tra territorio e tradizione.

    La pasta frolla resta il cuore del dolce. Le scuole di pasticceria insegnano che per una riuscita impeccabile bisogna rispettare riposo, temperature e dosi precise. Farina tipo 0, zucchero a velo, burro e strutto nelle giuste proporzioni: dettagli che fanno la differenza tra una base croccante e una che si sgretola. È la frolla, più della marmellata o del cioccolato, a decretare il successo di una crostata.

    Il Crostata Day diventa così l’occasione non solo per celebrare un dolce ma per rivivere una tradizione che ha radici profonde e un futuro ancora da scrivere. Perché, tra ricette casalinghe e versioni gourmet, la crostata resta il simbolo di un’Italia che si riconosce nei suoi sapori più semplici e autentici.

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      Cucina

      Cacio e pepe a 28 euro, esplode il dibattito sul nuovo ristorante veneziano di Alessandro Borghese

      Nel menù spicca una cacio e pepe da 28 euro, simbolo della cucina povera romana, che a Venezia diventa piatto di lusso. Borghese paga 251mila euro l’anno per il mantenimento della sede sul Canal Grande: «Un costo stellare che inevitabilmente incide sui conti».

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        Si può pagare 28 euro per una cacio e pepe? La domanda rimbalza da giorni dopo l’apertura del nuovo ristorante di Alessandro Borghese a Venezia. Lo chef televisivo, volto di 4 Ristoranti e amatissimo dal pubblico per il suo stile diretto, ha inaugurato “AB – Il lusso della semplicità” all’interno di Ca’ Vendramin Calergi, palazzo storico affacciato sul Canal Grande e sede del Casinò.

        Un contesto unico, di grande prestigio, ma anche di spese altissime. Per il mantenimento del locale Borghese paga infatti 251mila euro all’anno, Iva esclusa. È stato il sito Scattidigusto a rivelare la cifra che, inevitabilmente, si riflette sui prezzi del menù. Così il piatto simbolo della tradizione romana, nato come ricetta povera di pasta, pecorino e pepe, diventa un piccolo lusso a quasi trenta euro.

        Il caso ha acceso il dibattito. Da un lato c’è chi accusa lo chef di snaturare un piatto popolare, trasformandolo in status symbol. Dall’altro, chi difende l’idea che in un contesto esclusivo come Venezia e in un palazzo storico affacciato sul Canal Grande i costi siano inevitabilmente più alti. Lo stesso Borghese aveva definito il suo progetto un ristorante “di lusso ma accessibile”, capace di raccontare la tradizione italiana con un tocco contemporaneo.

        Il menù non si limita alla cacio e pepe: piatti iconici della cucina nazionale vengono ripensati in chiave moderna, con materie prime di qualità e presentazioni curate. Ma è proprio il prezzo della pasta che ha fatto più discutere, perché rappresenta l’emblema di una cucina povera trasformata in lusso. Una provocazione gastronomica che, nel contesto del nuovo locale, sembra quasi un marchio di fabbrica.

        A Venezia, intanto, i clienti affollano il ristorante incuriositi. Qualcuno lo fa per la cucina, qualcuno per vedere da vicino lo chef televisivo, altri per scattare una foto con la vista mozzafiato. La polemica sul prezzo, però, non accenna a spegnersi: 28 euro per un piatto di pasta restano un simbolo perfetto di quella sottile linea che separa la semplicità dal lusso.

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          Panbiscotto ai frutti rossi: una ricetta dalle origini antiche che anche la dieta perdona!

          Il panbiscotto è una ricetta che ha origini antiche e si prestava a essere preparato con ingredienti semplici, spesso disponibili in dispensa. L’aggiunta dei frutti rossi, oltre a dare un tocco di colore e freschezza, arricchisce il dolce di vitamine e antiossidanti, rendendolo non solo gustoso ma anche nutriente

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            Combina la croccantezza del biscotto con la morbidezza e la dolcezza dei frutti rossi. Una scelta eccellente per chi cerca un dolce facile da preparare, ma che sia allo stesso tempo raffinato e delizioso.
            Puoi personalizzare il tuo panbiscotto aggiungendo gocce di cioccolato o noci tritate per un tocco in più di sapore e croccantezza.
            Il panbiscotto ai frutti rossi si conserva bene per diversi giorni se tenuto in un contenitore ermetico. Può anche essere congelato e scongelato all’occorrenza.

            Panbiscotto ai frutti rossi

            Ingredienti per uno stampo medio da plumcake
            200 g di farina 00
            100 g di zucchero semolato
            100 g di burro fuso freddo
            2 uova
            3 cucchiai di nocciole tritate
            1 bustina di lievito per dolci
            1 pizzico di sale
            150 g di frutti rossi misti (lamponi, mirtilli, ribes)

            Procedimento
            Inizia lavando e asciugando bene i frutti rossi. Se i frutti sono grandi, tagliali a metà. In una ciotola grande, sbatti le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto chiaro e spumoso. Aggiungi il burro fuso e continua a mescolare.

            Setaccia la farina insieme al lievito, alle nocciole e al pizzico di sale, poi incorporali gradualmente al composto di uova e zucchero. Delicatamente, aggiungi i frutti rossi all’impasto, mescolando con cura per evitare di romperli troppo.

            Versa l’impasto in uno stampo da plumcake imburrato e infarinato. Livella la superficie con una spatola. Cuoci in forno preriscaldato a 170°C ventilato per circa 30-35 minuti, o fino a quando il panbiscotto non sarà dorato in superficie e uno stecchino inserito al centro ne uscirà pulito. Lascia raffreddare completamente il panbiscotto prima di tagliarlo a fette.

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              Ricette zero sprechi e nuova vita agli ingredienti dimenticati

              In un mondo dove le risorse scarseggiano e l’impatto ambientale è sempre più pressante, la sostenibilità diventa un imperativo in ogni aspetto della nostra vita, incluso quello culinario. Spesso capita di avere in frigo o in dispensa ingredienti che stanno per scadere o che avanzano da altre preparazioni. Invece di buttarli via, con un pizzico di fantasia e le giuste ricette, possiamo trasformarli in piatti nuovi e saporiti.

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                Combattere lo spreco alimentare è una sfida globale che richiede l’impegno di tutti. In Italia, il fenomeno assume dimensioni preoccupanti: si stima che ogni anno vengano gettati via ben 36 milioni di tonnellate di cibo, con un costo stimato di circa 50 miliardi di euro. Le cause sono diverse: cattiva pianificazione degli acquisti, conservazione scorretta degli alimenti, porzioni troppo abbondanti, eccessiva enfasi sull’estetica dei prodotti.

                Combatti lo spreco alimentare e delizia il tuo palato con queste ricette creative e gustose!
                Ecco alcune idee per dare nuova vita agli ingredienti dimenticati

                Verdure
                Le foglie appassite di insalata possono essere frullate per preparare un pesto saporito o un soffice impasto per crocchette.
                I gambi di broccoli o cavolfiore possono essere saltati in padella con aglio e peperoncino per un contorno sfizioso.
                Le bucce di patate possono essere trasformate in chips croccanti al forno.
                La polpa di pomodoro avanzata può essere utilizzata per preparare una salsa deliziosa per la pasta o una base per una zuppa.

                Pane raffermo
                Il pane raffermo può essere grattugiato per preparare polpette di pane, pan grattato per insaporire secondi piatti o crostini per antipasti.
                Le fette di pane raffermo possono essere utilizzate per preparare una panzanella fresca e saporita o una torta di pane ricca e gustosa.
                I ritagli di formaggio possono essere utilizzati per preparare una fonduta golosa o una quiche saporita. Le croste possono essere grattugiate per insaporire salse, minestre o piatti di pasta.

                La frutta matura può essere frullata per preparare frullati nutrienti, smoothie rinfrescanti o salse dolci per dessert.
                Yogurt scaduto, può essere utilizzato per preparare pancake soffici, muffin golosi o una marinata saporita per il pollo.
                Usando la creatività e un pizzico di ispirazione, possiamo trasformare i nostri “avanzi” in piatti originali e deliziosi, riducendo lo spreco alimentare e risparmiando denaro.

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