Cucina
Marmellata o confettura, la dolcezza è regolare!
Nel regno dei sapori, due regine regnano supreme: la marmellata e la confettura. Entrambe a base di frutta e zucchero, conquistano il palato con la loro dolcezza, ma nascondono segreti e peculiarità che le rendono ben distinte.
Nel regno dei sapori, due regine regnano supreme: la marmellata e la confettura. Entrambe a base di frutta e zucchero, conquistano il palato con la loro dolcezza, ma nascondono segreti e peculiarità che le rendono ben distinte.
La marmellata, come suggerisce il nome, affonda le sue radici nella tradizione portoghese, dove “marmelo” significa “mela cotogna”. Nasce proprio dalla lavorazione di questo frutto, anticamente molto diffuso in Portogallo.
La confettura, invece, vanta origini più nobili. Il termine deriva dal latino “conficere”, che significa “confezionare”, e richiama l’arte di conservare la frutta, un tempo preziosa risorsa alimentare.
Nell’ordine: marmellata di bergamotto, mandarino e limone*
Frutta, la sola protagonista
Nel regno della marmellata, sono sovrane le scorze di agrumi, come arance, limoni e cedri. La loro buccia spessa e ricca di pectina, un gelificante naturale, conferisce alla marmellata la sua tipica consistenza densa e spalmabile.
Nel regno della confettura, invece, il trono spetta a qualsiasi tipo di frutta, tranne gli agrumi. Tra le regine più amate troviamo fragole, ciliegie, albicocche, pesche e fichi. La loro polpa morbida viene lavorata in modo da ottenere una consistenza più variabile, da vellutata a granulosa, a seconda del frutto utilizzato.
Nell’ordine: confettura di ciliegie, pesche e fragole
Zucchero, un tributo equilibrato
In entrambi i casi, lo zucchero gioca un ruolo fondamentale. La sua quantità minima per legge è del 35% per la confettura e del 20% per la marmellata negli agrumi.
Tuttavia, la vera differenza sta nel modo di aggiungerlo. Nella marmellata, lo zucchero viene unito alle scorze di agrumi prima della cottura, favorendo la loro macerazione e l’estrazione di pectina. Nella confettura, invece, lo zucchero viene aggiunto alla frutta già cotta, permettendo di regolarne la dolcezza in base ai gusti personali.
Un’etichetta a norma per ognuna
Per tutelare la qualità e le caratteristiche di queste due delizie, esistono delle regole ben precise. La Direttiva Europea 82/711 definisce marmellata e confettura, stabilendo i requisiti minimi di frutta e zucchero. In Italia, inoltre, il Decreto Ministeriale 20 agosto 1992 disciplina ulteriormente la produzione, specificando le denominazioni e le caratteristiche di marmellate e confetture extra, con un contenuto di frutta più elevato.
Incoronare la vincitrice è solo una questione di gusti
Marmellata e confettura, due regine con caratteristiche e sapori unici. La scelta tra l’una e l’altra dipende dai gusti personali. Per gli amanti dei sapori decisi e delle consistenze dense, la marmellata agli agrumi è quella giusta!
Per chi, invece, preferisce la dolcezza delicata e le consistenze variabili, la confettura di frutta è quella giusta.
Indipendentemente dalla vostra scelta, ricorda che la marmellata e confettura sono entrambe delizie irrinunciabili che arricchiscono la nostra tavola con gusto e tradizione.
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Cucina
Kaiserschmarrn, il dolce imperiale che conquista tutti: la ricetta originale austriaca
Dalla storia alla preparazione, ecco tutti i segreti del Kaiserschmarrn, la frittata dolce che viene servita con confetture e zucchero a velo per un’esperienza autentica di gusto e tradizione. Perfetto per colazioni o merende autunnali.
Il Kaiserschmarrn è un dolce tradizionale austriaco, perfetto per chi ama i sapori rustici e autentici della cucina mitteleuropea. La sua storia è legata all’imperatore Francesco Giuseppe I, grande amante di questo dolce semplice ma gustoso. Il Kaiserschmarrn è simile a una frittata dolce sbriciolata, arricchita con uvetta e servita con zucchero a velo e confettura di frutti di bosco o composta di mele.
Ingredienti
- 100 g di farina
- 250 ml di latte
- 4 uova
- 2 cucchiai di zucchero
- 1 pizzico di sale
- 50 g di uvetta (ammollata in rum o acqua tiepida)
- 20 g di burro
- Zucchero a velo q.b.
- Confettura di mirtilli o composta di mele per accompagnare
Preparazione
- In una ciotola, mescola farina, latte e sale fino a ottenere una pastella liscia.
- Dividi le uova separando albumi e tuorli: monta i tuorli con lo zucchero e aggiungili alla pastella.
- Monta a neve gli albumi e incorporali delicatamente al composto.
- In una padella antiaderente, sciogli il burro e versa la pastella, distribuendo uniformemente le uvette ammollate.
- Cuoci a fuoco medio fino a doratura, quindi girala e sbriciolala con una forchetta.
- Continua a cuocere fino a doratura completa.
Servizio
Servi il Kaiserschmarrn caldo, cospargendolo di zucchero a velo e accompagnandolo con confettura di mirtilli o composta di mele.
Varianti e consigli
Il Kaiserschmarrn può essere arricchito con mandorle tritate o mele a cubetti. Il segreto per un risultato perfetto è la cottura: deve rimanere soffice all’interno e leggermente croccante all’esterno.
Un dolce semplice ma irresistibile, perfetto per colazioni sostanziose o merende golose che conquisteranno tutti!
Cucina
Budino di cachi: un dolce autunnale ricco di proprietà benefiche
Ricco di vitamine e antiossidanti, il caco è il frutto ideale per creare dolci cremosi e salutari. Il budino di cachi è perfetto per sfruttarne tutti i benefici in una ricetta semplice e autunnale.
Il caco, frutto tipico dell’autunno, è ricco di vitamine A e C, antiossidanti e fibre. Grazie alla sua alta concentrazione di betacarotene, il caco è un alleato per la salute della pelle e della vista, oltre a rafforzare il sistema immunitario. Contiene anche tannini, che hanno proprietà astringenti, e zuccheri naturali che lo rendono energetico ma leggero, perfetto per dolci cremosi e salutari.
Budino di cachi: la ricetta
Per preparare un budino di cachi, scegli frutti maturi e dolci, dalla polpa morbida e profumata. Ecco come realizzarlo:
Ingredienti:
- 2 cachi maturi
- 150 ml di panna fresca
- 2 cucchiai di zucchero di canna
- 1 bustina di vanillina
- 2 fogli di gelatina (o agar agar per una versione vegana)
Procedimento
- Preparazione della base di cachi: Lava i cachi, rimuovi la buccia e frulla la polpa fino a ottenere una purea liscia.
- Gelatina: Ammolla i fogli di gelatina in acqua fredda per circa 5 minuti. Se usi agar agar, scioglilo in acqua e portalo a ebollizione per attivare il potere gelificante.
- Panna e zucchero: In un pentolino, scalda la panna con lo zucchero e la vanillina, mescolando fino a far sciogliere lo zucchero. Non far bollire.
- Unione degli ingredienti: Togli dal fuoco e aggiungi la gelatina strizzata (o l’agar agar) alla panna calda, mescolando per scioglierla completamente. Aggiungi poi la purea di cachi e mescola fino a ottenere un composto omogeneo.
- Riposo: Versa il composto in stampini e lascia riposare in frigorifero per almeno 4 ore, o fino a quando il budino non si è solidificato.
- Servizio: Sforma il budino e decoralo con frutta secca, granella di cacao o miele per un tocco finale.
Consigli e varianti
- Con yogurt greco: Sostituisci la panna con yogurt greco per una versione più leggera e ricca di proteine.
- Con cioccolato fondente: Aggiungi scaglie di cioccolato fondente al composto per un contrasto di sapori più deciso.
- Con spezie: Un pizzico di cannella o zenzero in polvere darà una nota speziata perfetta per l’autunno.
Questa ricetta esalta la dolcezza naturale del caco, trasformandolo in un dessert leggero e cremoso, ideale per una merenda o un fine pasto autunnale.
Cucina
Castagnaccio: il dolce autunnale che celebra la tradizione italiana
Dal profumo intenso di castagne e con varianti regionali che esaltano le diverse tradizioni culinarie italiane, il castagnaccio è un dolce rustico e genuino. Scopri la ricetta tradizionale, le declinazioni locali e le proprietà nutrizionali di questo dessert senza glutine e ricco di energia.
Il castagnaccio è un dolce rustico tipico dell’autunno, amato in diverse regioni d’Italia e preparato con pochi e semplici ingredienti, primo fra tutti la farina di castagne. Questo dolce ha origini antiche e viene declinato in diverse varianti regionali, ognuna con le sue particolarità. Scopriamo la ricetta tradizionale e le varianti più conosciute, insieme alle proprietà nutrizionali e organolettiche di questo piatto storico.
La ricetta del castagnaccio tradizionale
Il castagnaccio è un dolce senza glutine, vegano e privo di zuccheri aggiunti, perfetto per chi cerca un dessert genuino e sano. Ecco la ricetta base:
Ingredienti:
- 300 g di farina di castagne
- 500 ml di acqua
- 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva
- 50 g di pinoli
- 50 g di uvetta
- Un rametto di rosmarino
- Un pizzico di sale
- (Facoltativo) scorza d’arancia grattugiata o semi di finocchio
Procedimento:
- Preriscaldare il forno a 180°C.
- Mettere l’uvetta in ammollo in acqua tiepida per circa 15 minuti.
- In una ciotola, setacciare la farina di castagne e aggiungere un pizzico di sale.
- Versare l’acqua a filo, mescolando con una frusta per evitare la formazione di grumi, fino a ottenere un composto omogeneo e liscio.
- Aggiungere l’olio d’oliva, i pinoli, l’uvetta strizzata e, se gradito, la scorza d’arancia o i semi di finocchio.
- Versare il composto in una teglia bassa e unta d’olio, livellando la superficie. Cospargere con qualche ago di rosmarino e un filo d’olio.
- Cuocere in forno per circa 30-40 minuti, finché la superficie non diventa croccante e crepata.
- Lasciare raffreddare prima di servire.
Le varianti regionali del castagnaccio
Il castagnaccio è diffuso soprattutto nelle regioni appenniniche italiane, e ogni zona ha sviluppato la sua versione, modificando leggermente la ricetta base. Ecco alcune delle varianti più note:
- Toscana: La versione toscana è forse la più conosciuta e rimane fedele alla ricetta tradizionale. Si caratterizza per la presenza di rosmarino, pinoli e uvetta, senza aggiunta di zucchero. In alcune aree si aggiunge anche la scorza d’arancia per dare un tocco aromatico.
- Liguria: In Liguria, il castagnaccio è chiamato pattona e spesso viene servito con ricotta fresca o miele, rendendo il dolce ancora più goloso. A volte, viene arricchito con semi di finocchio che conferiscono una nota aromatica particolare.
- Emilia-Romagna: Qui il castagnaccio può includere gherigli di noce e un po’ di vino dolce nell’impasto, per una versione più umida e ricca di sapore. In alcuni casi, si aggiungono anche pezzetti di mela o pere per una consistenza più morbida.
- Piemonte: In questa regione, il castagnaccio è arricchito con cacao o cioccolato fondente, per un sapore più deciso. Inoltre, talvolta vengono utilizzate nocciole tostate al posto dei pinoli, omaggio alla tradizione piemontese.
Caratteristiche organolettiche e nutrizionali
Il castagnaccio ha un profumo intenso di castagne e un sapore dolce e leggermente amarognolo, derivante dalla farina di castagne non trattata. La sua consistenza è morbida all’interno e croccante in superficie, grazie alla cottura in forno e all’olio d’oliva che rende il tutto fragrante.
Dal punto di vista nutrizionale, il castagnaccio è un dolce sano e genuino, privo di grassi animali e zuccheri raffinati. Ecco alcune delle proprietà nutrizionali della farina di castagne:
- Senza glutine: La farina di castagne è naturalmente priva di glutine, rendendo il castagnaccio adatto anche a chi soffre di celiachia.
- Ricco di fibre: Questo dolce è ricco di fibre, che favoriscono la digestione e danno un senso di sazietà prolungato.
- Fonte di vitamine e minerali: La farina di castagne contiene vitamine del gruppo B e minerali come potassio, magnesio e fosforo, utili per il benessere del sistema nervoso e per mantenere l’equilibrio idro-salino.
- Energia naturale: Grazie alla presenza di carboidrati complessi, il castagnaccio fornisce un’energia duratura, ideale per affrontare le giornate autunnali più fredde.
Inoltre, la versione tradizionale del castagnaccio, priva di zuccheri aggiunti, ha un basso indice glicemico, rendendolo un dolce adatto anche a chi vuole tenere sotto controllo i livelli di zucchero nel sangue.
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