Televisione
Selvaggia Lucarelli su De Martino e Maria De Filippi: “Un romanzo come Guerra e pace: il suo ex pupillo ora è il suo rivale”
“Tu pensa: De Martino che subentra per battere Maria De Filippi che l’ha creato. Chi avrebbe mai pensato, 15 anni fa, che quel ballerino diretto da Maria sarebbe stato il suo concorrente, trainando Ballando con le Stelle contro di lei? È un grande romanzo, come Guerra e pace”, ha detto Selvaggia Lucarelli, con la sua solita ironia pungente.

Selvaggia Lucarelli ha colto nel segno, come sempre. La sua è più di una battuta: è un ritratto spietato e al tempo stesso letterario della televisione italiana, dove le carriere e i destini si incrociano come nei grandi romanzi dell’Ottocento. “C’è Gerry Scotti contro Stefano De Martino. Tu pensa: De Martino che subentra per battere Maria De Filippi che l’ha creato. Chi avrebbe mai pensato, 15 anni fa, che quel ballerino diretto da Maria un giorno sarebbe stato il suo diretto concorrente, diventando il traino di Ballando con le Stelle contro di lei? Alla fine è un grande romanzo questo, come Guerra e pace”.
Il tono è ironico, ma l’osservazione fotografa perfettamente la metamorfosi di De Martino: da giovane ballerino di Amici, dove era uno dei talenti preferiti di Maria De Filippi, a volto di punta di Rai1, dove oggi guida il preserale più seguito della rete. Il ragazzo della danza è diventato il conduttore che sfida la sua stessa “creatrice”, non solo negli ascolti ma anche nel racconto televisivo del sabato sera.
Una rivalità che resta sottotraccia, fatta più di rispetto che di antagonismo, ma che il pubblico percepisce come una sorta di resa dei conti simbolica. Da una parte la regina indiscussa dei talent, dall’altra l’allievo cresciuto al punto da diventare rivale. E nel mezzo, come nota Selvaggia, il “terzo incomodo” Gerry Scotti, che con la nuova versione de La Ruota della Fortuna è tornato a insidiare gli ascolti Rai.
Il tutto mentre De Martino, in un periodo di grande esposizione mediatica, cerca di mantenere equilibrio e leggerezza. Proprio lui, che ha dichiarato di guardare la Ruota di Scotti e di non vivere la competizione con ansia: “La concorrenza mi accende, come nello sport. Senza un avversario non si gioca”.
Lucarelli, però, va oltre la superficie. Il suo sguardo restituisce alla televisione quella dimensione epica che spesso le manca: Guerra e pace, appunto. Con amori, tradimenti, vittorie e rivalità che si consumano davanti a milioni di spettatori. E al centro di tutto, Stefano De Martino, l’allievo che ha superato la prova più difficile: diventare, senza più maestri, protagonista della propria storia.
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Televisione
“Bad Influencer”, il lato oscuro dei baby influencer: su Netflix il doc che svela l’inferno dietro i like
Piper Rockelle e “The Squad” sono i volti noti di una macchina da milioni di follower. Ma dietro la fama, il documentario mostra un mondo fatto di pressioni, business familiare e silenzi pericolosi. Quando l’infanzia diventa contenuto.

Si chiama Bad Influence e promette di scuotere coscienze e algoritmi. Il documentario Netflix in tre episodi, disponibile dal 9 aprile 2025, è un viaggio disturbante e necessario nel cuore del fenomeno dei baby influencer. Creato da Jenna Rosher e Kief Davidson, due registi con un passato da documentaristi impegnati, il titolo è già destinato a sollevare discussioni accese. Perché al centro c’è una verità scomoda: dietro milioni di like, si nasconde spesso un prezzo altissimo.
Il volto simbolo del documentario è Piper Rockelle, star di YouTube con oltre 11 milioni di iscritti, protagonista del collettivo “The Squad”. Nelle clip sembra tutto perfetto: challenge, coreografie, prank e sorrisi. Ma le testimonianze di ex membri, genitori e collaboratori raccontano un altro lato della medaglia. Uno fatto di dinamiche tossiche, isolamento, pressioni economiche e accuse gravissime.
Il documentario non si limita a puntare il dito su un singolo caso. Fa molto di più: indaga un intero sistema che ha trasformato l’infanzia in un prodotto vendibile. Dai video per “bambini” agli account gestiti dai genitori, dalle sponsorizzazioni ai contratti vincolanti, Bad Influence mostra come i minori siano spesso al centro di una filiera commerciale senza regole né reali tutele.
Decoy Productions, la casa dietro il progetto, mette insieme materiale d’archivio, interviste esclusive e ricostruzioni che non risparmiano nessuno: né i genitori-manager, né le piattaforme, né il pubblico. Perché se è vero che YouTube e TikTok hanno rivoluzionato l’intrattenimento, è anche vero che l’impatto sui più giovani — quando non addirittura sui bambini — è una bomba a orologeria che finora nessuno ha davvero disinnescato.
E allora la domanda è semplice: chi protegge questi ragazzini? Chi garantisce loro un futuro, una salute mentale stabile, un’identità che non sia solo l’estensione del proprio username? Il documentario si interroga anche su questo, mostrandoci un mondo in cui il confine tra gioco e lavoro si dissolve, e la privacy diventa merce di scambio tra views e profitto.
Tra le scene più forti, il racconto di un ex membro del collettivo che parla di burnout, isolamento emotivo e di un ambiente competitivo in cui i bambini diventano “numeri” e “personaggi”, non più persone. Un universo dove la luce dei riflettori è sempre accesa, anche quando vorresti solo spegnerla.
Bad Influence non è solo un documentario: è una riflessione urgente sul presente digitale in cui siamo immersi. Che siate genitori, educatori, influencer o semplici utenti, questo titolo vi costringerà a fare i conti con la realtà. Una realtà che forse non avevamo voglia di guardare. Ma che ora è impossibile ignorare.
Televisione
Maria De Filippi “belva” per una notte: cosa bolle in pentola con Francesca Fagnani su Rai2
L’inedito incontro tra Maria De Filippi e Francesca Fagnani promette scintille. Secondo indiscrezioni, la conduttrice Mediaset comparirà in una “partecipazione speciale”, studiata nei minimi dettagli e tenuta top secret dalla Rai. Ma in che ruolo vedremo Maria?

Due regine della televisione, una sola arena. Francesca Fagnani e Maria De Filippi stanno per incrociare i loro regni mediatici, e già l’attesa è alle stelle. La notizia, lanciata dall’Adnkronos, ha fatto impazzire i fan: la conduttrice di Canale5 sarà infatti tra le protagoniste della nuova edizione di Belve, lo show cult di Rai2 in onda dal 28 ottobre in prima serata. Ma chi si aspetta la classica intervista-confessione dovrà ricredersi: Maria non si siederà sulla poltrona delle “belve”.
Nessun tête-à-tête, nessuna domanda tagliente: la De Filippi non sarà né ospite né co-conduttrice. La sua presenza, spiegano fonti vicine alla produzione, sarà “particolare e inaspettata”, qualcosa che si discosterà completamente dal format tradizionale. Non una partecipazione qualsiasi, insomma, ma un cameo calibrato al millimetro, come solo due registe del piccolo schermo sanno orchestrare.
Dietro le quinte, l’intesa tra le due conduttrici è già totale. Fagnani ha sempre manifestato grande stima per Maria, definendola “una macchina televisiva perfetta, che ha cambiato il linguaggio della tv italiana”. E la De Filippi, dal canto suo, ha ricambiato i complimenti, riconoscendo alla giornalista romana una “ferocia elegante”, quella capacità di scavare senza mai perdere misura.
L’idea – ancora avvolta dal riserbo – potrebbe essere quella di un incrocio simbolico, una sorta di scambio di ruoli, o forse un intervento “a sorpresa” in uno degli episodi più attesi della stagione. C’è chi ipotizza un monologo, chi una partecipazione ironica in apertura di puntata, chi persino un cameo costruito come un piccolo cortometraggio.
Di certo, la Fagnani sta curando ogni dettaglio, e la Rai punta a fare di questo incontro uno degli eventi televisivi dell’autunno. Una piccola rivoluzione, anche strategica: vedere la regina di Canale5 su Rai2 è di per sé un segnale di apertura inedito tra le due grandi rivali della tv italiana.
Niente domande imbarazzanti, dunque, ma un gioco di intese e rimandi tra due donne che la televisione la fanno – e la dominano – da prospettive diverse. Un incontro tra due “belve” vere, capaci di graffiare senza urlare. E di accendere la curiosità del pubblico ancora prima di apparire in video.
Televisione
Sophie Turner sarà la nuova Lara Croft? In trattativa per il ruolo nella serie TV di Tomb Raider
L’attrice di Game of Thrones potrebbe ereditare il ruolo iconico di Lara Croft nella serie TV prodotta da Amazon e Crystal Dynamics

Dopo Angelina Jolie e Alicia Vikander, il leggendario ruolo di Lara Croft potrebbe avere un nuovo volto: Sophie Turner. Secondo quanto riportato da Deadline, l’attrice nominata agli Emmy per il ruolo di Sansa Stark in Il Trono di Spade sarebbe in trattativa per interpretare la protagonista nella nuova serie televisiva dedicata all’universo di Tomb Raider.
La notizia non giunge del tutto inattesa: già nei mesi scorsi si era parlato della Turner come una delle papabili per il ruolo. Tuttavia, gli ultimi sviluppi sembrano confermare che le trattative siano ora in una fase avanzata.
Un rilancio ambizioso per Lara Croft
Il progetto fa parte di un massiccio rilancio del franchise di Tomb Raider, che oltre alla serie TV prevede anche un nuovo videogioco sviluppato da Crystal Dynamics e prodotto da Amazon MGM Studios. La combinazione tra i talenti creativi coinvolti e le risorse messe a disposizione promette di riportare Lara Croft al centro della scena mediatica, sia su schermo che nei videogiochi.
La serie televisiva sarà scritta e prodotta da Phoebe Waller-Bridge, la mente brillante dietro a successi come Fleabag e recentemente vista impegnata in Indiana Jones e il quadrante del destino. Oltre a Waller-Bridge, il team di produzione includerà nomi di spicco come Jenny Robins, Dmitri M. Johnson, Michael Scheel, Legendary Television e la stessa Crystal Dynamics.
Una sfida per Sophie Turner
Se confermata, questa sarà una nuova grande sfida per Sophie Turner. Dopo aver conquistato il pubblico e la critica con il ruolo di Sansa Stark e attualmente impegnata nella serie britannica Joan, Turner sembra pronta a mettere alla prova le sue doti in un ruolo fisicamente e psicologicamente impegnativo. Diventare Lara Croft significa ereditare un personaggio iconico, già interpretato in passato da due attrici di enorme carisma, ma Turner ha dimostrato di avere il talento necessario per portare una nuova dimensione al personaggio.
Phoebe Waller-Bridge e una visione moderna di Tomb Raider
La scelta di affidare il progetto a Phoebe Waller-Bridge è un’indicazione chiara dell’intento di dare un tocco fresco e moderno alla saga. Dopo aver rivoluzionato il panorama televisivo con Fleabag, Waller-Bridge si cimenta ora con uno dei personaggi femminili più iconici del mondo dei videogiochi. La serie TV promette di esplorare non solo le avventure spettacolari di Lara Croft, ma anche la sua complessità interiore, in linea con l’evoluzione moderna del personaggio.
Con una produzione di alto livello e la possibilità di vedere Sophie Turner nei panni dell’archeologa più famosa del mondo, Tomb Raider potrebbe rivelarsi uno dei progetti più attesi dei prossimi anni.
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