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Genova si illumina di meraviglia: il Natale dell’AcquarioVillage tra mare, scienza e magia

Capodanno tra i delfini, notti avventurose accanto agli squali e attività dedicate ai più piccoli alla Città dei Bambini e dei Ragazzi: un programma ricco che trasforma le festività in un viaggio tra natura, gioco e scoperte.

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Genova si illumina di meraviglia: il Natale dell’AcquarioVillage tra mare, scienza e magia

    Il periodo delle feste a Genova quest’anno profuma di mare e di curiosità scientifica. Dal 6 dicembre al 6 gennaio, l’AcquarioVillage inaugura una lunga stagione di iniziative che coinvolgono visitatori di tutte le età. Un calendario fitto di appuntamenti che prende il via nel Ponte dell’Immacolata e prosegue per tutto il periodo natalizio, con attività speciali, tour dietro le quinte, serate esclusive e perfino un Capodanno in famiglia.

    Cuore pulsante del programma rimane l’Acquario di Genova, che nelle due settimane più magiche dell’anno estende i suoi orari e propone il percorso guidato Dietro le quinte. Con partenze giornaliere da mattina a pomeriggio, il tour conduce gli ospiti nelle aree normalmente riservate ai biologi e ai curatori: laboratori, spazi tecnici, impianti di filtrazione e alimentazione degli animali. Un’occasione per scoprire quanto lavoro, ricerca e cura si nascondano dietro il funzionamento di una struttura che ospita migliaia di specie marine.

    Per la notte di San Silvestro, l’Acquario si prepara al suo evento più atteso: un Capodanno immersi nel blu, tra visita esclusiva serale, aperitivo nel Padiglione dei Cetacei e un gran cenone che si conclude con il brindisi di mezzanotte davanti alle vasche illuminate. Un’esperienza unica nel panorama italiano, proposta in collaborazione con Capurro Ricevimenti e prenotabile sul sito di C-Way.

    Non manca l’avventura dedicata ai più giovani: le celebri Notti con gli squali, in programma il 20 dicembre e il 3 gennaio, permettono a bambini tra i 7 e gli 11 anni di trascorrere un’intera notte davanti alla grande vasca dei predatori. Un momento emozionante, costruito per avvicinare i più piccoli alla biologia marina e alla vita notturna degli animali, sempre accompagnati dallo staff.

    Accanto al mondo marino, brilla anche la Città dei Bambini e dei Ragazzi, che quest’anno inaugura per la prima volta il suo Capodanno in famiglia. L’experience museum dedicato ai cinque sensi propone una serata di giochi, animazione e attività fino alla mezzanotte, pensata per un pubblico di genitori e bambini che desiderano un’alternativa festosa e sicura alla tradizionale notte fuori. Una scelta che arricchisce ulteriormente l’offerta culturale della città, creando uno spazio a misura di bambini anche in un giorno “da adulti”.

    Durante tutte le festività, la Città dei Bambini propone inoltre i Science Snack, brevi attività guidate che, tra quiz, esperimenti e piccoli laboratori, rendono l’apprendimento leggero e divertente.

    Per chi cerca un regalo di Natale originale, Costa Edutainment mette a disposizione biglietti, abbonamenti annuali e gift card acquistabili online, ideali per chi desidera regalare un’esperienza anziché un oggetto.

    Con orari prolungati e un programma ricchissimo, l’AcquarioVillage si conferma così uno dei poli culturali più vivaci d’Italia durante il periodo natalizio. Un luogo dove il gioco incontra la scienza, e dove il mare diventa protagonista di un Natale fuori dal comune.

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      Milan Games Week 2025, tra anteprime e creatività: il festival italiano del gaming cresce ancora

      L’edizione 2025 conferma la centralità dell’evento nel panorama europeo dell’intrattenimento digitale, con più spazio agli e-sports, agli sviluppatori indipendenti e ai contenuti cross-media.

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        Padiglioni affollati, cosplay ovunque e un’agenda fitta di appuntamenti: la Milan Games Week 2025, affiancata anche quest’anno da Cartoomics, ha confermato la sua posizione di riferimento per gli appassionati di videogiochi, fumetti e cultura pop. L’evento fieristico, che nelle ultime edizioni ha superato le 150 mila presenze secondo i dati ufficiali, continua a crescere grazie a un’offerta più ricca e sempre più orientata alla scena internazionale.

        Un’edizione all’insegna delle anteprime

        Anche nel 2025 i principali publisher hanno scelto Milano per presentare demo giocabili, trailer inediti e aggiornamenti sui titoli più attesi dell’anno. La presenza delle grandi case — come accade tradizionalmente con Xbox, PlayStation, Nintendo e i principali sviluppatori europei — ha attirato lunghe code davanti agli stand, confermando il trend di un mercato italiano che continua a espandersi (i dati IIDEA registrano da anni un aumento costante del giro d’affari).

        Accanto ai big dell’industria, a conquistare spazio sono stati gli studios indipendenti italiani, ormai una presenza stabile nella fiera. Team come quelli già noti per successi su PC e console hanno presentato prototipi e progetti in fase di sviluppo, sfruttando la MGW come vetrina per raggiungere publisher e pubblico.

        E-sports: tornei sempre più affollati

        Il settore competitivo, già protagonista nelle ultime edizioni, ha avuto un’area dedicata ancora più ampia. A riempire le tribune sono stati soprattutto i tornei su titoli di riferimento dell’e-sport globale, dal competitivo su sparatutto ai MOBA fino al calcio videoludico.

        La crescita del movimento italiano — supportata da federazioni, team professionistici e sponsor — si riflette anche nella qualità della produzione live: postazioni scenografiche, telecronache in stile broadcast e premi più ricchi. La MGW resta il punto di incontro principale per chi sogna una carriera da pro-player.

        Gli ospiti: creator, sviluppatori e icone pop

        Come avviene da anni, la Milan Games Week 2025 ha visto la partecipazione di content creator e streamer provenienti da tutta Italia, con incontri dedicati al rapporto tra community, gaming e piattaforme digitali. Non sono mancati gli ospiti internazionali: tradizionalmente la fiera ospita illustratori, fumettisti, doppiatori e game designer di fama, protagonisti di talk e panel tecnici molto seguiti.

        Grande attenzione anche ai cosplayer, con concorsi, workshop e sfilate che hanno trasformato i corridoi dei padiglioni in una celebrazione visiva della cultura geek.

        Il connubio con Cartoomics

        Da quando MGW e Cartoomics sono stati unificati, il festival è diventato a tutti gli effetti il più grande evento pop italiano. L’edizione 2025 ha riproposto l’area dedicata ai fumetti, al fantasy, alla fantascienza e al cinema, con editori, autori e collezionisti. Un mix che ha permesso di attrarre un pubblico più trasversale rispetto ai soli gamer, ampliando l’esperienza a famiglie e curiosi.

        Uno sguardo al futuro

        La Milan Games Week si conferma un osservatorio privilegiato sull’industria videoludica, che in Italia vale oltre 2,3 miliardi di euro (dato IIDEA 2024). L’attenzione crescente verso gli sviluppatori locali, la sinergia con Cartoomics e l’apertura internazionale indicano una direzione chiara: Milano vuole giocare un ruolo sempre più importante nella geografia europea dei grandi festival dedicati all’intrattenimento digitale.

        L’edizione 2025 non si limita a celebrare il gaming, ma racconta un settore che evolve, si professionalizza e punta a creare nuove opportunità per creator, professionisti e aziende. Un festival che cresce con il suo pubblico — e che, a giudicare dai numeri, è destinato a crescere ancora.

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          Anni ’90, la rivoluzione a 16 bit: il retrogaming che continua a far battere il cuore

          Doom, Duke Nukem, Tomb Raider, Mario, Sonic: non solo titoli, ma simboli di un’epoca che ha trasformato il videogioco da passatempo per pochi a fenomeno globale. E che oggi torna al centro dell’attenzione grazie alla nostalgia e alle nuove piattaforme di riscoperta.

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            Gli anni ’90 rappresentano un’irripetibile età dell’oro per il videogioco. In quel periodo, l’industria passa dalle forme ancora sperimentali degli anni ’80 a un linguaggio più maturo, che unisce grafica, design e storytelling. È il decennio in cui nasce la cultura pop dei videogame come la conosciamo oggi, e in cui si affermano console che hanno segnato generazioni: dal Super Nintendo al Sega Mega Drive, dalla prima PlayStation al Game Boy Color.

            Il cuore di questa rivoluzione batte nei titoli che hanno definito nuove regole. Doom (1993), sviluppato da id Software, non è semplicemente un videogioco: è l’opera che consolida il genere degli sparatutto in prima persona, aprendo la strada a una lunga discendenza. A pochi anni di distanza, Duke Nukem 3D (1996) porta l’irriverenza e l’umorismo nel mondo degli FPS, contribuendo a trasformare il giocatore in protagonista di un’avventura più dinamica e spettacolare.

            Parallelamente, anche il mondo dell’esplorazione tridimensionale vive una svolta. Nel 1996 Tomb Raider introduce Lara Croft, un’eroina capace di unire azione, puzzle e archeologia digitale come mai era successo prima. È uno dei primi titoli a far dialogare animazione 3D e narrazione cinematografica, anticipando un modello che negli anni successivi sarebbe diventato standard.

            Ma i ’90 non vivono solo di realismo e sparatorie. Mario e Sonic, mascotte di Nintendo e Sega, incarnano l’altra grande anima del decennio: quella colorata, rapidissima, fatta di mondi immaginari e salti leggendari. Super Mario World (1990) e Sonic the Hedgehog (1991) sono i capisaldi della “console war” che segnerà un’intera generazione di giocatori, definendo identità estetiche e meccaniche oggi tornate in auge grazie al retrogaming.

            Proprio questo ritorno è uno dei fenomeni più interessanti del presente. Mini-console ufficiali, emulazioni legali, collezionismo, mercatini digitali e re-release sulle piattaforme moderne stanno riportando in primo piano un patrimonio culturale che rischiava di scomparire. A rendere attuale quella stagione non è soltanto la nostalgia: molti titoli degli anni ’90 rimangono ancora oggi esempi perfetti di design essenziale, ritmo calibrato e creatività senza eccessi.

            Riscoprire i videogame di quel decennio significa ritrovare un’epoca in cui il medium sperimentava con coraggio, spesso con pochi mezzi ma con idee rivoluzionarie. Un tempo in cui ogni nuovo titolo sembrava aprire un universo inedito. E se oggi la tecnologia ha compiuto passi da gigante, non sorprende che molti giocatori — vecchi e nuovi — continuino a tornare proprio lì, dove tutto è cominciato.

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              Rinascere con le mani: la ceramica fatta in casa conquista le giornate lente, tra argilla morbida, tazze imperfette e ciotole

              Non serve un laboratorio né un tornio professionale: basta un tavolo, un panetto di argilla air-dry e qualche strumento semplice. Nascono vasi, tazze e piccoli oggetti imperfetti e poetici, specchio di un tempo che torna umano e di un bisogno profondo di fare con le mani. Una rivoluzione gentile che trasforma le cucine in atelier e regala benessere autentico.

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                C’è chi ha riscoperto i ferri da maglia, chi il pane fatto in casa. E poi c’è chi, silenziosamente, ha scelto l’argilla. La ceramica domestica è il nuovo rito di benessere creativo, un hobby che guarda al passato ma parla al presente: mani che impastano, dita che lisciavano il bordo di una tazza, respiri che rallentano mentre l’argilla prende forma. Non serve perfezione, anzi: le piccole irregolarità sono la vera firma. Un bordo storto diventa poesia, una crepa leggera un dettaglio da amare. In tempi di algoritmi e notifiche, modellare è un modo per fare pace con sé stessi e con il ritmo naturale delle cose.

                L’atelier in cucina
                Il fascino è nella semplicità. Per iniziare bastano argilla che essicca all’aria, una ciotolina d’acqua, un coltello da cucina, qualche spugna e un piano protetto. Non si gira il tornio: si usano le mani, la tecnica antica del pinch, del coil, delle lastre. Si formano ciotole, piccoli piattini per gioielli, porta-incenso, vasetti per fiori secchi. La fase più zen è la finitura: levigare, lisciare, togliere l’eccesso. È una cucina che diventa bottega, dove ogni oggetto nasce piano, senza fretta. E quando la forma è pronta, si lascia riposare: un invito a rispettare i tempi, anche quelli interiori.

                Il valore del fatto a mano
                Quello che nasce è più di un oggetto. È memoria materiale: un frammento di un pomeriggio lento, un sorriso, un momento in cui la mente ha taciuto. Ogni pezzo porta con sé un’emozione, e forse è per questo che la ceramica è diventata così popolare. Non è una moda, ma un modo per ritrovare presenza, per rimettere al centro il gesto e non il risultato. E poi c’è la bellezza del dono: regalare un piattino fatto a mano è regalare tempo, cura, attenzione — un lusso sottile e dolcissimo. Alla fine, il vero oggetto che si modella non è l’argilla, ma la calma. Un ritorno a sé stessi, una tazza alla volta.

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