Bellezza
Meglio pettinare i capelli prima o dopo lo shampoo?
La scelta tra pettinare i capelli bagnati o asciutti dipende da diversi fattori, inclusa la texture dei capelli, lo stile desiderato e le preferenze personali. Vediamo i pro e i contro di entrambi.

La struttura dei capelli è una meraviglia della natura, un intricato e complesso sistema che determina la salute, la texture e l’aspetto dei nostri capelli. Comprendere questa struttura è fondamentale per prendersi cura al meglio della chioma e mantenerla in condizioni ottimali. Dai follicoli piliferi alla cuticola, passando per il midollo e il corteggio, esploriamo insieme un aspetto sulla bellezza della nostra chioma.
Pettinare i capelli bagnati
I Pro
Pettinare i capelli bagnati può rendere più facile districarli, specialmente se hai capelli ricci o molto folti. L’acqua aiuta a ridurre l’attrito tra i capelli, facilitando lo scorrimento del pettine o della spazzola. Questo metodo può essere utile per distribuire uniformemente i prodotti per capelli, come balsami, maschere o oli, per ottenere una migliore idratazione e condizionamento.
I contro
Pettinare i capelli bagnati con troppa forza o con un pettine non adatto potrebbe causare danni e rotture, specialmente se i capelli sono fragili o danneggiati.
Pettinare i capelli asciutti
I Pro
Pettinare i capelli asciutti consente di avere maggiore controllo sullo stile e sulla forma desiderata, poiché i capelli hanno raggiunto la loro naturale consistenza e struttura. Questo metodo può essere preferibile per ottenere acconciature più precise, come onde definite o styling elaborati.
I Contro
I capelli asciutti tendono ad essere più fragili e soggetti a danni quando vengono pettinati; quindi, è importante utilizzare pettini e spazzole di alta qualità e procedere con delicatezza per evitare rotture.
In conclusione, non c’è una risposta universale su quale sia il modo migliore di pettinare i capelli prima dello shampoo, poiché dipende dalle caratteristiche individuali dei capelli e dalle preferenze personali. È importante sperimentare entrambi i metodi e trovare quello che funziona meglio per te in termini di facilità di styling e salute dei capelli.
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Bellezza
Piccolo vademecum su come proteggere i tatuaggi d’estate

Anche se i tatuaggi non contemplano stagioni… in estate è consigliato avere qualche accortezza in più per prendersene cura. Un concetto che è stato ribadito da alcuni esperti coinvolti nella Torino Tattoo Convention, una delle manifestazioni di settore più importanti d’Europa che dal 27 al 29 settembre ritorna. Con oltre 100.000 visitatori attesi all’ombra della Mole e 400 tatuatori provenienti da ogni parte del mondo.
Le domande classiche
Chi si è fatto un tatuaggio prima dell’estate, probabilmente si starà ponendo alcune domande. Del tipo… “Si può prendere il sole senza problemi?”, “L’acqua del mare può rovinarlo?”, “Quali prodotti è bene usare per evitare che il disegno si rovini?”.
Qualche regola di base
La prima indicazione è quella di far trascorrere almeno due settimane dal nuovo tatuaggio prima di esporlo ai raggi del sole, ma anche prima di farci il bagno al mare o in piscina (dove è presente il cloro), perché bisogna dare il tempo alla pelle di cicatrizzare. Anche sabbia, asciugamani e superfici ruvide con le quali possiamo entrare in contatto in spiaggia possono fungere da agente irritante.
Il sole diretto è dannoso… e doloroso
La pelle, in generale, va protetta dal sole per evitare le scottature. Sarebbe buona norma non prendere sole sul tatuaggio durante il primo mese, con attenzione particolare soprattutto nelle prime due settimane. Il tatuaggio eseguito di fresco è come fosse una cicatrice, infatti ogni volta che l’ago entra ed esce dalla pelle crea delle microlesioni. Se non prendere il sole sulle cicatrici o sulle ferite non ancora guarite è una cosa consigliata, la medesima accortezza va osservata sul tatuaggio. I raggi solari diretti del sole possono provocare anche dolore, rischiando sia in salute (con infezioni e irritazioni varie) ma anche danni estetici, con una cicatrizzazione non perfetta della zona interessata al tattoo.
Sfatiamo un luogo comune
C’è invece da sfatare una diceria: il sole non sbiadisce il tatuaggio. Può accadere però che i colori si modifichino a causa della melanina e che i tatuaggi con colori chiari, come il giallo o gli incarnati, sembrino ‘scomparire’ con l’abbronzatura. Questo più che altro perché la pelle si scurisce. Traquilli: quando si perde la tintarella tutto torna normale.
L’acqua dolce è un toccasana naturale
Se si prende il sole senza nessun genere di protezione per un lungo periodo il disegno può perdere nitidezza… ma una volta fatto il tatuaggio rimane e non si altera. Dopo una giornata al mare è consigliata una doccia di acqua dolce e l’applicazione di una buona crema idratante.
Qualche prodotto specifico consigliato
Nelle prime settimane di presenza del tatuaggio sulla vostra pelle, il burro di karité puro al 100% risulta essere un ottimo prodotto. Può risultare un po’ unto ma non macchia. Anche una buona crema lenitiva per neonati può andare bene, anche se non bisogna esagerare perché è molto grassa.
La crema solare solo dalle due settimane in poi
Ricordatevi che nelle due settimane post tatuaggio non va apposta la crema solare: a contatto con la ferita ci va solo il prodotto consigliato dal tatuatore per la relativa cicatrizzazione. Se dovete recarvi al mare con un tattoo appena fatto, copritelo con un tessuto. Dopo due settimane si può iniziare ad utilizzare mettere la crema solare, ma se si può evitare male non fa.
No a scrub e cerette
Anche quando la pelle risulterà cicatrizzata, è buona norma proteggerlo con un prodotto solare ad alto fattore protettivo (50 SPF). Dopo un tuffo in piscina è consigliato sempre sciacquarsi con acqua dolce. Nelle prime due settimane evitate scrub, cerette e l’utilizzo di rasoi. Indossate abiti di cotone ed evitate tessuti sintetici e abiti attillati. Fate lo stesso coi gioielli, se dovessero entrare in contatto con l’area tatuata.
Bellezza
Sotto il sole d’agosto con la crema solare giusta. Ecco quale scegliere (e usare)
Dai prezzi alle etichette, ecco come orientarsi tra le creme solari dell’estate 2025 secondo Altroconsumo.

Con l’arrivo dell’estate, la domanda è sempre la stessa: quale crema solare scegliere? Tra scaffali sempre più affollati e prezzi che oscillano dai 10 ai 30 euro (e oltre), trovare il prodotto giusto può sembrare un’impresa. Ma niente panico: Altroconsumo ha testato 36 referenze con SPF 30 o superiore, valutandole per efficacia, impatto ambientale, etichetta e ingredienti. Il risultato? Solo il 25% ha ottenuto un punteggio pari o superiore a 70 su 100, indice di ottima qualità. Sul podio troviamo il fluido corpo di Kiko (73/100), seguito da Eucerin, Angstrom, Delice Solaire e Collistar (72/100). Il miglior rapporto qualità-prezzo? Il gel di Eucerin, che costa circa 14 euro per 200 ml.
Ma come si sceglie una buona crema solare?
Prima di tutto, occhio all’SPF: per la maggior parte delle persone, un fattore 30 è sufficiente, ma chi ha la pelle molto chiara o si espone a lungo dovrebbe optare per un SPF 50 o superiore. Leggere l’etichetta è fondamentale: deve indicare chiaramente la protezione contro UVA e UVB, la resistenza all’acqua e l’assenza di ingredienti controversi. E poi c’è l’uso corretto, spesso sottovalutato. La crema va applicata almeno 20-30 minuti prima dell’esposizione, in quantità generose (circa 30 ml per il corpo di un adulto), e riapplicata ogni due ore o dopo ogni bagno.
Attenzione anche ai flop
Secondo Altroconsumo, due prodotti non mantengono le promesse indicate in etichetta. L’olio spray Coccobello di Bilboa (16/100) e la crema viso vellutata di Vichy (12/100) offrono una protezione inferiore rispetto a quella dichiarata.
Bellezza
Antico Egitto: svelati i segreti di bellezza di Nefertiti
Le donne dell’antico Egitto sono spesso ricordate per la loro bellezza senza tempo, immortalata nei dipinti e nei manufatti delle dinastie che governarono la valle del Nilo. La cura della pelle rappresentava un aspetto fondamentale della loro routine quotidiana, non solo come espressione di vanità estetica, ma anche come pratica essenziale per la salute e la protezione contro le dure condizioni ambientali.

La cura della pelle nell’antico Egitto era un aspetto importante della vita quotidiana e rifletteva una combinazione di pratiche igieniche, estetiche e protettive. I segreti della loro cosmesi, tramandati per generazioni, hanno ispirato pratiche che, in molte forme, persistono ancora oggi.


La regina Nefertiti dalla pelle splendida (Busto, Museo di Berlino)
Olio di sesamo, mandorle, moringa, oliva e di ricino, utilizzati per idratare e nutrire la pelle.
Unguento di grasso animale e miele: Una crema idratante fatta con grasso animale e miele per mantenere la pelle morbida e liscia.
Creme a base di latte: Utilizzate per le loro proprietà nutrienti e ammorbidenti.
Scrub a base di natron (carbonato di sodio naturale): Un esfoliante minerale naturale in polvere, bianco, usato per pulire la pelle e rimuovere le cellule morte.
Maschere di argilla: Utilizzate per purificare la pelle e assorbire le impurità.



Affreschi raffiguranti la cura del corpo
Bagni con essenze profumate: Le donne spesso si immergevano in bagni con oli profumati e essenze floreali per rilassare e profumare la pelle.
Sapone a base di olio di oliva e natron: Utilizzato per la pulizia quotidiana e il latte d’asina, noto per le sue proprietà ammorbidenti e nutrienti.
Oli protettivi: Utilizzati per proteggere la pelle dai raggi solari. Gli oli aiutavano a formare una barriera protettiva.
Unguenti a base di resine: Utilizzati per proteggere la pelle dai danni causati dal sole.
Henna: Utilizzata per colorare unghie e capelli, oltre che per la decorazione della pelle.
Depilazione: La rimozione dei peli superflui era comune, spesso eseguita con creme depilatorie a base di resine.
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