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Benessere

Il vero relax è… senza scarpe!

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    Si chiama in gergo barefooting, sinonimo di libertà in vacanza, che al contempo rinforza la muscolatura, migliora la postura e allontana lo stress., Un’attività semplicissima che offre grandi benefici. Basta togliersi le scarpe per praticarlo. Si tratta di una “filosofia” nata in Nuova Zelanda, che consiste nel camminare scalzi per rinforzare muscoli e articolazioni. Migliora capacità motoria, postura e microcircolazione e stimolare le endorfine, grazie al senso di libertà che infonde.

    Dove farlo in Italia

    Ecco alcuni indirizzi con un “pavimento” naturale perfetto per dedicarcisi in vacanza. Nel sud della Sardegna, Aquadulci offre una dimensione unica per immergersi nella natura. Si esce dalla camera calpestando il soffice tappeto d’erba del grande giardino, si attraversa una passerella in legno – che fa da ponte sullo stagno punteggiato dai fenicotteri rosa – per approdare a una delle più belle spiagge dell’isola, Su Giudeu, caratterizzata dalle alte dune, dai profumati cespugli di Macchia Mediterranea e dal mare cristallino. Il contatto con la sabbia finissima svolge un effetto esfoliante e camminare nell’acqua tonifica le gambe.

    Un luogo suggestivo, frutto di rigenerazione ambientale

    In Campania, ai Laghi Nabi, la prima Oasi Naturale della Campania, nata dalla rigenerazione ambientale di ex cave di sabbia in stato di abbandono sul Litorale Domizio (CE), l’estate significa vivere esperienze all’aria aperta. In piena libertà rigenerando corpo e spirito, con soft yoga a bordo lago e con pratiche di meditazione. Oppure dedicarsi a rilassanti passeggiate anche a piedi nudi. I più romantici non si lasceranno sfuggire l’occasione di una passeggiata al tramonto nei campi di lavanda con un gustoso pic-nic tra i filari, per poi rilassarsi nell’esclusiva Wellness Pool a sfioro sull’acqua o nella Nabi Water Spa. Anche il soggiorno si vive scalzi tra eleganti tende, esclusivi lodge sospesi sulle palafitte o nella nuova Casa Galleggiante sull’acqua, con patio.

    L’albergo diffuso di Borgotufi

    È un percorso da provare quasi tutto a piedi nudi quello proposto da Borgotufi, albergo diffuso di Castel del Giudice (IS), in Molise al confine con l’Appennino abruzzese, in occasione delle sue Passeggiate sensoriali nel bosco. Esperienze di profonda connessione con la natura che fa da cornice alle casette in pietra del borgo rigenerato, ad un passo dal fiume Sangro. La guida accompagna i partecipanti in una passeggiata di circa un’ora e mezza, durante la quale si esplora il tatto in tutte le forme, sia camminando scalzi, che con le bende, per sentire meglio i profumi, il suono dei ruscelli, il canto degli uccelli e le diverse consistenze del terreno. I prossimi appuntamenti con le Passeggiate sensoriali sono il 20 luglio, il 3, il 9, il 13 e il 21 agosto 2024 alle ore 16:00.

    Tra i boschi ritrovando l’equilibrio fra corpo e mente

    In Umbria, su una collina a pochi km da Spoleto e dalle Fonti del Clitunno, attorniata da boschi e ulivi, nel piccolo borgo medievale di Campello Alto (PG), nella struttura diffusa Relais Borgo Campello, si soggiorna nelle antiche dimore dei nobili e nelle celle dei monaci e ci si dedica a pratiche lente capaci di riconnettere con la natura e con se stessi. Dai corsi di yoga e meditazione nel bosco a pochi passi. Tra ulivi, querce, tigli e ippocastani o sul prato del monastero, fino a veri e propri percorsi da fare a piedi scalzi per ritrovare l’equilibrio di corpo e mente. Al ritorno niente di meglio che un bagno con vista panoramica nella soft-hub sulla grande terrazza.

    Due chilometri a piedi

    In Emilia Romagna, nella campagna della Bassa parmense, si possono percorrere a piedi i due km del Po Forest, suggestivo itinerario che collega l’Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense (PR) – relais e ristorante stellato ricavati in un castello del 1300 – al fiume Po.

    Seguendo il ciclo naturale dell’ambiente

    È un grande tappeto verde quello che si srotola davanti agli occhi di chi soggiorna a Olm, racchiuso in un diametro di 110 metri, la misura dell’innovativo eco-aparthotel sostenibile, dalla forma circolare, in Valle Aurina. Un concetto diverso e nuovo di eco-aparthotel basato sul ciclo della natura. Eì fondato sulla valorizzazione dell’ambiente, la promozione del territorio e l’utilizzo di materiali naturali del posto nel totale rispetto della natura circostante. Quali il legno, le fibre naturali e la pietra. Soprattutto ispirato dall’idea di vacanze in libertà. OLM è immerso nel paesaggio. Dal suo giardino in cui campeggiano la piscina e il laghetto balneabile, si ammirano le vette e i boschi. Oltre a camminare a piedi nudi ci si può dedicare all’allenamento o allo yoga. Una volta varcata la soglia ad attendere gli amanti del barefooting prati a perdita d’occhio.

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      Benessere

      Cioccolato fondente, alleato del cuore e della salute

      Non solo golosità: il cacao aiuta a ridurre il colesterolo cattivo e a migliorare il benessere generale. Ma attenzione alle quantità.

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      cioccolato

        Quando si pensa al cioccolato, la prima immagine è spesso legata alla dolcezza e al piacere del gusto. Ma negli ultimi anni numerosi studi hanno mostrato che il cioccolato fondente, se assunto con moderazione, può essere un prezioso alleato della salute. Non si tratta solo di un alimento sfizioso, ma di un vero concentrato di benefici grazie al cacao, la sua componente principale.

        Perché il cioccolato fondente fa bene

        Il cacao è ricco di flavonoidi, sostanze naturali che hanno effetti positivi sul cuore e sulla circolazione. Secondo Carlo Selmi, docente all’Università degli Studi di Milano, «fra gli alimenti capaci di modulare il sistema immunitario c’è proprio il cacao, presente nel cioccolato fondente. Più alta è la percentuale di cacao, maggiori sono i benefici».

        Il professore sottolinea anche che il cacao sembra aiutare a proteggere il fegato dalla steatosi epatica, una malattia legata spesso a cattive abitudini alimentari, abuso di alcol o diabete. Inoltre, può migliorare la sensibilità all’insulina nelle persone in sovrappeso, contribuendo così a ridurre il rischio di diabete di tipo 2.

        Effetto antinfiammatorio e antistress

        Il cioccolato fondente non si limita a favorire il cuore: ha anche proprietà antinfiammatorie. Consumare piccole dosi regolarmente può ridurre l’incidenza di malattie croniche come aterosclerosi, tumori e degenerazioni dell’apparato cardiovascolare.

        Ma i benefici non si fermano qui: gli studiosi della Loma Linda University in California hanno scoperto che il cacao migliora anche le funzioni cerebrali. «Maggiore è la concentrazione di cacao, maggiore è l’impatto positivo sulle capacità cognitive, sulla memoria, sull’umore e sul sistema immunitario», spiega Lee S. Berk, docente e ricercatore dell’ateneo americano.

        Un aiuto contro il colesterolo alto

        Uno degli effetti più interessanti riguarda il colesterolo. Secondo diverse ricerche, i flavonoidi del cacao possono abbassare i livelli di LDL, il cosiddetto “colesterolo cattivo”, e aumentare quelli di HDL, il “colesterolo buono”. Questo equilibrio è fondamentale per la salute del cuore e delle arterie.

        Come spiega ancora Selmi, «una piccola quantità di cioccolato due volte al giorno per un paio di mesi può ridurre la pressione arteriosa e lo stress ossidativo in persone con colesterolo elevato». Non serve quindi esagerare: la chiave sta nella moderazione.

        Quanto e quale scegliere

        Gli esperti consigliano di preferire cioccolato fondente con almeno il 70% di cacao, che contiene meno zuccheri e più sostanze benefiche. La porzione ideale va dai 20 ai 30 grammi al giorno, l’equivalente di due o tre quadratini.

        È importante ricordare che, pur avendo tanti effetti positivi, il cioccolato resta un alimento calorico. Consumarlo in eccesso può far aumentare di peso, annullando i benefici sul cuore e sulla salute.

        Il cioccolato fondente può essere un piccolo grande alleato del benessere: protegge il cuore, sostiene il cervello, riduce lo stress e contribuisce a tenere sotto controllo il colesterolo. Ma, come sempre, il segreto sta nella misura: gustarlo con equilibrio permette di godersi il piacere del gusto e i vantaggi per la salute.

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          La tua nuova vita senza lattosio: come cambiare abitudini senza rinunciare al gusto

          Dai sostituti vegetali alle strategie per leggere correttamente le etichette, ecco come affrontare l’intolleranza al lattosio senza stress e senza rinunciare ai piaceri della tavola.

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          vita senza lattosio

            Quando il corpo dice “stop” al lattosio

            Scoprire di non tollerare il lattosio – lo zucchero naturale contenuto nel latte e in molti derivati – può inizialmente sembrare una piccola rivoluzione quotidiana. Secondo i dati dell’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare), fino al 70% della popolazione mondiale presenta una ridotta capacità di digerirlo. In Italia la prevalenza varia tra il 40 e il 50%, con valori più alti al Sud.

            Il problema nasce da una ridotta produzione di lattasi, l’enzima che scinde il lattosio in glucosio e galattosio. Quando l’enzima è scarso, il lattosio non digerito fermenta nell’intestino, provocando gonfiore, crampi, meteorismo e in alcuni casi diarrea.

            «Ricevere una diagnosi di intolleranza al lattosio non è la fine del mondo – spiega la nutrizionista Dott.ssa Chiara Rossi – ma l’inizio di un nuovo equilibrio alimentare. Oggi esistono alternative sicure e gustose che consentono di mantenere una dieta varia e completa».

            Cosa eliminare (e cosa no)

            La prima reazione, dopo la diagnosi, è spesso quella di bandire completamente latte e formaggi. In realtà, la questione è più sfumata.

            «Non tutte le persone intolleranti reagiscono allo stesso modo – sottolinea Rossi –. Alcuni tollerano piccole quantità di lattosio, soprattutto se assunte insieme ad altri alimenti o in prodotti fermentati». Yogurt e kefir, ad esempio, contengono fermenti lattici che predigeriscono parte del lattosio, rendendoli più digeribili.

            Anche i formaggi stagionati, come Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Pecorino, contengono quantità minime di lattosio e possono essere consumati in moderazione.

            Leggere le etichette: la regola d’oro

            Il lattosio si nasconde dove meno ce lo aspettiamo: in prodotti da forno, salse pronte, salumi, farmaci e integratori. Imparare a leggere le etichette è quindi fondamentale.

            Sulle confezioni, la dicitura “senza lattosio” indica che il contenuto è inferiore allo 0,1%. Se invece compare la scritta “delattosato”, significa che il lattosio è stato scomposto in zuccheri semplici per facilitarne la digestione.

            «Consiglio di tenere un piccolo diario alimentare nelle prime settimane – suggerisce la nutrizionista –. Aiuta a individuare eventuali alimenti “a rischio” e a capire la propria soglia di tolleranza personale».

            Le alternative vegetali e le nuove abitudini in cucina

            Il mercato oggi offre un’ampia gamma di bevande e prodotti vegetali a base di soia, avena, mandorla, cocco o riso, spesso arricchiti di calcio e vitamina D per compensare l’assenza di latte vaccino.

            «Il segreto – spiega Rossi – è variare le fonti vegetali e preferire prodotti non zuccherati. In cucina si possono usare per preparare frullati, besciamelle, dolci o caffè, senza perdere gusto».

            Anche nei dolci fatti in casa, burro e panna possono essere sostituiti da oli vegetali o margarine naturali. E per chi ama il cappuccino? Basta scegliere un latte vegetale con una buona cremosità, come quello d’avena o di soia, che monta facilmente e regala la stessa soddisfazione della versione classica.


            Equilibrio e benessere: la chiave sta nella consapevolezza

            Seguire un’alimentazione lactose free non significa privarsi di tutto, ma imparare a conoscere il proprio corpo e adattare le scelte quotidiane.

            «L’obiettivo è mantenere un buon apporto di calcio, proteine e vitamine – conclude Rossi –. Se necessario, il nutrizionista può consigliare integratori o piani alimentari personalizzati».

            In molti casi, con una dieta bilanciata e una gestione consapevole, i disturbi si riducono drasticamente e il benessere intestinale migliora.

            Una nuova normalità possibile

            Accettare l’intolleranza al lattosio significa semplicemente imparare un nuovo modo di mangiare, più attento e consapevole. Dopo qualche settimana di adattamento, la vita “senza lattosio” non appare più una limitazione, ma una scelta salutare che aiuta a sentirsi meglio e più leggeri.

            Con un po’ di pazienza e curiosità, si scopre che anche un cappuccino con latte d’avena o un dolce con crema di mandorla possono diventare piccoli piaceri quotidiani.

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              Benessere

              Insonnia, l’alleato silenzioso: mindfulness e meditazione per addormentarsi meglio

              Gli studi mostrano che la meditazione riduce stress, ansia e iperattività mentale, tra le principali cause dei disturbi del sonno. Ecco come applicarla a casa con esercizi semplici e sicuri.

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              Insonnia, l’alleato silenzioso: mindfulness e meditazione per addormentarsi meglio

                Difficoltà ad addormentarsi, risvegli notturni, pensieri che corrono come un treno in piena notte: l’insonnia è un problema in aumento. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, quasi un terzo degli adulti sperimenta disturbi del sonno significativi almeno una volta nella vita. In Italia, le stime parlano di uno su cinque con insonnia cronica o ricorrente. A risentirne non è solo l’energia al mattino: dormire poco indebolisce memoria, umore, capacità di concentrazione e persino il sistema immunitario.

                Non sorprende, quindi, che si cerchino soluzioni non farmacologiche, soprattutto quando lo stress è il motore principale del problema. Tra queste, la mindfulness — una forma di meditazione basata sulla consapevolezza del momento presente — sta dimostrando efficacia clinica crescente. Studi pubblicati su riviste come JAMA Internal Medicine e Sleep hanno rilevato che programmi di Mindfulness-Based Stress Reduction (MBSR) migliorano la qualità del sonno in persone con insonnia lieve o moderata, riducendo i sintomi dell’ansia e diminuendo la latenza dell’addormentamento.

                Perché funziona

                Il meccanismo è semplice nella teoria, meno nella pratica: la mindfulness smonta l’iperattivazione mentale, la stessa che porta a girarsi nel letto per ore.
                Quando si medita, il sistema nervoso riduce l’attività della risposta “lotta o fuggi” e aumenta quella del sistema parasimpatico, collegato al rilassamento. Si abbassano i livelli di cortisolo e rallenta il flusso dei pensieri intrusivi, quelli che iniziano con “domani devo…”.

                Non si tratta di “spegnere” il cervello, ma di spostare l’attenzione: dal rimuginio al respiro, dalle preoccupazioni alle sensazioni del corpo, dal futuro al presente.

                Le tecniche da provare subito

                Ecco alcuni esercizi semplici da fare a casa, senza attrezzature e senza competenze particolari:

                1) Respirazione 4-4-6

                Indicata per rallentare il battito e sciogliere la tensione.

                • inspira dal naso per 4 secondi
                • trattieni l’aria 4 secondi
                • espira lentamente 6 secondi
                  Ripetere 4-6 volte.

                2) Body scan

                Distesi, occhi chiusi: si passa mentalmente una “torcia” su ogni parte del corpo, dai piedi alla testa.
                Osserva tensioni e lascia andare senza giudizio.
                Utile per spegnere la ruminazione mentale.

                3) Mindfulness dei suoni

                Attenzione ai rumori circostanti: respiro, silenzio, rumore lontano.
                Accettarli invece di combatterli aiuta a ridurre la reattività allo stress.

                4) Il pensiero-ancora

                Quando arriva un pensiero molesto (“E se domani…?”), invece di inseguirlo:

                • riconoscilo
                • etichettalo: «Ecco un pensiero di preoccupazione»
                • torna al respiro
                  È un metodo clinicamente validato per gestire l’ansia notturna.

                Quando praticarla

                La mindfulness non agisce come un interruttore immediato, ma come una palestra mentale: più si allena il cervello, più si abitua a rilassarsi. Bastano 10-15 minuti al giorno, meglio se la sera, in un rituale privo di schermi e luci forti.

                Consigli pratici:

                • Smartphone lontano dal letto
                • Luci calde e ambiente fresco
                • Niente notifiche o contenuti stimolanti prima di dormire
                • Routine regolare: stesso orario per addormentarsi e svegliarsi

                Una cura senza controindicazioni

                Mentre i farmaci per dormire possono generare dipendenza o tolleranza, la mindfulness non ha effetti collaterali rilevanti ed è raccomandata da specialisti del sonno come supporto alle terapie tradizionali. In molti casi, può essere il primo passo prima di ricorrere a cure farmacologiche.

                Quando il disturbo persiste per settimane, però, è importante chiedere aiuto a un medico o a uno specialista del sonno: insonnia, ansia e depressione sono strettamente correlate e non vanno sottovalutate.

                Dormire bene è un’abitudine

                Ascoltare il proprio corpo, imparare a fare spazio alla calma, riconoscere che spegnere il mondo esterno è possibile: sono piccoli gesti che, ripetuti ogni sera, trasformano il sonno da nemico a complice.

                L’insonnia non è una colpa né una condanna.
                È un segnale — e la consapevolezza può diventare la via per spegnerlo dolcemente.

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