Beauty
Centrifuga: un cocktail di salute per stare in forma anche d’estate
Con la nostra centrifuga corroborante a base di frutta e verdura, non solo nutri il tuo corpo ma anche il tuo spirito. Sorseggia questa bevanda vitale e affrontala vita con un sorriso, sapendo che stai dando al tuo corpo il meglio che la natura ha da offrire. Salute!
Anche in estate, niente batte il gusto e la vitalità di una centrifuga corroborante a base di frutta e verdura. Questo mix esplosivo non solo soddisfa il palato, ma offre anche un ingrediente in più per le nostre giornata al mare o in montagna. O per sopportare ancora un po’ il calore opprimente delle città. Scopriamo insieme una deliziosa ricetta che trasforma frutta e verdura in un elisir di salute.
La necessità di un rinforzo immunitario
Con la bella stagione che avanza, è cruciale sostenere il sistema immunitario. Una centrifuga ricca di vitamine e antiossidanti è il modo perfetto per farlo, portando una ventata di freschezza e salute nella tua dieta estiva.
La sinfonia di frutta e verdura
Gli ingredienti a chilometro zero diventano gli eroi di questa centrifuga. Arance cariche di vitamina C, mirtilli ricchi di antiossidanti, carote e spinaci carichi di ferro si uniscono per creare una sinfonia di sapori e benefici per la salute.
La ricetta corroborante
Ecco una ricetta semplice e deliziosa per la tua centrifuga:
Ingredienti:
- 2 arance, sbucciate e tagliate a pezzi
- 1 mela verde, tagliata a fette
- 1 carota, sbucciata e tagliata a rondelle
- Una manciata di mirtilli freschi
- Una manciata di spinaci freschi
- 1 cm di zenzero fresco, pelato
- 1 cucchiaio di miele (opzionale)
Istruzioni:
- Passa tutti gli ingredienti attraverso il tuo estrattore di succo o la centrifuga.
- Mescola bene il succo risultante.
- Aggiungi ghiaccio se desideri un po’ di fresco in più
- Dolcifica col miele.
- Versa in un bicchiere e goditi il tuo cocktail di salute!
Benefici per la salute
Questa centrifuga non solo delizierà il tuo palato ma fornirà anche una dose concentrata di nutrienti essenziali. La vitamina C aiuta l’abbronzatura, mentre gli antiossidanti combattono i radicali liberi, contribuendo a mantenere la tua salute al massimo.
Consigli di stile
Sperimenta con gli ingredienti in base alle tue preferenze. Puoi aggiungere un tocco di menta per una freschezza extra o un po’ di sedano per un tocco croccante. Lascia che la tua creatività culinaria si liberi! Per scoprire altre ricette di centrifughe e approfondire i benefici specifici di ogni ingrediente, esplora il nostro blog dedicato alla salute e al benessere. Troverai consigli utili su come mantenere il tuo sistema immunitario in forma durante l’estate.
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Benessere
La “celiachia immaginaria”: perché sempre più persone si inventano un’intolleranza che non hanno
Mentre la celiachia è una malattia autoimmune seria e diagnosticabile solo tramite esami specifici, aumentano i casi di chi si dichiara intollerante al glutine senza basi cliniche. Un comportamento che rivela fragilità, pressioni sociali e desiderio di distinguersi.
Negli ultimi anni la celiachia è diventata uno dei temi più discussi in campo alimentare. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, si tratta di una malattia autoimmune che colpisce circa l’1% della popolazione e che richiede diagnosi accurate, come analisi del sangue e biopsia intestinale. Eppure, parallelamente ai dati scientifici, cresce un fenomeno molto diverso: quello delle persone che si definiscono “celiache” o “intolleranti al glutine” senza alcuna conferma medica.
Non si parla qui della sensibilità al glutine non celiaca, una condizione studiata e riconosciuta, che però necessita comunque di valutazioni cliniche. Il fenomeno riguarda invece chi decide autonomamente di eliminare il glutine per sentirsi “più sano”, diverso o semplicemente in controllo della propria vita.
La domanda sorge spontanea: cosa porta qualcuno a inventarsi un’intolleranza che non ha?
Il ruolo delle mode alimentari e dei social
Negli ultimi anni la dieta “gluten free” è stata spesso presentata come sinonimo di benessere generale, nonostante non ci siano prove scientifiche che eliminarlo faccia bene a chi non è celiaco. Influencer, celebrità e guru del wellness hanno contribuito alla diffusione dell’idea che togliere il glutine migliori energia, umore e forma fisica.
Questo ha portato molte persone a identificarsi in un’etichetta che dà l’impressione di seguire uno stile di vita più “puro” e controllato. Ma senza evidenze cliniche, questa scelta rischia di diventare solo un gesto simbolico.
Il bisogno di “non essere come gli altri”
C’è un aspetto più profondo che gli psicologi riconoscono da tempo: il desiderio di differenziarsi. In un contesto in cui tutto sembra omologato, dichiararsi portatori di un’intolleranza — reale o presunta — può diventare un modo per sentirsi speciali.
Non è un caso che molte persone raccontino con orgoglio la propria alimentazione “speciale”, quasi fosse una parte identitaria. Il problema nasce quando questa narrazione sostituisce la realtà medica, riducendo una patologia seria a una scelta estetica.
Ansie corporee e ipocondria moderna
La falsa celiachia è anche figlia della società iperconnessa, dove ogni sintomo viene immediatamente cercato online. Un leggero gonfiore addominale o una giornata di stanchezza bastano per convincersi di avere un’intolleranza. L’autodiagnosi, però, può peggiorare lo stato emotivo: ci si convince di essere fragili, di dover eliminare alimenti, di essere “diversi”, finendo in una spirale di restrizioni inutili.
Il rischio concreto: banalizzare una vera malattia
La comunità dei celiaci segnala da tempo un problema reale: la tendenza a confondere una malattia autoimmune con una moda alimentare rischia di far percepire la celiachia come un capriccio. Nei ristoranti, per esempio, chi afferma di essere “intollerante” senza basi mediche può portare a sottovalutare i protocolli di sicurezza necessari per i celiaci veri, che devono evitare ogni contaminazione.
Ritrovare equilibrio: il valore della diagnosi
Gli esperti ricordano che eliminare il glutine senza motivo non solo non fa bene, ma può complicare una diagnosi successiva. L’invito è sempre lo stesso: rivolgersi a un medico, fare gli esami necessari e non affidarsi al fai-da-te.
E se dietro la finta intolleranza si nasconde un bisogno di attenzione o di controllo, riconoscerlo è già un primo passo per affrontarlo. Non serve un’etichetta alimentare per sentirsi unici: serve ascoltare davvero ciò che il corpo — e la mente — cercano di comunicarci.
Salute
Cortisolo in tilt: quando stanchezza, insonnia e pancia gonfia parlano di stress
Monitorare i valori è possibile anche a casa con test affidabili. E con alcune abitudini quotidiane si può ristabilire l’equilibrio, senza allarmismi.
Stanchi appena svegli, notti tormentate e grasso che si concentra proprio sulla pancia: molti liquidano questi segnali come semplice stress. In realtà, potrebbero indicare un cortisolo fuori rotta. Questo ormone, prodotto dalle ghiandole surrenali, ha un ruolo cruciale: regola metabolismo, pressione sanguigna, sistema immunitario e risposta allo stress.
Il cortisolo segue un ritmo circadiano ben definito: al mattino è più alto per facilitare il risveglio e dare energia; poi cala gradualmente durante la giornata fino a raggiungere i livelli minimi la sera, quando è il sonno a dover prevalere. È un meccanismo che la ricerca endocrinologica considera essenziale per la nostra salute.
Quando questo ciclo si altera — per stress prolungato, sonno insufficiente o altre condizioni fisiche — compare una sintomatologia caratteristica:
- affaticamento costante, anche al mattino
- difficoltà ad addormentarsi o risvegli frequenti
- accumulo di grasso nella zona addominale
- irritabilità, ansia, scarsa concentrazione
- voglia improvvisa di dolce o salato
- pressione bassa e giramenti di testa
Non tutti i sintomi devono essere presenti, né sono esclusivi del cortisolo: per questo l’interpretazione clinica è fondamentale.
Si può misurare anche a casa
Oggi esistono metodi non invasivi e accessibili per valutare i livelli di cortisolo, senza dover partire subito con esami ospedalieri:
• Test salivari in più momenti della giornata
Misurano il cortisolo libero e permettono di capire se il ritmo circadiano è regolare. Sono considerati affidabili dagli endocrinologi quando eseguiti correttamente.
• Cortisolo nelle urine delle 24 ore
Fornisce una stima della produzione complessiva dell’ormone nell’arco della giornata.
• Mini prelievi capillari (sangue)
Fotografano un valore puntuale, utile in alcune indagini ma da interpretare con cautela perché il cortisolo cambia continuamente.
In caso di valori anomali, la valutazione dello specialista è indispensabile: l’eccesso può essere dovuto a cause gravi ma rare (come la sindrome di Cushing), mentre valori troppo bassi possono essere legati a insufficienza surrenalica.
Cosa altera il cortisolo
La causa più comune è lo stress cronico, ma il quadro può peggiorare a causa di:
- sonno irregolare e utilizzo serale di dispositivi luminosi
- dieta disordinata o povera di nutrienti
- eccesso di caffeina o alcol
- allenamenti molto intensi e prolungati, senza recupero
- malattie tiroidee o disturbi ormonali preesistenti
Il corpo, sotto pressione, mantiene alto il cortisolo anche quando dovrebbe scendere: è una strategia di sopravvivenza che però, nel tempo, manda in crisi il sistema.
Come tornare in equilibrio
Gli esperti suggeriscono interventi semplici ma regolari, che agiscono sulle radici del problema:
Routine del sonno costante: andare a letto e svegliarsi sempre allo stesso orario
Luce naturale al mattino: aiuta l’orologio biologico
Attività fisica moderata, non eccessiva
Ridurre caffè e alcol, soprattutto di sera
Tecniche di rilassamento: mindfulness, respirazione guidata, yoga
Pasti regolari e bilanciati, contenenti proteine e fibre
In molti casi, questi interventi sono sufficienti a ripristinare un ritmo fisiologico nel giro di poche settimane.
Quando rivolgersi al medico
Se la stanchezza persiste per mesi, se l’insonnia è costante o se i sintomi interferiscono con la vita quotidiana, è bene fare un controllo. Il cortisolo è un indicatore importante, ma non si cura da soli: la diagnosi corretta evita inutili paure o trattamenti sbagliati.
Salute
Smartphone in bagno? L’abitudine “innocente” che può danneggiare la salute
Portare il telefono con sé al WC è diventato un rito quotidiano. Ma trattenersi più del necessario in quella posizione aumenta la pressione sulle vene della zona anale e può concorrere alla comparsa di disturbi come le emorroidi. Per gli esperti, la regola è semplice: meno schermo, più rapidità.
Ammettiamolo: il cellulare in bagno è ormai il nostro inseparabile compagno. Un messaggino, due scroll sui social, un video da finire… e quei pochi minuti si trasformano in una sosta molto più lunga del previsto. È un’abitudine comunissima, soprattutto nei Paesi occidentali, eppure non è esattamente un toccasana.
La posizione seduta sul water, spiegano i professionisti della salute – dai gastroenterologi ai fisioterapisti del pavimento pelvico – non è pensata per essere mantenuta a lungo. Quando ci intratteniamo oltre il necessario, magari distratti da notifiche e feed infiniti, si crea una pressione continua sulle vene situate all’interno e intorno all’ano. Questo può favorire l’insorgenza o l’aggravamento delle emorroidi, un disturbo molto diffuso, che colpisce uomini e donne di ogni età.
Gli specialisti ricordano che, da seduti sul WC, i muscoli del pavimento pelvico restano in tensione. Inoltre, la circolazione venosa della parte bassa del bacino può risultare meno fluida rispetto alla postura eretta. Il problema non nasce da un singolo episodio, ma dalla ripetizione quotidiana di questa abitudine: un “rituale digitale” che, prolungandosi negli anni, può trasformarsi in un fattore di rischio.
Non a caso, numerosi medici suggeriscono di limitare la permanenza in bagno allo stretto necessario: idealmente non più di pochi minuti. Non perché ci sia una soglia universale e definitiva, ma perché il tempo aggiuntivo spesso non serve a nulla. È la distrazione del telefono a farci restare ben oltre il momento in cui il nostro corpo ha già completato la sua funzione fisiologica.
Segnali da non trascurare
Se dopo essere andati in bagno compaiono sangue sulla carta igienica, dolore, sensazione di peso o piccoli rigonfiamenti percepibili al tatto, è importante non ignorare i sintomi e rivolgersi al proprio medico o a uno specialista. Le emorroidi, nella maggior parte dei casi, vengono gestite con trattamenti conservativi o cambiando alcune abitudini quotidiane. Evitare lunghe sedute sulla toilette, curare l’alimentazione e mantenere una corretta idratazione sono tra le misure più citate nella prevenzione.
Un’occasione per rallentare davvero
C’è poi un altro aspetto tutt’altro che secondario: il tempo. Restare incollati allo schermo mentre si è in bagno è… semplicemente una perdita di minuti che potremmo impiegare molto meglio. Gli esperti del benessere invitano a riflettere sull’opportunità di trasformare la sosta in bagno in un momento di autenticità: niente schermi, niente distrazioni. Un piccolo esercizio di attenzione al corpo e a ciò che ci chiede.
In fondo, la soluzione più semplice è anche la più salutare: lasciare lo smartphone fuori dalla porta e ricordarsi che la toilette non è una sala d’attesa digitale. Una volta completata la missione, alzarsi e tornare alle proprie attività. Un gesto banale che può fare la differenza nel lungo periodo.
Perché sì: meno tempo sul water significa più tempo di vita reale.
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