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Beauty

Il lato oscuro dei filler: quello che nessuno ti dice sulle iniezioni al viso

Un nuovo studio presentato all’annuale congresso della Radiological Society of North America (RSNA) rivela che le iniezioni di filler, pur diffuse e ritenute sicure, possono causare danni gravi e irreversibili se l’acido ialuronico invade un vaso sanguigno.

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iniezioni al viso

    Un trattamento estetico diffuso come tanti — filler al viso per eliminare rughe, donare volume o ringiovanire il profilo — può nascondere un’insidia meno nota: quando il materiale iniettato entra in un’arteria o finisce troppo vicino a un vaso, può occludere il flusso sanguigno. In questi casi il risultato non è un piccolo livido, ma una complicazione grave: ischemie, necrosi cutanee, perdita della vista, e in casi estremi perfino conseguenze neurologiche irreversibili.

    Lo dimostra un nuovo studio — che sarà presentato al meeting 2025 della RSNA — condotto su cento pazienti che avevano manifestato problemi dopo un trattamento con filler. Grazie all’uso dell’ecografia vascolare, i ricercatori hanno scoperto che in circa il 42% dei casi risultava assente il flusso nelle “perforator vessels”, vasi che collegano arterie superficiali e profonde; in un terzo dei pazienti, l’interruzione interessava vasi di calibro maggiore, segnale di un’ostruzione davvero significativa.

    Le zone più critiche? Quelle intorno al naso, alla glabella e alle pieghe naso-labiali: in queste aree le arterie facciali si intrecciano in modo complesso, spesso con collegamenti che raggiungono i vasi oculari. Un’iniezione imprecisa può produrre, nel giro di secondi, effetti devastanti: perdita della vista o ischemia cerebrale.

    Perché i filler non sono innocui

    Il problema non è il filler in sé — di norma si tratta di acido ialuronico, materiale biocompatibile e, se ben gestito, sicuro. Il vero rischio nasce dall’errore umano o tecnico: basta spostarsi di pochi millimetri in fase di iniezione per andare a infilare il gel dentro un vaso, oppure troppo vicino a uno. Il risultato può essere immediato o manifestarsi dopo ore: pelle che diventa bianca, assenza di circolazione, dolore, perdita di sensibilità o colore alterato della cute.

    Quando la circolazione viene interrotta, con un intervento tempestivo — in genere l’iniezione dell’enzima Ialuronidasi per sciogliere l’acido ialuronico — è possibile recuperare la situazione. Ma per farlo occorre sapere esattamente dove si trova l’occlusione. Senza guida, si procede “alla cieca”: un approccio che espone al rischio di errori e a dover usare dosi massicce di enzima.

    La svolta: l’ecografia come “casco” di sicurezza

    Secondo lo studio della RSNA, l’uso dell’ecografia vascolare per mappare i vasi del volto prima e durante l’iniezione rappresenta un cambio di paradigma. Permette di:

    • visualizzare la posizione esatta delle arterie superficiali e profonde, evitando di iniettare “alla cieca”;
    • individuare rapidamente, in caso di complicanza, il tratto ostruito e guidare l’iniezione di ialuronidasi in modo preciso e mirato, con maggior efficacia e minori dosi;
    • ridurre l’uso di filler superflui: con una guida ecografica è sufficiente meno prodotto, perché si inietta con maggiore precisione.

    Un approccio che molti ritengono già imprescindibile: la mancata visualizzazione dei vasi durante l’iniezione è oggi considerata uno dei principali fattori di rischio associati ai filler.

    Serve formazione e rigore professionale

    Dietro a un filler “perfetto” non basta una mano ferma: è necessaria una conoscenza accurata dell’anatomia facciale, del comportamento del filler, e delle possibili complicanze. Come sottolineato da chirurghi plastiche e dermatologi, il ricorso a prodotti “a buon mercato” o a professionisti poco esperti aumenta drasticamente il rischio di effetti collaterali, anche gravi.

    In Italia — così come nel resto d’Europa — non esiste ancora una regolamentazione univoca che imponga l’uso dell’ecografia come standard obbligatorio: ma la crescente evidenza scientifica spinge le associazioni professionali a promuoverne l’adozione.

    Conclusione: estetica sì, ma con consapevolezza

    Il filler al viso resta una delle procedure estetiche più diffuse al mondo — e milioni di persone scelgono l’acido ialuronico ogni anno per ritoccare labbra, zigomi, rughe o contorni.

    Ma la sua presunta innocuità non è assoluta: come dimostra il nuovo studio, ogni iniezione porta con sé un margine di rischio, che può tradursi in conseguenze estetiche, visive o neurologiche di gravità seria.

    Se hai intenzione di sottopor­ti a un filler, valuta con attenzione: chiedi sempre chi farà il trattamento, se utilizzerà ecografia, se conosce bene l’anatomia e se ha un piano per intervenire tempestivamente in caso di complicanze. Non si tratta solo di bellezza — ma di sicurezza.

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      Salute

      Cortisolo in tilt: quando stanchezza, insonnia e pancia gonfia parlano di stress

      Monitorare i valori è possibile anche a casa con test affidabili. E con alcune abitudini quotidiane si può ristabilire l’equilibrio, senza allarmismi.

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      Cortisolo in tilt

        Stanchi appena svegli, notti tormentate e grasso che si concentra proprio sulla pancia: molti liquidano questi segnali come semplice stress. In realtà, potrebbero indicare un cortisolo fuori rotta. Questo ormone, prodotto dalle ghiandole surrenali, ha un ruolo cruciale: regola metabolismo, pressione sanguigna, sistema immunitario e risposta allo stress.

        Il cortisolo segue un ritmo circadiano ben definito: al mattino è più alto per facilitare il risveglio e dare energia; poi cala gradualmente durante la giornata fino a raggiungere i livelli minimi la sera, quando è il sonno a dover prevalere. È un meccanismo che la ricerca endocrinologica considera essenziale per la nostra salute.

        Quando questo ciclo si altera — per stress prolungato, sonno insufficiente o altre condizioni fisiche — compare una sintomatologia caratteristica:

        • affaticamento costante, anche al mattino
        • difficoltà ad addormentarsi o risvegli frequenti
        • accumulo di grasso nella zona addominale
        • irritabilità, ansia, scarsa concentrazione
        • voglia improvvisa di dolce o salato
        • pressione bassa e giramenti di testa

        Non tutti i sintomi devono essere presenti, né sono esclusivi del cortisolo: per questo l’interpretazione clinica è fondamentale.

        Si può misurare anche a casa

        Oggi esistono metodi non invasivi e accessibili per valutare i livelli di cortisolo, senza dover partire subito con esami ospedalieri:

        • Test salivari in più momenti della giornata
        Misurano il cortisolo libero e permettono di capire se il ritmo circadiano è regolare. Sono considerati affidabili dagli endocrinologi quando eseguiti correttamente.

        • Cortisolo nelle urine delle 24 ore
        Fornisce una stima della produzione complessiva dell’ormone nell’arco della giornata.

        • Mini prelievi capillari (sangue)
        Fotografano un valore puntuale, utile in alcune indagini ma da interpretare con cautela perché il cortisolo cambia continuamente.

        In caso di valori anomali, la valutazione dello specialista è indispensabile: l’eccesso può essere dovuto a cause gravi ma rare (come la sindrome di Cushing), mentre valori troppo bassi possono essere legati a insufficienza surrenalica.

        Cosa altera il cortisolo

        La causa più comune è lo stress cronico, ma il quadro può peggiorare a causa di:

        • sonno irregolare e utilizzo serale di dispositivi luminosi
        • dieta disordinata o povera di nutrienti
        • eccesso di caffeina o alcol
        • allenamenti molto intensi e prolungati, senza recupero
        • malattie tiroidee o disturbi ormonali preesistenti

        Il corpo, sotto pressione, mantiene alto il cortisolo anche quando dovrebbe scendere: è una strategia di sopravvivenza che però, nel tempo, manda in crisi il sistema.

        Come tornare in equilibrio

        Gli esperti suggeriscono interventi semplici ma regolari, che agiscono sulle radici del problema:

        Routine del sonno costante: andare a letto e svegliarsi sempre allo stesso orario
        Luce naturale al mattino: aiuta l’orologio biologico
        Attività fisica moderata, non eccessiva
        Ridurre caffè e alcol, soprattutto di sera
        Tecniche di rilassamento: mindfulness, respirazione guidata, yoga
        Pasti regolari e bilanciati, contenenti proteine e fibre

        In molti casi, questi interventi sono sufficienti a ripristinare un ritmo fisiologico nel giro di poche settimane.

        Quando rivolgersi al medico

        Se la stanchezza persiste per mesi, se l’insonnia è costante o se i sintomi interferiscono con la vita quotidiana, è bene fare un controllo. Il cortisolo è un indicatore importante, ma non si cura da soli: la diagnosi corretta evita inutili paure o trattamenti sbagliati.

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          Salute

          Tatuaggi e sistema immunitario: i colori più comuni restano nei linfonodi per anni

          I ricercatori segnalano un’infiammazione prolungata che può ridurre la capacità difensiva e l’efficacia dei vaccini, sollevando interrogativi sulla sicurezza degli inchiostri più diffusi.

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          Tatuaggi e sistema immunitario

            Un tatuaggio può raccontare storie, passioni o ricordi, ma nuove evidenze scientifiche suggeriscono che i suoi pigmenti più usati non restano confinati alla pelle. I risultati emergono da uno studio internazionale coordinato dall’italiana Arianna Capucetti e da Santiago González dell’Istituto di ricerca in biomedicina di Bellinzona, pubblicato sulla rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America). La ricerca, che ha coinvolto dodici gruppi di ricerca in Europa, ha analizzato gli effetti dei pigmenti nero, rosso e verde, più diffusi negli inchiostri per tatuaggi.

            Il dibattito sui possibili effetti dei tatuaggi sulla salute va avanti da anni, soprattutto in relazione al rischio oncologico, senza però prove definitive. Questo nuovo lavoro si concentra sulla tossicità dei pigmenti e sul loro impatto sul sistema immunitario.

            Come agisce l’inchiostro nel corpo

            Lo studio, condotto su topi, ha mostrato che i pigmenti dei tatuaggi vengono rapidamente trasportati dal sistema linfatico ai linfonodi, organi fondamentali per la risposta immunitaria. Qui si accumulano in grandi quantità già poche ore dopo l’inoculazione dell’inchiostro.

            I ricercatori hanno identificato una risposta infiammatoria in due fasi:

            1. Fase acuta, che dura circa due giorni, durante la quale il sistema immunitario reagisce immediatamente alla presenza dei pigmenti.
            2. Fase cronica, che può protrarsi per anni: i pigmenti rimangono intrappolati nei macrofagi, le cellule immunitarie deputate a “digerire” agenti esterni. Non potendo smaltire l’inchiostro, queste cellule muoiono progressivamente, compromettendo la capacità difensiva del linfonodo.

            Gli effetti sono più evidenti con inchiostri rossi e neri, mentre quelli verdi mostrano un impatto minore ma comunque significativo.

            Implicazioni per la salute

            I dati suggeriscono che la presenza cronica di pigmenti nei linfonodi potrebbe:

            • ridurre l’efficacia dei vaccini
            • compromettere la risposta immunitaria a lungo termine
            • generare un’infiammazione silente che persiste per anni

            Gli autori sottolineano la necessità di approfondire ulteriormente i rischi e di sviluppare pigmenti più sicuri o procedure che limitino l’assorbimento sistemico.

            Un problema aggiuntivo è rappresentato dalla grande varietà di pigmenti e combinazioni presenti sul mercato. Nonostante i controlli, episodi di contaminazioni sono stati documentati: nel 2022, ad esempio, nove inchiostri contenenti sostanze potenzialmente cancerogene furono ritirati dal mercato italiano.

            Cosa significa per chi ama i tatuaggi

            L’allerta non significa vietare i tatuaggi, ma invita a un approccio consapevole: conoscere la composizione degli inchiostri, affidarsi a professionisti certificati e restare aggiornati sulle normative e sui controlli sanitari.

            In futuro, lo studio potrebbe orientare lo sviluppo di pigmenti biocompatibili che riducano l’accumulo nei linfonodi e limitino l’infiammazione cronica. Nel frattempo, gli esperti raccomandano prudenza, informazione e attenzione alla qualità degli inchiostri.

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              Salute

              Estrogeni: gli ormoni chiave per la salute femminile oltre la fertilità

              Dal controllo del colesterolo alla protezione dalle fratture, dal buonumore alla lubrificazione vaginale, gli estrogeni regolano numerosi aspetti della vita di una donna. Ecco come agiscono e quando intervenire con stile di vita o terapie mirate.

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              Estrogeni: gli ormoni chiave per la salute femminile oltre la fertilità

                Gli estrogeni sono noti come gli ormoni femminili per eccellenza, essenziali per la riproduzione. Ma il loro ruolo va ben oltre la fertilità: sono presenti in ossa, cuore, fegato, intestino e vasi sanguigni, dove attivano recettori specifici che regolano funzioni cellulari fondamentali. «Sono una sorta di linfa vitale che nutre il corpo femminile», spiega la professoressa Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica all’ospedale San Raffaele Resnati di Milano.

                Gli estrogeni funzionano al meglio se bilanciati con il progesterone, prodotto dalle ovaie o sostituito da progestinici. Uno squilibrio, una riduzione drastica o l’assenza di progesterone può generare numerosi problemi di salute.

                Cuore e pressione sotto controllo

                «Gli estrogeni dilatano i vasi sanguigni, mantengono stabile la pressione e regolano il colesterolo», precisa la professoressa Stefania Piloni, ginecologa e docente di fitoterapia. Quando calano, aumentano i rischi di ipertensione, aterosclerosi, infarto e ictus, soprattutto in menopausa. Per ridurre i danni, è utile uno stile di vita sano: no al fumo, attività fisica regolare, peso forma e dieta ricca di fitoestrogeni come legumi, semi di lino e frutti di bosco. Al contrario, è bene limitare alcol, zuccheri e carni provenienti da allevamenti convenzionali.

                Ossa forti e scheletro protetto

                Gli estrogeni favoriscono la formazione ossea e il fissaggio del calcio. La loro riduzione, fisiologica in menopausa, può portare all’osteoporosi. Anche in età fertile, cali dovuti a dimagrimenti estremi o attività fisica eccessiva possono compromettere la produzione ormonale e aumentare il rischio di fratture. Integrare calcio, vitamina D e silicio è utile, dopo consulto medico.

                Seno e mammella

                Durante il ciclo, un eccesso di estrogeni rispetto al progesterone può provocare mastodinia o tensione mammaria. In caso di mastopatia fibrocistica, benigni noduli al seno, è sufficiente un monitoraggio periodico: la condizione tende a risolversi in menopausa, quando il calo degli estrogeni trasforma le cisti in tessuto adiposo.

                Sessualità e lubrificazione

                Gli estrogeni regolano anche la lubrificazione vaginale. Un calo, dovuto a stress, pillola anticoncezionale o menopausa, può causare secchezza, bruciore e dolore durante i rapporti sessuali. I rimedi includono gel lubrificanti a base di aloe o acido ialuronico, e in menopausa, prodotti a base di estriolo sotto controllo medico.

                Cervello, umore e intestino

                Gli estrogeni influenzano memoria, apprendimento e umore, agendo anche sul microbiota intestinale, che produce serotonina. Fluttuazioni ormonali possono provocare ansia, tristezza, stipsi e gonfiore. Rimedi naturali includono agnocasto, magnesio e triptofano, mentre nei casi più gravi si può ricorrere a una pillola per la sindrome premestruale o a terapia ormonale sostitutiva.

                Terapia ormonale sostitutiva

                Dopo la menopausa, la TOS con estradiolo bioidentico, combinato a progesterone naturale, può ridurre infarto, ictus e osteoporosi, migliorare l’umore e le funzioni cognitive. Per chi preferisce approcci naturali, i fitoestrogeni da soia, trifoglio rosso e semi di lino, integrati da fitoprogestinici, sono una valida alternativa.

                Estrogeni, età per età

                • 20 anni: massimi livelli, ma forti dimagrimenti li riducono rapidamente.
                • 40 anni: inizio della pre-menopausa, produzione di estradiolo in calo.
                • 50 anni: assenza di protezione naturale; TOS e stile di vita sano riducono i rischi cardiovascolari e ossei.
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