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Beauty

No, lo strappo no… Come fare una epilazione maschile il più possibile ‘indolore’

Che si scelga il laser, la ceretta, il rasoio o le creme, è importante seguire le giuste precauzioni per evitare irritazioni e ottenere risultati ottimali. Rivolgersi a professionisti del settore e rispettare i tempi di recupero dopo il trattamento sono passi fondamentali per una pelle sana e liscia.

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    L’epilazione maschile ormai è diventata una vera e propria moda, molto comune, sia per motivi estetici che pratici o sportivi. La dermatologa Valentina Amadu, esperta in medicina estetica, spiega tutto ciò che c’è da sapere sui metodi più utilizzati e sulle precauzioni da adottare. E per non farsi del male…

    Epilazione laser: una scelta popolare tra gli uomini

    Il laser, soprattutto quello alessandrite combinato con un laser vascolare, è tra le opzioni più efficaci per gli uomini, sebbene richieda più sedute rispetto alle donne a causa della produzione di testosterone. Questa tecnologia agisce emettendo un fascio di luce molto concentrata che colpisce selettivamente il pigmento e la melanina presente nel bulbo pilifero. Il laser è particolarmente amato dagli sportivi, come nuotatori e ciclisti, per i benefici in termini di performance e facilità nella gestione delle ferite. Tuttavia, è essenziale evitare l’esposizione al sole prima e dopo le sedute, sospendendo il trattamento almeno una settimana prima di esporsi ai raggi UV.

    Una ceretta al mese toglie il pelo con poche spese

    La ceretta ha una durata di circa 25 giorni sulla pelle maschile. Per ridurre il rischio di follicoliti e il dolore, è consigliabile affidarsi a estetiste qualificate. Dopo la ceretta, è importante evitare il sole per una settimana per prevenire la formazione di macchie.

    Rasoio e creme: come usarli al meglio

    Per chi preferisce il rasoio, è sufficiente evitare il sole per un giorno. È fondamentale usare schiume o detergenti specifici e applicare una crema lenitiva dopo la rasatura. Le macchinette per accorciare i peli devono essere igienizzate dopo ogni utilizzo per prevenire infezioni e follicoliti. Le creme depilatorie, specifiche anche per l’uomo, rallentano la ricrescita fino a 6 giorni, ma è meglio non abusarne a causa della loro composizione chimica.

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      Benessere

      L’anablefobia: la paura di guardare in alto!

      Hai mai provato a guardare il cielo stellato in una notte limpida, solo per sentire un’improvvisa ondata di panico? Se l’idea di alzare lo sguardo ti fa venire le vertigini, potresti soffrire di anablefobia.

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        In un mondo in cui il cielo dovrebbe essere il limite, per alcune persone alzare lo sguardo verso l’alto è sinonimo di paura intensa e irrazionale. Questo disturbo, noto come anablefobia, può ostacolare significativamente la vita di chi ne è affetto, limitando le possibilità di esplorare il mondo circostante e interagire con l’ambiente in modo pieno e gratificante.

        L’anablefobia non è semplicemente una timidezza o un’ansia legata all’altezza, ma piuttosto un disturbo che porta chi ne è colpito a provare una paura estrema e persistente nel guardare in alto, spesso accompagnata da sintomi fisici come sudorazione, tremori, palpitazioni e sensazione di svenimento.

        Questo timore può essere scatenato da varie situazioni, come trovarsi in un edificio alto, guardare un palazzo imponente o semplicemente osservare il cielo aperto.

        Le origini di questa fobia possono essere molteplici e complesse. Alcune persone possono aver vissuto esperienze traumatiche legate all’altezza o all’essere esposte a grandi spazi aperti, mentre altre potrebbero avere una predisposizione genetica a sviluppare ansia o fobie specifiche. Inoltre, l’anablefobia può essere alimentata da fattori culturali o sociali, come la percezione negativa dell’altezza o la diffusione di storie di incidenti tragici.

        Le strategie che possono aiutare a gestire l’anablefobia
        La pratica della mindfulness e delle tecniche di rilassamento possono aiutare a ridurre lo stress e l’ansia legati alla paura di guardare in alto. Inoltre, il sostegno sociale e l’empatia da parte degli amici e della famiglia possono essere fondamentali nel processo di guarigione, offrendo conforto e incoraggiamento durante i momenti di difficoltà.

        Accettare che la paura possa essere presente, ma non dominante, è un passo importante verso il recupero e il benessere emotivo. Per coloro che vivono con l’anablefobia, il cammino verso il superamento può essere difficile, ma non impossibile.

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          Salute

          I paperoni inseguono l’immortalità: miliardi di dollari sulla longevità, dalla Silicon Valley alle star di Hollywood

          Peter Thiel, Sam Altman, Brian Armstrong, ma anche attori e celebrità: il business della longevità attrae i super ricchi del pianeta. Tra farmaci sperimentali e laboratori di ringiovanimento cellulare, la promessa è vivere più a lungo e meglio.

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            Un tempo il sogno dell’immortalità era materia da romanzi gotici e alchimisti di corte. Oggi invece è un business miliardario che si muove tra i laboratori di biotecnologia, i fondi di venture capital e le piattaforme sanitarie digitali. Secondo una recente analisi, negli ultimi 25 anni la ricerca sulla longevità ha attirato oltre 12,5 miliardi di dollari, distribuiti tra circa 200 startup e organizzazioni non profit sostenute da quasi mille investitori. La promessa è ambiziosa: guadagnare vent’anni di salute, arrivare a spegnere 150 candeline senza malattie croniche e ridisegnare il concetto stesso di vecchiaia.

            In prima fila ci sono i giganti della Silicon Valley. Peter Thiel, il fondatore di PayPal, ha distribuito centinaia di milioni di dollari in una decina di aziende, sostenendo la ricerca su cellule staminali e terapie per invertire il processo di invecchiamento. Sam Altman, oggi al vertice di OpenAI, ha puntato 180 milioni su Retro Biosciences, laboratorio che lavora su farmaci capaci di riprogrammare le cellule “stanche” dell’organismo. Anche Brian Armstrong, numero uno di Coinbase, ha cofondato NewLimit, società che studia il ringiovanimento cellulare e che ha già raccolto oltre 200 milioni di dollari da nomi come Eric Schmidt (ex Google) e Vinod Khosla.

            Non mancano i progetti dalle ambizioni quasi fantascientifiche, come Altos Labs, sostenuta da Yuri Milner e dal fondo 8VC, che punta a riprodurre in laboratorio il processo che riporta le cellule adulte a uno stadio embrionale. Una ricerca rischiosa, che secondo i critici solleva interrogativi etici enormi, ma che per i suoi sostenitori rappresenta il futuro della medicina.

            Il fascino della giovinezza eterna ha conquistato anche il mondo dello spettacolo. Attori come Matt Damon e comici come Kevin Hart hanno investito in Function Health, piattaforma che unisce check-up digitali e consigli personalizzati sullo stile di vita. In questo caso l’obiettivo non è tanto fermare l’orologio biologico, quanto anticipare eventuali patologie e migliorare le abitudini quotidiane.

            Non tutte le scommesse però hanno portato dividendi. Alcune aziende, come Unity Biotechnology, partita con grandi ambizioni e 355 milioni raccolti, sono crollate fino a uscire dal Nasdaq. Ma la corsa non si ferma: per i miliardari della tecnologia, il rischio di fallire fa parte del gioco.

            La vera domanda resta se i risultati arriveranno mai a beneficio di tutti o resteranno privilegio dei pochi che possono permettersi terapie e protocolli da cifre a sei zeri. Per ora, i super ricchi comprano anni di ricerca. E forse, insieme, anche un po’ di tempo in più.

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              Benessere

              Quando il cibo fa paura: esplorando la neofobia alimentare

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                La neofobia alimentare è una tendenza diffusa a evitare cibi nuovi o sconosciuti, un fenomeno che si manifesta tanto nell’infanzia quanto nell’età adulta. Questo comportamento è spesso caratterizzato da una preferenza per cibi familiari e può generare ansia di fronte a nuovi alimenti.

                Fattori che influenzano la neofobia alimentare

                La neofobia alimentare può essere influenzata da diversi fattori, tra cui l’educazione alimentare ricevuta durante l’infanzia e le esperienze passate con cibi nuovi. La predisposizione genetica può anche giocare un ruolo significativo. Alcune ricerche suggeriscono che questo problema possa essere correlato a una maggiore selettività alimentare e a una minore varietà nella dieta, con possibili implicazioni per la nutrizione e la salute.

                Strategie per affrontarla

                Per superare la neofobia alimentare, è importante esporre gradualmente le persone a una vasta gamma di cibi e incoraggiarle a sperimentare nuovi sapori e alimenti. Questo può avvenire attraverso l’introduzione graduale di nuovi cibi nella dieta e coinvolgendo le persone nella preparazione dei pasti. Rendere l’esperienza alimentare più divertente e piacevole può contribuire a ridurre l’ansia associata ai nuovi cibi. Se siete alla ricerca di modi per affrontare la neofobia alimentare, esplorare nuove ricette potrebbe essere un ottimo punto di partenza.

                L’Importanza della consulenza professionale

                In alcuni casi, potrebbe essere utile consultare un dietologo o uno psicologo per affrontare questo problema in modo più mirato. Questi professionisti possono fornire supporto e strategie specifiche per aiutare le persone a superare le loro paure e adottare una dieta più varia ed equilibrata.

                La comprensione della neofobia alimentare e l’adozione di approcci mirati per affrontarla possono contribuire a promuovere una dieta più varia e nutriente, migliorando così la salute e il benessere complessivo.

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