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Salute

Papa Francesco e i segnali di morte delle sue ultime ore

Quel naso affilato e scarno del Papa il giorno prima di andarsene è la tipica espressione di chi è sul punto di morte.

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    L’immagine di Papa Francesco, affacciato dal loggione maggiore della Basilica di San Pietro nella domenica di Pasqua, resterà indelebile nella memoria collettiva. Seduto sulla sua sedia a rotelle il pontefice si è rivolto ai fedeli con un viso segnato dalla sofferenza, pronunciando con fatica poche parole di augurio: “Fratelli e sorelle, buona Pasqua“. Dietro quel semplice saluto, gli occhi attenti di medici e osservatori hanno colto segnali preoccupanti. Il suo volto appariva scavato, privo di espressione e di vitalità, rivelando la tipica facies ippocratica, un insieme di caratteristiche fisiche che spesso anticipano la fine imminente.

    Il volto della malattia

    La facies ippocratica è un segnale clinico noto nel mondo medico, caratterizzato da occhi infossati, tempie incavate, pelle pallida e secca, oltre al pallore peri-orale. Tuttavia, il segno più inquietante era il naso affilato e scarno, particolarmente ridotto di volume. Si tratta di un chiaro sintomo di un insufficiente flusso sanguigno nelle estremità periferiche del corpo. Questo dettaglio, spesso osservato nei malati gravi, può indicare insufficienza respiratoria, cardiaca o un grave stato di disidratazione. La medicina moderna ha sviluppato strumenti diagnostici in grado di interpretare i segnali facciali nei pazienti critici, come il Facial Action Coding System (Facs). Il sistema analizza la compromissione espressiva in presenza di malattie cardiache, polmonari o addominali. Nel caso del Papa, gli esperti hanno riconosciuto quei tratti distintivi come un campanello d’allarme per una condizione di salute profondamente compromessa.

    L’ultimo saluto ai fedeli

    Nonostante la sua fragilità, Papa Francesco ha voluto salutare la folla in Piazza San Pietro. Ha percorso il colonnato del Bernini sulla Papamobile, baciando bambini e mostrando ancora una volta il suo spirito combattivo. Malgrado le difficoltà respiratorie e l’evidente sforzo per comunicare, nulla lasciava presagire un declino così improvviso nelle ore successive.Tuttavia, all’alba del lunedì dell’Angelo, nella sua casa di Santa Marta, il Santo Padre ha avuto un improvviso aggravamento. L’ictus cerebrale che lo ha colpito è stato un evento che ha rapidamente compromesso la sua condizione già precaria. I suoi medici, che lo seguivano da mesi, non lo avevano mai dichiarato fuori pericolo, consapevoli che il suo stato di salute restava fragile.

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      Salute

      Quel jeans mi fa prudere le gambe. Ecco i tessuti tossici usati da Shein

      Le scoperte di Öko-Test sollevano preoccupazioni sulla sicurezza dei prodotti Shein, sottolineando l’importanza di una maggiore vigilanza e regolamentazione nella fast fashion, al fine di proteggere la salute dei consumatori.

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        Shein è un marchio molto noto, un gigante della fast fashion. Prezzi contenuti, capi d’abbigliamento e altro realizzati con stile che piacciono ai giovani e non solo. Ma che presenta criticità in molti tessuti con cui confezione i propri capi. Il marchio cinese è finito al centro di un’indagine condotta dalla testata tedesca Öko-Test. L’indagine ha rivelato la presenza di sostanze chimiche tossiche in molti capi prodotti dal marchio. Davvero?….L’indagine ha analizzato 21 capi per diverse fasce d’età, scoprendo che la maggior parte non supera i test di sicurezza e contiene sostanze pericolose. Come per esempio antimonio, dimetilformammide, piombo, cadmio, ftalati vietati, naftalene e idrocarburi policiclici aromatici (Ipa).

        Le tossicità rilevate sui tessuti

        L’antimonio è stato rilevato in abiti per neonati. Questa sostanza, che può essere assorbita attraverso la pelle, è altamente tossica se entra nel flusso sanguigno e quindi può provocare gravi problemi di salute.

        Il dimetilformammide è stato trovato in un capo per adolescenti. La sostanza è classificata nell’UE come pericolosa per la fertilità e può causare danni al sistema riproduttivo.

        Il piombo è stato individuato in alcune paia di scarpe. Il piombo è neurotossico e dannoso per la riproduzione. Esposizioni prolungate al piombo possono portare a gravi danni neurologici e fisiologici.

        Il cadmio è stato riscontrato in dosi superiori ai limiti stabiliti. Se assorbito in grandi quantità, danneggia i reni e le ossa.

        In alcuni sandali da donna sono stati scoperti Ftalati a livelli 15 volte superiori ai limiti europei. Questi composti possono causare danni agli organi riproduttivi e mettere a rischio la salute del feto.

        Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) sono stati identificati in scarpe a livelli 22 volte superiori ai limiti di sicurezza. Queste sostanze sono potenzialmente cancerogene.

        Qual è il livello di pericolosità di alcune sostanze

        Le sostanze chimiche trovate nei prodotti Shein possono provocare gravi rischi alla salute, tra cui danni al sistema nervoso, problemi riproduttivi, danni ai reni e ossa, e, in alcuni casi, possono causare il cancro. Particolarmente preoccupanti sono i prodotti per neonati e adolescenti, che espongono i più vulnerabili a sostanze tossiche.

        Come si difende Shein

        Shein si è difesa dichiarando di lavorare con agenzie di terze parti per effettuare test di sicurezza sui prodotti e garantire la conformità alle normative. Quando riceve segnalazioni su prodotti non conformi, la compagnia afferma di rimuoverli temporaneamente dal mercato mentre conduce indagini e adotta misure correttive se necessario.

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          Salute

          Quante ore di sonno servono a bambini e adolescenti per un riposo davvero rigenerante?

          Sonno e crescita sono strettamente legati, ma i giovani di oggi dormono meno di quanto dovrebbero. Quali sono le conseguenze e come si può migliorare la qualità del riposo?

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            Il sonno non è solo un momento di riposo, ma un processo fondamentale per la crescita fisica, lo sviluppo cognitivo e l’equilibrio emotivo. Bambini e adolescenti hanno bisogno di dormire un numero sufficiente di ore per garantire un sano sviluppo, ma oggi il tempo dedicato al riposo si è ridotto di circa due ore rispetto a quello raccomandato. Gli esperti della Fondazione Humanitas per la Ricerca hanno analizzato l’impatto del sonno sulla salute e sottolineano l’importanza di un buon ritmo sonno-veglia, che troppo spesso viene compromesso da abitudini scorrette e dalla frenesia della vita quotidiana.

            Quante ore devono dormire bambini e adolescenti?

            Il fabbisogno varia a seconda dell’età. I neonati e bambini piccoli necessitano di un lungo riposo perché durante il sonno producono l’ormone della crescita e consolidano le prime reti neurali. Una cattiva qualità del sonno in questa fase può portare a deficit cognitivi, che però possono essere recuperati con una diagnosi tempestiva e un trattamento adeguato. Negli adolescenti, dormire gioca anche un ruolo essenziale nello sviluppo sessuale e nella salute mentale. Inoltre dormire bene aiuta a gestire meglio le emozioni, riducendo il rischio di ansia, depressione e disturbi dell’umore.

            Ma di quante ore hanno bisogno?

            Il problema principale è che, a causa di impegni scolastici, attività extrascolastiche e l’uso eccessivo di dispositivi elettronici, il tempo dedicato al riposo, soprattutto tra bambini e adolscenti si è ridotto significativamente. Neonati e bambini piccoli: 11-14 ore di sonno al giorno. Secondo gli esperi della Fondazone Humanitas per la Ricerca i neonati e bambini piccoli dovrebbero dormire tra le 11 e le 14 ore al giorno. I bambini dai 6 agli 11 anni avrebbero bisogno dalle 9 alle 11 ore di sonno per notte. Gli adolescenti dovrebbero dormire 10-12 ore per notte anche se oggi ne dormono in media circa otto.

            Perché è così importanteun sonno soddisfacente?

            Il sonno non è solo riposo: è un momento in cui il cervello e il corpo si rigenerano. Aiuta la memoria, la concentrazione, l’apprendimento e il benessere emotivo. Perdere ore di sonno, soprattutto in maniera cronica, può portare a conseguenze anche gravi. Per esempio? Problemi di crescita nei bambini piccoli, maggiore irritabilità e difficoltà a gestire le emozioni, minore capacità di concentrazione e apprendimento

            Senza sonno aumenta il rischio di ansia e depressione

            Non si tratta solo di quantità, ma anche di qualità. Un sonno disturbato o poco ristoratore può compromettere il recupero e lasciare i giovani affaticati e meno pronti ad affrontare la giornat. Gli esperti consigliano alcune strategie per favorire un sonno sano e riposante. Per esempio mantenere orari regolari per andare a letto e svegliarsi alla stessa, una pratica che aiuta a stabilizzare il ritmo circadiano. Favorire l’esposizione alla luce naturale che aiuta a sincronizzare l’orologio biologico e favorisce un sonno più profondo. Importantissimo limitare l’uso di device elettronici prima di dormire. Smartphone e tablet stimolano il cervello e rendono più difficile il rilassamento. Creare un rituale serale rilassante come leggere un libro, ascoltare musica calma o dedicarsi a un’attività tranquilla per preparare il corpo al sonno. Fa bene anche evitare sonnellini lunghi nel pomeriggio. Un breve riposo può essere utile, ma dormire troppo durante il giorno rende più difficile addormentarsi la sera.

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              Salute

              Il cervello sotto stress: quando il troppo lavoro lo cambia davvero

              Uno studio coreano ha analizzato gli effetti di oltre 55 ore lavorative settimanali, dimostrando alterazioni nella struttura cerebrale. Memoria, regolazione emotiva e capacità decisionale potrebbero risentirne. Gli esperti avvertono: serve una nuova cultura del lavoro.

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                Il lavoro intenso e senza pause può lasciare tracce profonde sul nostro organismo, ma ciò che pochi immaginavano è che può addirittura cambiare la struttura del cervello. Un recente studio condotto dall’Università Chung-Ang in Corea, pubblicato sulla rivista Occupational & Environmental Medicine, ha analizzato gli effetti di lunghi orari di lavoro su un gruppo di medici, dimostrando che il loro cervello mostrava alterazioni significative rispetto a chi aveva un carico lavorativo più moderato.

                Troppo lavoro, troppe ore: cosa succede al cervello?

                Negli ultimi anni, gli esperti hanno sempre più sottolineato i rischi del superlavoro. Le ricerche indicano chiaramente che superare le 55 ore settimanali può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, disagio psicologico e persino ictus. Ma gli effetti non si fermano al corpo. Secondo lo studio coreano, lavorare troppe ore influisce direttamente sulla neurologia, modificando alcune aree fondamentali della mente. Gli autori della ricerca hanno esaminato 110 operatori sanitari, distinguendo tra chi lavorava oltre 52 ore a settimana e chi restava entro un limite più ragionevole. Le immagini ottenute tramite risonanza magnetica hanno rivelato che il cervello dei medici più stressati presentava un aumento del volume in 17 diverse regioni, tra cui il giro frontale mediale, il giro frontale superiore e l’insula. Tutte aree coinvolte nella memoria, nella regolazione emotiva e nel processo decisionale.

                Una delle scoperte più sorprendenti riguarda il giro frontale mediale, il cui volume risultava aumentato del 19% nei soggetti che lavoravano di più. Questa parte del cervello è coinvolta in funzioni cognitive fondamentali, tra cui attenzione, memoria di lavoro e linguaggio. Se da un lato l’ingrossamento potrebbe rappresentare una risposta adattiva allo stress cronico, dall’altro potrebbe essere indice di sovraccarico mentale, con possibili effetti negativi nel tempo.

                Cervello plastico e lavoro: quali sono i rischi reali?

                Gli esperti sottolineano che il cervello è plastico, ovvero capace di adattarsi alle sollecitazioni, proprio come un muscolo che si sviluppa in base all’allenamento. È noto, per esempio, che i musicisti hanno una corteccia uditiva più sviluppata o che i taxisti londinesi—abituati a memorizzare enormi mappe—hanno un ippocampo più grande rispetto alla norma. Ma quando si tratta di sovraccarico mentale legato al lavoro, l’adattamento potrebbe non essere positivo. Emi Bondi, presidente uscente della Società Italiana di Psichiatria, commenta lo studio definendolo “un campanello d’allarme”. “I dati suggeriscono che l’eccessivo carico di lavoro può modificare aree del cervello legate alla memoria, al problem solving e alla regolazione emotiva”, sottolinea.

                Un messaggio chiaro arriva dalla comunità scientifica

                Secondo la comunità scientifica quindi è necessario ripensare il modo in cui lavoriamo. L’equilibrio tra impegno e benessere è cruciale, e ignorare i segnali di stress può avere conseguenze anche a livello neurologico. In futuro, nuovi studi aiuteranno a comprendere quanto il lavoro influisca sulla mente e quali strategie adottare per evitare effetti negativi a lungo termine. Fermo restando che salvaguardare il benessere mentale dovrebbe essere una priorità, non un optional.

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