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Salute

Piedi freddi d’inverno: cosa significa e i rimedi della nonna per scaldarli

Dalla circolazione rallentata all’effetto del freddo pungente, scopri le cause dei piedi freddi e le soluzioni più efficaci, dai rimedi della nonna ai piccoli accorgimenti quotidiani.

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    Avere i piedi freddi durante l’inverno è una condizione comune, spesso legata alla naturale reazione del corpo alle basse temperature. Quando fa freddo, il nostro organismo restringe i vasi sanguigni nelle estremità, come mani e piedi, per preservare il calore e garantire che gli organi vitali restino ben irrorati.

    Tuttavia, in alcuni casi, i piedi freddi possono essere il sintomo di problemi di salute:

    1. Cattiva circolazione: il sangue fatica a raggiungere le estremità, a causa di problemi come ipotensione o arteriosclerosi.
    2. Anemia: livelli bassi di ferro possono influire sul trasporto dell’ossigeno ai tessuti.
    3. Sindrome di Raynaud: una condizione che provoca un restringimento improvviso dei vasi sanguigni in risposta al freddo o allo stress.
    4. Problemi alla tiroide: l’ipotiroidismo può rallentare il metabolismo, causando una sensazione di freddo persistente.
    5. Diabete: neuropatie periferiche legate al diabete possono portare a piedi freddi o intorpiditi.

    I rimedi della nonna per piedi sempre caldi
    Le nonne, con la loro saggezza, hanno sempre avuto un arsenale di soluzioni per scaldare i piedi gelati. Ecco i rimedi più efficaci e naturali:

    1. Pediluvio caldo
      Un classico intramontabile: immergere i piedi in una bacinella di acqua calda, magari con un po’ di sale grosso o bicarbonato, aiuta a rilassare i muscoli e stimolare la circolazione. Aggiungi qualche goccia di olio essenziale di zenzero o rosmarino per un effetto riscaldante.
    2. Massaggi con oli riscaldanti
      Strofina i piedi con olio di sesamo, di zenzero o una crema riscaldante. Il massaggio favorisce il flusso sanguigno, mentre l’olio crea una barriera protettiva contro il freddo.
    3. Calzini di lana e doppio strato
      Indossare calze di lana o calzini a doppio strato mantiene i piedi isolati e caldi. Per un effetto extra, scalda i calzini sul termosifone prima di metterli.
    4. Borsa dell’acqua calda
      Un rimedio semplice e sempre efficace: posiziona una borsa dell’acqua calda vicino ai piedi quando sei seduto o sdraiato. Mantieni il calore per ore senza costi elevati.
    5. Infusi riscaldanti
      Bevi tisane a base di zenzero, cannella o peperoncino: queste spezie hanno proprietà riscaldanti che aiutano a migliorare la circolazione.
    6. Calzini di riso fai-da-te
      Riempi un paio di calzini con riso, chiudili bene e scaldali per pochi minuti nel microonde. Una volta pronti, posizionali sui piedi o sotto le coperte per un calore immediato.
    7. Movimento e stretching
      Anche in casa, muovi i piedi, fai stretching o cammina per favorire la circolazione. Evita di stare troppo tempo seduto o immobile.

    Prevenzione e accorgimenti quotidiani
    Per evitare di soffrire di piedi freddi, è importante seguire alcune buone abitudini:

    • Vestirsi a strati: mantieni tutto il corpo caldo, non solo i piedi, per evitare che il sangue si concentri solo negli organi vitali.
    • Evitare calzature strette: scarpe troppo aderenti possono compromettere la circolazione.
    • Idratarsi bene: bere acqua aiuta a mantenere il sistema circolatorio efficiente.
    • Evitare il fumo: il tabacco restringe i vasi sanguigni, peggiorando il problema.

    Quando preoccuparsi?
    Se i piedi freddi persistono anche in ambienti caldi o si accompagnano a sintomi come intorpidimento, dolore o pelle bluastro, è bene consultare un medico per escludere patologie più serie.

    Con un mix di accorgimenti moderni e rimedi tradizionali, i piedi freddi non saranno più un problema, e potrai goderti l’inverno senza brividi!

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      Salute

      Cinque alimenti che rinforzano le difese: cosa mangiare per prevenire raffreddore e influenza

      Agrumi, yogurt, zenzero, frutta secca e verdure a foglia sono tra gli alimenti più studiati per il loro ruolo nel supportare il sistema immunitario. Ecco come inserirli nella dieta quotidiana.

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      Cinque alimenti che rinforzano le difese

        Con l’arrivo dell’inverno, la diffusione di raffreddore e influenza torna puntualmente a crescere. Anche se nessun alimento può “impedire” in modo assoluto di ammalarsi, numerose ricerche confermano che una dieta equilibrata — ricca di vitamine, minerali e composti antinfiammatori — aiuta l’organismo a rispondere meglio agli agenti patogeni. L’Istituto Superiore di Sanità e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ricordano che uno stile di vita sano, unito alla vaccinazione antinfluenzale, rappresenta la migliore strategia preventiva. Ma anche la tavola può dare un valido contributo. Ecco cinque alimenti utili da introdurre, o potenziare, nella propria alimentazione invernale.

        Agrumi: una riserva naturale di vitamina C

        Arance, mandarini, pompelmi e limoni sono tra i primi alleati. La vitamina C non previene il raffreddore in modo diretto, ma gli studi indicano che contribuisce alla normale funzione del sistema immunitario e può ridurre la durata dei sintomi. Oltre alla vitamina C, gli agrumi apportano flavonoidi e antiossidanti che contrastano l’infiammazione. Ideali per colazioni e spuntini, possono essere inseriti anche in insalate o piatti salati.

        Yogurt e fermenti lattici: il ruolo del microbiota

        Un intestino in equilibrio supporta le nostre difese. Yogurt e alimenti fermentati — come kefir o alcuni tipi di latte fermentato — forniscono probiotici utili al microbiota, che svolge un ruolo chiave nell’immunità. Studi clinici hanno mostrato che un consumo regolare di probiotici può ridurre la frequenza di infezioni respiratorie lievi e la loro durata. Scegliere yogurt bianco senza zuccheri aggiunti permette di sfruttarne al meglio le proprietà.

        Zenzero: spezia dai poteri antinfiammatori

        Usato tradizionalmente nella fitoterapia, lo zenzero contiene gingeroli e shogaoli, sostanze note per l’azione antiossidante e antinfiammatoria. Non è una cura miracolosa, ma può dare un sostegno alla risposta immunitaria. Perfetto in tisane, centrifugati o piatti asiatici, lo zenzero fresco è preferibile a quello secco per la maggiore concentrazione di composti attivi.

        Frutta secca: energia e vitamina E

        Mandorle, nocciole e noci sono ricche di vitamina E, un potente antiossidante che contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo. La ricerca ha associato un adeguato apporto di vitamina E a una migliore risposta immunitaria, soprattutto negli adulti. La frutta secca fornisce anche acidi grassi essenziali, utili al benessere generale. Una manciata al giorno è la quantità ideale per beneficiare delle sue proprietà senza eccedere nelle calorie.

        Verdure a foglia verde: una concentrazione di micronutrienti

        Spinaci, cavolo riccio, bieta e altre verdure a foglia contengono vitamina A, vitamina C, folati e numerosi fitonutrienti. La vitamina A, in particolare, è essenziale per l’integrità delle mucose respiratorie, che rappresentano una prima barriera contro virus e batteri. Consumare verdure a foglia ogni giorno — crude, cotte o in vellutate — permette di arricchire l’alimentazione senza appesantire.

        Una difesa che parte dallo stile di vita

        Gli esperti sottolineano che nessun alimento può sostituire le misure preventive consolidate, come il vaccino antinfluenzale, il lavaggio frequente delle mani e il riposo adeguato. Tuttavia, una dieta equilibrata aiuta il sistema immunitario a funzionare al meglio.

        Integrare questi cinque alimenti nella quotidianità è semplice: basta aggiungere una spremuta al mattino, uno yogurt a metà giornata, una tisana allo zenzero dopo cena, un pugno di frutta secca come snack e una porzione abbondante di verdure a ogni pasto.

        In un periodo in cui raffreddori e influenze mettono alla prova la nostra salute, la cucina può diventare un’alleata preziosa. Scelte alimentari consapevoli, unite alle buone pratiche di prevenzione, rappresentano un supporto concreto per affrontare l’inverno con più energia e meno malanni.

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          Salute

          Polmonite atipica, la “polmonite camminante”: cos’è, come si manifesta e come si previene

          Sintomi sfumati, diagnosi complessa e diffusione favorita dai contatti ravvicinati: ecco perché conoscere la polmonite atipica è fondamentale, soprattutto in inverno.

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          Polmonite atipica, la “polmonite camminante”: cos’è, come si manifesta e come si previene

            Una malattia subdola ma molto diffusa

            La polmonite atipica è una forma di infezione polmonare provocata da agenti patogeni diversi da quelli più comuni delle polmoniti “tipiche”. Tra i principali responsabili ci sono Mycoplasma pneumoniae, Chlamydophila pneumoniae e alcuni virus respiratori. Proprio perché i suoi sintomi sono meno gravi e spesso graduali, viene soprannominata “walking pneumonia”: una malattia che, nonostante colpisca i polmoni, permette in molti casi di continuare a svolgere le normali attività quotidiane.

            Secondo i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) e diverse società pneumologiche europee, questa forma rappresenta una delle cause più frequenti di infezioni respiratorie negli adolescenti e negli adulti giovani, ma può colpire anche gli anziani, con un decorso talvolta più impegnativo.

            Sintomi diversi dalla polmonite “tradizionale”

            La peculiarità della polmonite atipica è la sua presentazione clinica, spesso sfumata. I sintomi tendono a comparire lentamente, nell’arco di alcuni giorni:

            • febbre moderata o assente
            • tosse secca persistente
            • mal di testa
            • stanchezza marcata
            • malessere generale
            • congestione nasale o mal di gola

            Solo in alcuni casi compaiono respiro affannoso o dolore al torace, sintomi più tipici delle polmoniti batteriche classiche. Proprio questa gradualità può portare a sottovalutare il problema e ritardare la diagnosi.

            Come si trasmette

            La polmonite atipica si diffonde soprattutto attraverso le goccioline respiratorie emesse parlando, tossendo o starnutendo. Le situazioni più a rischio sono gli ambienti chiusi e affollati: scuole, mezzi pubblici, comunità, uffici. Il periodo di incubazione varia da una a tre settimane, e l’infezione può circolare facilmente nei mesi freddi, quando la permanenza al chiuso aumenta.

            Diagnosi e trattamento

            Poiché i sintomi sono simili a quelli di molte altre infezioni respiratorie, la diagnosi non sempre è immediata. Il medico può ricorrere a:

            • visita clinica
            • radiografia del torace
            • esami del sangue o test specifici per identificare l’agente patogeno

            Il trattamento dipende dalla causa: nel caso del Mycoplasma pneumoniae vengono utilizzati antibiotici specifici; se la causa è virale, la terapia è di supporto. La buona notizia è che, nella maggior parte dei casi, la guarigione avviene senza complicazioni.

            Come si può prevenire

            Non esiste un vaccino universale contro la polmonite atipica, ma la prevenzione segue regole note ma efficaci:

            Igiene delle mani

            Lavarsi spesso le mani riduce la trasmissione di virus e batteri respiratori.

            Aerare gli ambienti

            Arieggiare le stanze aiuta a diminuire la concentrazione di goccioline sospese.

            Coprire bocca e naso

            Tossire o starnutire nel gomito previene la diffusione degli agenti patogeni.

            Evitare il contatto stretto con persone malate

            Soprattutto in presenza di tosse persistente o febbre.

            Prendersi cura del sistema immunitario

            Una dieta equilibrata, attività fisica regolare, sonno adeguato e stop al fumo — tra i principali fattori che indeboliscono le vie respiratorie — possono ridurre il rischio di infezioni.

            Quando preoccuparsi

            Anche se la polmonite atipica è spesso lieve, è importante consultare un medico se:

            • la tosse dura più di una settimana
            • compaiono febbre alta, difficoltà respiratorie o dolore toracico
            • la persona colpita è anziana, immunodepressa o affetta da malattie croniche

            Riconoscere tempestivamente i segnali permette di intervenire rapidamente ed evitare complicazioni.

            La polmonite atipica non è una novità né un’emergenza improvvisa: è una condizione comune, spesso gestibile e nella maggior parte dei casi risolvibile senza conseguenze. Conoscere i sintomi e adottare semplici misure preventive resta l’arma più efficace per affrontare i mesi invernali con maggiore serenità.

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              Salute

              Natale goloso, non per forza ingrassato: i trucchi che funzionano davvero

              Dalle porzioni intelligenti all’attività fisica “di compensazione”, fino alle scelte consapevoli nei giorni clou: ecco i consigli dei nutrizionisti per vivere le feste con gusto, senza rinunce drastiche né rigidità inutili.

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              Natale senza sensi di colpa

                Il periodo più goloso dell’anno… e il più rischioso

                Il mese di dicembre concentra appuntamenti conviviali, dolci tradizionali e piatti calorici che, in pochi giorni, possono far aumentare l’introito calorico fino al 30% rispetto alla norma. Secondo varie osservazioni dell’Istituto Superiore di Sanità e di associazioni scientifiche in ambito nutrizionale, l’aumento medio di peso durante le feste oscilla tra 0,5 e 2 kg. Nulla di irreversibile, ma sufficiente a creare frustrazione a gennaio.
                La buona notizia? Non serve saltare cenoni o evitare ogni panettone: la chiave è la moderazione.

                Porzioni strategiche e piatti “furbi”

                I nutrizionisti concordano: gestire le quantità è più efficace che eliminare alimenti. Un piatto piccolo può aiutare a controllare la porzione senza sentirsi privati di nulla.
                Alcuni trucchi utili:

                • iniziare i pasti con verdure crude o cotte per favorire sazietà;
                • scegliere una sola portata ricca invece di antipasti + primi + secondi;
                • assaggiare i dolci tipici ma senza fare il bis;
                • alternare acqua ai brindisi per ridurre l’alcol, tra le principali fonti “nascoste” di calorie.

                Nei giorni tra una festa e l’altra, torna leggero

                Il vero “segreto” per non ingrassare non è rinunciare ai pasti importanti, ma bilanciare gli altri giorni. I dietologi suggeriscono di compensare con pasti più semplici e ricchi di fibre, come zuppe, legumi e verdure, evitando alcol e dolci quando non ci sono ricorrenze.
                Un principio confermato da molte linee guida internazionali: ciò che conta non è un singolo cenone, ma la media settimanale.

                Muoversi di più, anche senza palestra

                L’attività fisica resta l’alleata numero uno. Non serve correre una maratona: passeggiate dopo i pasti, qualche esercizio domestico o un pomeriggio all’aria aperta bastano per aumentare il dispendio energetico.
                Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, 150 minuti settimanali di attività moderata sono sufficienti per mantenere il peso stabile. Inserirli strategicamente nelle vacanze può fare la differenza.

                Non arrivare affamati alle cene

                Una delle abitudini più controproducenti è saltare pasti “per compensare”: questo porta ad abbuffate. Meglio mangiare uno spuntino sano prima di uscire, come frutta fresca, yogurt o una manciata di frutta secca.
                Arrivare al tavolo con la giusta fame — non con una voragine — aiuta a controllare le porzioni senza sforzo.

                Gestire il dolce più amato: panettone o pandoro?

                Dal punto di vista calorico, panettone e pandoro sono simili: circa 350-400 kcal per 100 g. La differenza la fanno le aggiunte (creme, glasse, farciture). Una fetta è compatibile con un’alimentazione equilibrata, purché consumata con consapevolezza.
                Molti nutrizionisti suggeriscono di godersela a colazione o come merenda, preferibilmente non subito dopo un pasto già ricco.

                La psicologia del buon senso

                Le feste non sono solo cibo: sono riti, tradizioni e relazioni sociali. La rigidità può generare stress e senso di colpa, controproducenti anche sul piano alimentare.
                Gli esperti di comportamento alimentare consigliano un approccio flessibile: prevedere qualche “strappo” piacevole e accettarlo senza rimorsi, mantenendo equilibrio negli altri momenti.

                In sintesi

                Godersi le festività senza ingrassare è possibile seguendo tre principi: moderazione, equilibrio e movimento. Nessun divieto assoluto, ma scelte ragionate che permettono di vivere il Natale con serenità — e con la stessa taglia a gennaio.

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