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Dalle donne indigene dell’America Latina, le idee regalo per la Festa della Mamma

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    In un mondo in cui i regali corrono veloci tra clic e carrelli, scegliere qualcosa di fatto a
    mano è un gesto di cura, di attenzione e di tempo. Per la Festa della Mamma 2025, Legado Milano propone una selezione di oggetti unici, intrecciati a migliaia di chilometri di distanza da donne che raccontano la propria identità attraverso il design e l’artigianato.

    Una filiera in grado di valorizzare le realtà locali

    Legado è una community intercontinentale di donne indigene e artigiane che sostiene il lavoro e l’emancipazione delle comunità dell’America Latina. Collabora direttamente con cooperative, associazioni e piccole realtà sparse tra Messico, Colombia, El Salvador, Bolivia, Venezuela. Ogni pezzo è il risultato di una filiera etica, che valorizza competenze locali, materiali sostenibili e saperi antichi.

    Una storia che passa di mano in mano

    Le donne coinvolte da Legado vivono in comunità rurali di El Salvador, Messico, Colombia, Venezuela. Ognuna di loro lavora secondo una tradizione artigiana specifica, spesso appresa da bambina, tramandata tra generazioni o custodita all’interno di un sapere collettivo. Ogni prodotto viene realizzato a mano, senza fretta, e nel rispetto totale dei ritmi della natura, delle comunità e dei valori delle artigiane. Non esiste sovrapproduzione, non esistono intermediazioni ingiuste. Esiste un patto etico di collaborazione tra chi crea e chi racconta. Scegliere un prodotto Legado significa unire due storie: quella di chi dona e quella di chi,
    lontano, lavora per dare dignità al proprio tempo. Più che oggetti, sono testimonianze tangibili di resilienza, cultura e autodeterminazione. Ecco alcune idee regalo pensate per otto ritratti di mamma: diversi, autentici, insostituibili. Perché ogni madre è un universo. E ogni gesto può parlare la sua lingua.

    Per la mamma che è sempre in movimento: borsa all’uncinetto di Antonia – El Salvador

    La sua forza è silenziosa. Non ha mai avuto bisogno di troppo: le basta quello che serve, e
    sa come portarlo con sé. Questa borsa, realizzata all’uncinetto da Antonia con fili di
    cotone naturale, è capiente, resistente e leggera. Perfetta per chi è sempre in movimento,
    per la spiaggia, o per chi vive ogni giorno con praticità e grazia. Un oggetto pensato per
    durare, come certi gesti quotidiani che non chiedono attenzione, ma la meritano tutta.

    Nata a Mejicanos, un piccolo municipio di San Salvador, Antonia ha imparato l’arte
    dell’uncinetto da bambina, tra i banchi di scuola, sotto la guida delle suore. Un sapere
    antico, custodito nelle mani e nel cuore, che oggi le permette di creare pezzi unici,
    intrecciando fili di cotone con pazienza e dedizione. Disponibile anche in versione pochette. 
    https://www.legado.it/products/borsa-grande-el-salvador

    Per la mamma che porta con sé storie antiche: collana Embera – Colombia

    Ogni disegno racconta una leggenda. Ogni colore ha un significato. La collana Embera nasce dalle mani delle donne della comunità indigena del Chocó, in Colombia: un intreccio di perline colorate, realizzate con tecniche tramandate di generazione in generazione. Tradizionalmente indossata durante cerimonie e rituali, è un simbolo di appartenenza, protezione e connessione con la natura. Oggi diventa anche un accessorio sofisticato: perfetta per serate speciali, o da indossare come prezioso colletto ornamentale su camicie e maglioni.
    https://www.legado.it/products/collana-embera-fatta-a-mano-piccola

    Per la mamma che regala sempre amore incondizionato: cuore Talavera – Messico

    È quella che tiene insieme tutto senza farlo pesare. Con le mani, con lo sguardo, con la presenza. Questo piccolo cuore smaltato nasce a Puebla, in Messico, ed è realizzato con l’antica tecnica della ceramica Talavera, una delle più raffinate espressioni dell’artigianato
    messicano. Derivata dagli azulejos spagnoli portati in epoca coloniale, la Talavera ha preso vita propria: una fusione tra stili europei, eredità arabe e tradizioni indigene. Ogni pezzo viene modellato, smaltato e dipinto a mano, cotto due volte ad alta temperatura, con motivi floreali e simbolici che rispecchiano la cultura del luogo. Il Cuore Talavera non è solo un ornamento: è un piccolo simbolo di bellezza, resistenza e
    dedizione.
    https://www.legado.it/products/cuore-talavera

    Scopri tutti gli altri disponibili online su www.legadomilano.com oppure nello store Legado, in via Carducci 27 a Milano.

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      Milano, lo Scudo Blu arriva alla Basilica dei Santi Nereo e Achilleo: prima chiesa protetta in città

      La Basilica di viale Argonne diventa il primo complesso religioso di Milano a fregiarsi dello Scudo Blu. Dopo Castello Sforzesco e Palazzo Reale, la Croce Rossa e il Ministero della Cultura scelgono un luogo che custodisce memoria e ferite della guerra.

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        Domenica 5 ottobre 2025, alle ore 11, la Basilica dei Santi Martiri Nereo e Achilleo in viale Argonne 56 entrerà nella storia: sarà infatti il primo complesso religioso di Milano a ricevere lo Scudo Blu, il simbolo internazionale che contrassegna i beni culturali da proteggere in caso di conflitti armati.

        Un riconoscimento ambito

        Il riconoscimento arriva nell’ambito della campagna “Il futuro ha una lunga storia, proteggiamola”, promossa dalla Croce Rossa Italiana insieme ad ANCI e al Ministero della Cultura, per rafforzare gli impegni presi con la Convenzione dell’Aja del 1954. Una firma che seguì alle distruzioni della Seconda guerra mondiale e che oggi, nel cuore di Milano, torna ad assumere un valore concreto.

        Inaugurata nel 1940

        La Basilica, progettata dall’architetto Giovanni Battista Maggi e inaugurata nel 1940 dal cardinale Ildefonso Schuster, fu colpita durante i bombardamenti del 1943 da uno spezzone incendiario. I danni furono minimi, tanto che l’oratorio poté accogliere famiglie rimaste senza casa. Da quella ferita nacque un segno di speranza: la cappella dedicata alla Madonna di Fatima, affrescata da Vanni Rossi e ribattezzata la “Cappella Sistina del Novecento”. Le sue pitture raccontano il dolore della modernità, dal fungo atomico di Hiroshima ai campi di concentramento, fino alla lotta biblica di Caino e Abele evocata dai versi di Salvatore Quasimodo: «Sei ancora quello della pietra e della fionda, uomo del mio tempo…».

        “Dopo il Castello Sforzesco e Palazzo Reale, anche la nostra Basilica sarà segnata da un evento da consegnare alla storia”, sottolinea don Gianluigi Panzeri, parroco dei Santi Nereo e Achilleo. “Lo Scudo Blu verrà apposto accanto al portale e sarà il segno che cultura e fede vanno preservate contro ogni violenza”.

        Concetto ribadito da Massimo Boncristiano, presidente della Croce Rossa di Milano: “Proteggere l’arte significa difendere l’identità di un popolo e lasciare un’eredità alle generazioni future”. E da Barbara di Castri, responsabile del progetto: “Dopo la guerra i popoli hanno capito che la cultura va salvata non solo nei conflitti, ma anche in tempo di pace”.

        Al termine della cerimonia, nella sala parrocchiale si terrà un convegno sul significato dello Scudo Blu per la difesa dei beni culturali. Un’occasione per ribadire che, tra le macerie della storia, tutelare la memoria è l’unico modo per salvare l’Umanità.

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          Plácido Domingo stregato da Capri: al tenore il Premio Faraglioni International 2025

          Sarà Plácido Domingo a ricevere il prestigioso Premio Faraglioni Capri International 2025. A condurre la serata la giornalista Laura Chimenti, mentre sul palco saliranno ospiti d’eccezione come Lina Sastri, Juliana Grigoryan e James Vaughan, per un evento che unisce musica, cultura e glamour nel cuore dell’isola.

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            Capri si prepara a ospitare la trentesima edizione del Premio Faraglioni Capri International, appuntamento che dal 1995 porta sull’isola alcuni dei grandi protagonisti della scena artistica mondiale. Il riconoscimento, che raffigura i celebri faraglioni in argento, sarà consegnato quest’anno al tenore Plácido Domingo.

            La cerimonia è in programma martedì 9 settembre nella cornice del Teatro del Grand Hotel Quisisana. A presentare la serata sarà la giornalista del Tg1 Laura Chimenti, volto noto della Rai. «È un onore ricevere questo premio e tornare a Capri, un luogo che unisce bellezza e cultura», ha commentato il tenore madrileno.

            Accanto al premiato saliranno sul palco altri nomi della musica e dello spettacolo. La giovane soprano Juliana Grigoryan proporrà alcuni brani lirici, accompagnata al pianoforte da James Vaughan, maestro collaboratore della Scala e a lungo assistente di Riccardo Muti. L’Italia sarà rappresentata dall’attrice e cantante Lina Sastri, che renderà un omaggio speciale a Domingo.

            Il premio, ideato e organizzato dai fratelli Aldo e Bruno Damino con Capri Arte, viene assegnato con la collaborazione della Città di Capri e dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo. A consegnarlo sarà il sindaco Paolo Falco. Partner istituzionale, da quest’anno, anche il Porto Turistico di Capri SpA.

            La manifestazione si conferma uno degli appuntamenti più longevi e riconosciuti del calendario isolano, capace di coniugare musica, spettacolo e promozione del territorio. Nel corso degli anni sul palco del Quisisana si sono alternati artisti di livello internazionale, contribuendo a dare visibilità all’isola ben oltre i confini nazionali.

            Domingo, che nella sua carriera ha interpretato più di 150 ruoli e diretto orchestre in tutto il mondo, aggiunge così un nuovo riconoscimento a un percorso che lo ha visto protagonista per oltre mezzo secolo. A Capri riceverà il simbolo dell’isola, un’opera degli argentieri Pierino Gioielli di Anacapri, che da trent’anni firmano il trofeo.

            Il pubblico atteso al Quisisana sarà composto da ospiti del mondo dell’arte, della cultura e delle istituzioni, per una serata che unisce mondanità e tradizione. L’isola, come sempre, farà da cornice con la sua inconfondibile scenografia naturale.

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              Tennis, gourmandise e profumi: Gabriella Carlucci conquista Villa Borghese con “Vanille Mon Amour”

              Nella serata conclusiva di Tennis in Pentola, tra chef stellati, ospiti vip e degustazioni gourmet, l’ex conduttrice ha conquistato il pubblico con un viaggio sensoriale tra sport, profumi e sapori. Vanille Mon Amour è la sua nuova essenza di femminilità e stile.

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                Metti una sera d’estate a Roma, nel cuore verde di Villa Borghese, tra racchette che fendono l’aria, piatti stellati e note di vaniglia che sembrano danzare tra i tavoli. Nasce così il Gala Dinner di Tennis in Pentola, trasformato da Gabriella Carlucci in un vero viaggio sensoriale con la presentazione del suo nuovo profumo, Vanille Mon Amour, nato in collaborazione con la Maison Sorelle Novembre.

                La serata, firmata dal manager Luca Clarens, ha chiuso l’originale manifestazione che per tre giorni ha unito sport e alta cucina nei giardini della A.S.D. Via Muro Torto. Qui, chef stellati si sono sfidati a colpi di creatività in piatti ispirati al tennis e alla vaniglia, l’ingrediente-feticcio scelto dalla Carlucci per raccontare la sua essenza.

                A cimentarsi nella sfida gourmet sono stati Daniele Lippi (Acquolina, 2 stelle Michelin), Pierluigi Gallo (Achilli al Parlamento), Giuseppe Di Iorio (Aroma), Giulio Zoli (Nomos Hotel), Giovanni Cappelli (Le Tamerici) e Gian Marco Bianchi (Al Madrigale). Prima di sedersi a tavola, gli ospiti hanno potuto assaggiare una selezione di eccellenze agroalimentari molisane al tartufo bianco e nero, accompagnate da prodotti caseari della Tenuta Villa San Michele, grazie agli imprenditori Gianluca Di Dio, Domenico Volpe e Sandro Rocchio.

                A rendere la serata ancora più mondana, la presenza di numerosi volti noti: Licia Colò con la figlia Liala Antonino, Fanny Cadeo con la figlia Carol, Anna Carlucci, la produttrice e scrittrice Chiara Tilesi, Francesca Ceci, Pietro Romano, le giornaliste Adriana Pannitteri e Cinzia Malvini, e lo chef Max Cipicchia, tutti accolti dai press agent Emilio e Stefano Sturla Furnò.

                Il menù ha sedotto i palati con un crescendo di sapori: girello cotto a bassa temperatura con chips al cocco, ricciolini all’uovo con ragù bianco di agnello, filetto con crema di patate e polvere di prezzemolo, per chiudere con tortino al limone e fragole fresche.

                Ma il vero momento clou è arrivato quando Gabriella Carlucci, in tubino nero impreziosito da perle e strass, ha presentato il suo profumo passando di tavolo in tavolo. «Vanille Mon Amour rappresenta il racconto di me stessa in poche gocce di profumo – ha spiegato –. Fin da bambina sono stata affascinata dalla vaniglia e dal suo aroma caldo e rassicurante. In ogni viaggio andavo a cercarla, in tutte le sue forme. È la mia essenza, il profumo dei momenti più importanti della mia vita».

                La serata è stata anche l’occasione per raccontare i prossimi impegni dell’ex conduttrice, impegnata nella promozione del cinema italiano all’estero con il Festival Estimar, e nella valorizzazione dei prodotti della tradizione agroalimentare del nostro Paese.

                Tra sport, bellezza e profumi, Vanille Mon Amour è già più di un’essenza: è una dichiarazione di stile e di femminilità, un nuovo capitolo nella storia di una donna che continua a sorprendere e a ispirare.

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