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La Scala e Zubin Metha per Croce Rossa Italiana e Società del Quartetto di Milano
Concerto straordinario al Teatro alla Scala di Milano Zubin Mehta dirige la Filarmonica della Scala solista Maxim Vengerov. In programma l’Ouverture Leonore n. 3, la Settima Sinfonia di Beethoven e il Concerto in mi minore per violino e orchestra di Mendelssohn.
Un grande concerto diretto da Zubin Metha
Il concerto di sabato 4 maggio al Teatro alla Scala di Milano ha riunito a consesso le nove muse per celebrare congiuntamente il 160° anniversario di due delle massime istituzioni impegnate, rispettivamente, nella protezione della vita e della salute della persona da una parte e nella tutela del patrimonio musicale dall’altra, quali Croce Rossa Italiana e Società del Quartetto di Milano. In scena, l’Orchestra Filarmonica della Scala diretta da Zubin Mehta, assieme al maggiore violinista vivente, l’israeliano Maxim Vengerov, ha presentat un programma di brani immortali tra i più amati dal pubblico di ogni latitudine.
In scaletta
In apertura e in chiusura, due capolavori beethoveniani – e non potrebbe essere diversamente, poiché è al Quartetto che l’avventura sinfonica beethoveniana ha inizio in Italia, con il completamento del primo ciclo integrale delle sue sinfonie nel 1878 – quali l’Ouverture Leonore n.3 in do maggiore op.72b e la Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92. In mezzo, il virtuosistico e appassionato Concerto per violino e orchestra in mi minore op.64 di Mendelssohn.
Intento charity
I proventi di biglietteria sono stati devoluti, da ciascuna istituzione, a due iniziative
benefiche distinte: nel caso di Croce Rossa Italiana, al progetto CRI4Kids attraverso
il quale il Comitato di Milano della CRI fornisce supporto a famiglie con bambini
piccoli, attraverso la fornitura di prodotti e generi alimentari per l’infanzia; nel caso della
Società Quartetto 160 del Quartetto di Milano, dopo il grande successo riscosso nella
stagione 2022-2023, una nuova edizione di Quartetto Diffuso, la rassegna musicale in
streaming che consentirà al pubblico negli ospedali, nelle case di riposo e ai detenuti
nelle carceri di fruire, in diretta o in differita, dei più bei concerti in Stagione.
Un parterre de roi
Tra i presenti, il Presidente Nazionale CRI, il Presidente CRI Milano e il Senatore Mario Monti con la moglie, i giornalisti Giannino della Frattina, Marco Oliva, Carlo Franza, Barbara di Castri. Ma anche la vostra Francesca Lovatelli Caetani, Arturo Artom con sua moglie Alessandra Repini, la vicedirettrice di Rai News 24 Tindara Caccetta, Anita Lissona, il Presidente di Mai Più Solo Vincenzo de Feo, la stilista Chiara Boni, il Presidente Municipio 1 Mattia Abdu Ismahil.
Il commento del sindaco Sala
«Siamo felici di celebrare con un concerto al Teatro alla Scala i 160 anni della fondazione della Croce Rossa Italiana e quelli della Società del Quartetto di Milano, due realtà straordinarie che in oltre un secolo e mezzo di attività hanno saputo distinguersi e fare la differenza, ognuna nel proprio ambito», commenta Giuseppe Sala, Sindaco di Milano. «Con questo concerto, il prossimo 4 maggio, la Filarmonica diretta dal maestro Zubin Mehta tributerà loro omaggi profondamente sentiti, per il traguardo raggiunto. Auguri sinceri, cui si aggiunge il nostro ringraziamento per l’impegno dei tanti volontari e delle tante volontarie CRI che si adoperano quotidianamente per aiutare chi soffre o si trova in difficoltà e il nostro più caro apprezzamento per la qualità e la dedizione con cui la Società del Quartetto porta avanti la propria mission culturale e sociale».
Una presenza fondamentale
«La Croce Rossa Italiana compie 160 anni. Sono anni in cui l’Associazione, attraverso il lavoro di Volontarie e Volontari, ha saputo confermare il suo impegno, la sua vicinanza a chiunque avesse bisogno di supporto, di aiuto, soprattutto ai più fragili», dichiara Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana. «In questo lungo percorso, siamo stati chiamati ad affrontare tante sfide, sia in ambito sanitario che sociale, emergenze causate da catastrofi e cambiamenti climatici, la pandemia. Il nostro messaggio alla comunità non è cambiato nel tempo: c’eravamo, ci siamo e ci saremo, dovunque e per chiunque, senza alcuna distinzione. Questo concerto ci permette non solo di celebrare un importantissimo anniversario ma anche di ribadire con forza la nostra vicinanza alla popolazione, in particolare alle persone e alle famiglie che sono in difficoltà: non vi lasceremo mai soli».
Una dedizione precisa nei confronti delle persone
«Il raggiungimento del traguardo del 160° anniversario, che abbiamo l’onore di celebrare insieme a Croce Rossa Italiana, con la quale condividiamo un impegno a favore della
qualità di vita della comunità, è fonte di grande emozione» dichiara Ilaria Borletti Buitoni, Presidente della Società del Quartetto di Milano. «La dedizione alla qualità artistica e al pubblico, che contraddistingue l’attività della Società fin dal 1864 non potevano che orientarci, in quest’occasione rivolta prima di tutto a Milano, verso la prima realtà sinfonica della città, la Filarmonica della Scala diretta da un celeberrimo e amato direttore d’orchestra qual è Zubin Mehta e un solista d’eccezione come Maxim Vengerov, che ringrazio per aver accettato di unirsi a noi al fine di poter realizzare un evento che spero resti impresso nella memoria del pubblico.
Coerentemente con la propria missione di diffondere la musica come elemento di coesione di una comunità, il Quartetto devolverà la propria parte di incasso ad un’iniziativa sociale, che permetta anche alla parte più fragile della nostra città di condividere l’esperienza dell’ascolto e della conoscenza della musica, intesa anche come forma di conforto».
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Franco Matticchio: la potenza di immagini che fanno riflettere
Fino all’11 gennaio, il Volvo Studio Milano (viale della Liberazione, angolo via
Melchiorre Gioia) ospita la mostra Franco Matticchio. Qualche volta a cura
di Elisabetta Sgarbi, dedicata all’illustratore, fumettista e pittore italiano Franco
Matticchio, raffinato artista contemporaneo capace di fondere ironia e poesia in immagini
che fanno riflettere.
Uomini ed animali dalle vite ricche e complesse
La mostra è composta da una sezione con 20 illustrazioni denominate “Umanimali”, in cui uomini e animali convivono ed in alcuni casi si fondono in un “corpo” solo, e dalle 8 tavole de “Il richiamo della foresta nera” raffiguranti le avventure del gatto antropomorfo Jones. Le immagini non mostrano solo animali ed esseri viventi, rivelano anche storie intense e autentiche, suggerendo che l’anima di queste creature possa avere una vita interiore ricca e complessa non meno significativa di quella umana.
L’anteprima ad Ascoli Piceno
L’esposizione arriva per la prima volta a Milano dopo essere stata presentata con grande successo alla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno nell’ambito della terza edizione di Linus – Festival del Fumetto, ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi. «Qualche volta disegnare è come pattinare su un lago gelato – racconta Franco Matticchio – qualche volta è come scalare una montagna rocciosa, e qualche volta è come inoltrarsi in una giungla inestricabile. Qualche volta».
Il legame con Volvo Studio Milano
«Tutto è possibile in questi disegni – dichiara Elisabetta Sgarbi – per questo regalo alla nostra fantasia dobbiamo tutti ringraziare il genio di Franco Matticchio». «Un filo invisibile lega Franco Matticchio al Volvo Studio Milano – dichiara Chiara Angeli – il primo incontro è avvenuto nel 2022, quando il cantautore Pacifico ha portato al Volvo Studio la sua rassegna “Pacifico in Studio”. Lì tra note e parole, musica e prosa, l’artista aveva un compagno discreto e silenzioso, i cui disegni scorrevano sugli schermi. Il fumettista diventava così co-artefice dell’atmosfera che
si creava tra l’artista e il suo pubblico. Questo che abbiamo oggi è il secondo contatto con l’artista che, incredibilmente, si incrocia e si incontra con JAZZMI, dove Volvo è Main Partner e dove Franco Matticchio ha immaginato l’illustrazione del festival.
Volvo Studio Milano è, infatti, un luogo che abbiamo concepito guidati dall’idea che le forme espressive dell’arte possano trovare un territorio comune in cui incontrarsi e dialogare. Intersezioni di linguaggi, di forme, di visioni che contribuiscono a creare una rete di significati e di relazioni preziose – crediamo – per le persone. È questa, d’altronde, la missione primaria di Volvo, mettere al centro di tutto il suo universo le Persone, il loro benessere, il loro futuro».
Il catalogo della mostra, con i testi di Franco Matticchio, Elisabetta Sgarbi, Vittorio Sgarbi, Chiara Angeli, Stefano Papetti (Curatore delle Collezioni Comunali di Ascoli Piceno) e Francesca Filauri (Presidente Associazione Culturale-mente Insieme) è edito dalla Fondazione Elisabetta Sgarbi.
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Agli Arcimboldi di Milano a tutto swing!
Due concerti, anzi due spettacoli, a tutto swing tra musica e parole, classe e divertimento: sono quelli in programma nel foyer del Teatro degli Arcimboldi domenica 20 ottobre e domenica 10 novembre nell’ambito della nona edizione di JAZZMI, il festival jazz di respiro internazionale di Milano.
Elena Andreoli e Paolo Tomelleri
I protagonisti di questi due imperdibili appuntamenti, prodotti dal Teatro degli Arcimboldi e da Snatch, sono la vocalist Elena Andreoli alla guida del suo quintetto e Paolo Tomelleri, il clarinettista jazz più famoso d’Italia. Un musicista che nel corso della sua brillante carriera ha collaborato con musicisti del calibro di Bruno De Filippi, Tony Scott, Joe Venuti, Clark Terry, Bill Coleman, Phil Woods, Red Mitchell e Bud Freeman ma anche con i grandi big della musica leggera italiana (da Enzo Jannacci a Ornella Vanoni, da Giorgio Gaber ad Adriano Celentano fino a Luigi Tenco).
Con Atomic Swing alla ricerca delle origini
Domenica 20 ottobre Elena Andreoli, dotata di una voce calda e dalle sfumature black, Stefano Pennini (pianoforte), Davide Galileo Parisi (chitarra), Jimmy Straniero (contrabbasso), Alberto Traverso (batteria) e Paolo Tomelleri (clarinetto) porteranno in scena il progetto Atomic Swing: un’esplorazione del jazz delle origini, a partire da quello della Golden Age, in un’accurata ricerca di standard poco conosciuti, da far scoprire e apprezzare in tutta la loro bellezza, senza dimenticare il bebop, il ragtime, il charleston, il blues, l’early jazz e il jive. L’obiettivo di Elena e dei suoi musicisti è riportare il jazz alla sua dimensione più gioiosa: non a caso, i loro concerti sono un concentrato di energia e un inno alla leggerezza di chi – attraverso suoni, ritmi, arrangiamenti e parole – si diverte e vuole divertire.
Voce e clarino in salsa swing
Domenica 10 novembre Elena Andreoli e Paolo Tomelleri, affiancati da Stefano Pennini
(pianoforte), Davide Galileo Parisi (chitarra), Raffaele Romano (contrabbasso) e Alberto
Traverso (batteria), presenteranno Don’t worry, be jazz, proponendo all’attenzione degli
spettatori pezzi swing e jazz poco sentiti, spesso dimenticati, in cui voce e clarinetto la
fanno da padrone. Il tutto con vitalità, ironia, classe e coinvolgimento.
Abituata fin da giovane a calcare i palcoscenici (ha lavorato accanto a due mostri sacri
come Dario Fo e Franca Rame), intrattenere e cantare, Elena Andreoli è un’artista
versatile ed eclettica, in grado di interpretare, anche in senso teatrale, i brani che sceglie e
di trasmettere al pubblico tutta l’energia e la gioia di vivere del “suo” jazz. Afferma la vocalist milanese, che in ambito jazzistico vanta collaborazioni con Giorgio Gaslini, Bruno Martino, Antonio Faraò, Sergio Fanni, Michele Bozza e Fabrizio Bernasconi: «Ho sempre
apprezzato il talento di Paolo Tomelleri e la sua capacità di saper intrattenere il pubblico e
ho sempre sognato di esibirmi insieme a lui, anche perché condividiamo l’amore e la
passione per lo stesso tipo di musica e, per carattere, non ci prendiamo mai troppo sul
serio. Passiamo anche dei momenti esilaranti insieme durante i quali lui litiga con Internet
finché non riesce a trovare vecchi filmati e concerti che mi vuol far scoprire».
«Ho avuto la fortuna di incontrare diversi maestri importanti: Dario Fo in teatro, Mario Monicelli e Federico Fellini nel cinema (sono anche attrice e doppiatrice) e in televisione ho lavorato con Paolo Limiti, grande paroliere di Mina, il quale mi ha insegnato a scrivere lirycs per le canzoni, facendomi capire l’importanza delle parole, che hanno un’enorme potenza comunicativa, almeno quanto la musica. I veri maestri, come Paolo Tomelleri, li riconosci subito e ti cambiano la vita per sempre».
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Si apre la nuova stagione al Gerolamo di Milano
Dal cuore antico della città che si sa sempre trasformare, il Teatro Gerolamo in Piazza
Cesare Beccaria 8 a Milano ha presentato la nuova stagione 2024-2025 e lo ha fatto
guardando al presente, tenendo sempre fede al passato, mostrando quanto sia ancora
luminosa la luce delle stelle che hanno solcato questo splendido palcoscenico.
Si comincia con Soriano
Ottobre è il mese dei maestri e si comincia con Osvaldo Soriano, grandissimo scrittore e
giornalista sportivo, autore di libri indimenticabili e citatissimi, come Fútbol. Lo “gioca”, per
tre giorni-da venerdì 4 a domenica 6-Peppe Servillo, accompagnato alla chitarra da
Cristiano Califano. Un appuntamento speciale per chi ama la letteratura, il calcio e il
teatro. Nella seconda settimana verranno celebrati ben due maestri.
Un omaggio a Dario Fo
Mercoledì 9, Giangilberto Monti dirige un concerto con le canzoni scritte dal premio Nobel
Dario Fo, incluse quelle sulla mala. Da giovedì 10 a domenica 13 Lucia Vasini, che ci
aveva commosso e divertito la scorsa stagione, porta in scena Il tempo dei miracoli.
Giullarate da Mistero Buffo di Dario Fo e Franca Rame. Venerdì 18 ottobre, la giovane
Valeria Girelli con Vorrei essere lei canta le sue “maestre” di vita, raccontando in chiave
ironica e tragicomica, le fatiche della ribalta. Sabato 19 torna a grande richiesta Take me
Aut. L’eroe che è in me, testo e regia di Alice De André con i ragazzi della Fondazione
Un Futuro per l’Asperger Onlus.
La parola al direttore artistico
«Procedere con umiltà, ma senza timori reverenziali, anzi, sfidando un po’ i mostri sacri e
cercando, come nel giornalismo, qualche scoop”- dice il direttore artistico Piero
Colaprico – “mi ero presentato così, tre anni fa, quando sono stato nominato direttore
artistico e mi sembra di procedere, grazie alla direttrice Chitose Asano, in questa
direzione. L’anno scorso abbiamo avuto grandi soddisfazioni e permetteteci di dire che,
sul piano umano e artistico, Take me Aut, per la regia di Alice De André e con gli attori
portatori della sindrome di Asperger, ci ha confermato la forza di questo lavoro di ricerca
che abbiamo avviato al Gerolamo. Alice e i suoi ragazzi torneranno nel 2025 a giugno, con
un nuovo spettacolo, quasi a chiusura di una stagione lunga e, ci auguriamo, ricca di
spunti. Come l’aver ripescato un inedito di Pippo Crivelli, intitolato Dizionario di Malavita:
ci stiamo lavorando, siamo scaramantici e vi saremo più precisi a ridosso della messa in
scena, a maggio».
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