Moda e modi
Enorme potenziale dei piccoli semi di lino

I semi di lino, noti anche come semi di linacci, sono piccoli semi ovali provenienti dalla pianta di lino (Linum usitatissimum). Questi semi sono stati coltivati per migliaia di anni e sono stati parte integrante della dieta umana e della medicina tradizionale in molte culture.

Non sono solo un ingrediente versatile in cucina, ma sono anche ampiamente utilizzati nell’ambito della bellezza e della cura della pelle. Ricchi di acidi grassi omega-3, antiossidanti e vitamina E, offrono una serie di benefici per la pelle e i capelli. Ecco alcuni modi in cui vengono utilizzati nell’ambito della bellezza:
- Idratazione della pelle: L’olio di semi di lino è noto per le sue proprietà idratanti. Applicato sulla pelle, l’olio aiuta a sigillare l’umidità, mantenendo la pelle morbida e idratata. Può essere utilizzato come olio per il corpo o aggiunto a creme e lozioni.
- Effetto antietà: Grazie alla sua ricchezza di antiossidanti, l’olio di semi di lino aiuta a combattere i radicali liberi che causano l’invecchiamento precoce della pelle. Applicato regolarmente, può ridurre l’aspetto delle rughe e delle linee sottili, donando alla pelle un aspetto più giovane e radioso.
- Lenitivo per la pelle infiammata: L’olio di semi di lino ha proprietà anti-infiammatorie che lo rendono ideale per lenire la pelle irritata, arrossata o infiammata. Può essere utile per trattare condizioni come dermatite, eczema e psoriasi.
- Promozione della salute dei capelli: I semi di lino contengono acidi grassi omega-3 che nutrono i follicoli piliferi e migliorano la salute del cuoio capelluto. L’applicazione di olio di semi di lino sui capelli può rendere i capelli più forti, più lucenti e più sani.
- Esfoliazione naturale: I semi di lino macinati possono essere utilizzati come esfoliante naturale per la pelle. Mescolati con acqua o olio di cocco, i semi di lino macinati formano una pasta delicata che può essere massaggiata sulla pelle per rimuovere le cellule morte e favorire il rinnovamento cellulare.
- Trattamento per le labbra secche: L’olio di semi di lino è un rimedio efficace per le labbra secche e screpolate. Applicato sulle labbra, aiuta a riparare e idratare la pelle, lasciandole morbide e lisce.

La maschera viso ai semi di lino, o flax seed face mask, è un trattamento naturale per la cura della pelle che sfrutta i suoi benefici per migliorare l’aspetto e la salute della pelle del viso. Questa maschera è particolarmente popolare per la sua capacità di idratare, nutrire e lenire la pelle, oltre a fornire una dose di antiossidanti e acidi grassi essenziali.
Ecco come preparare e utilizzare una maschera viso ai semi di lino:
- Preparazione: Per preparare la maschera, macina i semi di lino in un macinino da caffè o in un frullatore fino a ottenere una polvere fine. Mescola la polvere di semi di lino con acqua calda o con altri ingredienti come miele, yogurt o olio di cocco per creare una pasta liscia e spalmabile.
- Applicazione: Prima di applicare la maschera, assicurati che il viso sia pulito e privo di trucco. Applica uniformemente uno strato spesso della maschera sulla pelle del viso, evitando il contorno occhi e labbra. Massaggia delicatamente la maschera sulla pelle per favorire l’assorbimento dei nutrienti.
- Tempo di posa: Lascia agire la maschera sul viso per circa 15-20 minuti o fino a quando non si asciuga completamente. Durante questo tempo, i nutrienti della maschera penetreranno nella pelle, idratandola e nutrendola in profondità.
- Risciacquo: Una volta trascorso il tempo di posa, risciacqua la maschera con acqua tiepida, facendo movimenti circolari per esfoliare delicatamente la pelle. Assicurati di rimuovere completamente tutti i residui di maschera.
- Idratazione: Dopo aver risciacquato la maschera, applica una crema idratante leggera o un olio per il viso per sigillare l’umidità e mantenere la pelle idratata.
Le maschere viso ai semi di lino sono adatte a tutti i tipi di pelle e possono essere utilizzate una o due volte alla settimana per mantenere la pelle sana, luminosa e idratata. Sperimenta con diversi ingredienti aggiuntivi, come miele, yogurt o aloe vera, per personalizzare la tua maschera e ottenere i massimi benefici per la tua pelle. Qui trovi una ricetta della maschera viso al succo di mandarino per una pelle sana.
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Occhiaie addio? Mettici il cetriolo (ma con stile)

È lì nel frigo, silenzioso e sottovalutato, ma quando ti svegli con le borse sotto gli occhi che sembrano bagagli a mano, lui è sempre pronto. Il cetriolo. Verde, fresco, ricco d’acqua e completamente innocente. E, soprattutto, funziona.
La classica immagine da spa casalinga – due fette di cetriolo sugli occhi e via, relax – non è solo un meme in accappatoio. Il cetriolo è davvero un piccolo elisir contro gonfiore, occhiaie e stanchezza. Merito del suo alto contenuto di vitamina C, potassio e acido caffeico, che aiutano a decongestionare, rassodare e schiarire la zona perioculare.
Il rimedio express
Prendi un cetriolo bio, mettilo in frigo per almeno un’ora. Taglia due fettine spesse mezzo centimetro, adagiale sugli occhi chiusi, sdraiati (meglio se al buio o con una musica rilassante) e resta lì dieci minuti. Quando le togli, lo sguardo è più aperto, lo zigomo più definito, il viso meno spento.
Bonus tip: il succo
Se vuoi fare le cose in grande, grattugia il cetriolo e filtra il succo. Conservalo in frigo in un boccettino di vetro: al mattino, tampona con un dischetto imbevuto nella zona contorno occhi. Effetto “ghiaccio botanico” garantito, ma senza shock termico.
Ancora meglio con…
– Un cucchiaio freddo appoggiato prima del cetriolo (per un’azione vasocostrittiva più intensa)
– Un pizzico di gel d’aloe da applicare subito dopo
– Un auto-massaggio con le dita, dall’interno verso l’esterno dell’occhio, per riattivare il microcircolo
Perché ok la genetica, ok le notti brave, ok la primavera che ci scombina gli ormoni. Ma almeno il cetriolo, lasciacelo.
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Dalla camomilla al velo di olio: i segreti della nonna per preparare la pelle al sole (senza sembrare una braciola abbrustolita)
Altro che spray miracolosi e filtri da astronauta: per preparare la pelle al sole servono pazienza, costanza e quei piccoli gesti tramandati di generazione in generazione. Dal succo di carota al bagno d’avena, passando per scrub allo zucchero e oli lenitivi: i consigli di nonna tornano protagonisti, proprio quando ne abbiamo più bisogno.

C’è un momento preciso in cui capisci che la primavera ha vinto. Non è la fioritura degli alberi, né il cambio armadio. È quando ti viene voglia di stenderti al sole — magari sul terrazzo, magari ancora con i jeans — e senti la pelle pizzicare come se si stesse svegliando. Ecco, quello è il segnale. Il corpo chiede luce, ma pretende preparazione. E se la crema spf 50 è d’obbligo, prima ancora serve un gesto più antico, più delicato: prendersi cura della pelle con la saggezza di chi il sole lo rispettava, lo temeva, e lo aspettava tutto l’inverno.
Uno scrub fatto in casa (che funziona davvero)
Prima regola: mai esporsi se la pelle è ancora in “modalità coperta”. Troppo secca, opaca, ispessita. Per rinnovarla, basta un cucchiaio di zucchero (meglio se di canna), un filo d’olio d’oliva e qualche goccia di limone. Massaggiare con dolcezza sotto la doccia, a pelle umida. Risciacquare senza strofinare. Il risultato? Morbidezza immediata e una sensazione di freschezza che batte qualsiasi esfoliante da profumeria.
Carota, l’abbronzatura comincia a tavola
Nonna lo diceva sempre: “Vuoi il colore? Mangia le carote!”. E aveva ragione. Il betacarotene stimola la produzione di melanina e aiuta la pelle a difendersi dai raggi UV. Via libera anche a albicocche, mango, zucca e spinaci. Un’insalata al giorno, e il colorito arriva (senza scottarsi).
Bagno d’avena per le pelli sensibili
Se al primo sole la pelle reagisce con rossori e pruriti, niente panico. Un rimedio naturale e antichissimo è il bagno d’avena: basta avvolgere due cucchiai di fiocchi in una garza e lasciarli in infusione nell’acqua tiepida della vasca. Effetto calmante garantito, come una carezza.
Camomilla e tè verde: tonici low cost
Dimenticate i tonici al collagene da 60 euro. Dopo la pulizia del viso, un dischetto imbevuto di infuso freddo di camomilla o tè verde fa miracoli: lenisce, rinfresca e prepara la pelle alla crema protettiva. Se aggiungete qualche goccia di aceto di mele, aiutate anche il pH naturale.
L’olio della sera
Di giorno protezione, ma la sera? Olio. Non quello per friggere, ovviamente. Un velo d’olio di mandorle dolci o argan sulle gambe, dopo la doccia, è il passaggio finale per nutrire in profondità e rendere la pelle più resistente. Massaggiato bene, tonifica anche.
Protezione sempre, anche se “è solo aprile”
Ultimo consiglio, il più importante. Non è mai troppo presto per la protezione solare. Anche con il sole velato, anche in città. Il fattore non deve essere un optional: SPF 30 è il minimo sindacale se si sta fuori più di un’ora. E no, non vale dire “tanto mi scotto solo la prima volta”: la pelle ha memoria, e i danni si sommano.
Il sole, quando lo rispetti, ti ringrazia
C’era una generazione che prendeva il sole con l’olio Johnson’s, sì. Ma c’era anche chi metteva cappelli di paglia larghi come ombrelli e preparava decotti di malva per sfiammare le guance arrossate. Oggi abbiamo mille prodotti, mille filtri, mille promesse in tubo. Ma il segreto per convivere bene con il sole è sempre lo stesso: ascoltare il corpo, nutrire la pelle, e cominciare prima che sia troppo tardi.
Che poi, come diceva nonna: “Il sole è come il vino: buono in piccoli sorsi, ma se esageri ti fa girare la testa”.
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Profumo di sudore (e di libertà): la nuova tendenza beauty che riscrive le regole dell’igiene
n tempo era tabù, oggi è oggetto di studio, marketing e rivendicazione culturale. Il sudore non è più un nemico da combattere con fragranze tropicali: è una firma biologica, un odore da armonizzare, non da cancellare. Il nuovo mantra? Smell like yourself.

Per decenni ci hanno insegnato che il sudore è il male. Che va coperto, mascherato, annientato a colpi di spray, sali d’alluminio e bouquet di fiori inesistenti. Le pubblicità ci hanno bombardato con ascelle fluo, promesse di 72 ore di freschezza e modelli che danzavano in slow motion dopo una passata di roll-on. Ma ora, qualcosa sta cambiando. Lentamente ma inesorabilmente, nel mondo del beauty si fa strada una nuova idea: il sudore non è il problema. Il problema è il nostro rapporto con lui.
Si chiama skinimalism, è il trend che unisce bellezza e minimalismo, e non riguarda solo il make-up: nel 2025 il concetto si è esteso all’igiene. Sempre più brand stanno proponendo deodoranti “trasparenti”: non solo nel packaging, ma anche nella filosofia. Niente più profumi invadenti, ma formule che lavorano con la pelle e i suoi batteri, non contro di essi. L’obiettivo non è cancellare l’odore, ma armonizzarlo. Perché ogni corpo ha una sua firma olfattiva, e la nuova bellezza parte proprio da lì.
Dimenticate quindi le ascelle che odorano di cocco e patchouli. Il nuovo oggetto del desiderio è il “non-odore”, o meglio: l’odore di te. Marchi come Corpus, Fussy, Nuud o By Humankind stanno guidando la rivoluzione: packaging minimal, formule naturali, probiotici, zero alluminio. E soprattutto, un marketing che ribalta tutto: “smell like yourself”, “celebrate your scent”, “your sweat, your story”.
In parallelo, anche la scienza si muove. Alcuni studi indicano che l’odore corporeo ha un ruolo cruciale nell’attrazione, nell’empatia, persino nel riconoscimento affettivo. Cancellarlo del tutto sarebbe come farsi togliere le impronte digitali: comodo forse, ma un po’ inquietante. E infatti, sempre più persone iniziano a considerare la loro scia olfattiva non un difetto, ma un’identità.
Sulle passerelle, intanto, il concetto dilaga. A Parigi, una maison ha lanciato una fragranza che si mescola volontariamente con il sudore. A Los Angeles, una top model ha confessato in un podcast di non usare più deodoranti: “Ho smesso. Il mio corpo ha imparato a regolarsi da solo. Adesso profumo di me”. Il post è diventato virale.
Naturalmente, non tutti sono pronti. Le abitudini sono dure a morire, e il panico da ascella ancora popola i vagoni della metropolitana. Ma la direzione è tracciata. Il concetto di “bellezza inodore” inizia a scricchiolare, sotto i colpi di una generazione che preferisce essere vera piuttosto che perfetta. E se il prezzo da pagare è un alone sotto la camicia, pazienza.
Perché la vera rivoluzione beauty non passa per il profumo che indossi, ma per quello che non ti vergogni più di avere. Odore compreso.
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