In primo piano
Sul ring ha perso la boxe, tra bugie, offese, politica da bar e sceneggiate
Gli eroi della politica italiana scendono in campo, ma non sul ring: dichiarazioni al veleno su Imane Khelif, pugile algerina, in una tragicommedia degna del miglior teatro dell’assurdo.

Si chiama Imane Khelif, è una pugile algerina, è una donna, ha una malattia (l’iperandrogenismo) che le causa livelli di testosterone più alti del normale, ed è il nuovo caso politico delle Olimpiadi di Parigi. E, ancora una volta, di mezzo c’è l’Italia.
Un attacco ingiusto e infondato
Imane Khelif oggi ha battuto per ritiro la pugile azzurra Angela Carini. Nei giorni scorsi si è dovuta difendere da una valanga di fango che il governo italiano, per voce del vicepremier Matteo Salvini, del ministro dello Sport Andrea Abodi, delle sue colleghe Eugenia Roccella e Daniela Santanchè, e di vari esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia, le ha riversato contro. L’accusa è di essere una “transessuale”, di “essere nata uomo” tanto che, in tutte le dichiarazioni, parlano di lei sempre al maschile: «Non è olimpico che un uomo combatta contro una donna», dice Salvini.
La verità sui fatti
Imane Khelif non è mai stata un uomo. I documenti sportivi, così come i passaporti depositati al Cio da un paese, l’Algeria (che tra le altre cose non consente nemmeno il cambio di sesso), certificano che Khelif è una donna. Ha genitali femminili, organi riproduttivi femminili. Punto. Nella serata di ieri alcuni media algerini sono stati persino costretti a pubblicare una foto della pugile da bambina “per fermare l’onda di fake news e di odio che arriva dall’Italia” hanno scritto, citando Salvini e persino Elon Musk e JK Rowling hanno rilanciato un tweet su questa vicenda. “Siamo sconvolti” ha detto il Comitato olimpico algerino in una dichiarazione ufficiale, “per gli attacchi immorali che Imane sta subendo: tutte menzogne, del tutto ingiuste, in un momento cruciale”.
La controversia dei Mondiali
Il problema nasce da quanto accaduto lo scorso anno: quando Khelif è stata squalificata dai Mondiali di Nuova Delhi. Aveva combattuto per l’intera competizione ed era giunta in finale: i test medici effettuati dall’Iba, la Federazione di boxe (che non è all’interno del Cio ed è in continuo contrasto con il comitato olimpico internazionale), però “non soddisfacevano i criteri di ammissibilità richiesti per partecipare in una competizione femminile”. Imane non aveva presentato ricorso ma aveva gridato al “complotto”, sostenendo che lei era una “donna e con le donne devo boxare”. Il presidente dell’Iba, il russo Umar Kremlev, aveva detto all’agenzia di stampa russa Tass che la pugile non era una donna: “Abbiamo trovato cromosomi XY nelle sue cellule”, facendo intendere quindi che fosse nata uomo.
Chi è Umar Kremlev?
Per dare credito a queste affermazioni, dovremmo fidarci di Umar Kremlev, un personaggio noto per la sua totale inaffidabilità. O forse no. Kremlev è sotto indagine per corruzione e non è certo un campione di serietà. Non ha dato alcuna prova concreta a supporto della sua tesi. Chiacchiere e aria fritta, quindi. Imane Khelif soffre di iperandrogenismo, cioè ha una maggiore presenza di testosterone nel corpo. Un caso raro, ma non unico. Del quale si è molto dibattuto nel mondo dello sport, e si continua a farlo. Ma che nulla ha a che fare con il cambio di sesso.
I numeri di Imane Khelif
E che dire dei 46 secondi di match con l’italiana Angela Carini, detta La Tigre? È finita con la nostra che, colpita duramente forse più dalla marea di chiacchiere e di polemiche, di bugie e illazioni, al primo colpo ha gettato la spugna. Si è ritirata, gettata in ginocchio, messa a piangere. C’è chi l’ha chiamata “sceneggiata”. Chissà. Quello che è certo è che, a vedere i numeri, Imane Khelif sembrerebbe tutto meno che una specie di Terminator schiacciasassi, killer di avversarie e povere ragazze italiane: ai Mondiali di pugilato dilettanti è arrivata trentatreesima; a Tokyo 2020 si è fermata ai Quarti di finale; ai Mondiali di pugilato dilettanti femminile ha perso in finale. Non certo una supereroina.
La risposta del CIO
Il Coni, su sollecitazione della Federazione della boxe ed evidentemente della politica, ha chiesto spiegazioni al Cio. Che ha risposto molto nettamente: “Sono donne nel loro sport e abbiamo stabilito che si tratta di donne: rispettano tutte le regole di ammissibilità previste da questi Giochi” ha detto il portavoce del comitato olimpico, Mark Adams. Chiedendo di “non trasformare questa storia in una caccia alle streghe”. Messaggio ricevuto dal Coni tanto che, in serata, Giovanni Malagò ha dovuto abbozzare: “Abbiamo ottenuto la risposta del Cio”. Mentre il ministro dello Sport, Andrea Abodi, ieri a Parigi e dopo aver parlato di “rischio per la salute” della nostra pugile per “dover salire sul ring con un’atleta nata uomo oggi donna” ha compreso di doversi fermare. Ma non davanti alla sua bugia.
Sceneggiata o dolore vero?
Non è facile giudicare l’intensità del pugno di Khelif, e l’ha sentita solo Carini; questo è un concetto sacrosanto. Detto ciò, una sensazione: la nostra atleta è arrivata sul ring dopo aver somatizzato giorni e giorni di dibattito extrapugilistico, extra sportivo, anche extra sessuale in un certo senso. Fermarsi così dopo due pugni andati a segno quasi senza opposizione, per la nostra atleta potrebbe voler dire essere salita sul quadrato consegnandosi psicologicamente non tanto all’avversaria, quanto all’idea dell’avversaria che aveva maturato in giorni e giorni di dibattiti quasi istituzionali, nonché strumentalizzati dalla politica, come fin troppo spesso sta accadendo in questa caotica Olimpiade.
Se le regole del CIO sono sbagliate, la colpa non è di Imane
Inginocchiarsi, piangere, non dare la mano all’avversario poco hanno a che fare con lo spirito olimpico. E fanno il paio con frasi stupide come descrivere la pugile algerina come “un uomo che prendeva a pugni sul ring una donna italiana”. Non è vero. Punto. Il problema è che, se l’atleta algerina è stata davvero favorita dalla sua condizione fisica, a sbagliare è stato il CIO che l’ha giudicata idonea a combattere – per altro dopo mille esami tutti positivi – non certo lei che su quel ring inseguiva un sogno di medaglia come tutte.
Chi ha perso oggi è la boxe
Ci dispiace molto perché una nostra atleta è salita sul quadrato impossibilitata a canalizzare concentrazione e tensione solo sul match e sulla ricerca della maniera migliore per affrontare la sua avversaria. Ci dispiace forse ancora di più perché alla fine del battage grazie al quale politici e polemisti vari hanno ottenuto una vetrina in più rispetto a quelle che già hanno a disposizione, a essere messa all’angolo è stata la boxe stessa. Della quale non si è potuto parlare e della quale, a molti di quelli che stanno ancora sbraitando, non frega niente. Insomma, chi ha perso oggi è lo spirito olimpico. E forse un po’ l’Italia, ostaggio di chi non si ferma davanti a nulla e , nonostante l’evidenza dei fatti, continua a spargere fango e bugie perdendo il senso del ridicolo e la faccia.
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Gossip
Anbeta Toromani: «Ho litigato con Maria De Filippi, ma ora…»
La ballerina di Amici svela i retroscena della lite con la conduttrice e parla del suo rapporto speciale con Alessandra Celentano, la sua carriera, l’amore per la danza e la sua vita privata, svelando alcuni retroscena.

Anbeta Toromani, una delle ballerine più amate e talentuose uscite dalla scuola di Amici, si è raccontata senza filtri a Verissimo. L’ex allieva di Maria De Filippi ha rivelato alcuni retroscena inediti della sua carriera, compresa la lite con la conduttrice che l’avrebbe portata ad abbandonare il programma.
“È stata una fase difficile”, ha confessato Anbeta. “Ho litigato con Maria per delle divergenze di opinione sui metodi di insegnamento. Ma ora, con il senno di poi, posso dire che è stata un’esperienza che mi ha fatto crescere”.
Nonostante le tensioni del passato, Anbeta conserva un profondo rispetto per Maria De Filippi e per Alessandra Celentano, l’insegnante che l’ha guidata durante il suo percorso ad Amici. “Alessandra è stata come una seconda madre per me”, ha dichiarato la ballerina. “Mi ha trasmesso la sua passione per la danza e mi ha aiutata a diventare la professionista che sono oggi”.
Oggi Anbeta è una prima ballerina affermata, che si esibisce sui palcoscenici più importanti del mondo. Ma la sua vita non è fatta solo di danza. La ballerina è felicemente fidanzata da oltre 15 anni con Alessandro Macario, un altro ballerino con cui condivide la passione per l’arte.
In primo piano
Gerry Scotti da insaponatore di cartoni a re della TV: la strana storia di un “normalissimo” uomo!
L’amatissimo conduttore di Canale 5 racconta la sua vita in un libro, tra aneddoti divertenti e profondi ricordi, svelando il suo percorso da operaio a icona della TV.

Gerry Scotti, uno dei volti più amati della televisione italiana, si racconta in “Quella volta” (Rizzoli), un libro che unisce nostalgia e ironia. Da aneddoti sulla sua infanzia a ricordi del mondo dello spettacolo, Scotti offre un affascinante spaccato della sua vita, rivelando non solo i momenti felici, ma anche le sfide e le lezioni apprese lungo il cammino.
Nel suo nuovo libro, Gerry Scotti condivide ricordi che affondano le radici nella sua infanzia a Milano. Racconta di un papà operaio, che lavorava di notte al Corriere della Sera, e della prima casa con l’ascensore, un’esperienza che lo ha colpito profondamente. La sua timidezza da bambino, accentuata da un problema di salute, non ha ostacolato il suo percorso: oggi si definisce «un bel pezzo d’uomo di 110 chili».
Gerry è orgoglioso della sua normalità. I suoi amici sono quelli di sempre, e la sua vita quotidiana è costellata di piccole abitudini che lo rendono un uomo autentico. Nonostante il successo in TV, afferma: «Se credi di essere quello lì, sei finito». Tra i suoi segreti, anche una dieta detox che rispetta rigorosamente.
Scotti ricorda i suoi primi lavori, dall’insaponatore di cartoni per televisori al confezionatore di cibi per vitelli, rivelando un lato umoristico della sua gioventù. E non manca di condividere storie divertenti sulla sua carriera, inclusi i momenti imbarazzanti con personaggi come Mike Bongiorno. Nonostante la fama, Gerry non si considera un donnaiolo. Ha avuto solo quattro fidanzate nella vita, sottolineando l’importanza delle relazioni sincere. «Se non sono finito nei guai con le Letterine…», scherza, evidenziando come abbia sempre mantenuto separate vita privata e professionale.
La sua amicizia con Michelle Hunziker è un’altra perla del libro. Gerry la descrive come una sorellina, rivelando la profondità di un legame che va oltre l’attrazione. E quando si tratta di gelosia, ammette di aver imparato a non confonderla con l’amore: «Se ami una persona, non puoi esserne geloso».
Scotti conclude il libro con una nota di serenità. È felice, e questo sentimento risuona in ogni pagina, lasciando ai lettori un messaggio di positività e autenticità.
In primo piano
Intrigante classifica: è Venezia la città italiana dove si tradisce di più
Ashley Madison ci offre uno sguardo intrigante sulle città italiane più intraprendenti. Questa classifica, benché divertente, sottolinea l’evoluzione delle dinamiche relazionali e la crescente apertura mentale, dimostrando che la ricerca di connessioni è in costante mutamento, indipendentemente dalle dimensioni della città.

Quando si tratta di relazioni extraconiugali e avventure clandestine, Ashley Madison svela i dati più intriganti. La recente classifica delle città italiane con il maggiore picco di intraprendenza sessuale è affascinante e sorprendente. Scopriamo insieme quali centri urbani si riscaldano di più nelle fredde stagioni, secondo la piattaforma leader internazionale per chi è alla ricerca di relazioni non-monogame.
Il cambiamento sociale e le relazioni extraconiugali
La società sta vivendo cambiamenti dinamici, e con essi, anche le dinamiche delle relazioni. La tradizionale classifica annuale di Ashley Madison rivela che le relazioni extraconiugali non seguono più rigidamente le barriere geografiche, aprendo la strada a un nuovo approccio più aperto e digitale.
Le Top 3 del Veneto: Venezia, Vicenza e Verona
Il Veneto si guadagna il titolo di regione più “allegra” dell’inverno 2024, occupando completamente il podio con Venezia, Vicenza e Verona. La Serenissima, celebre meta turistica, scala addirittura di 15 posizioni rispetto all’anno precedente, confermandosi il centro più intraprendente.
Le città in ascesa nel Nord Italia
Il Nord Italia mantiene la sua presa sulla libertà riguardo alle relazioni extraconiugali. Bergamo, Padova e Monza sono capoluoghi di provincia che hanno guadagnato notevolmente nelle ultime classifiche, dimostrando un’intraprendenza in costante crescita.
Trieste: la gelida bora non ferma l’intraprendenza
Trieste, che per lungo tempo ha dominato il ranking di Ashley Madison, scivola al quarto posto. Anche se la gelida Bora può aver raffreddato gli animi, i triestini dimostrano di non cedere facilmente alla monotonia invernale.
La tendenza nei piccoli centri urbani
C’è un cambio di prospettiva nei piccoli centri urbani, che sembrano abbracciare forme di relazione più aperte come la non-monogamia. L’anonimato limitato potrebbe spingere le persone a cercare discretamente nuovi partner su piattaforme online, evidenziando un’apertura mentale che va al di là degli stereotipi.
Sex & LaCity
Per esplorare ulteriormente il fascino delle relazioni extraconiugali in Italia e approfondire l’analisi delle dinamiche sociali, visita il nostro blog dedicato. Simona Griggio ti porterà alla ricerca delle piccole e grandi trasgressioni italiane. Troverai articoli che esplorano le tendenze, offrono consigli e analizzano il lato intrigante delle relazioni moderne.
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