Connect with us

Cronaca

Gli alieni del mare attaccano Venezia

Una specie aliena sta circondando Venezia. Si chiama “noce di mare” e assomiglia a una medusa. E’ giunta in laguna una quindicina di anni fa.

Avatar photo

Pubblicato

il

Venezia invasa

    La laguna di Venezia è sotto attacco. Una specie aliena la sta circondando. Si chiama “noce di mare” e assomiglia a una medusa. E’ giunta in laguna una quindicina di anni fa. Presa sotto gamba è esplosa nel 2014 causando gravi danni all’ecosistema e alla pesca locali.

    Una noce di mare mette in pericolo un ecosistema già fragile

    Arrivata per effetto del cambiamento climatico, il suo nome scientifico è Mnemiopsis leidyi, e proviene dall’Oceano Atlantico. Osservandola sembra tanto bellina dall’aspetto innocuo con una consistenza gelatinosa, simile a quella di una medusa. Ma è pericolosissima!! Non tanto per il corpo umano quando per i pescatori che utilizzano i cogoli, un’antica tecnica di pesca tradizionale della laguna di Venezia.

    La noce di mare si ciba della fauna locale. E quindi crea un grave squilibro negli ecosistemi e minacciando la biodiversità. I ricercatori della sede di Chioggia dell’Università di Padova e l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale di Trieste hanno realizzato uno studio chiedendo anche la collaborazione dei pescatori. La ricerca ha avuto come scopo iniziale verificate e misurare la prima sua presenza in laguna e le fasi del suo insediamento.

    Come è arrivata in laguna? Con le navi

    Così come era accaduto per il granchio blu, che alla fine si sono mangiati tra di loro, anche per la noce di mare i mezzi che l’ha portata in laguna saranno state sicuramente le navi da crociera. Infatti il traffico navale è una delle principali vie di accesso delle specie non autoctone che rende la laguna una zona a rischio per le invasioni biologiche. Il resto l’hanno fatto il cambiamento climatico e il conseguente aumento delle temperature dei mari.

    Un perfetto invasore

    La “noce di mare” è subdola e quasi invisibile e infatti assume il perfetto identikit dell’invasore fuori da ogni sospetto. Praticamente invisibile, si riproduce a ritmi intensi e si nutre di plancton e larve di specie locali. E purtroppo tra queste rientrano anche alcune varietà molto pregiate a tavola.

    Il pescato calava e i pescatori si chiedevano il perché

    Sono stati proprio i pescatori ad accorgersi che qualcosa non andava. Il progressivo calo del pescato nelle reti da un lato e la comparsa delle prime noci di mare, che intasavano con la loro gelatina le reti creando una barriera che ostacola la pesca, hanno messo in allarme i pescatori. Dal 2014 il pescato è diventato sempre meno abbondante. Tra il 2014 al 2019 si è quasi dimezzato (-40%). Dato che ai tempi il granchio blu non c’era ancora – ipotizzano i ricercatori – “la coincidenza tra aumento della presenza della noce di mare e la crisi della pesca nella laguna non può essere casuale“.

    Che fare?

    Gli autori dello studio l’hanno definito l’invasione delle noci di mare una “tragedia sociale e ambientale” per cui occorre intervenire al più presto perché rischia di fare scomparire una tradizione di pesca millenaria: quella con i cogoli. Ma soprattutto sta diventando una immane minaccia per la biodiversità e gli ecosistemi locali.

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Italia

      E’ arrivata la prima ondata di caldo ma non è quella definitva

      Temperature in forte aumento, città arroventate e primi temporali. Una tregua in settimana ma poi si ricomincia. L’estate bussa.

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

        L’estate sembra davvero entrare nel vivo. Questo è il primo fine settimana rovente. Da ieri il caldo intenso si fa sentire con temperature che hanno raggiunto i 37°C, a cui si aggiunge un’afa che rende l’atmosfera opprimente, soprattutto nelle ore serali e notturne. Secondo il bollettino del Ministero della Salute, sei città italiane sono già da bollino rosso, ovvero a rischio massimo per la salute: Bolzano, Campobasso, Perugia, Rieti, Roma e Frosinone. Altre cinque sono in bollino arancione, con temperature elevate ma un rischio più contenuto: Bologna, Brescia, Firenze, Latina e Torino. Le previsioni indicano cielo sereno su gran parte del Paese, con temporali isolati solo sulle Alpi Occidentali. Ma a rendere la situazione ancora più difficile è l’umidità, che fa crescere il disagio percepito sia di giorno che di notte.

        Quando arriverà un po’ di refrigerio? Domani…

        Da questa sera assisteremo ai primi segnali di cambiamento. Dall’Inghilterra arriverà un vortice di aria più fresca, che provocherà forti temporali sulle Alpi, sulla parte alta della Pianura Padana e sull’Adriatico centrale. Il contrasto tra l’aria caldissima preesistente e quella più fresca in arrivo potrà generare fenomeni intensi, con raffiche di vento improvvise, rovesci e possibili grandinate. Da domani16 giugno, il peggioramento si sposterà al Nord e al Centro, con precipitazioni più diffuse, specialmente sulla Riviera Romagnola nel pomeriggio. In ogni caso, le temperature rimarranno elevate, e questa prima ondata di caldo segnerà ufficialmente l’inizio della stagione torrida.

          Continua a leggere

          Italia

          Maria Rosaria Boccia sotto inchiesta: la laurea è vera o no?

          La Guardia di Finanza ha acquisito atti e documenti per fare luce sul titolo di studio della venditrice di abiti da sposa diventata consulente. L’inchiesta è partita da una segnalazione dell’università Pegaso. Dubbi anche sulla tesi: sarebbe molto simile a quella di un’altra studentessa laureata alla Luiss

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            È partita da una segnalazione dell’Università Telematica Pegaso l’inchiesta che oggi coinvolge Maria Rosaria Boccia. La procura di Napoli ha aperto un fascicolo per truffa, falso in atto pubblico e plagio, ipotizzando irregolarità nel percorso accademico della donna, nota alle cronache come ex collaboratrice del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.

            L’indagine è condotta dai pm Ciro Capasso, Claudio Onorati e Vincenzo Piscitelli, con il supporto della Guardia di Finanza. Gli accertamenti si stanno concentrando su tre atenei: la Pegaso, dove Boccia avrebbe conseguito la laurea in Economia Aziendale; la Parthenope, presso cui risultava iscritta in precedenza; e la Luiss di Roma, che rientra nel caso per una curiosa coincidenza: una tesi molto simile a quella presentata da Boccia è stata discussa da un’altra studentessa dell’ateneo nel 2019.

            La Gdf ha chiesto agli atenei documentazione completa: file digitali, esami sostenuti con relativi voti, video delle sessioni a distanza, libretti universitari, autocertificazioni e ogni altro elemento utile a ricostruire la carriera accademica della studentessa. Particolare attenzione è rivolta al passaggio tra la Parthenope e la Pegaso: gli investigatori vogliono capire se l’autocertificazione con cui Boccia ha dichiarato gli esami già svolti fosse veritiera.

            Ma a far esplodere il caso sarebbe stata proprio la tesi finale. Un lavoro accademico su cui l’università Pegaso ha avviato già da settembre un’istruttoria interna, dopo che alcuni dubbi erano stati sollevati da un’inchiesta giornalistica. L’ateneo ha comunicato di aver agito “nel pieno rispetto della trasparenza e della legalità”, e ha confermato di essere parte lesa nel procedimento.

            Il sospetto degli inquirenti è che la tesi possa essere stata in larga parte copiata da un’altra, discussa alla Luiss sei anni fa. A confermarlo potrebbe essere un’analisi con software antiplagio già in uso in molte università italiane. Se le analogie saranno confermate, il reato di plagio si aggiungerà al quadro, aggravando ulteriormente la posizione della Boccia.

            Per ora la diretta interessata non ha rilasciato dichiarazioni. Ma il caso è destinato ad avere conseguenze anche fuori dall’aula di tribunale, soprattutto per i legami politici e istituzionali che la donna aveva coltivato negli ultimi anni. E resta aperta la domanda più semplice e più spinosa: quella laurea, c’è davvero?

              Continua a leggere

              Mondo

              Khaby Lame espulso dagli USA. Invidia o sgarbo? L’influencer Maga rivendica il merito

              Bo Loudon, amico di Barron Trump, afferma di aver orchestrato l’espulsione del tiktoker: “Nessuno è al di sopra della legge”.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

                C’è del clamore mediatico attorno alla recente espulsione dagli Stati Uniti di Khaby Lame. Il popolare tiktoker italo-senegalese, che con il suo stile minimalista ha conquistato oltre 162 milioni di follower, è stato preso di mira. Dietro il provvedimento della sua espulsione c’è un nome sorprendente: Bo Loudon. Il giovane influencer legato alla famiglia Trump, presunto migliore amico di Barron, figlio minore dell’ex presidente è noto per la sua vicinanza ai circoli conservatori americani. Loudon ha rivendicato apertamente di aver avuto un ruolo determinante nell’espulsione. In una serie di post su X, ha dichiarato di aver “preso personalmente provvedimenti” per far sì che il 25enne venisse fermato. Ha lavorato “con i patrioti dell’amministrazione Trump” per ottenere l’arresto del tiktoker all’aeroporto di Las Vegas.

                Loudon vs. Lame. una rivalità tra Tiktoker?

                Secondo le autorità, Lame sarebbe rimasto oltre la scadenza del suo visto temporaneo. Lame è entrato negli USA il 30 aprile per partecipare al Met Gala a New York il 5 maggio. E’ stato fermato dagli agenti dell’US Immigration and Customs Enforcement (ICE) il 6 giugno allo scalo Harry Reid. Gli è stata concessa la “partenza volontaria”, lasciando così il Paese senza ulteriori conseguenze legali. Loudon, da parte sua, esulta per l’operazione: “Nessuno lavora più velocemente dell’amministrazione Trump“, ha scritto, sottolineando il ruolo che lui e Barron Trump avrebbero avuto nel garantire l’applicazione della legge.

                Dal comitato elettorale a poliziotto

                L’influencer di Palm Beach, nonostante la giovane età, è stato reclutato ufficiosamente nel team elettorale di Donald Trump. Il suo compito è quello di intercettare il voto della Generazione Z e il cosiddetto “bro vote”, ovvero il consenso dei giovani uomini americani. Ma dietro questo attivismo politico, alcuni vedono anche un velato sentimento di invidia. Lame è una star internazionale, mentre Loudon, pur vicino ai circoli di potere, resta una figura controversa e di nicchia. Il sospetto che questa espulsione sia stata motivata più da personalismi che da una reale emergenza legale è stato sollevato da diversi osservatori, soprattutto in un momento in cui Trump è alla ricerca di consensi tra i giovani. E Lame che fa? Risponderà? Forse sceglierà il silenzio e un’espressione sarcastica per dire tutto senza dire nulla.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù