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Cronaca

Il fondatore di PizzAut invita il generale Vannacci a cena

Dopo la pizza Gratteri, creata in onore del Procuratore capo di Napoli, in visita nel punto vendita di PizzAut di Milano, il suo fondatore Nico Acampora, ha deciso di invitare a cena il generale Vannacci.

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    Dopo la pizza Gratteri, creata in onore del Procuratore capo di Napoli, in visita nel punto vendita di PizzAut di Milano, il suo fondatore Nico Acampora, ha deciso di invitare a cena il generale Vannacci dopo le sue esternazioni sulle classi differenziate che lo Stato dovrebbe riservare alle persone disabili.

    Un impegno iniziato molti anni fa

    Non si tratta di una ammiccante strizzatina d’occhio per farsi un po’ di pubblicità. Tutt’altro. Luigi Acampora è impegnato da anni nel recuperare attraverso le sue mille attività gli esclusi, ragazzi portatori di handicap, autistici. Non per nulla ha fondato la sua catena di pizzerie aiutando soprattutto questi ultimi, per dare loro una possibilità di inserimento e di ‘guarigione’ sociale. “Vannacci e le sue classi differenziate? Lo invito a mangiare da noi per vedere l’inclusione vera. Parli invece dello Stato assente che non investe nella scuola e lascia questi ragazzi allo sbando in classi che non aiutano all’inserimento, oltre che all’apprendimento”.

    E proprio il giorno dei lavoratori, 1° maggio, Acampora, con indosso il suo tradizionale grembiule rosso su cui troneggia la scritta Vietato calpestare i sogni, ha festeggiato con l’assunzioni a tempo pieno e indeterminato di due persone disabili che dice fieramente” Pagano le tasse e anche gli stipendi di chi ci governa”. Nella catena di pizzerie attualmente lavorano 41 persone autistiche. “Se Vannacci volesse passare da noi prima delle elezioni europee, dice il titolare di PizzAut “potrebbe accorgersi di quanto è potente l’inclusione vera. Perché se la scuola italiana ha problemi a trovare insegnanti di sostegno, uno Stato degno di questo nome deve trovare il modo per risolverli: la soluzione non è nascondere le persone disabili e autistiche“.

    Nel suo ristorante a Cassina De’ Pecchi i ragazzi di PizzAut hanno già servito la loro pizza a Papa Francesco, al presidente Sergio Mattarella, che lo ha nominato cavaliere al merito della Repubblica. Per l’occasione i ragazzi hanno realizzato una nuova pizza chiamandola proprio Articolo 1, perché, hanno detto “fondata anche sul nostro lavoro“. In occasione del Primo maggio Acampora era ospite del convegno “Lavoro e partecipazione”, organizzato a Genova nella sala Quadrivium dalla Diocesi ligure.

    Qual è il sogno di una persona autistica? L’autonomia

    Da sempre Acampora si batte per rendere autonome le persone autistiche attraverso l’emancipazione che passa attraverso il lavoro. E molta attenzione la dedica alla formazione. Per questo quando ha sentito il generale Vannacci esprimere quei concetti sulla creazioni di classi differenziate non ci ha più visto. “Le classi differenziate non sono una risorsa: né per questi ragazzi né per gli altri studenti. L’inclusione, invece, è una risorsa per tutti. Se il generale Vannacci vuole spendere delle parole, le spenda su questo“.

    Ovvero su cosa?

    Sulla specializzazione per gli insegnati di sostegno, il Tirocinio Formativo Attivo (Tfa), è completamente a carico loro. E sono quattromila euro di spesa. Ma in uno Stato che voglia fare quello che è chiamato a fare questo personale va sostenuto nella sua formazione. In Italia non accade. Ecco, se lo Stato investisse su questo avremmo classi straordinariamente inclusive“.

    In effetti l’aiuto per gli autistici è dato soprattutto da aziende private come la sua, che si rimboccano le maniche e che creano da zero opportunità per crescere ed emanciparsi.

    Ho un figlio autistico, e quando ti arriva in mano la diagnosi ti senti solo. La diagnosi, poi, è stata precoce: a due anni e mezzo. Ma la presa in carico è arrivata a sei anni. E così devi darti da fare da solo. Un giorno ho visto mio figlio che giocava con mia moglie a fare la pizza e ho pensato: se lo fa lui che è piccolo e ha un autismo severo, forse lo possono fare anche altri“.

    Nella celebrazione del primo maggio come si concilia la disabilità con il lavoro?

    Ho dei ragazzi che prima non parlavano e adesso prendono le comande. Presto lanceremo il progetto Pizza Autobus. Una mini flotta di dodici truck food dove lavoreranno almeno cinque persone autistiche. Daremo i truck food in comodato alle associazioni che ne faranno richiesta e che aiuteremo a formare“.

      Cronaca Nera

      Giulia Cecchettin uccisa con 75 coltellate. Crudeltà e premeditazione

      Giulia Cecchettin è stata vittima di un omicidio agghiacciante, con settantacinque coltellate, di cui molte in difesa. I pm di Venezia hanno contestato a Filippo Turetta una crudeltà e premeditazione chiaramente eccedenti l’intento omicida. Il giovane, reo confesso, rischia l’ergastolo per il terribile delitto, pianificato con dettagli spietati e una app-spia sul cellulare della vittima.

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        I dettagli del delitto di Giulia Cecchettin sono scioccanti: settantacinque coltellate, di cui una ventina derivanti dalla difesa con le mani della vittima, colpita ripetutamente anche al volto. È un condensato di orrore l’atto d’accusa che i pm di Venezia hanno notificato ieri a Filippo Turetta per l’omicidio della ragazza. Al giovane viene contestata una crudeltà «chiaramente eccedente l’intento omicida». Il controllo che esercitava sulla ragazza – riferiscono i quotidiani, citando l’atto di conclusione indagini – era continuo. Turetta aveva installato una app-spia sul cellulare di Giulia e aveva pianificato il delitto e la fuga «almeno dal 7 novembre», quattro giorni prima dell’omicidio.

        Filippo Turetta: premeditazione e crudeltà

        «Premeditazione, ferocia e crudeltà» sono le accuse principali, e ora Filippo Turetta rischia l’ergastolo. Questa è la sintesi dell’avviso di conclusione indagini comunicato dai pm ai difensori di Turetta, reo confesso dell’omicidio, e alle parti offese. Un quadro che spalanca la prospettiva del processo in Assise per il 22enne padovano, in carcere a Verona dal 25 novembre scorso. Dopo mesi di informazioni con il contagocce, il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi, ha aggiornato i giornalisti sul procedimento penale a carico del giovane.

        Aggravante della premeditazione

        La svolta è arrivata: la contestazione dell’aggravante della premeditazione, sulla base di «dati oggettivi», ha detto il magistrato. Questa imputazione toglie all’indagato la possibilità di accedere al rito abbreviato e al patteggiamento. La richiesta del processo è imminente, eppure formalmente non è ancora una richiesta di rinvio a giudizio; se la difesa di Turetta lo vorrà, si potrà arrivare a un passaggio dal Gup per le contro deduzioni e un eventuale interrogatorio dell’indagato.

        Il file sul PC

        Turetta si era appuntato in un file sul computer – cancellato ma poi recuperato dagli esperti informatici – «come legare Giulia, con il nastro adesivo mani, caviglie, ginocchia e anche come tapparle la bocca». È quanto emerge dalle carte dell’avviso di conclusione indagini della Procura, citate dal Corriere della Sera. L’ex fidanzato di Giulia aveva costruito «nel dettaglio» il suo «spietato piano criminoso», pianificandolo «almeno dal 7 novembre», quattro giorni prima del fatto. Nelle ricerche su internet fatte da Turetta, scrive il quotidiano, c’erano voci come «nastro isolante, manette, cordame, badile, sacchi neri».

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          Mondo

          Nostradamus dice: Carlo? Deposto e rimpiazzato

          Cosa riserverà il destino alla monarchia britannica? Solo il tempo e il destino possono svelare il mistero dietro le parole di Nostradamus. Per ora, rimaniamo in attesa, pronti a scoprire il prossimo capitolo di questa intrigante saga.

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            Cosa riserverà il destino alla monarchia britannica? Solo il tempo e il destino possono svelare il mistero dietro le parole di Nostradamus. Per ora, rimaniamo in attesa, pronti a scoprire il prossimo capitolo di questa intrigante saga.
            Carlo e Nostradamus

            Il mondo è in tumulto e le profezie di Nostradamus aggiungono combustibile al fuoco delle speculazioni. L’interrogativo che s’insinua nell’aria è chi prenderà il posto di Re Carlo sul trono? Le parole del profeta francese del XVI secolo sono come un misterioso vortice che cattura l’attenzione di tutti gli appassionati dell’occulto e del soprannaturale. Cosa ci riservanno i prossimi mesi?

            Nostradamus, con il suo enigmatico testo “Les Propheties” del 1555, ha predetto eventi che hanno segnato la storia, come l’ascesa di Hitler e gli attentati dell’11 settembre. Ma ora i riflettori sono puntati sulla successione al trono reale inglese. C’è agitazione nell’aria mentre il mondo osserva ansioso.

            In una delle quartine viene previsto che il “re delle isole verrà deposto e rimpiazzato da uno senza il segno del re”.  La tesi che più sembra credibile è quella secondo cui questa frase nasconda un riferimento a Re Carlo III d’Inghilterra. Il suo successore “senza segno del re”, senza “titoli nobiliari” dunque, sarebbe suo figlio Harry che prenderebbe il suo posto sconvolgendo in questo modo le sorti della monarchia e del Regno Unito.

            La monarchia britannica è nel caos. Re Carlo III e la principessa Kate Middleton affrontano battaglie contro il cancro, gettando il Regno Unito nello sconforto. La salute della famiglia reale è al centro dell’attenzione, e i sudditi pregano per la loro guarigione. Ma cosa succederebbe se Carlo III decidesse di abdicare o, peggio ancora, se lasciasse il trono per motivi di salute?

            William e Kate sono stati sempre considerati i successori naturali, ma la profezia di Nostradamus getta ombre di dubbio sul loro futuro. In una quartina misteriosa, il profeta parla di un usurpatore che prenderà il trono senza il segno del re. Questo ha portato molti a interrogarsi: potrebbe essere Harry il futuro re?

            Mentre William è l’erede legittimo, la profezia insinua un’enigmatica possibilità che scuote le fondamenta della monarchia. Se Harry dovesse salire al trono, quali sarebbero le conseguenze? La profezia lascia spazio a dubbi e speculazioni, alimentando il fervore dei pettegolezzi e delle congetture.

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              Cronaca

              Ultima ora: Chico Forti esce dal carcere negli Usa

              Dopo anni di battaglie legali Chico Forti tornerà presto in Italia. Oggi, in attesa del trasferimento, ha ufficialmente lasciato il carcere dove era detenuto.

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                Chico Forti, il 65enne imprenditore trentino condannato all’ergastolo negli Stati Uniti per l’omicidio di Dale Pike, ha lasciato il carcere di Miami e si trova attualmente trattenuto dall’Agenzia statunitense per l’immigrazione in attesa del trasferimento in Italia. Il rientro nel suo paese d’origine è previsto entro due o tre settimane.

                Forti è stato detenuto negli Stati Uniti per 24 anni e si è sempre dichiarato innocente. Recentemente ha siglato un accordo con il giudice federale statunitense per scontare il resto della pena in Italia. L’autorizzazione al trasferimento è stata annunciata dalla premier Giorgia Meloni durante una visita a Washington. Secondo fonti vicine a Forti, la media di attesa per la consegna è di 4-5 mesi dopo la sentenza di riconoscimento italiana, ma si spera che nel suo caso il processo sia più rapido.

                Nella scheda del Florida Department of Correction, alla data di inizio custodia del 7 luglio 2000, è stata aggiunta quella di ieri come data del rilascio. Nel frattempo, Forti è trattenuto dall’Immigration and Customs Enforcement.

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