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Italia

Antitrust: Chiara Ferragni paga 1,2 milioni per il caso delle uova pasquali

L’imprenditrice italiana Chiara Ferragni colpita da una sanzione per pubblicità ingannevole sulle uova pasquali

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    Chiara Ferragni è stata sanzionata dall’Antitrust con una multa di 1,2 milioni di euro. La sanzione riguarda la promozione delle sue uova di Pasqua, che secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), contenevano informazioni ingannevoli per il consumatore. L’AGCM ha ritenuto che la pubblicità non fosse trasparente e chiara riguardo alle caratteristiche e ai premi promessi nelle uova, portando così a un’erronea percezione da parte degli acquirenti.

    La vicenda risale alla scorsa Pasqua quando Ferragni aveva lanciato una campagna pubblicitaria massiccia sui social media per promuovere le sue uova, realizzate in collaborazione con un noto brand dolciario. La pubblicità suggeriva la presenza di premi esclusivi all’interno delle uova, creando grande attesa e interesse tra i consumatori. Tuttavia, l’AGCM ha riscontrato che molti degli acquirenti non hanno trovato i premi promessi, portando a numerose segnalazioni da parte degli utenti.

    Secondo le indagini, la Ferragni non avrebbe fornito informazioni sufficienti e trasparenti riguardo alla probabilità di trovare i premi all’interno delle uova, inducendo in errore i consumatori. La multa di 1,2 milioni di euro riflette la gravità della violazione e l’ampia risonanza che la campagna ha avuto sui social media, influenzando un vasto numero di persone.

    Chiara Ferragni, attraverso il suo team legale, ha annunciato l’intenzione di fare ricorso contro la decisione dell’Antitrust, sostenendo di aver sempre agito in buona fede e nel rispetto delle normative vigenti. La vicenda, però, ha aperto un dibattito più ampio sull’uso della pubblicità sui social media e sulla responsabilità degli influencer nel garantire la trasparenza e la correttezza delle informazioni fornite ai propri follower.

      Italia

      Stipendi 2024-2025: aumenti in arrivo con la nuova manovra economica

      A partire dal prossimo gennaio gli stipendi di 1,3 milioni di lavoratori cresceranno. Si tratta di interventi che mirano a garantire maggiore equità e a supportare i redditi medio-bassi, con un focus sulle famiglie numerose.

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        A partire dal prossimo dicembre e dal gennaio 2025 oltre 1,3 milioni di lavoratori in più rispetto al 2023 vedranno aumentare i propri stipendi. Questo perché lo scorso anno la soglia di reddito veniva applicata solo fino a 35mila euro. Grazie alle novità introdotte dalla manovra economica le misure includono un taglio del cuneo fiscale, bonus, e nuove detrazioni per redditi fino a 40mila euro.

        Le novità principali

        La principale novità degli stipendi riguarda il taglio del cuneo fiscale. Ovvero cambia il sistema degli sconti sui contributi INPS. Anziché applicare una riduzione generalizzata, la novità prevede un bonus per chi dichiara fino a 20mila euro. Mentre chi ha redditi tra 20mila e 40mila euro avrà una riduzione decrescente delle tasse, soprattutto per redditi fino a 32mila euro.

        Quali saranno le nuove aliquote Irpef

        In pratica si applicherà l’aliquota del 23% per i redditi fino a 28mila euro, l’aliquota del 35% per i redditi tra 28mila e 50mila euro e una aliquota del 43% per i redditi oltre i 50mila euro. Dal prossimo gennaio i contributi saranno modulati in base al reddito. Per i redditi fino a 8.500 euro il contributo sarà del 7,1%, per redditi tra 8.500 e 15mila euro il contributo sarà del 5,3%. Per i redditi tra 15mila e 20mila euro il contributo sarà al 4,8%, mentre per i redditi tra 20mila e 32mila euro la detrazione annuale sarà di 1.000 euro (circa 83,3 euro mensili).

        Esempi di aumenti e detrazioni fiscali

        Gli aumenti degli stipendi saranno cosi distribuiti: con un reddito annuo di 15mila euro, si otterrà un incremento mensile di circa 66,25 euro, fino a 20mila euro l’incremento sarà di 80 euro. Per i redditi di 35mila euro annui l’importo mensile scende da 99 a 52 euro rispetto al sistema precedente. Per quanto riguarda le detrazioni fiscali si sono stabiliti nuovi tetti basati sul “quoziente familiare”. Fino a 75mila euro di reddito complessivo annuo una famiglia senza figli avrà una detrazione di 7.000 euro. Cifra che sale a 9.800 euro per una famiglia con un figlio, a 11.900 euro per una famiglia con due figli e a 14.000 euro per una famiglia con tre o più figli. Le detrazioni diminuiranno oltre i 100mila euro di reddito.

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          Cronaca

          Da Treviso a Roma, il film sul dramma di Andrea Spezzacatena viene deriso e boicottato

          Gli ottusi pregiudizi di certa gente non vengono scalfiti neanche dalla cruda verità di un dramma vissuto sulla pelle da un ragazzo di 15 anni. Anche questo, a suo modo, è bullismo, sorretto dal fallimento del ruolo genitoriale.

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            Il ragazzo dai pantaloni rosa, diretto da Margherita Ferri e proiettato al Giffoni e alla Festa del Cinema di Roma, non è piaciuto a un gruppo di ragazzi romani e ai genitori di una scuola media di Treviso. Tratto dal libro autobiografico di Teresa Manes e sceneggiato sulla storia vera di Andrea Spezzacatena, 15enne romano vittima di bullismo che nel 2012 si è tolto la vita, ha scatenato le proteste di un manipolo di persone al grido che l’opera (in tutto i cinema dal prossimo 7 novembre) possa scatenare influssi “negativi” sui loro figli.

            Proiezione sospesa a Treviso, a Roma il festival della vigliaccheria

            A Treviso la proiezione del film era prevista per domani 4 novembre, in vista dell’uscita in sala. Ma alcune famiglie hanno chiesto di evitare la partecipazione di ragazze e ragazzi. La preside ha accolto la richiesta, pur precisando che l’evento è stato solo sospeso temporaneamente. Non è andata meglio durante l’anteprima del 24 ottobre scorso a Roma: durante il film alcuni studenti (ma lo sono davvero?) hanno commentato con risatine, sfottò e frasi omofobe e offensive: “fro**o”, “gay di me**a” e “ma quando s’ammazza”.

            Parola al sindaco Conte

            Ci pensa il sindaco di Treviso Mario Conte a riportare un po’ di senno: “Evitare di confrontarsi su queste cose non credo sia la soluzione. Omofobia, depressione, suicidi sono, ahimè, molto attuali nella società. Dispiace quello che è successo a Treviso, ma preoccupano anche le reazioni omofobe di Roma: due situazioni che devono far riflettere tutta la nostra comunità”.

            Severità da parte del ministro Valditara

            Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara si esprime in merito a quanto accaduto a Roma: “Ho sentito la direttrice dell’ufficio scolastico regionale, dr. Anna Paola Sabatini, e ho chiesto di attivarsi per conoscere chi siano i responsabili di questi comportamenti vigliacchi e squallidi. Rinnovo la mia vicinanza e solidarietà alla mamma di Andrea. Il bullismo va contrastato con la massima severità. Appena saranno noti i nomi dei responsabili, andrò nella loro scuola perché voglio incontrarli personalmente”.

            L’esempio della madre del povero Andrea

            “La rabbia è un’emozione che non mi appartiene – ha risposta Teresa Manes, via social – così come il senso d’impotenza ho scoperto col tempo essere uno stato a me ignoto. Credo però fermamente che noi adulti dobbiamo essere esempio e guida per le nuove generazioni”.

            Il fallimento genitoriale

            Insulti vigliacchi spalleggiati dall’impalcatura dell’indifferenza, forma assai subdola di violenza, che sottointende alla mancanza di quella educazione primaria che spetta alla famiglia. Il bisogno di sentirsi parte di un gruppo può portare, soprattutto negli adolescenti, a fare o a dire cose che un genitore magari manco immaginerebbe mai dal proprio figlio. In tutto questo il fallimento più grave è quello degli adulti, venendo meno all’esercizio del ruolo fondamentale che dovrebbero ricopire.

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              Cronaca

              Pronto chi parla?!? Torna inesorabile la truffa telefonica dello squillo (Wangiri)

              Truffatori seriali passano senza interruzione di sorta dalla truffa del conto corrente che ruba i soldi tramite un link alla truffa dello squillo telefonico come il Wangiri.

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                Un finto messaggio whatsapp, un finto sms, una finta chiamata telefonica… torna inesorabile la truffa telefonica dello squillo (Wangiri) che ai più incauti può costare decine e decine di euro.

                Come riconoscere i numeri molesti

                Truffatori seriali passano senza interruzione di sorta dalla truffa del conto corrente che ruba i soldi tramite un link alla truffa dello squillo telefonico. I tentativi di frodare gli utenti si moltiplicano. In particolare è nuovamente tornata in auge la truffa telefonica dello squillo, chiamata Wangiri derivato dalle sue origini Giapponesi.

                Come funziona

                Riceviamo un solo squillo proveniente di solito da un numero estero. Proviamo a richiamare il numero per capire chi sia. Dall’altro capo si attiva una segreteria telefonica, oppure non sentiamo nulla. Però quel solo squillo ci costa, e anche parecchio, perché il numero internazionale che abbiamo chiamato in realtà è un numero a tariffazione speciale. Un numero che può arrivare anche a diverse decine di euro al minuto.

                Quanto ci può costare

                Il Wangiri classico costa circa 1,5 euro ogni dieci o quindici secondi. Ci sono varianti di Wangiri ancora più pericolose, che invece di svuotarci il conto telefonico attivano a nostra insaputa servizi in abbonamento. In questo modo ci accorgiamo di essere stati truffati solo in un secondo momento ed è assai difficile capire chi è il colpevole. Sebbene questa truffa sia attiva almeno dal 2002, è ancora molto utilizzata ma fortunatamente c’è un modo per proteggersi.

                Identificare i numeri

                Già ma come? Semplicemente evitando di chiamare i numeri non conosciuti. E’ possibile riconoscere se si è incappati nella truffa telefonica Wangiri in quanto le chiamate vengono effettuate da numeri con prefissi Moldavia (+373), Kosovo (+383), Tunisia (+216), Regno Unito +44, Cuba (+53). Non è da escludere però che i truffatori si affidino anche ad altri prefissi, ed in tal caso il consiglio è di non richiamare numeri esteri se non si hanno amici o parenti al di fuori dell’Italia. Oppure possiamo bloccare tutte le chiamate provenienti da un prefisso straniero.

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