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Italia

Che fine farà il carcere Beccaria di Milano? Quale progetto per il futuro dei detenuti minorili?

Un progetto innovativo punta a trasformare il Beccaria in un modello di riabilitazione per i detenuti minorili, superando le criticità storiche di sovraffollamento e fragilità, ma il Decreto Caivano solleva nuove sfide.

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    L’Istituto penale per minorenni Cesare Beccaria” di Milano si trova al centro di una grave emergenza di sovraffollamento, una situazione condivisa da molti altri istituti penali per minorenni in Italia. Alla fine del 2023, i ragazzi detenuti al Beccaria erano 66, a fronte di una capienza di circa 45 posti. Secondo la relazione del Ministero della Giustizia del 2024 sull’esecuzione delle pene per minorenni, il numero di ingressi negli istituti penali ha superato i livelli pre-pandemia. Ha raggiunto un totale di 1.258 nel 2024. Questo aumento si riflette in una presenza media giornaliera negli istituti che è passata da 320 detenuti nel 2021 a 556 nel 2024.

    Beccaria un centro di detenzione fragile

    Il profilo dei detenuti minorenni al Beccaria offre uno spaccato di grande fragilità e sofferenza. Molti di questi ragazzi provengono da contesti di migrazione e, in molti casi, sono minori stranieri non accompagnati. La relazione ministeriale evidenzia le difficoltà legate alle loro storie personali, spesso segnate da traumi profondi, come viaggi pericolosi o detenzioni in condizioni estreme nei campi libici. La mancanza di legami familiari e di una rete di supporto esterna aggrava ulteriormente la loro condizione e rende il percorso riabilitativo una sfida particolarmente complessa. Questa situazione è stata ulteriormente compromessa da frequenti avvicendamenti nella gestione dell’Istituto, che hanno influito negativamente sul suo funzionamento. Come sottolineato nella relazione, il Beccaria necessita di interventi urgenti, sia strutturali che gestionali, per garantire la sicurezza dei detenuti e degli operatori.

    Un progetto per il futuro del Beccaria

    Per affrontare queste criticità, il Ministero della Giustizia ha ottenuto un finanziamento dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (FAMI) per sviluppare un progetto innovativo. Gli obiettivi principali includono il miglioramento della governance interna del Beccaria, l’incremento delle competenze degli operatori, il supporto ai percorsi riabilitativi per minori e giovani adulti provenienti da paesi terzi. E inoltre il sostegno agli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni (USSM) lombardi nel reinserimento dei ragazzi in uscita dall’Istituto.

    Un “laboratorio di sperimentazione”

    Questo progetto punta a trasformare il Beccaria in un “laboratorio di sperimentazione”, i cui risultati potrebbero essere replicati in altre realtà territoriali. Si tratta di un’occasione preziosa per migliorare il sistema penale minorile, nonostante le preoccupazioni legate ai recenti provvedimenti governativi. Uno degli ostacoli principali alla piena realizzazione di questo progetto è rappresentato dal cosiddetto “Decreto Caivano”. Entrato in vigore a settembre 2023, il decreto preclude l’accesso alla messa alla prova per alcuni reati. Secondo quanto denunciato da garanti dei detenuti, magistrati e associazioni di volontariato carcerario, questa misura potrebbe aumentare il sovraffollamento degli istituti penali minorili, aggravando le già critiche condizioni attuali.

    Quali misure alternative alla detenzione

    Nella relazione del Ministero si ammette che sarà necessario monitorare l’impatto del decreto sulle misure alternative alla detenzione. Come la messa alla prova, per verificare se tali restrizioni penalizzeranno i percorsi riabilitativi. Questo sembra essere in contrasto con le dichiarazioni del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha negato un orientamento “carcerocentrico” dell’attuale amministrazione. Pur ammettendo le difficoltà del comparto minorile legate al sovraffollamento.

    Una strada ancora da costruire

    Nonostante le contraddizioni tra le diverse visioni politiche e operative, il progetto per il Beccaria rappresenta una speranza per il futuro dei detenuti minorili. Se attuato con successo, potrebbe non solo migliorare la vita all’interno dell’Istituto, ma anche fornire un modello innovativo per affrontare le sfide del sistema penale minorile in Italia.

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      Italia

      Saldi estivi al via, ma attenzione alle fregature: ecco come non farsi abbindolare

      Oggi partono ufficialmente i saldi in tutta Italia. Prevista una spesa media di 203 euro a famiglia, ma tra sconti falsi e insidie online, il rischio truffa è sempre dietro l’angolo

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        La stagione degli sconti estivi è cominciata. Da sabato 5 luglio – con l’eccezione della provincia autonoma di Bolzano, che inizierà il 16 – gli italiani si preparano all’assalto delle vetrine. Complice l’afa e l’aria vacanziera, molti approfitteranno delle offerte per togliersi qualche sfizio o rimpolpare il guardaroba. Ma come ogni anno, insieme agli sconti arrivano anche le trappole. Tra prezzi gonfiati, promozioni ingannevoli e raggiri digitali, non mancheranno le brutte sorprese per i meno attenti.

        Secondo i dati dell’ufficio studi di Confcommercio, quest’anno le famiglie italiane spenderanno in media 203 euro per i saldi, con una spesa pro capite di 92 euro. Un tesoretto che potrebbe superare i 3,3 miliardi complessivi. Molti – il 57% – hanno aspettato apposta questo periodo per acquistare prodotti desiderati da tempo. E se i negozi fisici restano il canale privilegiato, il 42% dei consumatori farà almeno un acquisto online.

        È proprio sul web, però, che si annidano le insidie più pericolose. Tra siti finti, venditori poco trasparenti e pubblicità ingannevoli, il rischio di cadere in una truffa è concreto. Per questo il Movimento Difesa del Cittadino invita alla prudenza: controllare la presenza della partita Iva, verificare le informazioni sul prodotto, diffidare di sconti eccessivi. Il diritto di recesso vale 14 giorni, anche in saldo. Ma per farlo valere, serve acquistare da venditori affidabili.

        Anche nei negozi, le regole non cambiano. I commercianti devono sempre indicare il prezzo originale, quello scontato e la percentuale di riduzione. Nessun obbligo d’acquisto, nessuna limitazione sui pagamenti elettronici: il pos è obbligatorio, anche per importi minimi. E chi non lo accetta è passibile di sanzione.

        Tra rincari e stipendi fermi, questi saldi sono per molti l’unica occasione di spesa extra. Ma per risparmiare davvero serve lucidità. Il vero affare non è comprare tanto a poco, ma poco e giusto.

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          Italia

          Caro-spiagge, prezzi ancora su: +2,3% in media e in Versilia tende da 1.500 euro al giorno

          Abbonamenti giornalieri in aumento del 6%, pedalò e idromassaggio più cari, e i lidi vip superano i 1.000 euro al giorno. Intanto parte la caccia agli sconti: ecco le formule per risparmiare

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            Il mare costa sempre di più. Quest’estate i prezzi dei servizi balneari in Italia aumentano ancora: +2,3% in media rispetto al 2024, secondo i dati appena diffusi da Federconsumatori e Fondazione Isscon. A crescere soprattutto il costo dell’abbonamento giornaliero, salito del 6%: passare una giornata sotto l’ombrellone con lettino e sdraio costa ora 35,74 euro, contro i 33,69 dell’anno scorso.

            Anche il noleggio di canoe, sup e pedalò registra rincari (+2%), mentre per coccolarsi con una vasca idromassaggio in spiaggia si arriva a pagare quasi 15 euro (+10%). I lidi più esclusivi raggiungono vette impensabili: in Versilia, al Twiga, la “tenda imperiale” costa 1.500 euro al giorno, anche se può accogliere fino a dieci persone.

            Salgono anche gli abbonamenti mensili, con un aumento medio del 3%: da 750 a 773 euro. Solo le aree per cani fanno eccezione, con un calo del 2% (da 24 a 22,90 euro).

            Sul fronte regionale, è la Sicilia a segnare l’incremento più alto (+6%), seguita da Sardegna (+4%), Veneto, Emilia-Romagna, Abruzzo, Basilicata e Liguria (tutte al +3%). Ma è in Toscana che si concentrano i lidi più cari.

            In questo scenario, cresce la richiesta di formule scontate. Molti stabilimenti propongono accessi ridotti per mezza giornata o dopo le 14, con risparmi fino al 50%. In aumento anche i pacchetti all inclusive con spiaggia, pranzo e sport acquatici: costano tra i 35 e i 50 euro, variabili in base al menu e al giorno della settimana.

            Infine, le app. Alcune piattaforme permettono di rivendere a prezzo scontato le ore in spiaggia non utilizzate, favorendo così il riuso e l’ottimizzazione delle risorse. Una piccola rivoluzione digitale per sopravvivere a un’estate che, anche al mare, pesa sempre più sul portafoglio.

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              Italia

              Pedaggi autostradali più cari da agosto: la stangata estiva scatena il caos politico

              Un millesimo di euro al chilometro sembra poca cosa, ma il principio fa infuriare: milioni di italiani si troveranno a pagare di più proprio nel mese delle vacanze. L’emendamento resta, per ora, nero su bianco.

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                Una manciata di centesimi, distribuiti lungo centinaia di chilometri. Ma quanto basta per accendere la miccia. Dal primo agosto 2025, percorrere le autostrade italiane costerà un po’ di più. Lo prevede un emendamento al decreto Infrastrutture, presentato da parlamentari della stessa maggioranza e pensato per garantire nuovi fondi all’Anas. La cifra? Un millesimo di euro al chilometro, per ogni categoria di veicolo.

                Il tempismo che fa discutere

                Non è tanto l’importo a far esplodere la polemica, quanto il momento scelto: proprio ad agosto, nel pieno dell’esodo estivo. La notizia, trapelata il 4 luglio, ha provocato reazioni a catena. Prima fra tutte, quella del ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha chiesto il ritiro della misura, pur essendo firmata anche da esponenti della sua Lega. «Non è il momento giusto», ha detto. Ma l’emendamento, intanto, resta.

                Pioggia di critiche dalle opposizioni

                Il Partito Democratico è stato il primo ad alzare la voce. «È una tassa nascosta, un insulto al buonsenso», ha tuonato il senatore Francesco Boccia. Duro anche il Movimento 5 Stelle: «Meloni è come lo sceriffo di Nottingham», accusa Riccardo Ricciardi. E da Europa Verde, Angelo Bonelli si chiede: «È questa la destra sociale che doveva aiutare le famiglie?».

                Le associazioni dei consumatori insorgono

                Per le principali sigle dei consumatori, si tratta di una “stangata estiva”. Il Codacons accusa il governo di trattare gli automobilisti come “bancomat”, mentre Assoutenti denuncia: «Cantieri e disagi continui, e ora vogliono anche più soldi? È una beffa». Secondo i calcoli, i rincari porteranno nelle casse pubbliche circa 90 milioni di euro l’anno.

                E ora che succede?

                Il governo si trova davanti a un bivio. Ritirare l’emendamento, ammettere l’errore e placare le proteste. Oppure difenderlo, rischiando di pagare un prezzo politico. Salvini ha preso le distanze, ma senza modifiche formali il rincaro scatterà comunque. E mentre le polemiche infuriano, gli italiani si preparano a un agosto ancora più salato. Anche al casello.

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