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Italia

Don Ciotti clonato con l’AI in un video fake

Don Luigi Ciotti continua la sua battaglia, non solo contro la criminalità organizzata, ma anche contro le nuove minacce digitali che possono danneggiare le persone e la società. La sua esperienza serve da monito sulla necessità di una regolamentazione più rigida e di una maggiore consapevolezza nell’era digitale.

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    Don Luigi Ciotti, noto per il suo instancabile impegno contro le mafie e per la giustizia sociale, è una figura di grande rispetto in Italia. Fondatore di Libera e del Gruppo Abele, don Ciotti ha dedicato la sua vita alla lotta contro la criminalità organizzata e alla promozione dei diritti umani. Conosciuto per il suo carisma e la sua dedizione, le sue parole hanno sempre avuto un forte impatto sull’opinione pubblica.

    L’allarme di Don Ciotti sull’intelligenza artificiale

    Il 21 marzo, durante la Giornata internazionale in ricordo delle vittime delle mafie, don Ciotti ha lanciato un avvertimento significativo: “Occhio a questa intelligenza artificiale che, se usata male, può diventare intelligenza criminale”. Queste parole oggi risuonano con un’amara ironia, dato che il sacerdote stesso è diventato vittima di un uso distorto della tecnologia.

    Il video fake su Facebook

    La scorsa settimana, don Ciotti ha ricevuto una segnalazione che lo ha lasciato sgomento: la sua voce e il suo volto sono stati rubati e utilizzati in un video truffa su Facebook. Questo video, che promuove cure fantomatiche per dolori articolari, attribuisce falsamente a don Ciotti l’endorsement di una pozione miracolosa. Il video invita gli utenti a cliccare su un link per scoprire una ricetta “fatta in casa” proposta da un medico immaginario, che avrebbe risolto i suoi problemi di salute.

    La denuncia alla polizia postale

    Di ritorno a Torino, don Ciotti non ha perso tempo e si è recato immediatamente alla polizia postale per sporgere denuncia. Purtroppo, nel frattempo, il video ha già accumulato oltre 75.000 visualizzazioni su Facebook, diffondendo disinformazione e potenzialmente truffando numerosi utenti. Nonostante la richiesta di rimozione, Facebook non ha ancora preso provvedimenti per eliminare il contenuto fraudolento.

    L’impatto della truffa

    Questa vicenda non solo danneggia la reputazione di don Ciotti, ma mette anche in luce i pericoli legati all’uso improprio dell’intelligenza artificiale. La capacità di creare video deepfake convincenti rappresenta una minaccia crescente, soprattutto quando vengono utilizzati per ingannare e manipolare il pubblico. Don Ciotti, noto per il suo impegno nel sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli della criminalità, si trova ora a dover affrontare una nuova forma di minaccia digitale.

    Un richiamo all’azione

    L’incidente sottolinea l’importanza di una maggiore vigilanza e regolamentazione riguardo all’uso dell’intelligenza artificiale. È fondamentale che piattaforme come Facebook adottino misure più efficaci per rilevare e rimuovere contenuti falsi e potenzialmente dannosi. Inoltre, è necessario educare il pubblico sui rischi associati ai deepfake e su come riconoscerli.

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      Italia

      Dottore si svegli deve andare in guerra! Chi sarebbe coinvolto in Italia in caso di conflitto

      Una panoramica sui criteri, categorie esonerate e nuove norme per il ripristino della leva obbligatoria in caso di guerra.

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        Ma nel caso in cui scoppiasse una guerra o ci fossero delle tensioni davvero speciali ai nostri confini, chi scende in campo? Se lo sono chiesti in diversi in queste ultime settimane. In uno scenario di conflitto in Italia, il richiamo alle armi coinvolgerebbe diverse categorie di persone. In prima linea verrebbero mobilitati i militari professionisti appartenenti a Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza. E poi? Seguirebbero gli ex militari che hanno lasciato le Forze Armate da meno di cinque anni. E noi civili? No i civili potrebbero essere chiamati solo in caso di estrema necessità. Siamo sicuri? Ma, sì, forse…

        In caso di guerra per prima cosa andrebbe ripristinato il servizio militare obbligatorio

        Il servizio militare obbligatorio, sospeso dal 1° gennaio 2005, potrebbe essere reintrodotto con un decreto ministeriale qualora il contingente professionale fosse insufficiente. La sospensione del servizio di leva obbligatoria è entrato in vigore grazie alla Legge 23 agosto 2004, n. 226, conosciuta anche come “Legge Martino”. I cittadini italiani non sono più tenuti a prestare servizio militare obbligatorio. Le Forze Armate italiane quindi sono composte da personale volontario. In caso di guerra le donne, anche se al momento escluse dalla leva obbligatoria, potrebbero essere incluse con un aggiornamento legislativo. Il richiamo sarebbe esteso alle persone di età compresa tra i 18 e i 45 anni, ma in situazioni straordinarie il limite di età potrebbe essere aumentato.

        Esoneri ne abbiamo?

        Diversi fattori determinerebbero l’esonero dal servizio, tra cui idoneità fisica e morale, condizioni familiari particolari (orfani, genitori a carico, soggetti con prole) e situazioni economiche critiche. Gli arruolati verrebbero assegnati principalmente all’Esercito, con ruoli specifici in Marina o Aeronautica basati sulle personali esperienze e le attitudini.

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          Italia

          Salari reali in Italia: una crisi senza paragoni nel G20

          L’Italia è il Paese del G20 dove i salari hanno subito la più forte perdita di potere d’acquisto dal 2008 a oggi: – 8,7%.

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            Secondo il Rapporto mondiale sui salari 2025-26 dell’Oil (Organizzazione internazionale del lavoro), l’Italia si colloca all’ultimo posto tra i Paesi del G20 per perdita di potere d’acquisto dei salari dal 2008. Con un calo dell’8,7%, il nostro Paese registra una performance negativa, mentre nazioni come Germania (+15%) e Francia (+5%) vedono un aumento significativo nello stesso periodo.

            Ingabbiati tra inflazione e produttività

            Negli ultimi tre anni, i salari reali in Italia hanno subito una diminuzione significativa, con un calo del 3,3% nel 2022 e del 3,2% nel 2023. Nonostante l’incremento del 2,3% nel 2024, questo aumento non è sufficiente a compensare l’impatto dell’inflazione, che nel 2022 ha toccato il picco dell’8,7%. L’inflazione, che colpisce maggiormente i salari più bassi, insieme a fattori strutturali come la scarsa produttività, il nanismo industriale e i limitati investimenti in innovazione tecnologica, ha contribuito a questa crisi salariale.

            Contrattazione inadeguata

            Nonostante la crescita della produttività negli ultimi anni, l’Oil sottolinea che i contratti nazionali di lavoro, pur diffusi, non sono riusciti a mantenere i salari in linea con l’aumento dei prezzi. Il riferimento all’indice Ipca, che esclude i prezzi dei beni energetici importati, e la distribuzione dei guadagni di produttività limitata ai contratti aziendali hanno penalizzato una larga fascia di lavoratori.

            Diseguaglianze salariali

            Il quadro è aggravato da forti diseguaglianze tra lavoratori italiani e stranieri, con una differenza mediana del 26% a sfavore dei secondi. Inoltre, le donne percepiscono salari inferiori agli uomini, spesso costrette al part-time, mentre i giovani, anche con titoli di studio elevati, ricevono stipendi nettamente inferiori rispetto ai loro coetanei in altri Paesi avanzati.

            Le risposte del mondo del lavoro

            Questa complessa situazione ha portato a interventi della magistratura per garantire retribuzioni dignitose, come richiesto dall’articolo 36 della Costituzione. Tuttavia, le risposte di governo, imprese e sindacati appaiono insufficienti. Il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha dichiarato la necessità di una vertenza sui salari, promuovendo uno sciopero dei metalmeccanici previsto per il 28 marzo.

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              Italia

              Hai una casa da affittare a MIlano o nel suo hinterland? Preparati a guadagnare con le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026

              Affittare casa per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 non è solo un’occasione di guadagno personale, ma anche un modo per contribuire al successo di un evento che promette di lasciare un’eredità economica duratura al territorio.

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                Le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 non sono soltanto un evento sportivo di portata globale, ma anche un’opportunità unica per i proprietari di case di trasformare le loro abitazioni in una fonte di guadagno. Con un afflusso previsto di oltre 2 milioni di visitatori nel Nord Italia, l’evento si prospetta un’occasione irripetibile per chi abita nelle zone interessate, tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige.

                Quanto si può guadagnare?

                Secondo un’indagine condotta da Deloitte, i proprietari che decideranno di affittare la loro casa durante le olimpiadi potrebbero guadagnare cifre considerevoli. I redditi medi per notte variano a seconda della località:

                Lombardia: circa 161 euro a notte

                Veneto: fino a 401 euro a notte

                Trentino-Alto Adige: intorno ai 311 euro a notte

                Con una media stimata di 2.400 euro di entrate durante i 19 giorni delle olimpiadi, gli host avranno la possibilità di ammortizzare i costi e generare profitti significativi. La domanda di alloggi porterà inoltre a un incremento dell’80% dei prezzi rispetto alle tariffe abituali.

                Il ruolo di Airbnb

                Airbnb, partner ufficiale dei Giochi Olimpici e Paralimpici, giocherà un ruolo cruciale nel colmare il gap di posti letto disponibile. Senza il contributo della piattaforma, le località ospitanti avrebbero difficoltà a gestire il fabbisogno giornaliero stimato in 52.000 posti letto, con un totale di 4,2 milioni di pernottamenti previsti. Grazie ad Airbnb, non solo sarà possibile rispondere alla domanda crescente, ma anche distribuire i visitatori in aree meno turistiche. Questo contribuirà a sostenere le economie locali e ad incentivare lo sviluppo di borghi e piccoli centri limitrofi alle sedi di gara.

                Un impatto economico diffuso

                Le Olimpiadi Invernali non beneficeranno solo gli host- L’impatto economico complessivo, stimato in 154 milioni di euro, avrà effetti positivi sull’intero tessuto commerciale delle regioni coinvolte. I visitatori spenderanno in media 150 euro al giorno, destinandone circa la metà a cibo e bevande, con il resto suddiviso tra shopping, trasporti e intrattenimento. La Lombardia ospiterà la maggior parte delle competizioni e potrebbe accogliere fino a 31.000 ospiti al giorno. Veneto e Trentino-Alto Adige, con rispettivamente 8.000 e 4.700 ospiti al giorno, giocheranno un ruolo altrettanto fondamentale, garantendo un’offerta diversificata di alloggi e servizi.

                Olimpiadi e futuro: eredità e sostenibilità

                Gli effetti economici dell’evento si estenderanno ben oltre il periodo dei Giochi. Secondo Deloitte, nei successivi 18 mesi l’evento genererà ulteriori ricavi per le aree ospitanti, contribuendo a migliorare le infrastrutture, sostenere la digitalizzazione e finanziare progetti di contrasto ai cambiamenti climatici. Inoltre, grazie alle imposte derivanti dagli affitti e dalla spesa dei turisti, le regioni potranno investire in modo significativo nel loro sviluppo economico e ambientale.

                Come ti devi preparare all’evento

                Chi possiede una casa nelle zone interessate può già da ora iniziare a prepararsi, rendendo la propria abitazione attrattiva per i visitatori. Airbnb offre un supporto completo per i nuovi host, inclusi consigli su come arredare e gestire l’accoglienza. Non solo sarà possibile sfruttare l’opportunità durante l’evento, ma l’interesse per le località ospitanti potrebbe crescere anche nei mesi precedenti e successivi, attirando turisti che desiderano esplorare le bellezze naturali e culturali dell’area.

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