Italia
Se sei un amministratore di condominio, occhio alla penna…

Tempi duri per gli amministratori di condomini. Solo nell’ultimo anno in quaranta a Roma sono stati aggrediti dai loro condomini. Senza contare che il 15% dei circa 1.800 che gestiscono i palazzi della Capitale, ha subito minacce, sia di tipo fisico che verbale. Un resoconto che arriva dall’associazione nazionale degli amministratori di immobili, che scatta una inquietante fotografia sulla rissosità condominiale. In tre casi su dieci si è arrivati alle denunce presentati alle forze dell’ordine.
Alcuni rinunciano all’incarico
Senza parlare di episodi nei quali diversi amministrato hanno poi preferito rinunciare all’incarico. «In un condominio si scatenano le frustrazioni della vita di tutti i giorni – spiega Giuseppe Bica, presidente di Anammi – Dopo la pandemia questa condizione, a Roma, si è profondamente aggravata».
Motivi scatenanti
Il motivo principale di liti condominiali è quello legato ai rumori e agli odori provenienti da altri appartamenti. Poi ci sono oggetti e mezzi privati messi negli spazi comuni: automobili, motorini e biciclette non parcheggiati nelle specifiche aree dedicate. E pure i bambini che giocano in cortile.
Un variegato campionario di problematiche
Poi ci sono i problemi che riguardano i balconi: dall’acqua che cola giù quando si annaffia alle briciole delle tovaglie sbattute dalla finestra dopo il pranzo. Ma a cadere – e a irritare chi vive nei piani più bassi – ci sono anche i mozziconi di sigaretta e il bucato gocciolante. Altro capitolo di scontro, poi, è quello legato agli animali domestici, soprattutto in ascensore o nel giardino condominiale, ma anche quando i cani iniziano ad abbaiare per lungo tempo.
I quartieri più “caldi”
Al top dei quartieri più rissosi ci sono le zone del Centro, tra cui Esquilino e Prati. Qui i condomini farebbero più difficoltà a prendere decisioni. «Sono palazzi storici dove sarebbe necessario fare grandi interventi di riqualificazione – prosegue Bica – Gli attuali proprietari non hanno più le disponibilità finanziarie delle persone che abitavano lì un tempo e contestano le scelte che si devono intraprendere per fare ristrutturazioni necessarie».
Nei quartieri più poveri ci sono contestatori di professione
Altre zone a rischio rissa Roma Est, tra Casilino, Prenestino e Tuscolano. «In questi casi ci sono minori disponibilità economiche, fanno “coalizione” per boicottare le scelte che vanno prese. I contestatori sono ormai “professionisti”, leggono e si documentano – dice il presidente di Anammi – C’è poi una zona dove ci sono condomìni più efficienti e più in linea con le disposizioni di legge, con condòmini meno rissosi. Sono quelli dei quartieri Monteverde Nuovo e Colli Portuensi».
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Italia
Dottore si svegli deve andare in guerra! Chi sarebbe coinvolto in Italia in caso di conflitto
Una panoramica sui criteri, categorie esonerate e nuove norme per il ripristino della leva obbligatoria in caso di guerra.

Ma nel caso in cui scoppiasse una guerra o ci fossero delle tensioni davvero speciali ai nostri confini, chi scende in campo? Se lo sono chiesti in diversi in queste ultime settimane. In uno scenario di conflitto in Italia, il richiamo alle armi coinvolgerebbe diverse categorie di persone. In prima linea verrebbero mobilitati i militari professionisti appartenenti a Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Guardia di Finanza. E poi? Seguirebbero gli ex militari che hanno lasciato le Forze Armate da meno di cinque anni. E noi civili? No i civili potrebbero essere chiamati solo in caso di estrema necessità. Siamo sicuri? Ma, sì, forse…
In caso di guerra per prima cosa andrebbe ripristinato il servizio militare obbligatorio
Il servizio militare obbligatorio, sospeso dal 1° gennaio 2005, potrebbe essere reintrodotto con un decreto ministeriale qualora il contingente professionale fosse insufficiente. La sospensione del servizio di leva obbligatoria è entrato in vigore grazie alla Legge 23 agosto 2004, n. 226, conosciuta anche come “Legge Martino”. I cittadini italiani non sono più tenuti a prestare servizio militare obbligatorio. Le Forze Armate italiane quindi sono composte da personale volontario. In caso di guerra le donne, anche se al momento escluse dalla leva obbligatoria, potrebbero essere incluse con un aggiornamento legislativo. Il richiamo sarebbe esteso alle persone di età compresa tra i 18 e i 45 anni, ma in situazioni straordinarie il limite di età potrebbe essere aumentato.
Esoneri ne abbiamo?
Diversi fattori determinerebbero l’esonero dal servizio, tra cui idoneità fisica e morale, condizioni familiari particolari (orfani, genitori a carico, soggetti con prole) e situazioni economiche critiche. Gli arruolati verrebbero assegnati principalmente all’Esercito, con ruoli specifici in Marina o Aeronautica basati sulle personali esperienze e le attitudini.
Italia
Salari reali in Italia: una crisi senza paragoni nel G20
L’Italia è il Paese del G20 dove i salari hanno subito la più forte perdita di potere d’acquisto dal 2008 a oggi: – 8,7%.

Secondo il Rapporto mondiale sui salari 2025-26 dell’Oil (Organizzazione internazionale del lavoro), l’Italia si colloca all’ultimo posto tra i Paesi del G20 per perdita di potere d’acquisto dei salari dal 2008. Con un calo dell’8,7%, il nostro Paese registra una performance negativa, mentre nazioni come Germania (+15%) e Francia (+5%) vedono un aumento significativo nello stesso periodo.
Ingabbiati tra inflazione e produttività
Negli ultimi tre anni, i salari reali in Italia hanno subito una diminuzione significativa, con un calo del 3,3% nel 2022 e del 3,2% nel 2023. Nonostante l’incremento del 2,3% nel 2024, questo aumento non è sufficiente a compensare l’impatto dell’inflazione, che nel 2022 ha toccato il picco dell’8,7%. L’inflazione, che colpisce maggiormente i salari più bassi, insieme a fattori strutturali come la scarsa produttività, il nanismo industriale e i limitati investimenti in innovazione tecnologica, ha contribuito a questa crisi salariale.
Contrattazione inadeguata
Nonostante la crescita della produttività negli ultimi anni, l’Oil sottolinea che i contratti nazionali di lavoro, pur diffusi, non sono riusciti a mantenere i salari in linea con l’aumento dei prezzi. Il riferimento all’indice Ipca, che esclude i prezzi dei beni energetici importati, e la distribuzione dei guadagni di produttività limitata ai contratti aziendali hanno penalizzato una larga fascia di lavoratori.
Diseguaglianze salariali
Il quadro è aggravato da forti diseguaglianze tra lavoratori italiani e stranieri, con una differenza mediana del 26% a sfavore dei secondi. Inoltre, le donne percepiscono salari inferiori agli uomini, spesso costrette al part-time, mentre i giovani, anche con titoli di studio elevati, ricevono stipendi nettamente inferiori rispetto ai loro coetanei in altri Paesi avanzati.
Le risposte del mondo del lavoro
Questa complessa situazione ha portato a interventi della magistratura per garantire retribuzioni dignitose, come richiesto dall’articolo 36 della Costituzione. Tuttavia, le risposte di governo, imprese e sindacati appaiono insufficienti. Il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha dichiarato la necessità di una vertenza sui salari, promuovendo uno sciopero dei metalmeccanici previsto per il 28 marzo.
Italia
Hai una casa da affittare a MIlano o nel suo hinterland? Preparati a guadagnare con le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026
Affittare casa per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 non è solo un’occasione di guadagno personale, ma anche un modo per contribuire al successo di un evento che promette di lasciare un’eredità economica duratura al territorio.

Le Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina 2026 non sono soltanto un evento sportivo di portata globale, ma anche un’opportunità unica per i proprietari di case di trasformare le loro abitazioni in una fonte di guadagno. Con un afflusso previsto di oltre 2 milioni di visitatori nel Nord Italia, l’evento si prospetta un’occasione irripetibile per chi abita nelle zone interessate, tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige.
Quanto si può guadagnare?
Secondo un’indagine condotta da Deloitte, i proprietari che decideranno di affittare la loro casa durante le olimpiadi potrebbero guadagnare cifre considerevoli. I redditi medi per notte variano a seconda della località:
Lombardia: circa 161 euro a notte
Veneto: fino a 401 euro a notte
Trentino-Alto Adige: intorno ai 311 euro a notte
Con una media stimata di 2.400 euro di entrate durante i 19 giorni delle olimpiadi, gli host avranno la possibilità di ammortizzare i costi e generare profitti significativi. La domanda di alloggi porterà inoltre a un incremento dell’80% dei prezzi rispetto alle tariffe abituali.
Il ruolo di Airbnb
Airbnb, partner ufficiale dei Giochi Olimpici e Paralimpici, giocherà un ruolo cruciale nel colmare il gap di posti letto disponibile. Senza il contributo della piattaforma, le località ospitanti avrebbero difficoltà a gestire il fabbisogno giornaliero stimato in 52.000 posti letto, con un totale di 4,2 milioni di pernottamenti previsti. Grazie ad Airbnb, non solo sarà possibile rispondere alla domanda crescente, ma anche distribuire i visitatori in aree meno turistiche. Questo contribuirà a sostenere le economie locali e ad incentivare lo sviluppo di borghi e piccoli centri limitrofi alle sedi di gara.
Un impatto economico diffuso
Le Olimpiadi Invernali non beneficeranno solo gli host- L’impatto economico complessivo, stimato in 154 milioni di euro, avrà effetti positivi sull’intero tessuto commerciale delle regioni coinvolte. I visitatori spenderanno in media 150 euro al giorno, destinandone circa la metà a cibo e bevande, con il resto suddiviso tra shopping, trasporti e intrattenimento. La Lombardia ospiterà la maggior parte delle competizioni e potrebbe accogliere fino a 31.000 ospiti al giorno. Veneto e Trentino-Alto Adige, con rispettivamente 8.000 e 4.700 ospiti al giorno, giocheranno un ruolo altrettanto fondamentale, garantendo un’offerta diversificata di alloggi e servizi.
Olimpiadi e futuro: eredità e sostenibilità
Gli effetti economici dell’evento si estenderanno ben oltre il periodo dei Giochi. Secondo Deloitte, nei successivi 18 mesi l’evento genererà ulteriori ricavi per le aree ospitanti, contribuendo a migliorare le infrastrutture, sostenere la digitalizzazione e finanziare progetti di contrasto ai cambiamenti climatici. Inoltre, grazie alle imposte derivanti dagli affitti e dalla spesa dei turisti, le regioni potranno investire in modo significativo nel loro sviluppo economico e ambientale.
Come ti devi preparare all’evento
Chi possiede una casa nelle zone interessate può già da ora iniziare a prepararsi, rendendo la propria abitazione attrattiva per i visitatori. Airbnb offre un supporto completo per i nuovi host, inclusi consigli su come arredare e gestire l’accoglienza. Non solo sarà possibile sfruttare l’opportunità durante l’evento, ma l’interesse per le località ospitanti potrebbe crescere anche nei mesi precedenti e successivi, attirando turisti che desiderano esplorare le bellezze naturali e culturali dell’area.
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