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Cronaca

Maiorca contro l’invasione tedesca

L’isola di Maiorca sta affrontando una crisi legata al turismo di massa, con i residenti che chiedono un cambiamento significativo. Il futuro del turismo sull’isola dipenderà dalla capacità delle autorità di bilanciare gli interessi economici con la necessità di preservare l’ambiente e la qualità della vita dei residenti.

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Turisti a Maiorca

    Insomma a Maiorca iniziano a non poterne più dei turisti tedeschi. Ma forse non solo di loro. Non ne possono più dei turisti indisciplinati, alcolizzati, caciaroni e che vagano a tutte e ore del giorno e della notte con la frenesia di doversi divertire a tutti i costi a discapito di una certa quiete che comunque l’Isola merita.

    Non se ne può proprio più…

    Da mezzo secolo Maiorca è una delle mete preferite dai turisti tedeschi, ma l’isola sta vivendo una crescente resistenza contro questo turismo di massa, spesso caratterizzato da eccessi e comportamenti irrispettosi. I residenti, stanchi di spiagge affollate e sporche, di turisti ubriachi e chiassosi, stanno alzando la voce per chiedere un cambiamento.

    Il malcontento dei residenti

    A farsi il portavoce del malcontento si è fatto avanti Il rapper Rels B che ha riassunto il sentimento popolare durante il “Mallorca Live“, esprimendo il risentimento verso i turisti tedeschi con un discorso che è diventato lo slogan della “reconquista” di Maiorca. I maggiorchini sono esasperati dai comportamenti incivili, come urinare in pubblico, le feste sregolate e l’invasione di locali tedeschi lungo le coste. Organizzazioni come “Sos Residents” sono nate per opporsi al turismo di massa.

    L’origine del problema

    La storia dell’invasione tedesca a Maiorca inizia negli anni ’70 con un piccolo chiosco balneare che, nel tempo, ha visto un aumento esponenziale del numero di turisti tedeschi. Negli anni ’80, l’isola è diventata una sorta di “17esimo land tedesco“, con una forte presenza di stabilimenti balneari, alberghi e locali tedeschi come il famoso “Ballermann“. Con l’arrivo dei voli low cost, il numero di turisti è cresciuto ulteriormente, raggiungendo i 18 milioni di visitatori all’anno.

    Le reazioni della stampa tedesca

    Il tabloid tedesco Bild ha dedicato ampio spazio alla rivolta dei residenti di Maiorca. Se da una parte sottolinea che i turisti tedeschi portano notevoli introiti economici all’isola, dall’altra riconosce che i comportamenti di alcuni turisti sono inaccettabili. Episodi come quello del 26enne ubriaco che ha rubato un escavatore, causando danni per 350.000 euro, dimostrano quanto alcuni comportamenti possano essere estremi e dannosi.

    Quali conseguenze per il turismo?

    Maiorca dovrà trovare un equilibrio tra la necessità di attrarre turisti e il bisogno di proteggere la qualità della vita dei suoi residenti. Il turismo di massa ha portato benefici economici significativi, ma ha anche causato problemi ambientali, sociali e immobiliari. La sfida futura sarà quella di gestire il turismo in modo sostenibile, mantenendo l’isola attraente per i visitatori senza compromettere la sua integrità e la felicità dei suoi abitanti.

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      Cronaca Nera

      Caso Emanuela Orlandi, svolta dopo 42 anni: la Procura di Roma indaga Laura Casagrande per false informazioni ai pm

      Nell’indagine riaperta nel 2023 per sequestro di persona a scopo di estorsione emerge la figura di Laura Casagrande, ex allieva della scuola di musica frequentata anche da Emanuela Orlandi. La Procura di Roma ipotizza false informazioni ai pm e prosegue la rilettura di atti e testimonianze per ricostruire le ore decisive prima della scomparsa del 22 giugno 1983.

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        Nuovo capitolo in uno dei casi più dolorosi e discussi della cronaca italiana. A quarantadue anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi, la Procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati una donna. Laura Casagrande, con l’ipotesi di false informazioni al pubblico ministero. La notizia, rilanciata da Adnkronos e confermata da fonti giudiziarie, si inserisce nel lavoro di approfondimento iniziato nel 2023. Quando l’indagine sulla cittadina vaticana è stata riaperta per sequestro di persona a scopo di estorsione.

        Nuove verifiche su atti e testimonianze
        Gli inquirenti capitolini, insieme ai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma, stanno procedendo a una sistematica rilettura degli atti raccolti nel corso degli anni e all’analisi di testimonianze vecchie e nuove. Particolare attenzione è rivolta alle ore precedenti alla sparizione di Emanuela, avvenuta il 22 giugno 1983, nella speranza di chiarire passaggi mai del tutto definiti.

        Il ruolo di Laura Casagrande nell’inchiesta
        Laura Casagrande è stata ascoltata questa mattina a piazzale Clodio, accompagnata dal suo difensore. Secondo quanto trapela, la donna avrebbe fornito versioni ritenute contraddittorie rispetto al passato, circostanza che ha portato l’autorità giudiziaria a iscriverla nel registro degli indagati. Casagrande frequentava all’epoca la stessa scuola di musica di Emanuela Orlandi, il Pontificio Istituto di Musica Sacra. Elemento che rende la sua testimonianza particolarmente rilevante per la ricostruzione dei fatti.

        Massimo riserbo della Procura di Roma
        Come sempre accaduto negli ultimi sviluppi, la Procura mantiene il massimo riserbo. Anche l’avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi, ha sottolineato come le informazioni arrivino in gran parte dai media. E non da comunicazioni ufficiali, ribadendo però fiducia e rispetto per il lavoro della magistratura romana. Se l’iscrizione di Casagrande tra gli indagati è stata ritenuta necessaria, spiegano fonti vicine alla famiglia, significa che esistono elementi meritevoli di approfondimento.

        L’inchiesta va avanti, mentre il nome di Emanuela Orlandi continua a rappresentare una ferita aperta nella storia italiana: una vicenda che, dopo più di quarant’anni, continua a chiedere risposte, verità e giustizia.

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          Mondo

          Epstein, pubblicati i file: oltre 1.200 vittime identificate. I democratici accusano: “Documenti censurati”. Ecco le foto!

          Dopo mesi di pressioni politiche, il Dipartimento di Giustizia americano ha iniziato a diffondere i documenti segreti sul caso Epstein. Il vice procuratore generale parla di almeno 1.200 vittime identificate, anche se in gran parte anonime. Spuntano foto, contatti, riferimenti e una lunga agenda: materiale che non prova automaticamente reati di terzi, ma riapre interrogativi su anni di abusi e complicità taciute. Intanto i democratici attaccano: “Pubblicazione incompleta e censurata”.

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            Il caso Epstein torna a scuotere gli Stati Uniti e mezzo mondo. Il Dipartimento di Giustizia ha iniziato a pubblicare parte dei documenti finora segreti legati alle indagini sul finanziere condannato per abusi sessuali e morto in carcere nel 2019. Non tutti gli atti, ma oltre 300.000 pagine: un archivio enorme, atteso da anni, che racconta la rete di vittime, complicità e contatti costruita nel tempo.

            Oltre 1.200 vittime, ma molti nomi restano oscurati

            Il vice procuratore generale ha confermato che sono state individuate più di 1.200 vittime, anche se la maggior parte dei nomi resta coperta per ragioni di privacy. Tra i materiali pubblicati compaiono elenchi, agende, verbali, corrispondenze e un documento con 254 “massaggiatrici”. Molti dettagli sono censurati, e proprio su queste oscurature i democratici americani hanno già sollevato critiche: “Pubblicazione incompleta, molti documenti fondamentali sono ancora coperti”, accusano.

            Agende, foto e contatti dell’élite globale

            Dentro il materiale emergono frammenti che riaccendono dubbi e curiosità. Tra le immagini circolate, una in particolare ha attirato l’attenzione: Bill Clinton sorridente in una vasca idromassaggio accanto a una donna il cui volto è stato oscurato per proteggerne la privacy. Non significa automaticamente che l’ex presidente abbia commesso reati, ma alimenta le domande di chi sospetta da sempre la vicinanza tra Epstein e parte dell’élite americana. Nei documenti compaiono anche contatti legati all’universo Trump, inclusi Ivana e Ivanka, senza prove di comportamenti illeciti.

            Molti italiani figurano tra gli interlocutori di Epstein: tra i nomi ricordati, Flavio Briatore e Giuseppe Cipriani, accanto a personalità del mondo dello spettacolo, della finanza e della cultura internazionale, da Mick Jagger al premio Nobel per la pace e sopravvissuto all’Olocausto Elie Wiesel. In una fotografia compare anche Michael Jackson. Ancora una volta: nomi e presenze non equivalgono automaticamente a responsabilità penali, ma mostrano quanto fosse penetrante la rete di relazioni di Epstein.

            Gli atti sugli abusi: un sistema costruito per anni

            Tra i documenti declassificati non ci sono solo foto e nomi. Ci sono ricostruzioni precise che riguardano gli abusi e la tratta sessuale minorile. In più parti si racconta come, tra il 1999 e il 2007, con la partecipazione di Ghislaine Maxwell e altri complici, Epstein abbia abusato di numerose ragazze minorenni, reclutate, intimidite, costrette al silenzio. In alcuni atti viene chiarito come Epstein sapesse perfettamente di commettere reati, e come abbia incentivato alcune vittime a reclutare altre ragazze in cambio di denaro.

            Il sito è andato in tilt

            Il sito del Dipartimento di Giustizia, intanto, è stato sovraccarico per ore: “Sei in fila”, recitava la schermata di accesso, segno di un interesse globale che non accenna a diminuire.

            Ora resta da capire cosa emergerà dai documenti ancora coperti, quali altri materiali verranno pubblicati, e se questa nuova ondata di informazioni potrà portare a nuove indagini, nuovi nomi, nuovi capitoli giudiziari. Per ora, resta un gigantesco archivio che racconta un sistema di violenza, potere e silenzi. E dimostra quanto la storia di Jeffrey Epstein non sia ancora finita.

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              Mistero

              La scoperta di un manoscritto perduto di una poesia d’amore. Firmata William Shakespeare

              Lo studio di Veronese e Smith, pubblicato sulla prestigiosa rivista Review of English Studies, dimostra che gli archivi storici continuano a riservare sorprese, offrendo nuove chiavi di lettura per comprendere il genio del Bardo di Stratford-upon-Avon.

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                Una rarissima versione manoscritta del celebre Sonetto 116 di William Shakespeare è stata recentemente scoperta da Leah Veronese, ricercatrice dell’Università di Oxford. Il manoscritto, datato XVII secolo, è stato rinvenuto tra le carte della collezione di Elias Ashmole, fondatore dell’Ashmolean Museum, e custodito presso la Bodleian Library. Secondo la professoressa Emma Smith, specialista di studi shakespeariani, questa scoperta rappresenta un importante contributo alla comprensione della diffusione e della popolarità delle opere di Shakespeare già pochi decenni dopo la sua morte nel 1616.

                L’importanza del ritrovamento

                Il Sonetto 116, noto per il celebre incipit “Let me not to the marriage of true minds”, è considerato una delle più grandi celebrazioni dell’amore ideale. Il ritrovamento della seconda copia manoscritta conosciuta di questo sonetto offre una nuova prospettiva sulla sua ricezione storica. Veronese ha individuato la poesia in un manoscritto che descriveva genericamente il tema della “costanza in amore”, senza menzionare esplicitamente Shakespeare. L’aggiunta di un verso iniziale inedito, “L’errore auto-accecante sequestri quelle menti”, suggerisce una possibile alterazione del testo originale.

                Shakespeare e la tradizione poetica

                L’analisi della miscellanea in cui è stato ritrovato il sonetto ha rivelato che il testo potrebbe essere stato adattato a una canzone musicata da Henry Lawes, compositore attivo nel periodo della rivoluzione inglese. Inoltre, il sonetto era inserito in una sezione di opere considerate “proibite”, comprendente poesie satiriche e critiche politiche. Questo contesto potrebbe indicare un interesse più ampio per i sonetti di Shakespeare come veicolo di riflessione sociale e politica.

                Il significato del Sonetto 116

                Il Sonetto 116 esplora la natura dell’amore autentico, descrivendolo come un sentimento inalterabile e duraturo. L’amore vero non cambia con il tempo né si piega alle difficoltà: è una “stella polare” che guida gli innamorati attraverso le tempeste della vita. La sua musicalità e armonia lo rendono uno dei componimenti più iconici della letteratura inglese.

                Cosa dice il Sonetto 116

                Non sia mai ch’io ponga impedimenti all’unione di anime fedeli; Amore non è Amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l’altro s’allontana.

                Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; è la stella-guida di ogni sperduta barca, il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.

                Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote dovran cadere sotto la sua curva lama; Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio: se questo è errore e mi sarà provato, Io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.

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