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    Domani sera, martedì 23 aprile, su LaC Tv – canale 11 del DDT, 411 Tivùsat e 820 Sky – andrà in onda la terza puntata di Mammasantissima, il format di approfondimento sul fenomeno ndrangheta, il programma ideato e condotto da Pietro Comito.

    Maria, vittima innocente

    La puntata sarà dedicata al caso di Maria Chindamo, imprenditrice calabrese, vittima innocente di ‘ndrangheta. Sposata con Ferdinando Punturiero, il marito si suicidò il 6 maggio 2015 a seguito della decisione di lei di chiedere la separazione. Motivo per cui, per la famiglia del Punturiero, la responsabilità del suicidio era della moglie.

    La sua automobile, ancora accesa, ritrovata davanti all’azienda
    A un anno dal gesto del marito, Maria venne rapita davanti all’ingresso della sua azienda agricola in contrada Carini di Località Montalto, dove doveva incontrare alcuni suoi operai. La macchina della donna venne ritrovata, ancora col motore acceso, dinanzi al cancello della proprietà. Sia sul mezzo che su un muretto, gli investigatori rinvennero tracce di sangue e capelli.

    Una fine orribile

    7 settembre 2023: nella seconda parte dell’operazione denominata Maestrale – Carthago, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e diretta da Nicola Gratteri, viene stabilita la matrice mafiosa dell’omicidio di Maria. L’imprenditrice sarebbe stata prelevata, uccisa e poi data in pasto ai maiali.

    Domani sera, con un’attenta e coinvolgente ricostruzione in modalità docu-fiction, la puntata di Mammasantissima ripercorrerà tutti i dettagli di questa drammatica vicenda.

      Cronaca

      Atenei quanto costano quelli tradizionali e quelli telematici

      Una crescita degli atenei privati telematici, la cui retta è inferiore al costo che ogni studente comporta per le casse statali, condurrebbe a un minor costo complessivo per ogni studente. E aiuterebbe anche a ridurre l’esorbitante prelievo fiscale che grava sulle imprese, sulle famiglie e sui lavoratori.

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        Il confronto tra gli atenei tradizionali e quelli telematici in termini di costi per i contribuenti solleva questioni importanti sul finanziamento dell’istruzione superiore in Italia.

        Per lo Stato il costo per singolo studente nelle università telematiche è di 12,5 euro

        Secondo i dati riportati da Aurelio Mustacciuoli di Free Academy, gli studenti delle università statali tradizionali costano allo Stato molto di più rispetto a quelli delle università telematiche. Ogni studente di un’università statale tradizionale costa al contribuente circa 5.701 euro l’anno diversamente dal costo annuo di uno studente delle università private di solo 195 euro. Il divario diventa più evidente quando si considerano gli atenei telematici. In questi casi lo studente grava sullo Stato per soli 12,5 euro all’anno.

        Le telematiche contribuiscono di più alle entrate fiscali

        Le università telematiche contribuiscono comunque alle entrate fiscali dello Stato in maniera maggiore rispetto alle altre. Ad esempio, il gruppo universitario Multiversity, controllato dal fondo CVC Capital Partners, che include atenei come Unipegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma, nel 2022 ha versato 43 milioni di euro in imposte dirette.

        Serve maggiore diversificazione

        Ma quindi per lo Stato le università telematiche sarebbero più convenienti rispetto alle altre? E ancora quanto è efficace il sistema attuale di finanziamento dell’istruzione superiore in Italia. Forse sarebbe il caso di promuovere una maggiore presenza di atenei telematici. Una maggiore diversificazione nell’offerta formativa potrebbe da una parte ridurre i costi complessivi per gli studenti e per lo Stato. E soprattutto alleggerire il carico fiscale sulle imprese, sulle famiglie e sui lavoratori.

        Ancora pochi soldi per lo studio

        Anche se l’Italia è tra gli ultimi Paesi europei per numero di laureati (in Europa solo la Romania ha risultati peggiori), il comparto universitario pesa ancora troppo all’interno del bilancio pubblico. Secondo l’ultimo rapporto dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca), il Fondo per il finanziamento ordinario delle università è di 9,205 miliardi di euro. Una cifra che copre più dei due terzi delle necessità degli atenei statali. Ma di questa somma, soltanto lo 0,73% (68 milioni di euro) è destinato alle università non statali, sia tradizionali sia telematiche.

        Tipo ateneo a.a. 2022/23 %
        Statale (tradizionale) 1.537.074 studenti 80,5%
        Non statale (tradizionale) 121.269 studenti 6,35%
        Non statale (telematico) 251.017 studenti 13,15%
        Totale 1.909.360 studenti 100%
        Fonte: Mur (Ministero dell’Università e della Ricerca)

        Uno spot per le università Telematiche

        Quindi una crescita degli atenei privati telematici, la cui retta è inferiore al costo che ogni studente comporta per le casse statali, condurrebbe a un minor costo complessivo per ogni studente. E aiuterebbe anche a ridurre l’esorbitante prelievo fiscale che grava sulle imprese, sulle famiglie e sui lavoratori.

        Secondo Mustacciuoli, lo studente tradizionale costa allo Stato 5.701 euro soltanto per l’Ffo, mentre ognuno degli oltre 144 mila studenti di Unipegaso, Mercatorum e San Raffaele Roma (anno accademico 2022-23) porta alle casse statali 331 euro. Cifre che devono far riflettere.

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          Cronaca

          Denise Pipitone, la madre: “Ho la foto di una ragazza che sembra mia figlia”

          Il mistero della scomparsa di Denise Pipitone potrebbe finalmente risolversi grazie a una nuova segnalazione, rivelata dalla madre Piera Maggio. Con una foto potenzialmente rivelatrice in mano, Maggio continua la sua incrollabile ricerca della verità dopo 20 anni di speranze e dolori. Un capitolo nuovo si apre in questa intricata vicenda che ha scosso l’Italia.

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            Una nuova segnalazione potrebbe finalmente gettare nuova luce sul mistero che avvolge la scomparsa di Denise Pipitone, la bambina di quattro anni sparita nel nulla a Mazara del Vallo nel settembre del 2004. Questa sorprendente notizia è stata divulgata dalla madre, Piera Maggio, che ha condiviso il suo costante spirito di speranza nel ritrovare sua figlia.

            Maggio ha descritto l’emozione di aver ricevuto una foto di una ragazza che potrebbe potenzialmente essere Denise. “C’è una ragazza, una minore, straordinariamente somigliante a mia figlia”, ha dichiarato. “Quell’immagine risale a molti anni fa e stiamo cercando di individuare l’anno quando è stata scattata e chi erano quelle persone. Non mi innamoro di un’immagine perché la ritengo assolutamente, con alta probabilità, di mia figlia”, ha aggiunto, sottolineando la determinazione nel perseguire ogni possibile pista.

            “Continuerò a considerare la scomparsa di Denise come un rapimento finché non avrò prove concrete del contrario”, ha ribadito Maggio. “Io e mio marito siamo impegnati nella ricerca da vent’anni. Finché non verrà fuori la verità, non potrò trovare pace. La mia non è la vita tipica di una madre; devo essere forte e andare avanti, ma ogni giorno le sfide mi logorano”, ha confessato la madre con sincera tristezza.

            Riguardo alle segnalazioni ricevute, Maggio ha spiegato che continuano a giungere molte informazioni su Denise, ma che stanno concentrando gli sforzi sulle segnalazioni più credibili. “C’è una pista che stiamo seguendo”, ha dichiarato. “Questa bambina ha molte somiglianze con Denise. Stiamo lavorando con gli avvocati per verificare ulteriormente, e se non riusciamo a chiuderla, renderemo pubblica questa pista”.

            Infine, Maggio ha rivelato i sospetti che ancora la tormentano insieme a suo marito, Piero Pulizzi. “Mio marito ha perso tre figlie”, ha raccontato. “Abbiamo ancora dei sospetti sulle due figlie di Piero avute dal matrimonio con Anna Corona. Da quando è scomparsa Denise, lui non le ha più frequentate. Abbiamo le idee molto chiare sui fatti accaduti, nonostante la sentenza di terzo grado non cambi il nostro punto di vista”, ha concluso.

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              Italia

              Elettricità, mercato tutelato o libero? Occhio al passo falso

              Tra rinvii, nuove regole e decisioni dell’ultima ora il passaggio dal mercato tutelato e il mercato libero di elettricità e gas, francamente non è chiaro. Sappiamo che il 1° luglio 2024 è più vicino di quanto si può immaginare. E che cosa accade in quella data?

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                Tra rinvii, nuove regole e decisioni dell’ultima ora il passaggio dal mercato tutelato e il mercato libero di elettricità e gas, francamente non è chiaro. Sappiamo che il 1° luglio 2024 è più vicino di quanto si può immaginare. E che cosa accade in quella data? Accade che i contratti domestici delle famiglie e delle persone non vulnerabili per la fornitura di energia elettrica e gas naturale hanno condizioni economiche definite dall’Autorità ARERA. Dal 1° di luglio questi contratti scadranno e si dovrà gradualmente passare al mercato libero dell’energia sia per la luce sia per il gas. Sia privati, sia per le micro imprese.

                Un percorso a tappe

                Per accompagnare il passaggio al mercato libero dei clienti domestici non vulnerabili di energia elettrica, l’Autorità ha previsto un percorso a tappe graduali. Questo per concedere a ciascuno di noi di scegliere l’offerta sul mercato libero più adatta alle proprie esigenze. E allo stesso tempo assicurando la continuità della fornitura e alcuni obblighi informativi da parte dei venditori delle diverse società disponibili sul mercato.

                Per avvisare ci hanno avvisato, ma forse a qualcuno è sfuggito qualcosa

                Dallo scorso settembre e fino al prossimo giugno, in almeno due bollette ricevute, i clienti domestici che si trovano nel servizio di maggior tutela, hanno ricevuto o riceveranno una comunicazione da parte del proprio esercente. Nella missiva viene evidenziata la possibilità di scegliere un’offerta di mercato libero. Si può fare di testa propria oppure si possono utilizzare gli strumenti messi a disposizione dall’Autorità, come il Portale Offerte.

                …e se ti sei dimenticato

                Se il cliente finale non sottoscrive un’offerta di mercato libero per qualche motivo, a partire dal prossimo luglio, la fornitura passerà automaticamente, senza alcuna interruzione, al Servizio a Tutele Graduali (STG). Cosa significa? Significa che le vostre condizioni contrattuali ed economiche saranno definite da ARERA. Ma c’è un però. Fino alla scadenza del 1° luglio 2024 è sempre possibile chiedere di rientrare nel servizio di Maggior Tutela. Cioè di non entrare a fare parte del libero mercato ma decidere di restare legato al servizio precedente con cui vi siete trovati così bene. Ma bisogna fare domanda entro il 30 giugno.

                Istruzioni per rientrare in Maggior Tutela entro il 30 giugno

                Sul sito di ARERA c’è un motore di ricerca per trovare i riferimenti del fornitore a cui chiedere il passaggio dal mercato libero a quello in Maggiore Tutela. Bisogna inserire il nome del Comune, e il fornitore a cui richiedere il rientro in Maggior Tutela per l’elettricità.

                E’ previsto il diritto al rientro

                I clienti domestici che si trovano nel mercato libero, infatti, hanno il diritto di rientrare nel servizio di Maggior Tutela fino al 30 giugno 2024. Per aiutare i clienti che non conoscono il nome dell’esercente il servizio di Maggior Tutela della propria zona ARERA ha realizzato un motore di ricerca per trovare il fornitore e il link alle pagine che contengono le istruzioni per il rientro dal mercato libero al tutelato.

                Una telefonata salva la bolletta

                Nel nostro Paese non hanno la possibilità né le capacità di accedere ai servizi telematici. Per cui oltre all’utilizzo delle pagine web dell’Autorità, è sempre possibile richiedere informazioni anche telefonicamente. Come? Utilizzando il numero verde gratuito dello Sportello per il Consumatore Energia e Ambiente di ARERA: 800 166 65.

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