Mistero
Alla ricerca della vita aliena: gli oceani nascosti di Marte e altri mondi promettenti
Secondo la NASA gli oceani di Marte, sotto al ghiaccio, sono il luogo giusto dove cercare minuscole alghe capaci di svolgere la fotosintesi clorofilliana.

L’entusiasmo degli scienziati per la scoperta di potenziali forme di vita aliena è alle stelle. Gli oceani di acqua liquida, nascosti sotto lo spesso strato di ghiaccio marziano, si presentano come uno dei candidati più promettenti per ospitare vita microbica e aliena.
Marte: un tesoro nascosto sotto il ghiaccio
Uno studio del Jet Propulsion Laboratory della NASA, pubblicato su Communications Earth & Environment, ha evidenziato come le condizioni all’interno di questi oceani marziani potrebbero essere ideali per lo sviluppo di minuscole alghe capaci di fotosintesi. La profondità ottimale per la sopravvivenza di queste forme di vita varierebbe a seconda della trasparenza del ghiaccio, ma si stima tra i 5 centimetri e i 3 metri.
Non solo Marte: altri mondi da esplorare
Marte non è l’unico corpo celeste del nostro sistema solare a suscitare l’interesse degli astrobiologi. Altri mondi ghiacciati, come Europa il quarto satellite naturale del pianeta Giove per dimensioni e il sesto dell’intero sistema solare, con il suo oceano globale nascosto sotto una spessa crosta ghiacciata, è da tempo considerato uno dei luoghi più promettenti per la ricerca di vita aliena. Le sonde Juice dell’ESA e Clipper della NASA sono già in viaggio verso questa affascinante luna, con l’obiettivo di studiarne la composizione e di cercare segni di attività idrotermale che potrebbero fornire l’energia necessaria per sostenere la vita. E ancora Encelado piccola luna di Saturno è un altro gioiello del nostro sistema solare. Sotto la sua superficie ghiacciata si nasconde un oceano globale, e attraverso i geyser che eruttano dallo strato di ghiaccio si possono analizzare campioni di acqua e materiale organico.
Perché gli oceani sotterranei?
La presenza di acqua liquida, una fonte di energia e la protezione dalle radiazioni cosmiche offerte dal ghiaccio rendono questi ambienti sotterranei particolarmente interessanti per lo sviluppo della vita. Tuttavia, raggiungere questi oceani nascosti rappresenta una sfida tecnologica enorme. Saranno necessarie sonde in grado di perforare chilometri di ghiaccio per prelevare campioni e analizzarli in cerca di biomarcatori, ovvero molecole che potrebbero indicare la presenza di organismi viventi.
Un futuro promettente per l’astrobiologia
La ricerca di vita extraterrestre è uno dei più grandi misteri della scienza. I progressi tecnologici e le nuove missioni spaziali ci stanno avvicinando sempre più alla possibilità di rispondere a una delle domande fondamentali dell’umanità: siamo soli nell’universo?
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Mistero
Anello da lutto del XVIII secolo ritrovato in un campo con il metal detector
Malcolm Weale ha scoperto un prezioso gioiello in un campo di Norfolk ora al British Museum. Gli incredibili ritrovamenti con il metal detector.

A volte, un semplice hobby può trasformarsi in un viaggio nel tempo. È quello che è successo a Malcolm Weale, un appassionato di metal detector che, dopo 18 mesi di ricerca, ha trovato un raro anello da lutto in oro risalente al XVIII secolo in un campo agricolo vicino a Thetford, nellla contea di Norfolk.
Anello per ricordare un defunto
L’anello, finemente lavorato in oro e smalto, è stato identificato come un gioiello commemorativo dedicato a Sir Bassingbourne Gawdy, terzo baronetto di Harling, morto nel 1723 in un incidente di caccia. Gli anelli da lutto, molto diffusi tra il 1700 e il 1800, venivano realizzati per ricordare i defunti e spesso riportavano iscrizioni e simboli funerei, come teschi e pietre nere. Quando Weale ha ripulito il gioiello e lo ha visto brillare sotto il sole, ha capito di aver trovato qualcosa di speciale. “Ho tremato mentre lo tenevo in mano”, ha raccontato, descrivendo l’emozione del momento. Ora l’anello è stato dichiarato tesoro britannico dalla Norfolk Coroner’s Court e sarà valutato dal British Museum, che ne stabilirà il valore e il destino.
I tesori e le rarità ritrovati con il metal detector
Il mondo dei cercatori di tesori è pieno di scoperte straordinarie. Se poi hai tra le mani un metal detector ci vuole solo tanta pazienza e un pizzico di fortuna. Certo devi sapere dove andare a cercare quindi un po’ di storia del territorio che stai perlustrando la devi pur conoscere. Tra ipiù famosi ritrovamenti effettuati grazie al metal detector c’è lo Staffordshire Hoard. Si tratta del più grande tesoro anglosassone mai trovato, con oltre 3.500 pezzi d’oro e argento, scoperto nel 2009 da Terry Herbert. Nel 1992, Eric Lawes ha trovato il Hoxne Hoard, un tesoro romano con 15.000 monete d’oro e gioielli, sepolto in una cassa di legno.
Negli Stati Uniti, nel 2013, una giovane coppia ha scoperto il Saddle Ridge Hoard, una collezione di 1.427 monete d’oro del XIX secolo, del valore di oltre 10 milioni di dollari. E poi c’è il Galloway Hoard, un tesoro vichingo ritrovato in Scozia nel 2014, contenente bracciali d’argento, croci d’oro e monete antiche.
Mistero
Gli ufologi: le mummie extraterrestri provengono da altri mondi, parola di Maussan
Le mummie del Perù sono di provenienza extraterrestre. In una recente intervista al Daily Mail, Maussan ha dichiarato che sta conducendo analisi, e che ha citato in giudizio il governo peruviano per ottenere il diritto di inviare questi esemplari agli scienziati negli Stati Uniti per effettuare analisi più approfondite e indipendenti.

Un gruppo di scienziati ufologi sta approfondendo il caso delle ‘mummie extraterrestri‘ ritrovate in Perù. I ricercatori guidati dal giornalista ufologo messicano, Jaime Maussan, hanno esaminato i resti emersi di recente affermando che le mummie ritrovate sono davvero di provenienza extraterrestre.
Ma il Perù non ci crede del tutto
Secondo il ministero della Cultura del Paese sudamericano, quei corpi extraterrestri non sarebbero mummie provenienti da mondi lontani. E quindi cosa potrebbero essere? Secondo il il governo peruviano si tratterebbe di bambole messe insieme dai tombaroli. Il motivo? Il solito. Fare qualche soldo. Specularci un po’ su. Magari riuscire a venderle al mercato nero, un mondo sempre a caccia di queste testimonianze ultra terrene.
Il gruppo di studiosi ribadisce che si tratta proprio di ibridi alieni-umani
L’esperto ufologo messicano è convinto che queste mummie contengano un 30% di Dna sconosciuto. Un’affermazione che è stata accolta con grande interesse misto anche a un po’ di scetticismo dalla comunità scientifica e dalle autorità.
Presto negli Usa per approfondire la scoperta
Maussan, che ha già presentato questi resti alieni al Congresso del Messico, ha dichiarato che sta conducendo ulteriori analisi su questi corpi mummificati extraterrestri. Ma non basta. Per quanto è convinto dei suoi studi ha deciso persino di citare in giudizio il governo peruviano. Tutto questo per ottenere il diritto di inviare gli esemplari ritrovati agli scienziati negli Stati Uniti in grado di effettuare analisi più approfondite e indipendenti che possano dargli ragione in maniera inequivocabile.
In primo piano
Le ultime ore di Platone? A svelare la soluzione del giallo sono arrivati i papiri di Ercolano!
Le informazioni contenute nei papiri di Ercolano rivelano dettagli intriganti sulle ultime ore di vita di Platone, sulle sue manie e forniscono nuove prospettive sulla sua vita. E sulla storia antica nel suo complesso.

Le informazioni contenute nei papiri di Ercolano rivelano dettagli intriganti sulle ultime ore di vita di Platone, sulle sue manie e forniscono nuove prospettive sulla sua vita. E sulla storia antica nel suo complesso.
La musica lo faceva irritare
Platone, febbricitante e vicino alla morte, non gradì affatto le dolci note del flauto suonate da una musicista tracia. Questo dettaglio offre un’immagine vivida della sua personalità e del suo stato d’animo nelle ore finali. Grazie ai nuovi brani decifrati, è stato possibile localizzare con precisione la sepoltura di Platone nell’Accademia di Atene, nel giardino riservato a lui. Questo rappresenta un notevole contributo alla nostra comprensione della sua vita e della sua influenza. Oltre alla morte di Platone, il testo sui papiri di Ercolano rivela dettagli interessanti sulla sua presunta vendita come schiavo sull’isola di Egina, aggiungendo nuove informazioni alla sua biografia.
Papirologi, filologi e storici…
Le scoperte sono state rese possibili grazie a tecniche avanzate di diagnostica per immagini, come la tomografia a coerenza ottica e l’imaging iperspettrale a infrarossi. Queste tecniche hanno permesso di decifrare parti dei testi precedentemente considerati inaccessibili a causa dei multipli strati dei rotoli. Ma non solo. Il lavoro dei papirologi, filologi, storici e fisici continua, aprendo nuove possibilità di ricerca nel campo della storia antica. Il processo di decifratura e interpretazione dei papiri è ancora in corso, e si prevede che avrà un impatto significativo sulle nostre conoscenze nei prossimi anni.
Io decifro, tu interpreti
Questi risultati dimostrano l’importanza della collaborazione interdisciplinare e dell’uso di tecnologie innovative nel campo della ricerca storica, consentendo di far luce su dettagli preziosi del passato che altrimenti sarebbero rimasti oscuri. La tomografia a coerenza ottica e l’imaging iperspettrale a infrarossi sono due tecniche utilizzate per decifrare questi papiri. Il laboratorio dove è stato possibile questo lavoro è stato fornito dalla Nottingham Trent University. Ma non finisce qui. Il lavoro, di decifratura è ancora alle battute iniziali: l’impatto reale sul piano delle conoscenze lo vedremo solo nei prossimi anni.
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