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Dal foie gras alle mutilazioni: in Svizzera, etichette più trasparenti sulle sofferenze degli animali

Dal primo luglio, gli alimenti di origine animale dovranno indicare se sono stati prodotti con pratiche dolorose: un passo avanti per la consapevolezza dei consumatori.

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    A partire dal primo luglio, la Svizzera introdurrà un’importante modifica alle etichette degli alimenti di origine animale, imponendo la dichiarazione obbligatoria di eventuali pratiche dolorose utilizzate nella loro produzione. Il Consiglio Federale ha deciso di rendere più trasparente il processo di filiera, informando i consumatori sulle condizioni in cui vengono allevati e trattati gli animali destinati al consumo. La nuova normativa impone l’indicazione di metodi cruenti, tra cui uccisioni senza stordimento, castrazioni e decornazioni eseguite senza anestesia, oltre a mutilazioni come il taglio della coda nei suini e del becco nel pollame. Ma la modifica più significativa riguarda uno degli alimenti più discussi al mondo: il foie gras, ottenuto tramite alimentazione forzata di oche e anatre.

    La Svizzera e il paradosso del foie gras

    La Svizzera vietò la produzione di foie gras più di 40 anni fa, ma ne ha sempre permesso l’importazione. Con il nuovo obbligo di etichettatura, il Paese risponde alle pressioni degli animalisti, tra cui il gruppo Alliance Animale Suisse, che ha persino depositato una proposta di modifica costituzionale per vietarne completamente l’importazione. Si tratta di un tema controverso anche in Italia, dove la produzione di foie gras è vietata dal 2007, ma l’importazione e la vendita restano consentite. A livello europeo, il Parlamento non ha ancora introdotto norme vincolanti, ritenendo che le procedure rispettino i criteri di benessere animale.

    Nuova stretta sulle pellicce

    Il provvedimento svizzero non riguarda solo gli alimenti, ma estende le restrizioni anche alla produzione di pellicce. Dal primo luglio, le pellicce ottenute tramite metodi crudeli non potranno nemmeno essere importate, segnando un netto cambio di direzione per il mercato locale. Per permettere a produttori e venditori di adattarsi alle nuove disposizioni, è previsto un periodo transitorio di due anni. Dal 2027, la Svizzera applicherà la tolleranza zero, vietando definitivamente l’ingresso di pellicce non conformi agli standard etici richiesti.

    Una nuova consapevolezza per i consumatori

    Questa legge rappresenta un importante passo avanti nella trasparenza alimentare, ponendo i consumatori di fronte a una scelta più consapevole. Sapere come vengono trattati gli animali permetterà a molte persone di valutare in modo critico i prodotti che acquistano. E si spera, di spingere anche altri Paesi a seguire la stessa strada.

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      Mondo

      Medvedev gioca con la Mano morta, Trump risponde con due sottomarini: bentornati nella Guerra Fredda

      Dmitry Medvedev tira fuori la Mano morta sovietica come una carta da film horror, e Donald Trump, per non essere da meno, spedisce due sottomarini nucleari verso la Russia. La nuova Guerra Fredda è fatta di like, minacce e scacchiere atomiche.

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        Bastano quattordici parole su Telegram per far rivivere l’incubo nucleare. Dmitry Medvedev, ex presidente russo e oggi vice del Consiglio di Sicurezza, ha premuto invio e il mondo si è ritrovato catapultato agli anni Ottanta. Nel suo post evoca la leggendaria Mano morta, il sistema di rappresaglia automatica sovietico capace di lanciare missili nucleari anche senza un comando umano. Una frase, e la Guerra Fredda torna a battere col suo cuore gelido.

        Donald Trump non poteva ignorarlo. Ha risposto a modo suo, trasformando la diplomazia in un reality. Prima ha scherzato in diretta su Newsmax: «Quando sento la parola “nucleare”, i miei occhi si illuminano». Poi il colpo di teatro: due sottomarini nucleari statunitensi spostati più vicino alle acque russe. «Voglio solo assicurarmi che siano parole, non fatti», ha detto, con quel mezzo sorriso che suona più come una minaccia che come una battuta.

        Dietro al nome da film di zombie, la Mano morta è tutt’altro che fantasia. Nome in codice Perimeter, nasce nel 1985 per assicurare alla Russia la “mutua distruzione garantita”. Monitora radiazioni, vibrazioni sismiche e silenzi sospetti da Mosca: se rileva un attacco nucleare e il comando centrale non risponde, un razzo di comando sorvola la Russia dando l’ordine di lanciare tutto il suo arsenale. Anche se il Cremlino fosse ridotto in polvere, la vendetta partirebbe comunque.

        Per anni è stata un mito da romanzo post-apocalittico, poi la conferma ufficiale del generale Karakaev: «Garantisce la distruzione degli Stati Uniti in 30 minuti». Ogni volta che la Russia la nomina, mezzo mondo sente un brivido sulla schiena. E questa volta Trump ha scelto di rispondere sullo stesso terreno, mescolando arroganza e calcolo politico. L’amico di Putin si è trasformato all’improvviso in un Reagan con smartphone: “Vuoi giocare alla Guerra Fredda? Giochiamo”.

        Il risultato è una scena che sembra scritta a Hollywood: Medvedev che fa la Mano morta a Trump, Trump che muove sottomarini come fossero pedine di poker nucleare. Nessuna diplomazia, solo muscoli e vanità in mondovisione. E il mondo, spettatore obbligato, riscopre che la storia non insegna mai abbastanza: la Guerra Fredda non è mai finita, ha solo cambiato piattaforma.

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          Mondo

          La foto-bomba che sbugiarda Donald Trump: con Epstein, Ghislaine Maxwell e il principe Andrea a Mar-a-Lago

          Donald Trump ha sempre minimizzato i rapporti con Jeffrey Epstein, sostenendo di averlo allontanato da Mar-a-Lago e di non conoscere il principe Andrea. Ma una foto riemersa lo smentisce: il tycoon, la futura moglie Melania, Epstein, Ghislaine Maxwell e il duca di York tutti insieme nella tenuta di Palm Beach. La stessa storia della vittima Virginia Giuffre, morta suicida ad aprile, torna come un’ombra inquietante.

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            Donald Trump ha sempre raccontato la sua versione: Epstein era solo un vecchio conoscente, cacciato da Mar-a-Lago dopo un episodio alla spa. «Non vogliamo che tu rubi il nostro personale», avrebbe detto al finanziere, vantandosene pubblicamente. Eppure, una fotografia scattata il 12 febbraio 2000 lo mette con le spalle al muro.

            Nello scatto, ottenuto da RadarOnline.com, il futuro presidente 53enne sorride accanto a Jeffrey Epstein, 46 anni all’epoca, con la complice Ghislaine Maxwell, il principe Andrea d’Inghilterra e Melania Knauss, allora 29enne. Tutti insieme, allegri, proprio a Mar-a-Lago. Un’immagine che racconta molto più di mille smentite.

            Il problema è duplice. Primo: Trump ha sempre detto di aver interrotto i rapporti con Epstein proprio nel 2000. Secondo: ha negato pubblicamente di conoscere il principe Andrea, oggi in disgrazia per le sue frequentazioni con il giro del finanziere pedofilo. Eppure, eccoli lì, tutti nello stesso salone, a posare come vecchi amici.

            La foto riporta alla mente la storia di Virginia Giuffre, la ragazza che denunciò di essere stata reclutata a 15 anni da Ghislaine Maxwell nella spa di Mar-a-Lago. Era il 2000, lo stesso anno dello scatto. Nei suoi diari, Giuffre raccontava il primo incontro con Epstein: nudo su un lettino da massaggi, pronto a trasformare una proposta di lavoro in un incubo sessuale. Da lì iniziò il suo calvario di abusi e addestramento come “schiava domestica”, sempre sotto il controllo di Maxwell.

            Giuffre ha sempre precisato di non aver mai subito avances da Trump, ma ricordava il tycoon come parte del giro di Epstein. La sua morte per suicidio, il 25 aprile scorso, ha aggiunto una coda tragica e misteriosa alla vicenda.

            E non è tutto. Altri materiali recentemente riemersi confermano la presenza di Epstein al matrimonio di Trump con Marla Maples nel 1993 e mostrano i due uomini ridere insieme a una sfilata di Victoria’s Secret nel 1999. Trump, in campagna elettorale, aveva promesso di rendere pubblici tutti i dossier Epstein. Tornato alla Casa Bianca, la promessa è rimasta lettera morta.

            Oggi, quell’immagine di gruppo a Mar-a-Lago rischia di fare più rumore di qualsiasi teoria del complotto. Perché i sorrisi immortalati raccontano legami che nessuna smentita potrà cancellare. E la sensazione, per l’America, è che il fantasma di Epstein stia tornando a bussare alla porta del presidente.

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              Elon Musk: “Hanno provato a uccidermi due volte. Costruirò un’armatura da Iron Man”

              Elon Musk, patron di Tesla e SpaceX, rivela su Twitter di essere stato bersaglio di due tentativi di omicidio negli ultimi otto mesi, suggerendo ironicamente la costruzione di un’armatura alla Iron Man per proteggersi.

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                La foto iconica di Donald Trump che alza il pugno al cielo, circondato dagli agenti del Secret Service, rappresenta l’attentato sventato contro l’ex presidente. In questo clima di tensione, Elon Musk ha preso la parola sul suo social, X (ex Twitter), per rispondere ai commenti che lo coinvolgevano direttamente.

                Ian Miles Cheong, amico di Musk, ha scritto: «Se arrivano a Trump, verranno anche per te». Musk ha risposto rivelando che due persone hanno già cercato di ucciderlo negli ultimi otto mesi, aggiungendo che sono stati arrestati con delle pistole vicino al quartier generale di Tesla in Texas.

                L’idea dell’armatura di metallo

                In seguito a un altro tweet, Musk ha accennato ironicamente alla possibilità di costruire un’armatura volante di metallo per proteggersi, ispirata a quella indossata da Tony Stark, il miliardario protagonista del fumetto Iron Man. Questo personaggio della Marvel Comics è noto per aver costruito un’avanzatissima armatura tecnologica che gli conferisce superpoteri. Musk, noto per le sue visioni futuristiche e audaci, ha fatto questa dichiarazione in risposta a un suggerimento su come rafforzare la sua sicurezza personale.

                Una nuova sfida per Musk?

                Elon Musk non è estraneo alle idee visionarie e ai progetti audaci. Che si tratti di viaggi nello spazio con SpaceX, di rivoluzionare il settore automobilistico con Tesla, o di sviluppare l’Hyperloop, Musk ha sempre spinto i confini dell’innovazione. L’idea di un’armatura alla Iron Man potrebbe sembrare uscita da un fumetto, ma con Musk alla guida, nulla sembra impossibile. I suoi progetti spesso combinano tecnologia avanzata e immaginazione senza limiti, rendendo plausibile che possa effettivamente lavorare su una protezione personale ispirata ai supereroi.

                Protezione e sicurezza ai massimi livelli

                Con due tentativi di omicidio alle spalle, Musk ha tutte le ragioni per prendere sul serio la sua sicurezza personale. La creazione di un’armatura avanzata, sebbene al momento sia solo un’idea ironica, potrebbe rappresentare un passo verso nuove frontiere nella protezione personale. E chi meglio di Musk potrebbe trasformare un’idea apparentemente fantastica in realtà?

                Come Iron Man

                Mentre il mondo osserva e commenta, Elon Musk continua a sfidare le convenzioni e a immaginare un futuro che sembra uscito direttamente dalle pagine di un fumetto. Che l’armatura alla Iron Man diventi realtà o rimanga un’ironica suggestione, una cosa è certa: Musk non smetterà mai di sorprenderci con le sue trovate fuori dagli schemi.

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