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Cronaca

Nello scandalo Al-Fayed, #MeToo d’Egitto, compare anche la figlia di Paul Gascoigne

Bianca Gascoigne, figlia del popolare ex calciatore, si unisce al coro di accuse di stupro nei confronti dell’uomo di affari egiziano. Lei dichiara: “Ha spinto la mia testa sulle sue cosce, avevo 16 anni”.

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    Dopo l’ex calciatrice del Fulham Ronnie Gibbons, che la scorsa settimana aveva accusato Al Fayed di aggressioni sessuali nei primi anni 2000, arriva un’altra denuncia eccellente: quella della figlia dell’ex calciatore inglese Paul Gascoigne, Bianca. La ragazza dichiara a Sky News alcune aggressioni sessuali dall’uomo d’affari egiziano quando aveva 16 anni e lavorava da Harrods come commessa.

    A Ballando con le stelle arrivò seconda

    Bianca non è nuova al pubblico italiano. In molti se la ricordano nell’edizione 2021 di Ballando con le stelle. In coppia con Simone Di Pasquale sfiorò la vittoria arrivando seconda, dietro alla coppia formata da Arisa e Vito Coppola.

    Molestatore anche di calciatrici

    Non si fermano quindi le rivelazioni sul caso di Mohammed Al-Fayed. L’ex proprietario dei grandi magazzini londinesi Harrods è accusato di decine di stupri e aggressioni sessuali mai perseguito. Proprietario del Fulham tra il 1997 e il 2013, è stato uno dei maggiori sponsor del calcio professionistico femminile in Inghilterra. Sotto la sua conduzione le Cottagers hanno ottenuto grandi successi che però ora vengono offuscati dalle tante accuse. Di recente era stato il turno di Ronnie Gibbons. L’ex capitano, in un’intervista a The Athletic, si era unita al coro di tante altre donne – in prevalenza ex impiegate di Harrods – che avevano denunciato il magnate morto un anno fa.

    Oltraggi e minacce

    Oggi, alla lista di oltre 200 presunte vittime, si aggiunge anche Bianca Gascoigne. Lei ha descritto l’egiziano come “affascinante” e capace di offrire regali quando andava a fare shopping con i suoi genitori. Un aspetto che le aveva dato un “falso senso di sicurezza” nei confronti di questa “figura paterna”. Una volta assunta, Al-Fayed l’avrebbe costretta a baciarlo e a tastarlo durante le riunioni settimanali. Addirittura, una volta avrebbe tirato fuori il pene e afferrato la mano dell’adolescente, cercando di «manovrarla sulle sue parti intime», ha dichiarato Bianca, oggi 37enne. Al-Fayed la minacciò di licenziamento se avesse parlato, pertanto lei non disse mai nulla sullo squallido episodio. Fino ad oggi.

    Fu Vanity Fair a parlare nel 1995 di questa vergognosa situazione

    Nel 1995 per la prima volta, la rivista Vanity Fair pubblicò un approfondimento su come Al-Fayed selezionasse le più avvenenti dipendenti come sue assistenti personali. Infilando denaro nelle loro camicette e, cosa ancora più grave, umiliandole in caso di rifiuto. Imponendo alle dipendenti esami ginecologici al momento dell’assunzione e gestendo l’azienda con metodi di controllo ossessivo attraverso telecamere , intercettazioni telefoniche e licenziamenti non regolari. Una sistematica attività predatoria, da molti paragonata al caso del produttore cinematografico Harvey Weinstein, processato e condannato a una pesante pena.

    Gli piacevano giovani e bionde

    Al Fayed, scomparso l’anno scorso a 94 anni, acquistò Harrods nel 1985, sei anni dopo essere stato proprietario del prestigioso Ritz di Parigi. Per la polizia londinese le prime accuse risalgono al 1979. Con una serie di episodi che sarebbero andati avanti per più di 30 anni, fino al 2013. Scegliendo le sue vittime prevalentemente presso i grandi magazzini, attratto soprattutto da ragazze bionde e di giovane età. Attualmente più di 250 persone stanno discutendo con Harrods per raggiungere un accordo direttamente con l’azienda. Questa la dichiarazione della catena di negozi, venduta da Al-Fayed al fondo sovrano Qatar Investment Authority nel 2010.

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      Storie vere

      Dalla Sardegna al corpo dei Marines: la storia di Ambra che ha finalmente coronato il suo sogno

      La giovane, nata e cresciuta a San Diego, porta con sé un legame profondo con la Sardegna: sua madre è di Iglesias e i nonni materni risiedono tuttora nell’isola.

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        Dopo un lungo e impegnativo percorso di addestramento, Ambra ha coronato il suo sogno di entrare a far parte del prestigioso corpo dei Marines, diventando forse la prima sarda a raggiungere questo traguardo.

        La Sardegna? Guai a chi me la tocca

        Lei si chiama Ambra Tygart, 20 anni, è nata e cresciuta a San Diego, ma le sue radici sono profondamente legate alla Sardegna. Sua madre, Barbara Locci, è originaria di Iglesias, e i nonni e i parenti materni di Ambra vivono ancora sull’isola. Nonostante la distanza, Ambra ha sempre mantenuto un forte legame con la terra d’origine della sua famiglia, dove è stata diverse volte, l’ultima delle quali nel 2021. La passione di Ambra per i Marines è nata fin dalla tenera età, influenzata dalla tradizione militare della sua famiglia. Suo padre, Frank Tygart, era un marine, così come lo zio paterno e il prozio, che ha combattuto in Vietnam. Anche due cugini fanno parte del corpo dei Marines. Una vera e propria “tradizione di famiglia” che Ambra ha portato avanti con orgoglio e determinazione.

        Un percorso di addestramento impegnativo

        Per realizzare il suo sogno, Ambra ha dovuto affrontare un percorso di addestramento lungo e impegnativo. A 14 anni, ha iniziato a frequentare il corso di educazione militare alla High School, preparandosi sia fisicamente che psicologicamente alle sfide che l’attendevano. Dopo aver completato i tre mesi di bootcamp con il Terzo battaglione della Compagnia Lima 3241 del San Diego Marine Corps Recruiting Center, Ambra ha finalmente raggiunto il suo obiettivo, diventando una E2 private first class. E dimostrando un carattere forte e radicato nella cultura sarda. Ambraè una ragazza creativa e introversa, appassionata di lettura ed equitazione. La sua determinazione e la sua capacità di non mollare mai, caratteristiche tipiche del carattere sardo, l’hanno aiutata a superare le difficoltà dell’addestramento e a raggiungere un traguardo così importante.

        Un futuro da Marines, con uno sguardo all’Europa

        Dopo aver rinunciato alla cittadinanza italiana per diventare marine, Ambra è pronta ad affrontare nuove sfide. Nei prosimi giorni partirà per la combat school nella zona di San Diego, dove si specializzerà ulteriormente. Nonostante l’impegno con i Marines, Ambra non dimentica le sue radici italiane e guarda al futuro con la speranza di poter lavorare in Europa, magari in Germania o in Italia.

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          Politica

          Giambruno torna in tv, ma in versione ridotta: niente “Studio Aperto”, condurrà il Tgcom24 da Roma

          Andrea Giambruno non ripartirà da Studio Aperto come previsto. I vertici del Biscione hanno scelto una soluzione più prudente: la conduzione del Tgcom24 nella sede romana, lontano dai riflettori e dal clima più politico del Tg4. Una mossa di basso profilo, con debutto previsto tra novembre e dicembre, per evitare scivoloni e garantire un rientro “blindato”.

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            Per il suo ritorno in video, Andrea Giambruno non avrà il traino del pubblico di Italia 1 né l’impatto di un grande telegiornale. Dopo settimane di ipotesi, Mediaset ha deciso: l’ex compagno della premier Giorgia Meloni tornerà in onda su Tgcom24, il canale all news del gruppo. Un ritorno sì, ma in formato ridotto.

            In un primo momento sembrava tutto pronto per la sua conduzione a Studio Aperto, testata più leggera e meno esposta del Tg4, ma la direzione generale ha preferito cambiare rotta. Troppo alto, evidentemente, il rischio mediatico di un rientro in prima linea dopo le polemiche che lo avevano travolto un anno fa. Meglio optare per una soluzione “di servizio”: pochi spettatori, orari flessibili e un ambiente più controllato.

            La scelta di Roma non è casuale. Allontanare Giambruno dalla sede milanese di Cologno Monzese significa ridurre al minimo il rischio di interferenze e curiosità indesiderate. A Roma, la redazione del Tgcom24 lavora su palinsesti informativi più asciutti e con minori pressioni di audience: il terreno ideale per un rientro graduale.

            Secondo fonti interne, il debutto dovrebbe avvenire tra novembre e dicembre. Una ripartenza “soft”, con un incarico da conduttore di turno e nessuna esposizione editoriale diretta. Tradotto: non potrà scegliere i servizi, non interverrà in scaletta e non firmerà commenti. Una presenza, insomma, più formale che sostanziale.

            Giambruno, 43 anni, era rimasto lontano dagli schermi dopo il ciclone mediatico seguito alla diffusione dei fuorionda di Striscia la Notizia. Da allora, si è tenuto ai margini, lavorando dietro le quinte e mantenendo un profilo riservato. Ora, con la cautela che a Cologno definiscono “di protocollo”, potrà tornare in onda, ma senza clamore.

            Nel frattempo, nessuna dichiarazione ufficiale da parte di Mediaset. Solo un dato è certo: il ritorno sarà sotto tono. Nessun annuncio, nessuna conferenza stampa, nessuna fanfara. Per Andrea Giambruno, la vera notizia è che, stavolta, non dovrà fare notizia.

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              Italia

              Stop ai voli brevi se c’è il treno veloce come alternativa. Una bella suggestione

              L’idea di sostituire i voli brevi con i treni ad alta velocità in Italia, sebbene interessante per ridurre le emissioni, appare applicabile solo a una piccola porzione di rotte, soprattutto a causa delle peculiarità geografiche del Paese e delle limitazioni della rete ferroviaria esistente.

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                L’idea di ridurre i voli brevi a favore dei treni ad alta velocità per diminuire le emissioni nocive è stata già adottata in Francia. Ed è in discussione anche in Italia. Uno studio dell’Itsm (Iccsai transport and sustainable mobility center) dell’Università di Bergamo ha evidenziato che l’applicazione di questa misura in Italia sarebbe limitata a poche rotte a causa di specifiche caratteristiche geografiche e infrastrutturali del Paese. Ma comunque male non fa. E’ una bella suggestione…

                Le 12 rotte sostituibili

                Lo studio ha individuato solo 12 rotte, il 2,8% di tutti i collegamenti nazionali, in cui il treno potrebbe essere una valida alternativa all’aereo, con un tempo di viaggio non superiore del 20% rispetto al volo. Le 12 rotte individuate finora.

                Roma Fiumicino – Milano Linate
                Roma Fiumicino – Milano Malpensa
                Milano Malpensa – Napoli
                Roma Fiumicino – Genova
                Bergamo – Napoli
                Roma Fiumicino – Napoli
                Milano Linate – Napoli
                Bologna – Roma Fiumicino
                Roma Fiumicino – Firenze
                Roma Fiumicino – Pisa
                Bergamo – Pescara
                Bergamo – Roma Fiumicino.

                L’impatto ambientale

                Nel 2019, su queste rotte sono stati operati circa 45.000 voli, responsabili dell’1,45% delle emissioni di CO2 del trasporto aereo nazionale. Tuttavia, la soppressione di tali voli potrebbe non portare a una riduzione significativa delle emissioni, poiché parte dei passeggeri potrebbe optare per l’uso di automobili, annullando il beneficio ecologico previsto.

                Le sfide geografiche

                L’Italia presenta delle sfide particolari, come la presenza di isole maggiori. Per le quali l’aereo rimane è l’unica alternativa efficace. Inoltre, l’orografia complessa e la presenza di zone sismiche o idrogeologiche rendono la costruzione di nuove linee ferroviarie difficoltosa e costosa. Più del 50% delle rotte aeree interne riguarda le isole, e quindi non può essere sostituito da treni ad alta velocità.

                Estensione della rete ferroviaria

                Sebbene l’estensione della rete ferroviaria possa sembrare una soluzione, questa risulta economicamente e ambientalmente sostenibile solo con un elevato volume di traffico. La realizzazione di nuove infrastrutture sarebbe vantaggiosa solo se la domanda riuscisse a coprire i costi, altrimenti l’intero progetto potrebbe diventare insostenibile.

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