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Politica

Ballottaggi: 7 a 5 per il centrosinistra, che conquista tutti i capoluoghi di regione

Con un risultato di 7 a 5, il centrosinistra trionfa nei ballottaggi, ottenendo una netta vittoria sul centrodestra

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    I ballottaggi per le elezioni amministrative hanno visto il centrosinistra trionfare in cinque capoluoghi di regione ancora in lizza, dopo aver conquistato Cagliari al primo turno. Il centrodestra, invece, si consola con tre vittorie significative. Ecco i dettagli:

    1. Bari – Vito Leccese (centrosinistra) con il 70,27% dei voti
    2. Firenze – Sara Funaro (centrosinistra) con il 60,56% dei voti
    3. Perugia – Vittoria Ferdinandi (centrosinistra) con il 52,12% dei voti
    4. Potenza – Vincenzo Telesca (centrosinistra) con il 64,92% dei voti
    5. Campobasso – Vittoria di Marialuisa Forte (csx)con il 51% dei voti
    6. Lecce – Adriana Poli Bortone (centrodestra) con il 50,69% dei voti
    7. Rovigo – Valeria Cittadin (centrodestra) con il 58,15% dei voti
    8. Caltanissetta – Walter Tesauro (centrodestra) con il 58,15% dei voti

    Il successo del centrosinistra

    La vittoria del centrosinistra nei ballottaggi segna un risultato significativo, con il partito che conquista cinque capoluoghi di regione. Questo risultato rafforza la posizione del centrosinistra, che ora amministrerà 17 capoluoghi di provincia contro i 10 del centrodestra, con 2 guidati da liste civiche.

    Il successo più eclatante è stato registrato a Bari, dove Vito Leccese ha ottenuto il 70,27% dei voti contro il 29,73% di Fabio Romito. Leccese, ex capo di gabinetto del sindaco Antonio Decaro, ha dimostrato che le inchieste giudiziarie in Puglia non hanno intaccato l’appeal del centrosinistra.

    A Firenze, Sara Funaro ha vinto con il 60,56% dei voti contro Eike Schmidt, mantenendo la città nelle mani del centrosinistra. Funaro ha beneficiato anche dell’appoggio della candidata di Italia Viva, Stefania Saccardi.

    A Perugia, Vittoria Ferdinandi è diventata la prima donna sindaco della città, vincendo con il 52,12% dei voti. Questo successo è stato visto come un ottimo viatico per le elezioni regionali di ottobre.

    A Potenza, Vincenzo Telesca ha ribaltato l’iniziale svantaggio al secondo turno, ottenendo il 64,92% dei voti grazie all’appoggio di diverse forze politiche, tra cui il Movimento 5 Stelle.

    Anche a Campobasso il centrosinistra ha ottenuto una vittoria significativa con Marialuisa Forte, consolidando la propria posizione nei capoluoghi di regione.

    La consolazione del centrodestra

    Nonostante la sconfitta nei capoluoghi di regione, il centrodestra ha ottenuto vittorie importanti in altre città. Adriana Poli Bortone è stata eletta sindaco di Lecce per la terza volta, con il 50,69% dei voti, sconfiggendo il sindaco uscente Carlo Maria Salvemini.

    A Rovigo, Valeria Cittadin ha vinto con il 58,15% dei voti contro Edoardo Gaffeo. A Caltanissetta, Walter Tesauro ha strappato la città al Movimento 5 Stelle.

    Il centrodestra ha inoltre confermato la propria posizione a Urbino, Osimo, e Recanati, completando il proprio bottino elettorale.

    Affluenza in calo

    Un dato negativo emerso da queste elezioni è il calo dell’affluenza, che è scesa drasticamente rispetto al primo turno. Solo il 47,71% degli aventi diritto si è recato alle urne, contro il 62,83% di quindici giorni fa. A Bari, la partecipazione è stata particolarmente bassa, con solo il 37,5% degli elettori che ha votato.

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      Politica

      Dalla Grecia dei Pink Floyd alla Puglia dei trulli: le lunghe vacanze extralusso di Giorgia Meloni (con Giambruno a sorpresa)

      La premier ha scelto un’estate a tappe: dieci giorni a Lindos, ospite in una villa di charme con vista sull’Egeo, poi la Valle d’Itria con figlia, sorella e l’ex Giambruno. Tra piscine segrete, trulli di lusso e notti al “Sanctuary”, le ferie blindate della leader finiscono inevitabilmente nel mirino del gossip.

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        Una fuga tra mare e gossip, con il Mediterraneo come sfondo. Giorgia Meloni ha scelto di spezzare l’estate tra Grecia e Puglia, alternando la riservatezza delle ville con vista sull’Egeo alla mondanità della Valle d’Itria. Prima tappa: Lindos, sull’isola di Rodi, luogo che negli anni Settanta conquistò David Gilmour dei Pink Floyd. Proprio lì, dove il chitarrista compose alcune delle sue pagine più note, la premier si è concessa dieci giorni di relax lontano dai riflettori italiani.

        A rivelarlo, a vacanza conclusa, è stato Manos Nikolidakis, manager delle Lindos & Pefkos Hill Villas: «Abbiamo avuto l’onore e il piacere di accogliere il Primo Ministro italiano, in assoluta riservatezza», ha dichiarato con orgoglio. In effetti, la visita è filata liscia, con passeggiate discrete e un soggiorno blindato tra natura, mare e tramonti greci.

        Ma le vacanze non si sono fermate lì. Dopo il passaggio a Washington per l’incontro con Trump e i leader europei, Meloni ha cambiato scenario: destinazione Locorotondo, cuore verde della Valle d’Itria. Qui, insieme alla figlia Ginevra e alla sorella Arianna, ha ritrovato anche Andrea Giambruno, l’ex compagno. Una presenza che ha subito acceso i riflettori del gossip: archiviata la separazione burrascosa, i due sembrano ora vivere un armistizio familiare in nome della figlia.

        Il gruppo si è sistemato al Leonardo Trulli Resort, struttura esclusiva immersa tra ulivi e muretti a secco. Non un semplice hotel: 14 alloggi di charme, ville private, arredi raffinati e persino una piscina scavata in una vecchia cantina, già diventata virale sui social. Qui la premier si è concessa giorni di privacy, alternati a serate pubbliche. Come la cena al “Sanctuary” di Fasano, locale a metà tra ristorante e discoteca, dove la premier si è lasciata andare a chiacchiere e brindisi con musica techno di sottofondo.

        E così, mentre la politica resta sospesa e il Paese si divide tra chi critica e chi applaude, l’estate di Giorgia Meloni si trasforma in un romanzo balneare: tra ville da sogno, trulli di lusso, ex fidanzati riciclati come compagni di vacanza e una Puglia che l’accoglie tra curiosità e malizia.

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          Politica

          Se i 16enni potessero votare? Non cambierebbe niente (ma FdI, PD e M5S direbbero grazie)

          In Gran Bretagna l’età per votare è stata abbassata a 16 anni. In Italia si parla da anni di una possibile riforma simile, ma secondo la sondaggista Alessandra Ghisleri non cambierebbe nulla: “A beneficiarne sarebbero i partiti che già hanno radicamento: Fratelli d’Italia, M5S, PD. Niente rivoluzioni, solo continuità”. Ma servirebbe una scuola più attrezzata per formarli davvero.

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            In Inghilterra si cambia musica: alle prossime elezioni, anche i sedicenni potranno votare. È un’apertura storica, annunciata dal neo-premier Starmer. E qui da noi? Si può sognare una mossa analoga? Tecnicamente sì, ma con una premessa chiara: “Bisognerebbe modificare l’articolo 48 della Costituzione”, dice Alessandra Ghisleri. “E prima ancora, sperimentare. Valutare. E riformare l’educazione civica, oggi praticamente inesistente”.

            Numeri alla mano, in Italia si tratterebbe di circa 1,6 milioni di nuovi potenziali elettori, una fascia anagrafica che oggi vive immersa nei social, tra TikTok, YouTube e Instagram. Proprio lì dove — secondo Ghisleri — si gioca la vera battaglia del consenso: “I ragazzi si informano online. Ma sono anche esposti all’influenza di artisti, cantanti e creator. Capire chi ascoltano e perché diventa decisivo”.

            Chi ci guadagnerebbe? Nessuna sorpresa: “Le forze politiche che già funzionano. FdI, M5S, PD, Lega, Avs e alcuni centristi. Non esisterebbe una frattura generazionale netta, semmai un rafforzamento dell’esistente”. Altro che voto di protesta o boom dei movimenti “green”: gli adolescenti finirebbero col premiare ciò che già conoscono — o che vedono più spesso in rete.

            Ma i sedicenni sono pronti? Ghisleri è netta: “Lo sono per studiare, per lavorare, possono esserlo anche per votare. Ma bisogna aiutarli. Dargli gli strumenti per comprendere cosa significa esercitare un diritto democratico”. E poi, basta con la retorica dei giovani “manipolabili”: “Anche gli adulti lo sono. Cambiano solo i linguaggi”.

            La vera sfida? “Prepararli, non usarli”. E dare un senso al loro ingresso nella politica, senza trasformarlo in marketing elettorale.

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              Politica

              Ma dove è finita Giorgia Meloni? In un trullo blindato di Locorotondo con Giambruno e Gemmato

              Secondo indiscrezioni, Giorgia Meloni avrebbe scelto il Leonardo Trulli Resort di Locorotondo per le sue vacanze estive. Con lei la figlia Ginevra, l’ex compagno Andrea Giambruno e il sottosegretario Marcello Gemmato con la famiglia. Una scelta dettata dal bisogno di privacy, ma anche dall’attrazione per una dimora che unisce lusso e tradizione pugliese.

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                Non più la masseria di Ceglie Messapica, che lo scorso anno l’aveva vista finire sotto i teleobiettivi dei paparazzi mentre si rilassava a bordo piscina. Quest’estate Giorgia Meloni ha deciso di cambiare scenario, pur restando fedele alla sua amata Valle d’Itria. Tutti gli indizi portano al Leonardo Trulli Resort di Locorotondo, struttura immersa nella campagna pugliese, avvolta da vigneti e muretti a secco, dove la riservatezza è la regola.

                Ad accompagnarla in Puglia ci sono la figlia Ginevra e l’ex compagno Andrea Giambruno, con cui ha scelto di mantenere un rapporto sereno per il bene della bambina. Con loro anche il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, farmacista di professione e in pole per la poltrona di ministro, arrivato in vacanza con la moglie Laura e le due figlie gemelle, grandi amiche di Ginevra.

                Il resort, aperto nel 2013 ma costruito attorno a un’antica dimora recuperata con cura, conta quattordici alloggi che oscillano dai 250 ai 900 euro a notte. Trulli in pietra, una piccola masseria liberty e una villa di campagna, tutti con arredi ricercati e giardini privati. La vera chicca è la stanza con piscina segreta ricavata da una cantina sotterranea, diventata virale sui social. Non mancano due ville indipendenti, tra cui villa Leonardo, ideale per famiglie in cerca di totale isolamento: la candidata più probabile per ospitare la premier e il suo entourage.

                La scelta non sarebbe casuale. Meloni conosce da tempo la famiglia Cardone, che ha trasformato la residenza in un rifugio esclusivo, a metà strada tra il fascino antico e il comfort moderno. Una dimora nata dalla visione romantica di Leonardo, il fondatore, e oggi curata dalla nipote Rosalba.

                Per la premier, quindi, un ritorno in Puglia, ma con una strategia diversa: più spazio, più sicurezza, meno possibilità di flash indesiderati. Perché anche quando la politica si ferma, la riservatezza resta un dovere.

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