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Politica

Giuli e Report: la vigilia del “processo” mediatico al Ministero della Cultura

A poche ore dalla nuova puntata di Report, Alessandro Giuli si prepara ad affrontare l’ondata mediatica che punta a mettere in discussione il suo passato e le sue scelte professionali. Fra minacce di scandali e un’intervista al vetriolo, il direttore del Maxxi racconta la sua versione: non solo difende il proprio operato, ma lancia frecciate agli avversari.

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    L’attesa è febbrile per la puntata di Report che dovrebbe svelare l’ennesima pagina di quello che ormai sembra un romanzo a puntate sui “misteri” del Ministero della Cultura. Sotto i riflettori, sempre lui: Alessandro Giuli, che, tra una telefonata e l’altra col suo legale, non riesce a nascondere la propria esasperazione. Dopo la recente visita della troupe de Le Iene (e non per un autografo), Giuli si sfoga: «Una sera qualsiasi, rientrando a casa, ci troviamo quasi assediati. I miei figli, dalla finestra, spaventati. Ora, sarò pure un servitore dello Stato, ma sono anche un padre e non accetto che qualcuno calpesti i miei affetti per un po’ di audience in più».

    Nel frattempo, però, il mondo politico sembra stringersi attorno a lui: una telefonata di Giorgia Meloni e due chiacchiere con Fazzolari paiono aver risollevato il morale del nostro protagonista. Ma l’ombra di Report aleggia ancora: la trasmissione promette di riesumare, con stile da archeologi provetti, vecchi episodi e amicizie scomode. Tra queste, un’intervista “pungente” a Rainaldo Graziani, che definisce Giuli un “traditore” (detto da uno che fondò Meridiano Zero e, soprattutto, è figlio di Clemente Graziani di Ordine Nuovo!). Il commento di Giuli? «Beh, se questo è un tradimento, forse Graziani è il mio migliore avvocato!»

    Naturalmente, non sarebbe Report senza un capitolo su vecchie politiche e simbolismi. La trasmissione ha riesumato il coinvolgimento di Giuli nel programma della Lega del 2018, un progetto che, a quanto pare, sarebbe stato “carico di simbologie occulte”. La replica di Giuli, in sintesi: «Avvisai Meloni, e lei, ridendo, mi disse: ‘Benissimo, ma ricordati di noi…’» Quindi niente complotti arcani, piuttosto una sana risata su vecchie diatribe.

    Poi c’è la saga del Maxxi. Report punta a presentare un bando milionario abbandonato come una “perdita” per il museo. Giuli, però, precisa che si trattava di una decisione oculata, presa insieme al nuovo direttore artistico Francesco Stocchi, per evitare al museo di spendere cifre spropositate. Insomma, risparmiare sembra essere diventato uno scandalo, anche quando è una scelta di buon senso.

    Come se non bastasse, nel menù serale ci sarà anche il cosiddetto “caso Boccia”, che dovrebbe accendere nuovi riflettori sulle beghe interne a un comitato per una mostra sul Futurismo. Giuli, ovviamente, viene dipinto come il “grande estromettitore” del critico Dambruoso. Ma, come ribatte lui stesso, «tempi e carte raccontano un’altra storia».

    E mentre Report si prepara all’affondo, Giuli si organizza per godersi un weekend in famiglia. Tra accuse di tradimento, bandi persi e simboli esoterici, c’è solo una certezza: a casa Giuli il popcorn non mancherà.

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      Politica

      Mangiano bene, incassano meglio: la mensa della Camera è un affare d’oro

      La “Cd Servizi spa”, creata per gestire pulizie, parcheggi e ristorazione alla Camera, chiude l’anno con quasi mezzo milione di euro di utile. A fare la differenza? Il cibo: materie prime da 723 mila euro, incassi per 2,4 milioni. E intanto l’organico esplode: 257 dipendenti in quattro mesi

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        Altro che austerity: a Montecitorio si mangia bene, si spende poco e si guadagna parecchio. La nuova creatura dell’amministrazione della Camera, la Cd Servizi spa, ha chiuso il suo primo bilancio con un utile netto di 448.022 euro, a fronte di ricavi complessivi per 5,34 milioni. Non male per una società nata ufficialmente il primo settembre 2024 e operativa per appena quattro mesi.

        La spa, voluta dall’ufficio di presidenza guidato da Lorenzo Fontana, ha assorbito una serie di servizi prima affidati all’esterno: pulizie, giardinaggio, gestione dei dati interni, facchinaggio, parcheggio dei deputati, ma soprattutto la ristorazione. Ed è proprio tra i tavoli del ristorante e della mensa parlamentare che il bilancio ha trovato il suo piatto forte.

        I numeri sono lampanti: materie prime alimentari acquistate per 723.015 euro, a fronte di ricavi per 2,485 milioni. Un moltiplicatore generoso, se si considera che i famigerati “prezzi politici” rendono i pasti a Montecitorio decisamente più convenienti rispetto al mercato. Ma il volume – si sa – può far miracoli.

        Subito dietro, tra le voci che più contribuiscono al fatturato, ci sono i servizi di pulizia (1,63 milioni), la gestione dati (669 mila) e il facchinaggio (485 mila). In tutto, la macchina ha ingranato subito, anche grazie all’assorbimento del personale: oltre 256 dipendenti medi, tra cui un dirigente, due quadri, quasi 40 impiegati e più di 215 operai.

        Il costo del personale ha toccato 3,43 milioni di euro. Ma nonostante le spese, il bilancio resta positivo. Tra le curiosità: l’acquisto di un’auto intestata alla società per 53.500 euro e una consulenza da quasi 29mila euro per un medico del lavoro, definito tecnicamente “medico competente”.

        I conti, insomma, tornano eccome. E se è vero che l’obiettivo dichiarato era l’efficienza e la trasparenza, è altrettanto vero che la gestione “in house” si sta rivelando un investimento tutt’altro che in perdita.

        Sarà interessante vedere cosa succederà nel prossimo esercizio, quando la società sarà attiva per l’intero anno. Per ora, però, una cosa è certa: a Montecitorio non solo si mangia bene, ma si guadagna pure, e con contorni decisamente appetitosi.

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          Politica

          Meloni show a Libero: baci a Trump, schiaffi alla sinistra

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            Giorgia Meloni si collega da remoto, ma conquista il palco come se fosse in prima fila. Venti minuti in videocollegamento per celebrare i 25 anni di Libero, ma sembrava un comizio con microfono aperto. Il pubblico in sala applaude, Mario Sechi sorride, Vittorio Feltri si dichiara “innamorato” della premier. Lei ringrazia e parte col repertorio.

            Il pezzo forte? Il solito vecchio Donald. “Trump è un leader coraggioso, schietto, determinato. Ci capiamo bene anche quando non siamo d’accordo”, dichiara fiera. Dazi, guerre commerciali e instabilità globale passano in secondo piano: quello che conta è l’intesa tra sovranisti. “Difende i suoi interessi nazionali, io faccio lo stesso”, rivendica, come se il mondo fosse diviso tra chi “tiene famiglia” e chi no.

            Poi il colpo basso sul referendum. Altro che test per il governo: “Era un referendum sulle opposizioni, e il risultato è chiaro”, dice. Traduzione: ha perso la sinistra, non io. “Se vincono, è un trionfo della democrazia. Se perdono, c’è un problema di democrazia. È sempre la stessa storia”, attacca, liquidando critiche e dubbi come capricci da salotto.

            E infatti a quelli che nei salotti ci vivono, riserva la stoccata finale. Il quesito per la cittadinanza dopo cinque anni? “Una sciocchezza”, sentenzia. “Solo chi frequenta club esclusivi può pensarlo. La legge attuale va benissimo. Ed è quella che vuole la stragrande maggioranza degli italiani”. Argomento chiuso.

            In mezzo, il solito omaggio a Berlusconi, “fiero di noi per il milione di posti di lavoro”, e l’ennesima autoassoluzione: “Noi andiamo avanti con il nostro lavoro”. Il copione non cambia. Ma ogni volta è più rodato.

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              Politica

              Francesca Pascale ironizza su Forza Italia e Fedez: «Gasparri vuole recuperare l’immagine con una trovata pop»

              Francesca Pascale, in un intervento nel programma “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, commenta l’apparizione di Fedez al congresso delle giovanili di Forza Italia e ironizza sulla strategia di Maurizio Gasparri per rilanciare l’immagine del partito.

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                Francesca Pascale non ha mai avuto peli sulla lingua e lo ha dimostrato ancora una volta. Ospite della trasmissione Donne sull’orlo di una crisi di nervi condotta da Piero Chiambretti su Rai3, l’ex compagna di Silvio Berlusconi ha commentato con tono ironico e tagliente la scelta di Forza Italia di invitare Fedez come ospite d’onore al congresso della giovanile del partito. «La prima cosa che ho pensato è stata che Gasparri vuole recuperare l’immagine con una trovata pop, perché il 3% dell’ultima tornata elettorale non è bellissimo», ha dichiarato Pascale, mettendo in dubbio la strategia dietro l’apparizione del rapper.

                Non è la prima volta che l’ex fidanzata del Cavaliere esprime perplessità sul futuro e la direzione di Forza Italia. In passato aveva dichiarato al Foglio, come riportato anche da Agi, che «il partito deve darsi una svegliata». Ma questa volta, la “sveglia” non sembra coincidere con l’arruolamento di Fedez. Pascale ha spiegato che il suo stupore non riguarda tanto la presenza del cantante in sé, quanto la logica che l’ha portata a questa ospitata: «Non ho capito Forza Italia con Fedez dove vuole andare».

                La presenza di Fedez, artista da sempre impegnato su temi sociali e politici, è stata al centro delle polemiche sin da subito. Durante il suo intervento, il rapper non ha rinunciato a provocazioni e riflessioni pungenti: «Oggi non voterei nessuno», ha detto. Poi ha criticato la sinistra, accusandola di «rifiutarsi sempre di sedersi al tavolo del dibattito». Insomma, un intervento in perfetto stile Fedez, pronto a mettere in discussione la politica tradizionale e a rivendicare la sua indipendenza.

                Nonostante le critiche a Forza Italia, Francesca Pascale ha riconosciuto al rapper una certa coerenza: «Molti hanno criticato Fedez, ma lui ha fatto il suo lavoro. Va dove lo invitano, lo fa per dialogare», ha spiegato. Una visione che riflette il carattere pragmatico dell’artista, abituato a muoversi tra provocazione e voglia di confronto.

                Ma Pascale non ha perso l’occasione per lanciare un’altra frecciata ai vertici del partito azzurro, in particolare a Maurizio Gasparri: «Forse l’idea era di far parlare di sé e rianimare un po’ di entusiasmo, ma invitare Fedez non credo basti a risolvere i problemi interni di Forza Italia», ha concluso.

                Il commento dell’ex compagna di Berlusconi si inserisce in un momento di fermento per il partito fondato dal Cavaliere, che cerca nuove strategie e volti in grado di attrarre l’elettorato giovanile. Una scommessa rischiosa, se non altro perché – come osserva Pascale – la politica pop non può bastare a mascherare le incertezze di un partito in cerca di identità.

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