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Cronaca

Porno con l’intelligenza artificiale: SocialMediaGirls, il sito che “spoglia” le vip italiane.

Sul sito “SocialMediaGirls.com” circolano immagini deepfake iperrealistiche generate con l’Ai. La giornalista Francesca Barra denuncia alla Polizia Postale: «Non sono io, ma qualcuno ha costruito quella menzogna. È un abuso che marchia la dignità».

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    Un’altra pagina nera del web. Dopo il caso “Phica.net”, un nuovo sito pornografico non consensuale è finito nel mirino delle autorità. Si chiama SocialMediaGirls.com, e dietro la facciata di un forum per adulti ospita centinaia di immagini false, create con l’intelligenza artificiale, che ritraggono donne famose completamente nude. Scatti mai esistiti, ma talmente realistici da sembrare veri.

    Il meccanismo è perverso e tecnologicamente raffinato: l’Ai viene utilizzata per “spogliare” qualunque fotografia pubblica, manipolandola fino a renderla un ritratto pornografico credibile. A finire nel tritacarne digitale non sono solo influencer e modelle, ma anche conduttrici, giornaliste e politiche italiane: Anna Tatangelo, Chiara Ferragni, Maria De Filippi, Selvaggia Lucarelli, Maria Elena Boschi, Cristina D’Avena, Annalisa, Andrea Delogu, Benedetta Parodi e Angelina Mango.

    La prima a denunciare pubblicamente l’abuso è stata Francesca Barra, giornalista e scrittrice, che ha scoperto sul sito false immagini di sé. «Non sono io, ma qualcuno ha deciso di costruire quella menzogna per ottenere attenzione e insinuare il dubbio che potessi essermi mostrata in quel modo negli ambienti in cui lavoro» ha scritto sui social.
    «Ho pensato ai miei figli, all’imbarazzo e alla paura. Non è arte, è una violenza. Un abuso che marchia la dignità e la fiducia».

    La Barra ha sporto denuncia alla Polizia Postale, dando il via a un’indagine che si preannuncia complessa. Perché, come già accaduto con “Phica.net”, il sito si muove in una zona d’ombra del web, nascosto tra forum accessibili solo agli iscritti e server collocati all’estero. Nella sezione italiana del portale, chiamata “Italian Nude Vip”, compaiono decine di pagine dedicate a celebrità nostrane.
    E non si tratta soltanto di deepfake: in alcuni casi circolano anche foto rubate da telefoni o telecamere di sorveglianza, oppure scatti presi da Instagram e manipolati.

    La parte più inquietante è che il sito offre una app — con prova gratuita — che promette a chiunque di “denudare” una persona in pochi click. Il software, ribattezzato “Ai Undress Porn”, consente di caricare una foto qualsiasi e ottenere un risultato iperrealistico in pochi secondi. Un giocattolo tecnologico che trasforma l’intelligenza artificiale in uno strumento di violenza di genere.

    «Le tecnologie dovrebbero servire al progresso, non alla sopraffazione» ha commentato ancora la Barra. «E invece troppo spesso diventano armi di vergogna e di distruzione dell’identità. Chi crea o diffonde questo materiale commette un reato, ma la legge arriva sempre dopo».

    Il nuovo caso riaccende il dibattito sulla pornografia non consensuale e sui limiti dell’Ai, tema ancora privo di una normativa specifica. Gli strumenti di generazione automatica delle immagini, nati per scopi artistici o commerciali, vengono usati per creare contenuti pornografici falsi che si diffondono senza controllo. Un fenomeno che colpisce le donne in modo sproporzionato, rendendo la rete un luogo potenzialmente ostile.

    La Polizia Postale ha già avviato accertamenti per identificare gli amministratori del forum e bloccarne l’accesso dall’Italia. Ma il rischio è che, come accaduto in passato, il sito ricompaia altrove, con un altro nome e nuovi domini.
    Nel frattempo, la vicenda ha scatenato indignazione tra le protagoniste involontarie di questi falsi scatti, molte delle quali stanno valutando azioni legali.

    Francesca Barra, che ha da poco discusso una tesi in criminologia sul cyberbullismo, riassume il senso della battaglia in poche parole: «Nessuna donna dovrebbe trovarsi davanti a un corpo inventato e sentirsi ferita due volte: nell’immagine e nell’impunità».

    E mentre la tecnologia continua a correre, la dignità digitale sembra arrancare. Perché l’intelligenza artificiale, se lasciata senza regole, rischia di diventare — ancora una volta — l’arma più moderna di un’antica forma di violenza.

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      Mondo

      Nicolas Sarkozy, bagno di folla a Parigi per il libro sul carcere e ora parte il tour in Francia con Carla Bruni sempre al suo fianco

      Migliaia di persone in fila a Parigi per Nicolas Sarkozy e il suo nuovo libro Diario di un prigioniero, in cui racconta le tre settimane trascorse nel carcere di La Santé. Dopo il successo del firmacopie, parte il tour francese. Al suo fianco, come sempre, Carla Bruni, accolta da applausi e attenzioni nella capitale.

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        Altro che ritiro silenzioso. Nicolas Sarkozy torna al centro della scena pubblica con un bagno di folla che ha sorpreso anche i più scettici. A Parigi, il firmacopie del suo nuovo libro Diario di un prigioniero (Le Journal d’un prisonnier) si è trasformato in un evento di massa: migliaia di fan, una coda interminabile e un clima da grande ritorno, più vicino a una tournée rock che a una presentazione letteraria.

        Il libro e le tre settimane a La Santé
        Nel volume Sarkozy racconta in prima persona le tre settimane trascorse nel carcere parigino di La Santé. Un diario asciutto e personale, costruito sul racconto della quotidianità dietro le sbarre, delle riflessioni notturne, del tempo che si dilata e del peso simbolico di una detenzione vissuta da ex presidente della Repubblica.

        Il titolo non lascia spazio a interpretazioni: Diario di un prigioniero è una scelta diretta, quasi provocatoria. Sarkozy non cerca scorciatoie narrative, ma mette al centro l’esperienza personale, trasformandola in racconto politico ed esistenziale insieme. Una formula che, a giudicare dalla risposta del pubblico, funziona eccome.

        Parigi in fila per Sarkozy
        Il firmacopie parigino ha avuto toni da evento popolare. File che si allungavano per ore, lettori di ogni età, curiosi e sostenitori accorsi per stringere la mano all’ex capo dell’Eliseo e farsi autografare una copia. Scene che raccontano un personaggio che, nonostante le vicende giudiziarie e il tempo passato, continua a catalizzare attenzione e consenso emotivo.

        Non solo politica, ma anche una forte componente umana. Molti fan hanno raccontato di sentirsi toccati dal racconto della prigionia, di riconoscere nel libro una fragilità che raramente si associa a un leader di quel calibro. Sarkozy, dal canto suo, si è mostrato disponibile, sorridente, visibilmente coinvolto dall’accoglienza.

        Il tour in Francia e la coppia Sarkozy-Bruni
        Dopo Parigi, ora parte il tour in tutta la Francia. Presentazioni, incontri con i lettori, nuove tappe che porteranno l’ex presidente a confrontarsi con un pubblico ancora ampio e curioso. Al suo fianco, come sempre, Carla Bruni.

        La moglie lo accompagna in ogni appuntamento e a Parigi è stata, come prevedibile, osannata. Elegante, discreta ma centralissima nell’immaginario collettivo, Bruni resta una figura capace di attirare attenzione quasi quanto il marito. La coppia continua a funzionare anche sul piano mediatico: lui protagonista del racconto politico-personale, lei icona di stile e presenza rassicurante.

        Tra racconto personale e ritorno pubblico
        Il successo del libro e l’accoglienza parigina segnano un passaggio chiaro. Sarkozy non parla più solo da ex presidente, ma da uomo che ha attraversato una fase dura e ha deciso di raccontarla senza filtri. Una scelta che divide, ma che certamente non lascia indifferenti.

        Il tour francese diventa così molto più di una semplice promozione editoriale. È un ritorno nello spazio pubblico, un confronto diretto con i lettori e, inevitabilmente, con l’opinione pubblica. Tra applausi, curiosità e discussioni, Diario di un prigioniero si impone come uno dei casi editoriali più chiacchierati del momento.

        E mentre le file continuano ad allungarsi e le tappe del tour si moltiplicano, una cosa appare evidente: Nicolas Sarkozy, nel bene e nel male, resta un personaggio capace di riempire piazze, librerie e conversazioni. Con Carla Bruni sempre al suo fianco, a ricordare che anche questa storia è, prima di tutto, una storia di coppia sotto i riflettori.

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          Italia

          Sciopero nazionale del 12 dicembre: l’Italia si ferma per 24 ore

          I sindacati proclamano una giornata di protesta in tutto il Paese: trasporti, scuole, servizi e amministrazioni coinvolti, con fasce di garanzia e possibili ripercussioni per cittadini e viaggiatori.

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          Sciopero

            Oggi, venerdì 12 dicembre 2025 l’Italia sarà protagonista di una ampia giornata di sciopero nazionale, proclamata dalla principale confederazione sindacale del Paese. La mobilitazione – che durerà per l’intera giornata lavorativa – è stata lanciata in opposizione alla Legge di Bilancio 2026, giudicata dai sindacati «iniqua e insufficiente nel rispondere ai problemi sociali ed economici» che interessano lavoratori e pensionati.

            Le ragioni della protesta

            La principale organizzatrice della mobilitazione, la CGIL, ha ribadito che lo sciopero nasce dall’insoddisfazione per le scelte economiche del governo. Secondo il segretario generale del sindacato, le attuali misure di bilancio non migliorano il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni, non affrontano l’aumento dell’età pensionabile e non investono adeguatamente in servizi pubblici essenziali come sanità e istruzione.

            La protesta – che coinvolge sia il settore pubblico sia quello privato – vuole anche richiamare l’attenzione sulla necessità di aumentare risorse per il rinnovo contrattuale e la tutela del lavoro stabile, con richieste di politiche fiscali più eque e di maggiore investimento nei settori produttivi.

            Cosa si ferma

            Lo sciopero nazionale del 12 dicembre non riguarda un solo comparto: a essere coinvolti sono trasporti, scuola, servizi pubblici e settori privati. Le ripercussioni più evidenti si prevedono nel trasporto pubblico e ferroviario, con possibili cancellazioni o variazioni di orario di treni regionali, suburbani e collegamenti aeroportuali. Per il trasporto ferroviario l’azione è programmata dalle 00:01 alle 21:00 della giornata, con servizi garantiti solo nelle fasce orarie previste per legge.

            Anche il personale degli autobus aderirà allo sciopero: i mezzi pubblici urbani e extraurbani potrebbero subire modifiche o cancellazioni al di fuori delle fasce garantite, complicando gli spostamenti nelle principali città.

            Nel settore scolastico, oltre alla protesta generale, è stata confermata anche una adesione regionale degli istituti in Calabria, con possibili chiusure o interruzioni dell’attività nel comparto educativo locale.

            Fasce di garanzia e servizi essenziali

            La legge italiana prevede che, anche in caso di sciopero, vengano assicurati servizi minimi essenziali per evitare pericoli per l’incolumità e la salute dei cittadini. Nel trasporto pubblico, ad esempio, i periodi di maggiore affluenza – tipicamente tra la mattina e la prima serata – dovrebbero vedere in servizio un numero minimo di corse o mezzi. Tuttavia, al di fuori di queste fasce, la partecipazione alla protesta potrebbe comportare interruzioni o disservizi significativi.

            Manifestazioni e iniziative territoriali

            Oltre alla semplice astensione dal lavoro, lo sciopero del 12 dicembre è accompagnato da manifestazioni e cortei in diverse città italiane, con la partecipazione di lavoratori, studenti e rappresentanti sociali. Tra le richieste emerse dalle piazze figurano maggiore equità fiscale, tutela del lavoro dipendente, contrasto alla precarietà e investimenti in servizi pubblici.

            Impatto sui cittadini e sui viaggi

            Già nelle ore precedenti alla data dello sciopero numerose compagnie ferroviarie e di trasporto pubblico locale hanno invitato i passeggeri a verificare gli orari aggiornati e a prevedere tempi di viaggio più lunghi o soluzioni alternative. Anche chi deve raggiungere aeroporti tramite treni regionali o navette è stato invitato a considerare bus sostitutivi o trasferimenti privati.

            Per chi lavora nel settore pubblico o privato, aderire alla protesta sarà una scelta individuale: la legge garantisce il diritto di sciopero, ma prevede anche che i datori di lavoro applichino correttamente le normative sugli adeguamenti retributivi e sulle trattenute per le ore non lavorate.

            Un momento di confronto

            Lo sciopero nazionale del 12 dicembre si inserisce in un clima di confronto serrato tra parti sociali e governo sulle scelte economiche che caratterizzeranno i prossimi anni. Al di là delle adesioni, l’iniziativa rappresenta una piattaforma per discutere di salari, pensioni e condizioni di lavoro, temi che restano al centro del dibattito pubblico italiano alla fine del 2025.

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              Cronaca Nera

              Per Sgarbi nuovi guai giudiziari: la Camera dice sì al processo per gli insulti a Casalino in tv

              Via libera della Giunta della Camera alla richiesta della Corte d’Appello di Roma contro Vittorio Sgarbi per diffamazione. Al centro c’è l’insulto rivolto a Rocco Casalino in tv nel 2020. Nel 2023 l’ex sottosegretario era già stato condannato a una multa e al risarcimento in sede civile.

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                Per Vittorio Sgarbi i guai giudiziari continuano a riaccendersi a distanza di anni. La Giunta per le Autorizzazioni a procedere della Camera ha votato all’unanimità a favore della richiesta arrivata dalla Corte d’Appello di Roma per il procedimento che lo vede accusato di diffamazione ai danni di Rocco Casalino. Una vicenda che nasce in televisione, passa per le aule giudiziarie e ora torna al centro dell’attenzione politica.

                La frase del 30 gennaio 2020 in diretta tv

                Il caso risale al 30 gennaio 2020, durante una puntata di Stasera Italia su Rete4. Nel corso di un acceso intervento contro alcune figure del governo Conte dell’epoca, Sgarbi attacca anche l’allora portavoce del premier. L’espressione usata fa scattare immediatamente l’accusa di diffamazione. Da quel momento la vicenda giudiziaria prende avvio, trasformando uno scontro televisivo in un procedimento penale vero e proprio.

                La condanna del 2023 tra multa e risarcimento

                Tre anni dopo, nel 2023, arriva una prima sentenza. Sgarbi viene condannato al pagamento di una multa da mille euro, più altri 3mila euro per le spese processuali, oltre al risarcimento in sede civile nei confronti di Casalino. Una cifra che, all’epoca, veniva stimata intorno ai 50mila euro. La vicenda, però, non si chiude lì.

                Il voto della Giunta e l’immunità che cade

                Solo ora la Giunta della Camera è intervenuta formalmente, dando il via libera alla richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dalla Corte d’Appello di Roma. All’epoca dei fatti Sgarbi ricopriva il ruolo di sottosegretario ed era anche da poco stato eletto sindaco di Arpino. Proprio per questo passaggio procedurale era necessario il pronunciamento della Giunta, che è arrivato senza divisioni politiche, con un voto unanime.

                La linea difensiva e il processo

                Nel corso delle udienze, Sgarbi ha provato a difendersi sostenendo che l’espressione utilizzata fosse da intendere come sinonimo di “omosessuale”, respingendone l’accezione offensiva. Una tesi che, giudiziariamente, non ha convinto e che ha portato comunque alla condanna già arrivata nel 2023. Ora il nuovo via libera della Camera riporta la vicenda sul binario del procedimento penale, aggiungendo un altro capitolo a una storia che sembrava archiviata.

                Tra un precedente giudiziario, una Giunta che si esprime all’unanimità e un caso che torna ciclicamente a far parlare, la partita tra Sgarbi e Casalino resta ancora aperta sul fronte giudiziario. E ancora una volta è una frase detta in tv a continuare a produrre strascichi a distanza di anni.

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