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Storie vere

Anna Possi, la barista centenaria che ti accoglie con il sorriso più bello del mondo

Anna Possi, la barista più anziana d’Italia compie cento anni ma non se li sente proprio. Il suo elisir? “Mangio sempre poco, quanto basta”.

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    Anna vive a Nebbiuno, in provincia di Novara. E’ li che la barista più anziana d’Italia illumina la giornata a tutti i clienti del suo bar dove il tempo sembra essersi fermato. Anna si affaccia al bancone, con la sua solita eleganza e con un sorriso che ti strega, capace di cambiarti la giornata. E proprio nel suo bar Anna ha voluto festeggiare insieme ai suoi amici e alla clientela più affezionata i suoi cento anni.

    Un milione di caffè e un cuore d’oro

    Sessantacinque anni dietro al bancone del suo amato Bar Centrale: un traguardo straordinario che la signora Anna ha raggiunto con la stessa leggerezza e passione di sempre. “Cento anni? Ma io, davvero, non so mica come sono riuscita ad arrivare a questa età“, confessa con la sua proverbiale modestia. Eppure, la sua energia e la sua voglia di vivere sono contagiose. Si stima che Anna abbia servito oltre un milione di caffè in tutti questi anni. Un numero impressionante che testimonia la sua dedizione al lavoro e l’affetto che la lega alla sua clientela. Ma oltre ai numeri, ciò che colpisce di Anna è la sua umanità. “Mi piace il contatto con le persone“, dice con semplicità. E questa sua attitudine l’ha resa un punto di riferimento per tutta la comunità.

    Possiamo sapere qual è il segreto della sua longevità?

    Lei si schernisce e sorride. “Non ho segreti particolari. Mangio poco e di tutto, e cerco di mantenere la mente attiva. Poi, naturalmente, c’è il lavoro, che mi tiene in movimento e mi fa sentire utile“. E aggiunge, con un pizzico di ironia: “Ah, e la limonata gassata la sera, prima di andare a dormire!“. Quella di Anna è la storia di una donna forte, determinata e piena di vita, che ha affrontato le sfide con coraggio e positività. A proposito come le piace il caffè? Non ha dubbi ama il caffè espresso all’italiana, forte e aromatico. Lo prepara con una macchinetta tradizionale, seguendo una ricetta segreta tramandata dalla nonna. Dice che il segreto sta nella giusta miscela di caffè e nella quantità d’acqua.”Ma soprattutto la qualità dell’acqua che vale il 50% della bontà del caffè espresso“, quello consumato al Bar Centrale di Nebbiuno.

      Storie vere

      I primi suoni per Nicola: un miracolo di tecnologia e amore

      Bimbo di 8 mesi sordo dalla nascita ora sente per la prima volta: “Vederlo reagire un’esplosione di gioia, ora nacchere e xilofono gli strumenti che ama di più”.

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        Per la prima volta nella sua vita, il piccolo Nicola, un bimbo di appena otto mesi nato con ipoacusia profonda, ha potuto ascoltare il mondo intorno a sé. Un momento indimenticabile per lui e i suoi genitori, immortalato in una scena di pura gioia quando Nicola ha sentito la voce di mamma e papà e ha reagito con stupore e meraviglia. “Vederlo girarsi verso di noi al primo suono è stato un momento indescrivibile“, racconta emozionata Giulia Lovera, madre di Nicola. “Finalmente può sentire la nostra voce, i rumori di casa, e scoprire un mondo di suoni che gli era negato“.

        La diagnosi e l’intervento risolutivo

        Nicola è nato a Cuneo lo scorso 17 marzo. Fin dai primi giorni di vita, i medici hanno rilevato una ipoacusia profonda, una forma di sordità totale diagnosticata grazie al test delle otoemissioni acustiche. Per lui, l’unica speranza era un impianto cocleare, un dispositivo che sostituisce la funzione biologica dell’udito. L’intervento, eseguito presso l’ospedale Martini di Torino dal team del dottor Diego Di Lisi, ha rappresentato una svolta. Grazie a una tecnologia robotica innovativa, l’équipe ha inserito l’impianto cocleare con una precisione senza precedenti, garantendo a Nicola la possibilità di recuperare l’udito.

        Una tecnologia all’avanguardia

        L’intervento di Nicola è stato il primo al mondo eseguito su un bambino così piccolo con una tecnica chirurgica robotica avanzata. “Abbiamo utilizzato un braccio meccanico di ultima generazione in grado di mantenere una traiettoria chirurgica precisa al millimetro, riducendo al minimo i traumi alle delicate strutture dell’orecchio“, spiega il dottor Di Lisi. Il risultato è stato straordinario: Nicola può sentire chiaramente e la struttura anatomica dell’orecchio è stata preservata, garantendo l’adattabilità a future innovazioni tecnologiche. “La parte interna dell’impianto durerà circa vent’anni, mentre quella esterna potrà essere aggiornata ogni cinque anni senza controindicazioni“, aggiunge il medico.

        Il ritorno a casa e la gioia dei suoni

        Una volta tornati a casa dall’ospedale, amici e parenti hanno inondato Nicola di strumenti musicali per fargli sperimentare la magia dei suoni. Tra xilofono e nacchere, Nicola ha già i suoi preferiti. Ma il suono più speciale di tutti è stato quello della voce dei suoi genitori. “È straordinario poter comunicare con nostro figlio e vederlo reagire ai suoni della nostra voce. È un sogno che si realizza“, racconta mamma Giulia.

        Un Natale speciale, ma non senza ostacoli

        Per Nicola e la sua famiglia, questo sarà un Natale unico e rumoroso, pieno di musica e risate. Tuttavia, la strada non è stata priva di difficoltà. Nonostante la sua giovane età e la gravità della sua condizione iniziale, a Nicola non è stata riconosciuta alcuna forma di invalidità, come sottolinea la mamma. “Questo ci avrebbe consentito di avere più tempo per seguirlo, ma rimane una piccola stortura in una storia che, per il resto, è fatta di incontri meravigliosi e successi straordinari“.

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          Storie vere

          Consegne con droni in Italia: Amazon apre la strada con il primo test positivo in Abruzzo

          Consegne con droni: test positivo in Abruzzo, Amazon avvierà il servizio operativo dal 2025.

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            Ci siamo finalmente. Amazon ha compiuto un passo storico nei cieli italiani il 4 dicembre 2024, effettuando con successo il suo primo test ufficiale di consegna con droni. Il volo, svolto a San Salvo, in Abruzzo, ha visto un drone MK30 trasportare una sveglia Alexa dal centro di distribuzione a un’abitazione vicina.

            Droni sicuri e precisi

            Il drone MK30, evoluzione del precedente MK-27-2, offre maggiore autonomia (24 km), capacità di trasporto fino a 2,3 kg, resistenza a leggere precipitazioni e una significativa riduzione del rumore. Inoltre, è dotato di un sofisticato sistema di computer vision, basato su reti neurali di deep learning, che permette di individuare e aggirare ostacoli, garantendo massima sicurezza durante il volo.

            Una indispensabile collaborazione con le autorità italiane

            L’iniziativa è stata possibile grazie alle autorizzazioni concesse da ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), in collaborazione con ENAV, l’ente responsabile della gestione del traffico aereo. Amazon ha sottolineato l’importanza di questa partnership, che ha permesso di rispettare tutte le normative per una sperimentazione sicura e conforme. “Questo è solo l’inizio“, ha dichiarato un portavoce dell’azienda. “Collaboreremo ancora con le autorità locali per garantire un servizio sicuro e pronto al lancio commerciale entro il 2025“.

            Con i droni il futuro del delivery è già qui

            Il progetto, parte dell’innovazione tecnologica di Amazon, mira a rivoluzionare la logistica con consegne più veloci, efficienti e sostenibili. I droni decollano e atterrano in aree dedicate presso i centri di distribuzione, rilasciando i pacchi a circa quattro metri di altezza nelle vicinanze delle abitazioni. La sperimentazione proseguirà in altre regioni italiane, ampliando il raggio d’azione per testare la tecnologia in diversi contesti operativi. Amazon conta di avviare le prime consegne regolari entro la fine del 2025. Con un’autonomia di 24 km, una precisione millimetrica e tecnologie avanzate per la sicurezza, i droni promettono di trasformare il settore della logistica in Italia. Oltre il 90% degli articoli venduti su Amazon rientra nella categoria di peso gestibile dai droni, aprendo le porte a un servizio rivoluzionario che coniuga innovazione e sostenibilità.

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              Storie vere

              Modella 22enne balla divertita davanti al fidanzato 85enne in ospedale. “Mi ha inserita nel suo testamento, che dite stacco la spina?”

              Qual è il confine tra amore e interesse economico, l’etica delle relazioni con grande differenza d’età e l’uso dei social per suscitare scandalo e visibilità?

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                Naturalmente nell’epoca dei social questo video tra il macabro e il grottesco ha fatto il giro del mondo. Una storia stupida come migliaia di altre. Quello che colpisce questa volta è la differenza d’età a dir poco abissale. Infatti sono 63 anni gli anni che separano Aurora Bronwin, modella e influencer di 22 anni, e il suo fidanzato 85enne, versa in condizioni di salute precarie. I due si sarebbero conosciuti tre anni fa durante un evento mondano esclusivo, in cui lei, aspirante modella, cercava contatti per la sua carriera, mentre lui, un facoltoso imprenditore in pensione, si lasciava affascinare dalla vitalità e dalla bellezza della giovane.

                Attrazione, opportunismo o semplice ignoranza?

                Non è raro che alcune giovani donne trovino un fascino particolare negli uomini molto più maturi, spesso visti come figure protettive, stabili e capaci di offrire sicurezza, sia affettiva che materiale. Aurora, però, ci racconta che la relazione in casi simili ha anche risvolti molto pratici. In più occasioni ha definito il rapporto come una sorta di “scambio”, dove lei riceve regali costosi in cambio della compagnia e della relazione. Ma il dibattito – se di dibattito vogliamo trattare – si è infiammato quando Aurora ha pubblicato sui social un video – successivamente rimosso – in cui balla sorridente davanti al fidanzato, visibilmente malato e allettato in ospedale. Il tutto accompagnato da una didascalia che ha sollevato un polverone: “Ragazzi, mi ha messo nel testamento. Che dite, stacco la spina?“. Lo sdegno del web non si è fatto attendere. Mentre qualcuno interpreta il video come un brutto scherzo, in molti hanno criticato la mancanza di sensibilità e il tono cinico della giovane.

                Critiche e interessi economici

                Il video ha lasciato un segno indelebile sull’immagine di Aurora. Molti utenti online si sono scagliati contro di lei, definendola “una cercatrice d’oro“, sperando che l’uomo la elimini dal testamento. Tuttavia, Aurora si difende affermando che il loro legame va oltre i beni materiali: “Lo amo per chi è, non per ciò che possiede“. Nonostante queste parole, molti restano scettici, considerando le continue dichiarazioni della modella sulla natura transazionale della relazione. E soprattutto bisognerebbe interrogarsi su cosa si intende per “amore”.

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