Storie vere
Il microchip ha salvato il gatto Shoto, misteriosamente lontano da casa a 3000 km di distanza
Un gatto texano ritrova la sua famiglia dopo 2 anni ad una distanza di oltre 3.000 km. Grazie al microchip il felino è stato ritrovato e riconosciuto, con enorme felicità da parte dei proprietari.
Un vecchio proverbio popolare sostiene che i gatti abbiano 7 vite. Se la cosa fosse vera – anche se sappiamo tutti che non lo è – il felino texano Shoto ne ha sicuramente spesa una in un’avventura ai limiti del credibile. La ragione per cui i gatti sembrano in grado di sopravvivere a situazioni pericolose è legata alla loro agilità e alla loro capacità di cadere sempre in piedi grazie alla flessibilità della loro colonna vertebrale.
Senza sue notizie da ben due anni
I proprietari del gatto protagonista di questa storia lo avevano perso più di due anni fa, in un freddo giorno di gennaio. I loro sforzi per ritrovare il proprio pelosetto si erano rivelati del tutto inutili e la preoccupazione di saperlo fuori casa, da solo con quelle temperature così fredde aveva fatto loro stringere il cuore. Le speranze di ritrovarlo si stavano via via spegnendo, dopo tante ricerche nessun successo… finché non hanno ricevuto una telefonata che, inaspettatamente, ha riacceso quella fiamma.
Il chip col quale si è risalito ai proprietari
Shoto era stato ritrovato e riconosciuto grazie al suo microchip. A quel punto è iniziato il viaggio dei proprietari per percorrere migliaia di km e riportarlo a casa. Ventisei ore di trasferta per ricongiungersi con l’amato felino.
Sui social la storia del ritrovamento di Shoto
Sui social la notizia è stata data in questo modo
«Più di due anni fa, a Karla e alla sua famiglia è accaduto l’impensabile quando il loro amato gatto Shoto è uscito di casa ed è scomparso durante un’ondata di freddo particolarmente intensa a gennaio. Shoto era il primo gatto di questa famiglia e, nonostante i loro sforzi, non è mai stato trovato. Sentivano terribilmente la sua mancanza ». Così scrive il rifugio Dakin di Springfield, in Massachusetts, sui loro account social. E’ qui che uno sconosciuto ha consegnato il micio, dopo averlo trovato.
Arrivato al rifugio in uno stato precario
L’animale all’arrivo appariva molto magro e in cerca di cure. Lo staff lo ha preso subito con sé e lo ha rimesso in forma. Controllando il suo microchip, si è messo in contatto con i proprietari. E pensare che i proprietari, vedendo arrivare una chiamata con il prefisso del Massachusetts, avevano inizialmente pensato si trattasse di telemarketing e inizialmente non volevano neanche rispondere…
Un viaggio lunghissimo per riportalo a casa
L’iniziale ritrosia fortunatamente è stata vinta, permettendo di ricevere la bellissima ed assolutamente insperata notizia: Shoto era stato ritrovato. Immediatamente Karla ha pianificato il lungo viaggio per recuperarlo: un viaggio di 26 ore e oltre 3mila chilometri da macinare. Ma nessuna distanza poteva certo mettersi fra lei e il suo amato gatto di casa. Nessuno, a parte Shoto, potrà mai sapere come l’animale sia arrivato fino in Massachusetts, chi abbia incontrato lungo il suo peregrinare e con quali esperienze abbia dovuto confrontarsi per sopravvivere. Due anni che rappresenteranno per sempre il suo segreto.
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Storie vere
Dalla canoa alla cucina: la rinascita di Fabio Andolfo, ex campione e senzatetto
Fabio Andolfo, una promessa della canoa, per tre volte campione giovanile italiano a squadre di slalom, poi un periodo passato per strada come senzatetto e ora una nuova carriera come cuoco.
La vita di Fabio Andolfo, ex promessa della canoa italiana e oggi cuoco, è un viaggio di sfide, sconfitte e riscatti. Nato a Vigevano 43 anni fa, Fabio è stato campione giovanile italiano di canoa slalom, ma la mancata convocazione ai campionati europei ha segnato l’inizio di un difficile periodo. Ci teneva, ci sperava, pensava di meritarsela quella convocazione che avrebbe coronato una vita di sacrifici. E invece…Invece la convocazione non c’è stata e come spesso accade una delusione importante travolge tutto il resto. Deluso, Fabio Andolfo ha detto basta e ha lasciato lo sport. Quindi l’abisso: lavori saltuari e perdita della sua stabilità.
La caduta e la vita in strada
Dopo la nascita di sua figlia e una difficile separazione, Fabio ha provato a ricostruirsi una vita trasferendosi prima in Sardegna e poi a Courmayeur. Ma le difficoltà e soprattutto le dipendenze lo hanno portato a Milano, dove, senza un lavoro né una casa, è diventato uno dei tantissimi senzatetto che navigano per la città, scansati da tutti. O quasi tutti. Dormiva di giorno per sentirsi più sicuro, fino a quando ha deciso di rialzarsi definitivamente. E lo ha fatto per amore di sua figlia.
Per Fabio Andolfo la rinascita inizia dalla cucina
Grazie all’aiuto della comunità e alla sua determinazione, Fabio ha ritrovato la strada, oggi lavora come cuoco in un ristorante in Liguria.
Storie vere
Un bacio potrebbe ucciderla, la lotta quotidiana di Caroline contro la malattia rara
Un gesto semplice come dare un bacio può provocarle difficoltà respiratorie, gonfiore della gola e perdita di coscienza. La difficile vita di una 25enne alle prese con una rara sindrome.
Si chiama Caroline Cray Quinn, la ragazza di 25 anni, costretta a convivere con la sindrome da attivazione dei mastociti (MCAS) che le proibisce di dare un bacio. O quasi. La sindrome è una condizione rara e potenzialmente mortale che trasforma anche i gesti più comuni, come dare un bacio, in un grave rischio per la sua salute.
La sindrome da attivazione dei mastociti è una minaccia invisibile
Una persona su 150mila soffre di MCAS, una malattia che provoca reazioni allergiche estreme a cibi, profumi e comuni fattori ambientali. Nel caso di Caroline i suoi sintomi includono difficoltà respiratorie, gonfiore della gola e perdita di coscienza. Per prevenire tali reazioni, può mangiare solo due alimenti: avena e una formula nutrizionale preparata appositamente per lei.
Un bacio che può essere fatale
Anche un bacio può innescare una reazione pericolosa per Caroline. Per questo motivo, il suo partner, Ryan, deve osservare rigide precauzioni prima di un gesto così semplice. Per prima cosa deve lavarsi i denti con molta attenzione, non può mangiare nelle tre ore precedenti e deve evitare gli allergeni principali 24 ore prima. Nonostante ciò, Caroline affronta la situazione con ironia, dicendo che queste regole possono rivelare l’interesse reale di un partner nei suoi confronti.
La diagnosi tardiva e l’impatto sulla vita quotidiana
Nonostante soffrisse di allergie dall’infanzia, Caroline ha ricevuto la diagnosi di MCAS solo nel 2017, quando una reazione a una contaminazione incrociata ha scatenato una serie di episodi anafilattici. Da allora, la sua vita è cambiata radicalmente, e persino attività normali come andare in spiaggia per lei sono diventate assai rischiose.
Bacio o non bacio? La forza di non arrendersi
Nonostante le difficoltà, Caroline non si lascia abbattere e dice che non intendere smettere di vivere per paura. Con coraggio e determinazione, continua a vivere la sua vita, affrontando la malattia con molto umorismo – l’arma migliore – e con tanta voglia di non rinunciare ai piccoli piaceri della quotidianità.
Storie vere
L’amore ai tempi dello IOR: una storia di licenziamenti e divieti
Lo Ior, l’Istituto per le Opere di Religione, ha licenziato due dipendenti, marito e moglie, a seguito del matrimonio celebrato lo scorso maggio.
E alla fine sono stati licenziati tutti e due. Vi ricordate la vicenda dei due dipendenti della Banca del Vaticano IOR saliti alla ribalta delle cronache nazionali perché in pericolo di licenziamento a causa del loro matrimonio? Bene, l’Istituto per le Opere di Religione, ha deciso di licenziare i due, marito e moglie, in seguito al loro matrimonio celebrato lo scorso maggio. Decisione, giustificata dall’applicazione di una nuova norma anti-clientelismo, ora al centro di una disputa legale che sarà esaminata dal tribunale vaticano.
La normativa anti-clientelismo e la decisione dello IOR
Il provvedimento rientra in un più ampio progetto di riforma della trasparenza avviato negli ultimi anni dalla banca vaticana, per evitare favoritismi e conflitti di interesse. La norma è stata introdotta proprio lo scorso mese di maggio. Obiettivo: prevenire situazioni in cui legami familiari tra colleghi potrebbero compromettere l’imparzialità e l’integrità dell’istituto, soprattutto in un ambiente con circa cento dipendenti.
Decisione inderogabile
Lo IOR ha spiegato che la creazione di un legame coniugale tra i dipendenti coinvolti è in contraddizione con il regolamento. Uno dei coniugi aveva accesso a informazioni riservate sui conti correnti dei clienti. Nonostante fosse stata offerta la possibilità di un trasferimento, la coppia ha rifiutato, portando al licenziamento immediato di entrambi i lavoratori.
La difesa dei dipendenti e l’intervento legale
L’avvocato della coppia, Laura Sgrò, ha impugnato il licenziamento, definendolo “nullo, illegittimo e gravemente lesivo dei diritti fondamentali” dei suoi assistiti. La difesa sostiene che il provvedimento sia privo di effetti legali e che violi i diritti dei dipendenti, anche in considerazione della presenza di tre figli minorenni nella famiglia. Si è mossa anche l’Associazione dei dipendenti laici vaticani che ha tentato una mediazione, che tuttavia non ha avuto esito positivo. Ora, il caso sarà valutato dal tribunale vaticano, presieduto dal giudice Giuseppe Pignatone.
IOR: “Una decisione difficile, ma necessaria”
Lo IOR ha ribadito che la decisione di licenziare è stata presa “con profondo rammarico“, ma era necessaria per preservare la trasparenza e l’imparzialità all’interno dell’istituto. La banca vaticana ha sottolineato che la norma non mette in discussione il diritto dei dipendenti di unirsi in matrimonio. Piuttosto mira a evitare conflitti d’interesse e garantire un trattamento equo per tutti i dipendenti. Forse avrebbe preferito che i due continuassero la loro convivenza? Ma non erano a favore del sacramento del matrimonio?
La misura, spiegano, è coerente con i principi di rigore che regolano le istituzioni finanziarie a livello globale, e rappresenta un ulteriore passo nel processo di riforma della banca vaticana, volta a superare decenni di opacità nelle sue pratiche amministrative.
Le implicazioni del caso per il futuro delle relazioni lavorative vaticane
Questo caso potrebbe avere importanti conseguenze per le relazioni lavorative non solo all’interno dello IOR, ma anche in altre istituzioni vaticane. La vicenda ha riacceso il dibattito sulla regolamentazione dei rapporti familiari nei luoghi di lavoro, soprattutto in piccole comunità come quella dello Stato della Città del Vaticano.
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