Gossip
Altro che “La Zanzara”, qui volano vespe! Lucarelli vs Cruciani: botta e risposta al vetriolo
Duro scontro social e mediatico tra Selvaggia Lucarelli e Giuseppe Cruciani dopo la notizia del braccialetto elettronico imposto ad Alessandro Basciano per stalking ai danni di Sophie Codegoni. La giornalista accusa La Zanzara di aver banalizzato la vicenda con un’intervista “cabarettistica”. Il conduttore replica in diretta con sarcasmo e toni accesi. E il dibattito infiamma la rete, fra tweet, frecciatine e tanta polemica: oggi più che mai, il confine tra informazione e spettacolo si fa pericolosamente sottile.
Tutto comincia quando la Cassazione decide di applicare a Basciano il divieto di avvicinamento e il braccialetto elettronico per gravi accuse di stalking contro la ex, Sophie Codegoni. La notizia scuote il mondo del gossip e del giornalismo, ma a scaldare davvero gli animi è un post tagliente di Selvaggia Lucarelli su X: “Chiedete scusa a Sophie Codegoni, va”.
Il riferimento è a un’intervista di La Zanzara, datata cinque mesi fa, in cui Basciano si difendeva con leggerezza e in studio si ironizzava sull’intera vicenda. Lucarelli non ci sta e accusa il programma – e Cruciani in particolare – di aver ridicolizzato il racconto di una donna.
Cruciani: “Cinque fottutissimi mesi fa. Nessun cabaret, era un’intervista”
Il conduttore de La Zanzara, mai avaro di risposte dirette, risponde col consueto stile corrosivo:“Scusi, professoressa. Ma lei ha capito che da quella intervista sono passati cinque mesi? Non la disturbo oltre. Grazie.” E rincara la dose in diretta: “Abbiamo fatto un’intervista, non cabaret. Se fosse stato cabaret, che peraltro amo, perché se ne occupa?” Cruciani ci tiene a sottolineare che durante quell’intervista c’era anche il contraddittorio di David Parenzo. Insomma, secondo lui, La Zanzara ha semplicemente fatto informazione, senza minimizzare nulla.
Selvaggia contrattacca: “Serve tempo per proteggere una donna. Voi ridete”
La controreplica della Lucarelli non si fa attendere: “Esatto. Pensi quanto deve aspettare una donna per ricevere la giusta protezione della legge mentre quelli come lei riducono tutto a cabaret.” Un’accusa che tocca il punto più profondo del dibattito: la lentezza della giustizia da un lato, la superficialità mediatica dall’altro. Due binari che spesso si incrociano in modo esplosivo.
Polemica mediatica o riflessione culturale?
Cruciani. com’era prevedibile, non ci sta e rilancia: “Non devo chiedere scusa a nessuno. Spesso le restrizioni vengono date anche a chi poi risulta innocente. Non so se sia il caso di Basciano, ma non faccio processi in radio.” Una posizione che difende la neutralità giornalistica ma che, secondo i critici, può legittimare un racconto distorto. Il caso Codegoni-Basciano ha aperto una nuova faglia nel giornalismo d’opinione italiano. La Zanzara, da sempre in bilico tra satira e cronaca, viene accusata di eccessiva leggerezza su un tema serio. Lucarelli, da par suo, viene tacciata di moralismo e crociate ideologiche. Voi da che parte state?
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Gossip
Lory Del Santo e la filosofia da sponda del fiume: tra introspezione social e metafore esistenziali, il nuovo pensiero profondo
«Stare seduti e aspettare che passi qualcosa di interessante… oppure andare a cercare… io sono sulla sponda del fiume e devo prendere la decisione». Con queste parole Lory Del Santo si lancia in una riflessione spiritual-motivazionale che accende curiosità, ironia e qualche meme. La diva sceglie il pensiero filosofico, il pubblico sceglie l’interpretazione.
Nella selva di contenuti social quotidiani, Lory Del Santo ha optato per una deviazione esistenziale. «Stare seduti e aspettare che passi qualcosa di interessante… oppure andare a cercare… io sono sulla sponda del fiume e devo prendere la decisione». Non è una citazione orientale, non è un verso ritrovato: è la sua personale meditazione, condivisa con il tono di chi si affaccia sul mistero dell’esistenza. E nel meraviglioso mondo dei social, il risultato è stato immediato: applausi, perplessità e qualche sorriso trattenuto. Perché in fondo, Lory resta un personaggio capace di sorprenderti quando pensi di aver capito la sua traiettoria.
Tra zen pop e auto-psicologia
C’è chi l’ha letta come una chiamata all’azione (“alza-ti-e-vai”), chi come un invito alla contemplazione (“la vita scorre, sii acqua, amico mio”), e chi ha apprezzato lo stile “zen pop” di chi guarda l’orizzonte e parla di fiumi interiori. Del Santo, in questa versione guru post-televisiva, sceglie l’immagine della sponda: né qui né là, sospesa tra passività e coraggio. Un piccolo monologo esistenziale che, volendo, ha pure un suo fascino cinematografico. In alternativa, si può anche leggerlo così: è il ritorno della filosofia casalinga che tutti, almeno una volta, abbiamo pronunciato davanti a un caffè e a un lunedì stanco.
Il pubblico? Tra cuori e ironia
Il bello di Lory è che prende la scena senza paura di prendersi sul serio. Il pubblico, come sempre, risponde a modo suo: c’è chi applaude la profondità, chi ne apprezza l’ingenuità poetica e chi esporta la frase in modalità meme motivazionale. Ma è questo il gioco: Lory Del Santo attraversa epoche televisive, stili e piattaforme con un tratto comune — essere sé stessa, al di là di registri e contesti. Un po’ diva, un po’ narratrice interiore, un po’ personaggio consapevole del proprio mito.
Sul fiume, per ora, resta seduta. Ma intanto ha già fatto muovere le acque della conversazione. E forse, per lei, era quello il punto.
Reali
Meghan Markle, da duchessa a “dea dell’home décor”: con As Ever lancia due candele (a 64 dollari) e racconta l’amore
Meghan Markle svela i primi prodotti della sua linea As Ever: due candele dalla poetica domestica che celebrano matrimonio e compleanno attraverso numeri simbolici. L’effetto? Tra casa profumata e storytelling sentimentale, la duchessa guarda al mercato luxury — e ai fan disposti a spendere 64 dollari per un ricordo aromatizzato.
Lontana dai corridoi reali ma non dalle luci dei riflettori, Meghan Markle torna a far parlare di sé. Questa volta non per documentari esplosivi o accuse velate, ma per due candele profumate. Sì, proprio così. Con il marchio As Ever, la duchessa del Sussex inaugura la sua nuova vita imprenditoriale partendo dall’oggetto-simbolo della casa perfetta: la candela aromatica. Due modelli, due narrazioni intime, molto pathos e una promessa di “esperienza olfattiva emozionale”. Il tutto racchiuso in una confezione curata e in un prezzo che non passa inosservato: 64 dollari. Per alcuni, poesia domestica; per altri, una rentrée da casalinga disperata versione Montecito.
Numeri, ricordi e messaggi velati
Il concept è semplice: ogni candela porta un numero e un significato affettivo. La Signature Candle No. 519 richiama il 19 maggio, la data del matrimonio reale con Harry, descritta come simbolo di “amore a prima vista”. La No. 084 richiama invece il 4 agosto, giorno del compleanno di Meghan, e celebra “rinascita e gioia personale”. Insomma, la fiamma della memoria. Niente arditi esperimenti olfattivi, niente botanica segreta: qui il focus è puro storytelling. E se il mercato del profumo di lusso vive di narrazioni, Meghan sceglie l’autobiografia aromatizzata. C’è chi lo chiama branding emotivo, chi operazione nostalgia profumata.
Tra business e realtà (post-royal)
Nel panorama delle celebrity-preneurs, Meghan sceglie la via slow, morbida, familiare. Non creme miracolose, non lezioni di stile, ma candele. Scelta rassicurante, quasi domestica, in evidente contrasto con i clamori degli ultimi anni. Eppure, la semplicità del prodotto non annulla la strategia: la duchessa punta al pubblico che sogna lifestyle californiano, ritualità del benessere e piccoli lussi quotidiani. Un percorso che potrebbe continuare tra tè, porcellane, tessuti e atmosfere da cottage chic.
Per ora, tutto parte da due candele e da un messaggio molto chiaro: rinascere è possibile, anche con un fiammifero e un profumo di casa nuova. Resta solo da capire se il pubblico rimarrà incantato… o se la fiammella rischia di spegnersi alla prima corrente d’aria social.
Gossip
Katy Perry e Justin Trudeau, coppia (quasi) ufficiale: tra luci rosse e champagne al Crazy Horse
Katy Perry ha scelto il Crazy Horse di Parigi per festeggiare i 41 anni. Accanto a lei, Justin Trudeau, elegante e rilassato, con cui sembra ormai formare una coppia vera. Un’uscita pubblica che conferma un legame già chiacchierato, vissuto lontano dai flash ma non più negato.
Quando si dice “fare outing di coppia” nel modo più spettacolare possibile. Katy Perry e Justin Trudeau hanno scelto il Crazy Horse, il più celebre locale di strip-tease parigino, per celebrare i 41 anni della popstar. Tavolo discreto, brindisi riservato e un’atmosfera volutamente ironica: la cantante, in un abito rosso lungo e castigato (per i suoi standard), e l’ex premier canadese, in completo scuro impeccabile, si sono goduti lo spettacolo tra sguardi complici e sorrisi trattenuti. Pochi avventori li hanno riconosciuti, ma la notizia si è diffusa in un lampo: a Parigi, nulla resta segreto troppo a lungo.
Dalla politica al pop, un legame inatteso
La voce di un legame tra i due circolava da mesi, ma nessuno aveva ancora assistito a una loro uscita pubblica. Eppure, visti insieme, sembrano perfettamente a loro agio. Lei, reduce dal successo di Play, il residency show di Las Vegas; lui, da poco fuori dalla politica attiva dopo anni alla guida del Canada. Il contesto scelto – un locale che ha fatto della sensualità un’arte e della discrezione un marchio – non è casuale: il Crazy Horse è simbolo di libertà e gioco, di ironia e di eleganza parigina. Un luogo dove perfino un ex capo di governo può concedersi un sorriso fuori protocollo.

Dalla scena alla coppia, con leggerezza
Secondo chi era presente, i due si sono comportati come una coppia affiatata ma senza ostentazioni. Nessun bacio rubato, nessuna posa costruita: solo due persone che condividono una serata speciale. Un modo raffinato per dire “sì, ci siamo”, lontano dai set fotografici e dai red carpet. E chissà che Parigi, città dell’amore e delle trasgressioni eleganti, non diventi il punto di partenza di una nuova storia che unisce la pop culture e la diplomazia dismessa.
Dopo la serata, le luci del Crazy Horse si sono spente, ma la curiosità resta accesa. E se qualcuno ironizza sul contrasto tra popstar e politico, altri già scommettono che questa coppia così improbabile possa diventare la più chiacchierata — e irresistibile — dell’anno.
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