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Gossip

Anche JLo ha la sua revenge song: “Ora guardami uscire dalle tue macerie”, stoccata (musicale) a Ben Affleck

“Grazie per le cicatrici che hai lasciato”, “Non avrai più la parte sacra di me”: nel nuovo brano Wreckage of You, presentato in tour, JLo lancia versi durissimi contro chi l’ha fatta soffrire. E se il nome di Ben Affleck non compare, il bersaglio sembra più evidente di quanto lei voglia far credere.

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    Non lo nomina, ma lo canta. Jennifer Lopez ha deciso di trasformare il dolore della sua ultima separazione in musica. E come già fece Shakira con Piqué, anche lei si prende la rivincita in una canzone che ha il sapore della resa dei conti. Il brano si chiama Wreckage of You — “Le tue macerie” — e ha debuttato durante le prime date del tour Up All Night: Live in 2025. Un titolo che è già un programma, un testo che suona come un’esplosione emotiva a fuoco lento.

    Lui, Ben Affleck, non viene mai nominato. Ma a giudicare dalle parole, dai tempi e dal tono generale del pezzo, è impossibile non pensare proprio a lui. D’altronde, i due sono stati la coppia iconica dei primi anni Duemila, si sono persi, ritrovati, risposati e lasciati ancora una volta. Un film d’amore con il finale che ormai conosciamo: nel 2024 il divorzio, stavolta definitivo.

    “Grazie per le cicatrici che hai lasciato nel mio cuore. Grazie per avermi insegnato che le stelle brillano più luminose nell’oscurità”, canta JLo con voce ferma e tagliente. E ancora: “Non ti permetterò più di avere la parte sacra di me”. Parole che non hanno bisogno di spiegazioni, e che raccontano più di mille interviste.

    In Wreckage of You, Jennifer Lopez parla di una donna che ha toccato il fondo ma ha scelto di risalire. E lo fa ringhiando versi come “Mi hai resa a prova di proiettile” e “Ora guardami uscire dalle tue macerie”. Un messaggio che suona chiaro: dalla fine dell’amore può nascere forza. E stavolta la rinascita non prevede ritorni di fiamma.

    “Io sono l’amore che cercavo, io sono la mia salvezza”, canta ancora. Il resto è musica, certo. Ma anche vendetta. In tonalità maggiore.

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      Interviste

      Quella volta che prese per il collo l’amante del fidanzato. E tutte le gelosie di Lorella Cuccarini

      Dalla scarpa lanciata in diretta al topless che valeva 150 milioni di lire, dai balletti con Franjo al tradimento scoperto in un locale: Lorella Cuccarini si racconta in un’intervista al “Corriere della Sera” tra aneddoti, pettegolezzi smentiti e quell’unica volta in cui “una tizia l’ho appiccicata al muro del camerino”.

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        Sessant’anni e non sentirli. Anzi, raccontarli con una leggerezza da ventenne. Lorella Cuccarini compie 60 anni e li celebra senza malinconie, ma con il sorriso e una punta di sarcasmo, come ha fatto nell’intervista concessa a Giovanna Cavalli per il Corriere della Sera. “Fisicamente non più di 50, di spirito anche 30”, dice. Poi aggiunge: “Ormai i 60 sono i 45 di una volta”.

        Ma a sorprendere, più delle sue dichiarazioni sul lavoro o dei ricordi con Pippo Baudo, è la sua disarmante sincerità in amore. Da giovane, Lorella era gelosa. Gelosissima. “Ero molto gelosa, una tizia l’ho appiccicata al muro di un camerino”, confessa senza giri di parole. “Prima fai l’amica e poi mi rubi il fidanzato?”. Lo dice ridendo, ma la scena, quella volta, fu reale. “Avevo 18 anni e sì, c’era una piccola parte di coatta in me”.

        Prima di sposare Silvio Testi, ammette: “Ogni tanto scoprivo qualche tradimento. Uno mi aveva detto che era di turno di notte e invece l’ho beccato in un locale a divertirsi. Un altro l’ho proprio sorpreso con un’altra”. Eppure, col tempo, quella gelosia feroce è svanita. “Con mio marito non sono mai stata sospettosa, di quelle che controllano i cellulari”.

        Nel racconto emergono anche episodi gustosi della sua carriera. Come quella volta a Fantastico 7 in cui la scarpa le volò in diretta e colpì in testa il direttore di RaiUno: “Dietro le quinte singhiozzavo, ma Pippo era contentissimo: ‘Ti è successa una cosa meravigliosa!’”. O quando si presentò con i punti in fronte dopo un incidente e Baudo le fece “un cazziatone tremendo”.

        Ci sono poi gli ammiccamenti di Christian De Sica (“Dovevamo metterci a letto insieme in scena, che imbarazzo”), la “competitività da asilo” con Marco Columbro e il battibecco con Alba Parietti: “Fece polemica sui giornali, ci restai male”.

        E c’è anche un po’ di malizia, mai volgare. “Un mio topless valeva 150 milioni di lire”, le dissero i paparazzi. Playboy le offrì 80 per posare nuda. E Silvio Berlusconi, in una delle sue battute fulminanti, le disse: “Sei l’unica donna senza tette che lavora per me”.

        L’unico vero attrito lo ricorda con Heather Parisi: “Il mio peccato originale è stato aver preso il suo posto a Fantastico 6. Pippo le offrì di farlo con me, lei disse: ‘Mai con una ballerina di fila. O io o lei’. E Baudo scelse me”.

        Senza mai uno scandalo, senza gossip veri, senza foto rubate compromettenti. “Una volta mi hanno ‘fidanzato’ con mio fratello, un’altra con un mio amico. I paparazzi non mi seguono più, hanno capito che non c’è trippa per gatti”.

        E oggi? È felice. “Una felicità di piccoli momenti. Ho avuto una vita bella, piena d’amore. Se dovessi andarmene oggi, sarei comunque contenta”.

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          Personaggi

          Jenna Ortega, la rivelazione sull’OCD: “Salgo e scendo le scale sei volte prima di dormire”

          La protagonista di “Mercoledì” racconta in radio il suo disturbo ossessivo compulsivo. Un momento di sincerità fuori copione accende i riflettori su una condizione spesso sottovalutata.

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          Jenna Ortega

            Non è raro che un personaggio televisivo travalichi il ruolo per diventare un simbolo. A volte basta la combinazione giusta di atmosfera, talento e carisma. È il caso di Jenna Ortega, giovane attrice che negli ultimi anni ha conquistato pubblico e critica grazie al suo magnetismo sullo schermo e alla capacità di incarnare personaggi dal fascino oscuro.

            Ma dietro il volto imperturbabile della protagonista di Mercoledì si nasconde molto più di una frangia perfetta e un costume nero. Lo ha dimostrato di recente, quando, ospite di Heart Evening Show. Per promuovere il film Death of a Unicorn, ha deciso di parlare di sé in un modo che pochi si aspettavano.

            Alla domanda sulla sua routine serale, Ortega ha risposto senza esitazioni: «Soffro di un disturbo ossessivo compulsivo piuttosto intenso». Ha raccontato che spesso rimane intrappolata in pensieri ricorrenti e in rituali precisi. Contare, ricontare, salire e scendere le scale sei volte prima di potersi addormentare. «Non è scaramanzia, è qualcosa di più profondo», ha spiegato, con un mezzo sorriso che non nascondeva la gravità delle parole.

            Il disturbo ossessivo compulsivo, o OCD, è spesso frainteso. Non si tratta semplicemente di essere ordinati o maniacali, ma di convivere con pensieri intrusivi che generano ansia e spingono a ripetere determinate azioni per alleviarla. Un meccanismo che può rendere faticose anche le attività quotidiane più banali.

            Non è un’esperienza isolata nel mondo dello spettacolo. Altri volti noti hanno parlato apertamente di disturbi simili: Leonardo DiCaprio, ad esempio, ha raccontato delle sue compulsioni nel ripetere certi gesti; Charlize Theron ha descritto la sua necessità di ordine assoluto; David Beckham ha ammesso di non sopportare la mancanza di simmetria.

            Parlare di queste difficoltà, come ha fatto Jenna Ortega, aiuta a rompere lo stigma e a normalizzare un tema di salute mentale ancora poco discusso. Un atto di sincerità che, per una star in ascesa, vale quanto una grande interpretazione: resta impresso e, forse, può cambiare il modo in cui il pubblico guarda non solo il personaggio, ma la persona.

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              Gossip

              “Papà compra solo tarocchi”: così la Ferragni aizzerebbe i figli contro il padre

              Fedez ha fatto un regalo ai figli, Leone e Vittoria, e ha scatenato l’ennesima polemica post-divorzio con Chiara Ferragni. Il regalo? Dei pupazzi Labubu. Il problema? Erano tarocchi. A rivelarlo è stato lo stesso rapper nel podcast “Pulp”, svelando con ironia una dinamica familiare tragicomica che ha come protagonisti i bambini, i collezionabili e un’accusa di falsificazione degna della Guardia di Finanza.

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                Fedez ha deciso di fare un regalo “tenero” e all’apparenza innocente ai suoi due figli, Leone e Vittoria. Peccato che, come nelle migliori commedie romantiche finite male, il dono si sia rivelato il casus belli per l’ennesima frecciatina post-matrimoniale. Il regalo in questione? I famigerati Labubu, pupazzetti collezionabili che hanno ormai conquistato anche il cuore dei più insospettabili genitori milanesi. Durante il podcast Pulp, Fedez ha raccontato tutto con il tono di chi ormai ha capito che anche un peluche può diventare un problema legale tra ex coniugi. “I miei figli collezionano i Labubu, ma gliene ho comprati tarocchi”, ha detto candidamente. Già qui, l’inizio è da manuale per una sitcom. Ma aspettate, il bello arriva dopo.

                “Mamma ha detto che papà compra cose tarocche”

                Il dramma si è consumato una volta che Leone e Vittoria sono tornati a casa dalla madre, Chiara Ferragni. Secondo il racconto di Fedez, l’influencer avrebbe “smontato l’entusiasmo” dei bambini dicendo loro che quei pupazzi erano… falsi. Contraffatti. Made in Boh.

                “Sono tornati dalla mamma e la mamma gli ha detto che papà compra le cose tarocche.”

                E da quel momento, pare che ogni oggetto che arrivi da papà venga classificato con lo stesso timbro qualitativo di un paio di Ray-Ban presi al mercato di Vigevano. Fedez ha poi aggiunto, probabilmente cercando di salvare la faccia:

                “Li ho trovati tarocchi, ma non sapevo che fossero tarocchi.”

                Una scusa che abbiamo sentito anche da chi compra borse “Louis Vitton” a 40 euro, ma almeno Fedez è stato onesto.

                Ma cosa sono questi Labubu, e perché costano quanto un affitto?

                Per chi non è aggiornato sul mondo dei giocattoli collezionabili, i Labubu fanno parte della linea The Monsters prodotta da Pop Mart. Sono pupazzi, spesso in edizione limitata, con un’estetica a metà tra il kawaii giapponese e un incubo Tim Burtoniano dopo tre Negroni. Ogni pezzo può costare dai 15 ai 200 euro, a seconda della rarità. Ecco spiegato perché alcuni genitori li considerano “arte”, altri “una truffa legalizzata”.

                Genitorialità 2.0: Quando i giocattoli diventano armi

                In un mondo ideale, mamma e papà litigano per chi fa il miglior ragù. In quello reale, i figli diventano involontari ambasciatori di faide tra ex coniugi. Il messaggio è chiaro: ogni regalo da parte di Fedez potrebbe trasformarsi in un esame da superare con la lode e l’autenticità garantita. Il regalo tarocco è solo la punta dell’iceberg di una convivenza genitoriale post-separazione che sembra ancora tutt’altro che pacifica.

                Ferragnez, addio per sempre

                Il loro è stato il matrimonio social per eccellenza. Ma la rottura è stata tutto fuorché discreta. Da settimane si rincorrono notizie su battibecchi, frecciatine velate e momenti di tensione durante gli incontri pubblici per i figli. La scena dei Labubu è solo l’ultimo episodio tragicomico di una lunga serie. A parlare, più di tutti, è stato Fedez. Con un misto di ironia, malinconia e rassegnazione,ha spesso condiviso pensieri sulla complessità dell’essere genitore in due, ma separati. Chiara, dal canto suo, è rimasta più silenziosa. Ma la frase “papà compra cose tarocche” racconta più di mille interviste.

                Papà sì, ma con etichetta originale

                Nonostante le incomprensioni, Fedez appare come un padre molto coinvolto. È presente alle feste, partecipa attivamente alla vita dei figli e cerca di rendere felici Leone e Vittoria… anche se con pupazzi contraffatti. Ma, diciamolo, il gesto è stato fatto col cuore. In fondo, non tutti i papà si preoccupano dei trend collezionabili dei propri figli. Se poi l’intento era quello di vedere un sorriso sul volto dei bambini, la missione è stata comunque compiuta, almeno finché non sono tornati dalla madre.

                Labubu Gate: come trasformare un peluche in un caso di stato

                La vicenda, pur leggera in apparenza, riflette una dinamica sempre più diffusa tra genitori separati: quella della “competizione affettiva”. Chi regala cosa? Chi è più presente? Chi educa “meglio”? E in questo caso: chi compra i veri Labubu? È come se ogni gesto diventasse un test da superare, una performance da valutare. E alla fine, i veri giudici restano loro: i bambini. Che forse, più che un Labubu originale, vogliono solo che mamma e papà si mettano d’accordo almeno su un pupazzo.

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