Gossip
Corona affonda nel fango: Bernardini De Pace lo querela per un audio falso e insulti da bar del gossip
La regina dei divorzi non ci sta e porta in tribunale il “re del gossip”: «Mi ha insultata e usata come bersaglio, trasformando i social in una piazza di pubblico disprezzo». Nel mirino un file audio alterato e un post velenoso. A breve anche Raoul Bova presenterà querela.
Fabrizio Corona torna al centro di una querela per diffamazione e, questa volta, a incrociare le lame con lui è l’avvocata Annamaria Bernardini De Pace, la più nota divorzista d’Italia e volto televisivo che non ha mai avuto timore di esporsi. La vicenda, già torbida di suo, nasce nel cuore del cosiddetto “caso Bova”, quello che ha svelato la relazione tra l’attore Raoul Bova e la modella Martina Cerretti, passando per le mani e i canali social del solito Corona.
È stato lui a diffondere messaggi privati e a far trapelare informazioni, creando una tempesta mediatica che ora si sta trasformando in una raffica di querele. Perché se la Bernardini De Pace aveva inizialmente difeso il suo ex genero Raoul Bova insieme al collega David Leggi presentando un esposto al Garante della Privacy per fermare la diffusione dei messaggi, adesso ha deciso di muoversi in prima persona contro il “re del gossip”, accusandolo di averla infangata con insulti gratuiti e un audio che lei considera sostanzialmente falso e manipolato.
Corona non si è limitato ai soliti post velenosi, ma ha trasformato i suoi canali social in una vera piazza per il pubblico ludibrio. Prima ha attaccato la legale con insinuazioni pesanti, sostenendo che manovrasse “il circolino della procura di Roma e dei quotidiani importanti” per difendere Bova e proteggere i soldi dei nipoti, in una sorta di vendetta per vecchie vicende familiari.
Un’accusa degna del peggior bar sport, a cui ha aggiunto un insulto velenoso come la coda di uno scorpione: “Giusto il giudice di Forum può fare oggi. Un programma finto come lei”. Un colpo basso, studiato per trasformare la piazza virtuale in una gogna pubblica, capace di minare non solo la reputazione personale, ma anche quella professionale di chi ha fatto della toga il proprio marchio di fabbrica.
Poi è arrivato l’audio, il presunto pezzo forte della sua “prova regina”. Un file in cui una voce femminile parla con lui e che Corona ha attribuito senza esitazioni alla Bernardini De Pace, pubblicando l’audio con tanto di sua foto, come a dire: ecco, è lei che mi cerca per avere informazioni su Bova. Solo che, a detta della querelante, quella ricostruzione non sta in piedi nemmeno un minuto.
L’audio sarebbe stato ritoccato, tagliato, cucito, insomma, manipolato ad arte per sembrare ciò che non è. Già una prima analisi tecnica affidata a un consulente avrebbe evidenziato “diversi tagli nella riproduzione, in particolar modo nelle frasi dell’interlocutrice, e sonorità non coerenti, consistenti in beep cadenzati”, il classico bricolage digitale di chi prova a fabbricare uno scoop da due soldi.
La querela è una lama affilata: accusa Corona di aver approfittato dell’eco mediatica sull’inchiesta e di essere rimasto contrariato dal reclamo al Garante presentato nell’interesse di Bova, che mirava a bloccare la diffusione dei contenuti privati. Da lì, la mossa successiva: trasformare un commento di gossip in un attacco personale, con invettive gratuite e l’accostamento della sua immagine a notizie false, lesive e totalmente destituite di fondamento.
Per Bernardini De Pace, che da decenni calca aule di tribunale e salotti tv, essere definita “finta come Forum” non è solo una battuta cattiva: è un colpo diretto alla credibilità professionale, oltre che un’illogica contraddizione rispetto al ritratto che Corona prova a vendere, quello di una subdola manovratrice dei palazzi di giustizia.
Il caso, nel frattempo, continua a gonfiarsi come una bolla pronta a scoppiare. Perché a breve si aggiungerà un’altra querela, quella di Raoul Bova, che non ha gradito l’esposizione forzata della propria vita privata in una vicenda che, ormai, ha assunto i contorni di una faida mediatica senza fine.
Sul tavolo della procura di Roma, coordinata dall’aggiunto Giovanni Conzo, c’è anche l’analisi dei telefoni sequestrati a Corona, a Federico Monzino e a Martina Cerretti: un mosaico di chat, messaggi e file audio che potrebbe ricostruire a ritroso tutta la catena di responsabilità, fino a valutare ipotesi di reato come la diffamazione e, in alcuni casi, perfino la tentata estorsione.
Corona, come al solito, gioca a fare il giustiziere del gossip, ma la linea tra scoop e fango si è assottigliata al punto da diventare inesistente. La sua strategia è sempre la stessa: insinuare, spettacolarizzare, avvelenare il dibattito pubblico e raccogliere like come fossero coriandoli. Ma questa volta il gioco potrebbe costargli caro.
Perché quando trasformi la vita privata degli altri in un’arena e ti inventi prove pur di restare al centro della scena, prima o poi il conto arriva. E in tribunale non bastano follower e visualizzazioni: servono fatti, e quelli, per ora, sembrano inchiodare più lui che le sue vittime designate.
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Gossip
Zaira Nara racconta il retroscena su Icardi: “Volevano presentarmelo, potevo finire con lui io e non Wanda”.
Zaira Nara svela un aneddoto inatteso sulla genesi del triangolo più chiacchierato del calcio sudamericano: “Io ero single, volevano presentarmi Mauro, ma per me era un no”. Poi il destino ha cambiato rotta e lui è diventato il marito di Wanda e padre delle sue due figlie.
Zaira ha spiegato che inizialmente l’idea era proprio quella di far conoscere lei e Mauro. «Wanda era sposata con Maxi. Io ero single. Volevano presentarmi a qualcuno. Questo qualcuno era Mauro, il compagno di squadra di Maxi», ha raccontato. Poi il ricordo di quelle giornate in famiglia: «Ogni volta che arrivavo a casa di mia sorella, lui era lì… Volevano sistemarmi con lui».
Un incontro mai davvero decollato, almeno nel suo racconto. «Ma, per me, era un no definitivo, non c’era alcuna possibilità», ha aggiunto, sottolineando come quella proposta non la convincesse.
Dalla “non-coppia” al legame che ha fatto gossip
La vita, però, ha preso tutt’altra direzione. Quello che per Zaira era rimasto un contatto sporadico e senza futuro, è diventato in breve una delle storie più discusse del calcio internazionale. Mauro Icardi e Wanda Nara, dopo la rottura con Maxi López, si sono innamorati, sposati e hanno avuto due figlie, diventando una delle coppie più osservate dei social e del mondo sportivo.
Il gioco del destino
“Potevo finire con lui io”, ha detto Zaira, con il tono divertito di chi osserva a distanza una pagina ormai consegnata alla cronaca rosa. Una precisazione che aggiunge un tassello alla narrazione della famiglia Nara, spesso al centro di attenzioni mediatiche, rumor e incroci sentimentali.
Oggi la vita delle sorelle corre su binari diversi, tra Milano, Parigi e l’Argentina, e quel retroscena resta un promemoria di quanto, a volte, la linea che separa un flirt mancato da una storia destinata a far parlare per anni sia sottile. In questo caso, un semplice “no” ha cambiato il percorso di tutti.
Personaggi
Eva Grimaldi: “Ho rischiato la vita per un intervento al seno. Un anno intero con una sola protesi”
Ospite nel programma di Caterina Balivo, Eva Grimaldi ripercorre gli anni dei sette interventi estetici e l’infezione che le ha quasi tolto la vita. “Mi sono ritrovata con un seno solo nel momento di massimo successo. Ma oggi amo le mie cicatrici.”
Nel salotto di La volta buona, il talk show pomeridiano di Rai 1 condotto da Caterina Balivo, Eva Grimaldi ha scelto di parlare senza filtri di una parte dolorosa della sua vita: gli interventi estetici subiti negli anni per inseguire un ideale di bellezza. “Ho fatto sette operazioni al seno — ha raccontato —, tutto è cominciato quando avevo 26 anni. All’inizio portavo la taglia zero e volevo un po’ di femminilità in più. Poi ho continuato: prima la seconda, poi la terza, poi la quarta. Finché è arrivato il disastro.”
Dietro la ricerca di un décolleté perfetto, si nasconde una storia di sofferenza e di paura. “Una protesi si è infettata. Ero andata dal miglior chirurgo, ma non è stato in grado di intervenire nel modo giusto. Anziché rimuoverla, ne ha messa un’altra sopra, e il seno si è gonfiato in modo anomalo. Ho iniziato a stare malissimo.”
“Avevo la febbre a 42: ero più morta che viva”
Il racconto di Eva è crudo, ma necessario: “Avevo la febbre a 42, ero più morta che viva. Nessuno capiva quanto fosse grave. Ho rischiato la setticemia, e solo l’intervento di un altro chirurgo mi ha salvata.” Il nuovo medico ha dovuto rimuovere completamente la protesi infetta, lasciandola con un solo seno per un intero anno.
“È stato il periodo più difficile della mia vita — confessa l’attrice —. Ero nel pieno della carriera, giravo un film con Remo Girone e c’era una scena di nudo. Non avevo detto nulla a nessuno, inventavo scuse, parlavo di una fistola al seno per evitare domande. Mi coprivo come potevo.”
Remo Girone, racconta, fu una presenza discreta e preziosa: “È stato un vero signore. Quando gli ho confidato la verità, mi ha sostenuta e aiutata a superare la vergogna.”
“Un seno solo nel momento di massimo successo”
Per Eva Grimaldi, quel periodo rappresenta un punto di svolta. “Per un anno ho vissuto con un seno solo, in un mondo in cui l’immagine era tutto. Ma è proprio lì che ho capito quanto fosse fragile la mia autostima e quanto stessi cercando approvazione nel posto sbagliato.”
L’attrice, oggi 63 anni, ammette di aver imparato ad accettarsi: “Oggi non rifarei mai nulla di tutto questo. Ho imparato a volermi bene, a non confondere la bellezza con la perfezione. Le mie cicatrici sono il segno di quello che ho superato.”
La riflessione: tra estetica e consapevolezza
Il racconto di Grimaldi riaccende un dibattito sempre più attuale: quello sul rapporto tra chirurgia estetica, autostima e pressioni sociali. Negli ultimi anni, secondo la Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (SICPRE), gli interventi estetici in Italia sono in costante aumento, soprattutto tra le donne tra i 25 e i 45 anni. Ma i medici ricordano l’importanza di rivolgersi a professionisti certificati e di comprendere i rischi reali di ogni operazione.
Eva Grimaldi oggi parla con la serenità di chi ha attraversato il dolore e ne è uscita trasformata: “Ho vissuto sulla mia pelle cosa significa affidarsi a chi non ti ascolta. Oggi voglio che la mia storia serva da esempio: la chirurgia non è un gioco, e la vera bellezza è sentirsi bene dentro, non davanti allo specchio.”
Gossip
Elisabetta Canalis manda in tilt Halloween (e i social) con un outfit minimal: i fan impazziscono
Elisabetta Canalis sfoggia un costume di Halloween decisamente ridotto, tra corsetto, microshort e calze a rete. Il risultato? Social in delirio, commenti ironici, i like delle colleghe celebri e la risposta virale degli Autogol che si offrono di travestirsi “anche da zucca”.
Halloween in versione extra-bold. Elisabetta Canalis ha deciso di interpretarlo così: poco tessuto, molta attitudine e quell’ironia da diva che non ha mai perso. Il suo costume, pubblicato su Instagram, ha fatto il giro dei social in poche ore. Un outfit striminzito composto da corsetto nero, microshort e calze a rete, più aggressiva che spaventosa, più femme fatale che strega. Ed è bastato perché la timeline impazzisse.
La reazione del web
La ex velina sarda, oggi tra Los Angeles e Milano, non è nuova a foto ad alto tasso di glamour, ma questa volta ha toccato corde particolarmente sensibili: milioni di visualizzazioni, commenti ammirati e una pioggia di emoticon infuocate. Non tanto per l’originalità del costume, quanto per la sua capacità di trasformare ogni look in un piccolo evento. C’è chi ha applaudito lo spirito ironico, chi la forma fisica impeccabile, chi semplicemente ha ceduto al fascino evergreen della Canalis.
Gli Autogol e la battuta virale
Il commento che ha rubato la scena è stato quello degli Autogol, il trio comico amatissimo da tifosi e social-addicted. Di fronte al post bollente, hanno risposto con una promessa surreale e irresistibile: «Disponibili a vestirci anche da zucca». Una battuta che ha fatto il pieno di like e rilanci, contribuendo a trasformare l’episodio nell’ennesimo momento virale firmato Canalis.
Le colleghe approvano
Non solo fan: sotto il post compaiono anche i like eccellenti di Miriam Leone e Alessia Marcuzzi. Due icone molto diverse, entrambe sempre attente a stile e presenza online. Una benedizione social che vale quanto una passerella e certifica, semmai ce ne fosse bisogno, che Elisabetta continua a muoversi nel gotha glamour italiano con naturalezza. Il mondo dello spettacolo guarda, apprezza e commenta, tra complicità femminile e un pizzico di ammirazione.
Halloween, ma make-it-fashion
Niente sangue finto, niente trucco mostruoso: per la Canalis Halloween è solo un’altra occasione per giocare con l’immagine. Un esercizio che continua a riuscirle benissimo. Oltre vent’anni dopo Striscia, resta una delle poche celebrity italiane capaci di catalizzare l’attenzione con una foto e trasformarla in conversazione collettiva.
E mentre i follower si dividono tra lodi e meme, una cosa è certa: questa volta ad aver paura non sono stati i fantasmi, ma i server di Instagram.
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