Gossip
Anche la regina del pop Taylor Swift vanta parenti di casa nostra
Non tutti sanno che negli Stati Uniti esiste un mese specificatamente dedicato alla celebrazione del patrimonio italo-americano, riservando tutto questo tempo al ricordo e alla valorizzazione delle radici italiane di molti cittadini. Infatti, che siano di prima, seconda – o addirittura terza – generazione, l’America è piena di persone che vantano un legame con il Bel Paese. Basti pensare alle migliaia di migrazioni che hanno interessato il continente oltre oceano nei primi anni del Novecento, tutte a prevalenza italiana.
Il vanto di provenire dallo “stivale”
Spesso basta un cognome famigliare a “tradire” le origini di una stella internazionale. Oppure, sono proprio gli attori e le attrici ad affermare di essere in parte italiani. Che siano i genitori, i nonni, o lontani antenati, nessuno si tira mai indietro quando si tratta di collegare le proprie radici al nostro Paese.
Discendenze nel mondo della celluloide
Martin Scorsese, coi nonni sicialiani; Robert De Niro, col padre Robert De Niro Senior, noto pittore, che vantava una discendenza da immigrati da Ferrazzano, in provincia di Campobasso; Leonardo Di Caprio, col nonno Salvatore, figlio di immigrati italiani provenienti da Alife, in provincia di Caserta; John Travolta, col padre di origini siciliane, per l’esattezza di Godrano, nel palermitano; Bradley Cooper, coi nonni materni italiani al 100%; Al Pacino, del quale la madre, Rose Gerardi, era originaria di Corleone, in Sicilia, mentre il padre, Salvatore Pacino, proveniva da San Fratello, sempre in Sicilia. E ancora Francis Ford Coppola, Linsday Lohan, Quentin Tarantino.
Tanta italianità anche nella musica
Non solo cinema, non solo Hollywood. Ci sono anche tante star americane della musica che hanno origini italo-americane. Come “The Voice” Frank Sinatra: la madre era nata a Lumarzo, in provincia di Genova, mentre il padre era originario di Lercara Friddi, in Sicilia. Dean Martin, suo amico e collega: il padre era di Montesilvano, in provincia di Pescara, mentre il nonno materno era di Monasterolo del Castello, Bergamo. E ancora il cantante degli Aerosmith Steven Tyler, Madonna, Bruce Springsteen, Lady Gaga, Alicia Keys, Ariana Grande, Jon Bon Jovi, Gwen Stefani.
Anche la Swift è di origine cilentana
E poi c’è pure Taylor Swift, recentemente protagonista di due mega-show a Milano. La famiglia della cantautrice 33enne, infatti, proverrebbe da Castelnuovo Cilento, paesino di circa tremila anime poco distante da Vallo della Lucania. Lei, dopo averlo scoperto, ha espresso il desiderio di visitare il borgo. Le sue origini cilentane sono emerse dal libro Philadelphia’s King of little Italy che, scritto da Charles Douglas, giudice della Corte Suprema del New Hampshire, sarà presentato proprio a Castelnuovo Cilento tra qualche giorno. Nel volume, l’autore ha ricostruito la storia della famiglia della star grazie alla collaborazione di un editore locale, Giuseppe Galzerano, che al Corriere del Mezzogiorno ha raccontato la storia della genealogia della famiglia della cantante.
La storia della famiglia Swift
L’antenata cilentana della popstar è Rosa Galzerano in Baldi, il cui figlio Carmine alla fine dell’Ottocento si trasferì in America, a Philadelphia, facendo fortuna. Dopo aver aperto un negozio di frutta, Carmine venne assunto come interprete dalla società che stava costruendo la ferrovia americana, e quindi aprì una cava di pietre e un negozio per la vendita di carbone. Nel 1885 era già ricco e rispettato, e sposò la sorella di un famoso avvocato di Philadelphia, diventando successivamente editore di un giornale e proprietario di una banca. Tra i 7 figli di Carmine Baldi figura anche Rosa Baldi, chiamata così in onore della nonna. Nata nel 1920, sposò in seconde nozze il tenente colonnello americano Archie Dean Swift. Rosa e Archie ebbero tre figli: Archie III, Douglas e Scott. Proprio Scott Swift è il padre di Taylor! E i racconti di nonno Archie durante la II Guerra mondiale hanno ispirato la canzone Epiphany, inserita nell’album Folklore del 2020.
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Gossip
Zaira Nara racconta il retroscena su Icardi: “Volevano presentarmelo, potevo finire con lui io e non Wanda”.
Zaira Nara svela un aneddoto inatteso sulla genesi del triangolo più chiacchierato del calcio sudamericano: “Io ero single, volevano presentarmi Mauro, ma per me era un no”. Poi il destino ha cambiato rotta e lui è diventato il marito di Wanda e padre delle sue due figlie.
Zaira ha spiegato che inizialmente l’idea era proprio quella di far conoscere lei e Mauro. «Wanda era sposata con Maxi. Io ero single. Volevano presentarmi a qualcuno. Questo qualcuno era Mauro, il compagno di squadra di Maxi», ha raccontato. Poi il ricordo di quelle giornate in famiglia: «Ogni volta che arrivavo a casa di mia sorella, lui era lì… Volevano sistemarmi con lui».
Un incontro mai davvero decollato, almeno nel suo racconto. «Ma, per me, era un no definitivo, non c’era alcuna possibilità», ha aggiunto, sottolineando come quella proposta non la convincesse.
Dalla “non-coppia” al legame che ha fatto gossip
La vita, però, ha preso tutt’altra direzione. Quello che per Zaira era rimasto un contatto sporadico e senza futuro, è diventato in breve una delle storie più discusse del calcio internazionale. Mauro Icardi e Wanda Nara, dopo la rottura con Maxi López, si sono innamorati, sposati e hanno avuto due figlie, diventando una delle coppie più osservate dei social e del mondo sportivo.
Il gioco del destino
“Potevo finire con lui io”, ha detto Zaira, con il tono divertito di chi osserva a distanza una pagina ormai consegnata alla cronaca rosa. Una precisazione che aggiunge un tassello alla narrazione della famiglia Nara, spesso al centro di attenzioni mediatiche, rumor e incroci sentimentali.
Oggi la vita delle sorelle corre su binari diversi, tra Milano, Parigi e l’Argentina, e quel retroscena resta un promemoria di quanto, a volte, la linea che separa un flirt mancato da una storia destinata a far parlare per anni sia sottile. In questo caso, un semplice “no” ha cambiato il percorso di tutti.
Personaggi
Eva Grimaldi: “Ho rischiato la vita per un intervento al seno. Un anno intero con una sola protesi”
Ospite nel programma di Caterina Balivo, Eva Grimaldi ripercorre gli anni dei sette interventi estetici e l’infezione che le ha quasi tolto la vita. “Mi sono ritrovata con un seno solo nel momento di massimo successo. Ma oggi amo le mie cicatrici.”
Nel salotto di La volta buona, il talk show pomeridiano di Rai 1 condotto da Caterina Balivo, Eva Grimaldi ha scelto di parlare senza filtri di una parte dolorosa della sua vita: gli interventi estetici subiti negli anni per inseguire un ideale di bellezza. “Ho fatto sette operazioni al seno — ha raccontato —, tutto è cominciato quando avevo 26 anni. All’inizio portavo la taglia zero e volevo un po’ di femminilità in più. Poi ho continuato: prima la seconda, poi la terza, poi la quarta. Finché è arrivato il disastro.”
Dietro la ricerca di un décolleté perfetto, si nasconde una storia di sofferenza e di paura. “Una protesi si è infettata. Ero andata dal miglior chirurgo, ma non è stato in grado di intervenire nel modo giusto. Anziché rimuoverla, ne ha messa un’altra sopra, e il seno si è gonfiato in modo anomalo. Ho iniziato a stare malissimo.”
“Avevo la febbre a 42: ero più morta che viva”
Il racconto di Eva è crudo, ma necessario: “Avevo la febbre a 42, ero più morta che viva. Nessuno capiva quanto fosse grave. Ho rischiato la setticemia, e solo l’intervento di un altro chirurgo mi ha salvata.” Il nuovo medico ha dovuto rimuovere completamente la protesi infetta, lasciandola con un solo seno per un intero anno.
“È stato il periodo più difficile della mia vita — confessa l’attrice —. Ero nel pieno della carriera, giravo un film con Remo Girone e c’era una scena di nudo. Non avevo detto nulla a nessuno, inventavo scuse, parlavo di una fistola al seno per evitare domande. Mi coprivo come potevo.”
Remo Girone, racconta, fu una presenza discreta e preziosa: “È stato un vero signore. Quando gli ho confidato la verità, mi ha sostenuta e aiutata a superare la vergogna.”
“Un seno solo nel momento di massimo successo”
Per Eva Grimaldi, quel periodo rappresenta un punto di svolta. “Per un anno ho vissuto con un seno solo, in un mondo in cui l’immagine era tutto. Ma è proprio lì che ho capito quanto fosse fragile la mia autostima e quanto stessi cercando approvazione nel posto sbagliato.”
L’attrice, oggi 63 anni, ammette di aver imparato ad accettarsi: “Oggi non rifarei mai nulla di tutto questo. Ho imparato a volermi bene, a non confondere la bellezza con la perfezione. Le mie cicatrici sono il segno di quello che ho superato.”
La riflessione: tra estetica e consapevolezza
Il racconto di Grimaldi riaccende un dibattito sempre più attuale: quello sul rapporto tra chirurgia estetica, autostima e pressioni sociali. Negli ultimi anni, secondo la Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (SICPRE), gli interventi estetici in Italia sono in costante aumento, soprattutto tra le donne tra i 25 e i 45 anni. Ma i medici ricordano l’importanza di rivolgersi a professionisti certificati e di comprendere i rischi reali di ogni operazione.
Eva Grimaldi oggi parla con la serenità di chi ha attraversato il dolore e ne è uscita trasformata: “Ho vissuto sulla mia pelle cosa significa affidarsi a chi non ti ascolta. Oggi voglio che la mia storia serva da esempio: la chirurgia non è un gioco, e la vera bellezza è sentirsi bene dentro, non davanti allo specchio.”
Gossip
Elisabetta Canalis manda in tilt Halloween (e i social) con un outfit minimal: i fan impazziscono
Elisabetta Canalis sfoggia un costume di Halloween decisamente ridotto, tra corsetto, microshort e calze a rete. Il risultato? Social in delirio, commenti ironici, i like delle colleghe celebri e la risposta virale degli Autogol che si offrono di travestirsi “anche da zucca”.
Halloween in versione extra-bold. Elisabetta Canalis ha deciso di interpretarlo così: poco tessuto, molta attitudine e quell’ironia da diva che non ha mai perso. Il suo costume, pubblicato su Instagram, ha fatto il giro dei social in poche ore. Un outfit striminzito composto da corsetto nero, microshort e calze a rete, più aggressiva che spaventosa, più femme fatale che strega. Ed è bastato perché la timeline impazzisse.
La reazione del web
La ex velina sarda, oggi tra Los Angeles e Milano, non è nuova a foto ad alto tasso di glamour, ma questa volta ha toccato corde particolarmente sensibili: milioni di visualizzazioni, commenti ammirati e una pioggia di emoticon infuocate. Non tanto per l’originalità del costume, quanto per la sua capacità di trasformare ogni look in un piccolo evento. C’è chi ha applaudito lo spirito ironico, chi la forma fisica impeccabile, chi semplicemente ha ceduto al fascino evergreen della Canalis.
Gli Autogol e la battuta virale
Il commento che ha rubato la scena è stato quello degli Autogol, il trio comico amatissimo da tifosi e social-addicted. Di fronte al post bollente, hanno risposto con una promessa surreale e irresistibile: «Disponibili a vestirci anche da zucca». Una battuta che ha fatto il pieno di like e rilanci, contribuendo a trasformare l’episodio nell’ennesimo momento virale firmato Canalis.
Le colleghe approvano
Non solo fan: sotto il post compaiono anche i like eccellenti di Miriam Leone e Alessia Marcuzzi. Due icone molto diverse, entrambe sempre attente a stile e presenza online. Una benedizione social che vale quanto una passerella e certifica, semmai ce ne fosse bisogno, che Elisabetta continua a muoversi nel gotha glamour italiano con naturalezza. Il mondo dello spettacolo guarda, apprezza e commenta, tra complicità femminile e un pizzico di ammirazione.
Halloween, ma make-it-fashion
Niente sangue finto, niente trucco mostruoso: per la Canalis Halloween è solo un’altra occasione per giocare con l’immagine. Un esercizio che continua a riuscirle benissimo. Oltre vent’anni dopo Striscia, resta una delle poche celebrity italiane capaci di catalizzare l’attenzione con una foto e trasformarla in conversazione collettiva.
E mentre i follower si dividono tra lodi e meme, una cosa è certa: questa volta ad aver paura non sono stati i fantasmi, ma i server di Instagram.
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